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Autore: Ginf    04/04/2017    0 recensioni
Questa è la storia di Ginnifer, una ragazzina trasformata da Carlisle in punto di morte, del suo rapporto con la famiglia Cullen e del suo punto di vista riguardo alcuni eventi che fanno riferimento ai libri. È anche una storia d'amore.
Genere: Drammatico, Slice of life, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, FemSlash | Personaggi: Altro personaggio, Carlisle Cullen, Clan Cullen, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Io e Tim avevamo iniziato a legare molto nonostante la mia opinione iniziale nei suoi confronti. Era una persona abbastanza tollerabile, simpatica, tutto sommato gentile. Sembra restio quanto me nel raccontare il suo passato e fin quando non dovevamo farlo a me stava più che bene. Il tempo passava e lui era diventato il mio GAV. Tutto questo per ciò che avevamo stabilito una notte due mesi dopo la mia trasformazione.
Il mio umore, quella sera, non era dei migliori e per rilassarmi ero andata a stendermi sulla strada sotto le stelle, approfittando del clima estivo, infatti eravamo a luglio. Non ce la facevo più a stare chiusa nella villa a leggere libri e a giocare a videogame. Per quanto mi piacesse volevo di più, nonostante comprendessi bene la situazione e sapessi che non ero ancora in grado di gestire il mio istinto “animalesco”, la mia gola mi torturava ed il sangue animale non sembrava offrire grande sollievo. Tim mi vide per terra ed inizio a fissarmi dall’alto.
“Vuoi essere investita dall’auto di Carlisle quando torna a casa … no, no, aspetta stai aspettando che un meteorite cada e ti colpisca in pieno, no oppure …”
“Tim, sta zitto.” Dissi ridendo.
Sedendosi al mio fianco chiese: “Che succede? Al tuo GAV puoi dirlo”
“Il mio GAV?” Tim era molto bravo a sparare stronzate.
“Si hai presente, gli umani hanno i BFF così ho pensato che anche noi avremmo dovuto avere dei nomi per gli amici così ho deciso GAV.”
“Interessante. E per cosa sta esattamente?” chiesi incuriosita.
“Grandi Amiconi Vampiri. Figo no?” A volte Tim sembrava tanto Emmett per ciò che diceva, l’aria spensierata e soprattutto per le fossette che apparivano sul suo volto quando sorrideva.
“Tu non sei normale.” Affermai giocosamente.
“Disse quella che è stesa sull’asfalto.” Disse scoppiando in una fragorosa risata.
 
La mia camera nella villa dei Cullen non era affatto male, non avevo cambiato nulla dal momento in cui mi era stata affidata. Aveva una struttura rettangolare le cui pareti erano dipinte di un bianco pulito che la illuminava maggiormente. Di fronte alla porta, si trovava un letto singolo, ricoperto con soffici lenzuola e coperta a fiori, e accanto ad esso vi era un piccolo comodino nero. Sulla parete sinistra al letto vi era una scrivania sormontata da mensole ed accanto ad essa vi era l’ingresso di un armadio. Sulla parete sinistra, invece, si apriva una porta-finestra che dava su un balcone, il quale si affacciava sulla foresta di fronte all’ingresso dell’abitazione. Ero seduta sul mio letto ad ascoltare ed era inizio settembre, quando sentii un leggero bussare alla porta della mia camera. “Avanti”.
“Ciao cara” era la dolce Esme, che iniziavo a voler bene, che si venne a sedere con me. Io mi raddrizzai per farle più spazio. “Io e Carlisle, abbiamo pensato che tu ti stia annoiando a rimanere qui tutto il giorno da quattro mesi ormai. Così volevamo proporti di frequentare il liceo insieme a tutti gli altri.” Annunciò sorridendo.
“Io… io non credo di essere capace di controllarmi.”
“Sei capace di fare tutto se lo desideri.” Disse Esme sistemandomi una ciocca di capelli dietro l’orecchio. “E poi potremmo fare una prova. Edward ci ha detto che non apprezzi gli indumenti che ti ha regalato Alice. Potremmo organizzare un pomeriggio per sole ragazze, così potremo conoscerci anche un po’ meglio.”
Neanche il tempo di finire di parlare ed udimmo la gioia di Alice che era al piano terra e probabilmente aveva previsto che avrei accettato. Alice infatti aveva il dono di prevedere il futuro. Tutto pur di uscire da questa casa per un po’, anche la scuola.
“Suppongo che tu abbia capito che la mia risposta è si.” Dissi ridendo, ed anche Esme rise.
“Allora ti lascio prepararti ed appena avrai finito ti aspetteremo giù.” Disse voltandosi verso la porta.
“Aspetta. Mi … mi aiuteresti a scegliere cosa indossare?” Le chiesi.
“Oh … Certo!” Rispose stupita.

Non indossai nulla di particolare, un paio di jeans ed una felpa grigia, raccolsi i capelli in una treccia e fui pronta a uscire.
Io ed Esme scendemmo per le scali dove Rose e Alice ci stavano aspettando.
“Ti sembra il modo di vestirti per lo shopping?” disse Alice con fare irritato.
“Alice lasciami decidere come vestirmi, in fondo sono io la sedicenne vissuta in questo secolo, saremo pur nate nello stesso secolo, ma le cose sono cambiate.”
Dopo queste mie parole sembrò quasi offesa e per tutto il tragitto nell’auto, guidata da Rosalie, fino al centro commerciale non spiccò una parola, il che era molto strano da parte sua.
All’ingresso del centro commerciale mi fermai impaurita. Rosalie mi prese sottobraccio e disse “sta tranquilla, ci siamo noi con te.” In effetti nulla accadde e iniziammo con gli acquisti. Non era poi così difficile stare tra gli umani, la gola ovviamente bruciava, ma era sopportabile.
Entrando nei negozi, provando robe, scarpe e accessori, l’umore di Alice migliorò, mi perdonò e mi aiutò a scegliere. Uscimmo dal centro commerciale dopo quattro ore e a me sembrava di avere svaligiato tutti i  negozi e con finalmente un guardaroba accettabile tutto mio ed in quel momento compresi che i Cullen erano spaventosamente ricchi, uno dei vantaggi di vivere in eterno.
Il tragitto da Seattle alla villa era più o meno di un’ora che impiegammo ascoltando musica, commentando gli acquisti e prendendoci gioco di Alice.
“Oh andiamo ragazze, la moda è un elemento fondamentale nella vita di una donna!” insisteva la piccola vampira.
“Dobbiamo farlo più spesso, uscire, dico.” Dissi sorridendo.
“Certo, non che Alice ci darà la possibilità di non farlo,comunque.” Scherzo Rosalie.
“Pronta per la scuola adesso?” Mi domandò Esme.
Lo ero e finalmente ero felice per questa famiglia che iniziavo a sentire più mia e che mi faceva quasi accettare la condizione di vampir
a.


Angolo dell'autrice: spero questo nuovo capitolo vi piaccia. In tal caso seguite la storia per restare aggiornati ed in caso contrario recensite, le critiche sono ben accette.
Questo non è ciò che in realtà volevo scrivere, tuttavia per continuare con il racconto avevo bisogno di questo passaggio. Tim e Ginnifer chi sa dove andranno a finire...

 
  
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