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Autore: Kano_chan    07/04/2017    2 recensioni
Selenis Lucis Caelum, nipote di Re Regis e cugina di Noctis, accompagnerà quest'ultimo nel suo viaggio assieme ai suoi amici di sempre: Gladiolus Amicitia, Prompto Argentum e Ignis Stupeo Scientia. Assieme affronteranno i nuovi pericoli che si metteranno sul loro cammino.
Se avete voglia di ripercorrere la trama di FFXV con l'aggiunta di qualche novità, Something Wild fa per voi!
~~~~~
Dall'Epilogo:
"Fine"
Genere: Avventura, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gladiolus Amicitia, Ignis Stupeo Scientia, Noctis Lucis Caelum, Nuovo personaggio, Prompto Argentum
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Insomnia, Capitale regia del regno Lucis, due anni prima.

Palazzo reale.

-    Selis, devi capire che è per il tuo bene! È troppo pericoloso uscire dai confini della barriera senza scorta –
-    Sarebbe solo per qualche ora papà, la prateria è appena fuori Insomnia –
-    Non importa quanto vicina sia! Senti, tra un paio di giorni potrei prendere un pomeriggio per accompagnarti se…-
-    Non posso rimandare, devo andarci oggi! E poi anche se dici così, tu sei sempre occupato... –
-    Il mio compito è quello di proteggere il Re e la sua famiglia, te compresa, per cui..-
-    Papà, tu non capisci, io devo andarci! –
-    Selenis, la questione per me è chiusa. -
-    Allora avresti dovuto proteggere anche la mamma! Ti odio! –

La porta dello studio delle Camelie venne aperta di schianto e da essa ne uscì correndo una figura minuta.

-    Selenis! – tuonò una voce dall’interno.

Revis si portò una mano tra i capelli, frustrato da quella situazione. Tornò verso la sua scrivania dove, dopo essersi versato due dita di liquore scuro, si sedette. Lo sguardo gli cadde sul porta ritratto posto tra due file disordinate di scartoffie. Una giovane donna dai capelli bianchi come la neve e dal viso a cuore, lo guardava mentre abbracciava una bambina che non doveva avere più di sei anni.

-    Magnolia, cosa devo fare? – mormorò sconsolato l’uomo guardandola negli occhi accesi dalla gioia di quel momento.

Nel frattempo Selenis, dopo aver fatto di corsa almeno tre piani del palazzo, sostava ansante all'interno di una nicchia che ospitava una statua di marmo. In quel momento provava sentimenti contrastanti: si vergognava per l’accusa rivolta al padre; era stata cattiva a dirgli quella frase, eppure… eppure per ora la rabbia prevaleva.
Per quale motivo non capiva quanto per lei fosse importante quell’uscita? Proprio lui e proprio alla vigilia di… La ragazzina ricacciò indietro le lacrime, abbandonandosi contro la parete di pietra levigata.
A chi poteva chiedere aiuto? Ignis? No... doveva badare a Noctis e sicuramente l’avrebbe dissuasa come suo padre.
C'erano volte in cui pensava di avere solo l'età in comune con quel ragazzino: non aveva mai visto persona più seria di lui!

Mentre rimuginava su un piano che le consentisse la fuga, alcune voci la raggiunsero nel suo nascondiglio.


-    Avete caricato tutto ciò che era necessario da mandare al campo? – 

Selenis tese le orecchie, riconoscendo la voce del vice comandante Drautos, diretto secondo di suo padre.

-    Sì, vice comandante – rispose chi lo accompagnava – il camion è pronto a partire dal gate cinque non appena il conducente avrà finito il checkout – aggiunse.
-    Ottimo, avvisate la frontiera ovest allora – replicò Drautos allontanandosi.

Quel rapido scambio di battute, bastò a Selenis per prendere una decisione, per quanto avventata potesse essere. 
Tirandosi sulla testa il cappuccio della felpa a forma di Moguri, sgusciò fuori dal suo nascondiglio e, facendo ben attenzione di non essere vista da nessuno, si diresse verso il gate menzionato poco prima.
Come preannunciato dal cadetto, un camion di rifornimento aspettava con i motori accessi in uno dei tanti garage che conducevano dentro e fuori il palazzo reale. I convogli venivano
mandati periodicamente ai campi base dell’esercito di Insomnia impegnato a tener fronte agli assalti di Nifelheim, e fortuna aveva voluto che proprio quel mezzo dovesse dirigersi esattamente dove lei doveva andare.
Selenis osservò la situazione al riparo di una delle tante vetture parcheggiate nel sotterraneo. Un paio di soldati sostavano vicino al muso del camion, mentre un terzo era fermo davanti al cassone posteriore. Se la ragazzina voleva avere una chance di nascondersi al suo interno, doveva obbligatoriamente distrarla. Per sua fortuna, con i suoi undici anni, Selenis era molto sveglia, fin troppo a detta di Revis.
Ostentando quindi tutta la tranquillità di cui era capace, la giovane si avvicinò alla guardia che presidiava il cassone.


-    Principessa Selenis, non dovrebbe stare qui! – esclamò l’uomo sulla quarantina non appena la vide.
-    Mi spiace disturbarvi, ma c’è una cosa che mi preoccupa… - esordì lei con aria innocente – passando nel corridoio che conduceva ai garage ho visto qualcuno accedervi che non era del personale del castello, così l’ho seguito fin qui e..-
-    Ha visto dove può essersi diretto? – le diede corda il soldato.
-    No, purtroppo l’ho perso di vista, qui non è molto ben illuminato. Potrei anche essermi sbagliata, ma ho preferito avvisarvi – disse la ragazzina, voltandosi a cercare qualcuno che sapeva benissimo non esistere.
-    Avete fatto bene, ma ora vi prego di tornare agli alloggi. Al resto ci penserò io con i miei colleghi – le rispose l’uomo dirigendosi verso l’altro capo del camion.
-    Vi ringrazio – rispose Selenis facendo finta di andarsene.

Non appena fu sicura che la guardia non l’avrebbe vista, mise un piede sull’appoggio del cassone e, leggera come una piuma, saltò al suo interno. Dopo qualche istante di completa oscurità, la ragazzina mise a fuoco le diverse casse che formavano il carico del camion e vi si nascose.

-    Ha detto di aver visto qualcuno scendere qui? –
-    Sì, ma non ne era certa –
-    Potrebbe aver visto Zack. È passato prima in abiti civili per recuperare il telefono che aveva lasciato sul furgone, adesso che sta con quella ragazza della periferia ha sempre la testa tra le nuvole –
-    Tipico! Avanti allora, è ora di andare! –

Lo scambio di battute fu accompagnato da un sonoro colpo sulla fiancata del camion che, dopo un leggero borbottio del motore, partì.  
Selenis nel guardare il palazzo allontanarsi ebbe solo un attimo di ripensamento, che però venne subito accantonato.
Mentre la vettura s’inoltrava nel traffico della capitale di Lucis, la ragazzina pensò al da farsi. Fino a lì era stato semplice, ma prima o poi sarebbe dovuta scendere.. e possibilmente fuori dai confini della città. Di lanciarsi dal mezzo in corsa proprio non se ne parlava, quindi non le rimaneva che farlo non appena il furgone si fosse fermato.
Probabilmente la sua unica occasione sarebbe stata alla frontiera,visto che il camion avrebbe dovuto obbligatoriamente rallentare per oltrepassarla. Con un mezzo sorriso di compiacimento, Selenis strinse ciò che aveva in tasca: le sarebbe tornato molto utile.
La vettura militare ci impiegò complessivamente tre quarti d’ora ad arrivare al confine di Insomnia, tempo che la ragazzina impiegò sonnecchiando. Da qualche tempo non dormiva molto bene, complici gli strani sogni che ogni tanto arrivavano a tormentarla. Una serie d’immagini confuse, che sparivano al suo risveglio e non le lasciavano altro che un vago senso di ansia.
Quando il camion cominciò a rallentare, Selenis si accostò al bordo del cassone sbirciando oltre la tela cerata che chiudeva il vano. Un gruppo di guardie di confine osservava svogliatamente il convoglio passare, mentre i loro colleghi controllavano i documenti di chi cercava di entrare.
Erano molte le persone che raggiungevano Insomnia in cerca di riparo dalla guerra sempre più incombente, ma in pochi riuscivano ad ottenere il permesso di risiedere in città.
Quando la vettura lentamente si rimise in moto, la ragazzina aspettò che si allontanasse dalla postazione delle guardie; dopo di che, prese ciò che aveva in tasca e lo lanciò fuori dal cassone, verso il lato della strada.
L’oggetto, dopo aver descritto un arco in aria, ricadde in mezzo agli arbusti ed esplose.
La deflagrazione fu contenuta, ma abbastanza potente da far fermare il convoglio. Quando Selis udì le portiere della cabina del conducente aprirsi, si calò di nuovo il cappuccio sulla testa e facendo attenzione a non essere vista, scese in strada.
Buttò uno sguardo oltre l’angolo del mezzo, vedendo i soldati di scorta avvicinarsi circospetti al luogo dell’esplosione. Non appena fu sicura che nessuno si accorgesse di lei, abbandonò il riparo.

-    Ehi tu! –

Quelle due parole la congelarono sul posto.

-    Dannazione.. – mormorò tra i denti.

Una guardia, un cadetto a dirla tutta vista la divisa, aveva lasciato la sua postazione alla frontiera per venire a vedere cosa fosse successo e ovviamente l’aveva beccata in flagrante.

-    Che ci fai lì? - proseguì quello avvicinandosi.

Selenis non si fermò certo a rispondere, mettendosi invece a correre nella direzione opposta.

-    Ehi, ferma! – le gridò dietro il cadetto rincorrendola.

La ragazzina non aveva un fisico possente, anzi, era sempre stata piuttosto magrolina per la sua età, ma in fatto di velocità non la batteva nessuno. Senza voltarsi indietro, puntò alla piccola stazione di servizio che costeggiava la carreggiata, andò dritta al recinto dei Chocobo e saltò sopra uno di essi, ignorando le proteste del proprietario.
Puntellandosi sulle staffe, diede un colpo al fianco dell’animale, che con un verso stridulo si lanciò a tutta velocità. Un’altra cosa in cui eccelleva, era montare sui Chocobo. Gli stallieri di palazzo dicevano sempre che aveva una dote innata con quei pennuti.
Sentendosi finalmente sicura, Selenis si azzardò a buttare un occhio alle spalle.

-    Dai, mi stai prendendo in giro? – mormorò infastidita osservando il suo inseguitore montare in sella ad un altro Chocobo e partire di gran carriera al suo inseguimento.

Forse la sua idea di scappare iniziava a non essere più tanto brillante... ma confidava ancora di riuscire in qualche modo a seminarlo.
In effetti quel cadetto non sembrava molto a suo agio a cavalcare, e lo si vedeva da come stava perdendo sempre più terreno nei suoi confronti.

Selenis tornò a guardare davanti, spronando ancora di più il Chocobo che aumentò ulteriormente l’andatura.

“Ormai non ha più speranze” pensò la ragazzina trionfante, voltandosi di nuovo indietro.

-    Ma che diamine?! - esclamò confusa.

Aveva sì, distanziato la cavalcatura avversaria, peccato che sopra di essa non ci fosse più nessuno.

-    Ferma! –

Le parole furono accompagnate da un lampo di luce, che costrinse Selenis a porre la sua attenzione su dove stesse andando. Si stupì non poco di vedere davanti a sé, a qualche metro di distanza, il suo inseguitore. Sembrava semplicemente apparso dal nulla.
Presa dal panico di travolgerlo, la principessa diede uno strattone alle redini. Il Chocobo emise un grido, virando verso destra con uno scatto; Selenis, presa in contropiede,  non riuscì a seguirne il movimento e perse la presa scivolando dalla sella.
Con un sonoro splash, cadde dentro al piccolo torrente che aveva raggiunto. Stordita si rimise poi a sedere, scrollando la testa un po’ per riprendersi, un po’ per eliminare l’acqua in eccesso.

-    Ti sei fatta male? –

Il cadetto si avvicinò di corsa, trovando quella scena piuttosto buffa. La fuggitiva che stava inseguendo, aveva addosso una felpa con il cappuccio a forma di Moguri e sembrava essere piuttosto giovane.

-    Tutto bene? – le chiese nuovamente, allungando una mano per aiutarla.

La ragazzina però la scostò malamente, rimettendosi in piedi da sola grondante dalla testa ai piedi.

-    Maledizione! C’ero quasi! – esclamò arrabbiata togliendosi il cappuccio con un gesto di stizza.

Sotto di esso apparve quella che aveva immaginato essere una ragazzina di non più di 12 anni, con un caschetto di capelli bianchi e un paio di occhi verdi a dominare il viso abbronzato.

-    Forza! Riportami da mio padre e facciamola finita! – berciò all’indirizzo del ragazzo che la guardò piuttosto perplesso.
-    Ehi! Frena Chocobo girl – disse lui mostrando i palmi – non ti seguo – aggiunse.

Selenis lo guardò stupita. Quello lì non aveva la minima idea di chi lei fosse...

-    Piuttosto – continuò il cadetto – mi dici cosa ci facevi dentro quel furgone e perché sei scappata a gambe levate? – le domandò togliendosi l’elmo leggero.

Sotto di esso, c'era un ragazzo dai capelli castani rasati ai lati, con gli occhi scuri e un leggero accenno di barba. Il suo sguardo era limpido e serio, e non dimostrava più di diciassette anni.

-    Dovevo lasciare la città… - rispose laconica Selenis.
-    E per andare dove, se posso chiedere? – disse il giovane.
-    Io… - mormorò la ragazzina schivando i suoi occhi.
-    Senti, credo di aver capito – asserì il cadetto – hai litigato con tuo padre e sei scappata – affermò sicuro.

Selenis lo guardò. Diciamo che più o meno, a grandi linee, per somme massime, si poteva dire che fosse andata così.

-    Fidati, è meglio se torni – le consigliò il ragazzo aprendosi in un sorriso – tuo padre ti vuole sicuramente bene e sei fortunata ad averne uno – aggiunse sistemandosi meglio l’elmo sul fianco.
-    Tu non ce l’hai? – domandò Selenis.
-    No, mi sono rimaste solo mia madre e mia sorella – rispose lui.
-    Mi dispiace – sussurrò la ragazzina.
-    È passato molto tempo, non preoccuparti – la rassicurò il cadetto – dai, ti riaccompagno in città – 
-    No! Aspetta ti prego! – lo bloccò lei – ho davvero bisogno di raggiungere un posto… - confessò finalmente.

Il ragazzo si fermò a guardarla, inclinando leggermente la testa.

-    Non è lontano, è giusto un po’ più a nord di qui. Ci vorranno al massimo dieci minuti a Chocobo. – lo pregò.

Il cadetto rimase a squadrarla. Non sembrava una richiesta dettata solo da un desiderio infantile, ma da come lei lo guardava, sembrava essere qualcosa di serio.

-    E sia, ti ci accompagno – desistette lui – ma dopo sono obbligato a riportati indietro – aggiunse.
-    Grazie, davvero – gli disse la ragazzina e il cadetto si stupì di vederle inumidirsi gli occhi. Ci teneva davvero così tanto?
-    Io mi chiamo Selis – aggiunse lei, porgendogli una mano dalla manica gocciolante.
-    È un piacere Chocobo girl, io sono Nyx, Nyx Ulrich – si presentò afferrandogliela.

Nel preciso istante in cui la loro pelle venne a contatto, il viso sorridente del ragazzo sfumò davanti agli occhi di Selenis. La ragazzina si ritrovò improvvisamente in mezzo a macerie fumanti; davanti a lei, una figura inginocchiata fissava il cielo che albeggiava.

"Regna bene, giovane re" la sentì mormorare al vento.


Subito dopo, il volto di Nyx tornò a fissarla, questa volta leggermente preoccupato.

-    Stai bene? – domandò un po’ incerto, e Selenis si accorse che la stava tenendo saldamente per un braccio.
-    Sì…- balbettò lei un po’ spaesata – sarà meglio andare – aggiunse, lasciando l’appoggio offertole e recuperando le redini del Chocobo.

Con una certa reticenza, la principessa lasciò il comando dell’animale a Nyx, che non volle saperne di fare da passeggero.

-    Sei originaria di Insomnia? –

La domanda arrivò alle orecchie della ragazzina leggermente attutita dall’ampia schiena del ragazzo. Selenis si teneva ben stretta a lui, non tanto per la forte velocità, quanto più per la scarsa dimestichezza che il giovane sembrava avere con la cavalcatura.

-    Sì, e tu? – gli chiese di rimando lei.
-    No, vengo da fuori, da Galad – replicò il ragazzo.
-    Perché mai sei venuto ad arruolarti qui? Non c’era un comando nella tua città? –
-    Sì, ma sono qui per altre ragioni –
-    E sarebbero? –

Nyx voltò appena la testa per guardare con la coda dell’occhio la sua passeggera.

-    Sicura di avere solo undici anni? – domandò il giovane con un ghigno.
-    Sicuro di saper cavalcare un Chocobo? – ribattè lei, voltandogli la testa a forza perché tornasse a fissare la strada e facendolo scoppiare in una sonora risata.
-    Touchè – replicò lui – se riesco ad entrare nei Kingsglave potrei finalmente chiedere il trasferimento per la mia famiglia – spiegò tornando serio.
-    Butta così male fuori dai confini? – chiese Selenis preoccupata.
-    La situazione di sicuro non sta migliorando – replicò Nyx stringendo involontariamente le redini di cuoio.
-    Capisco… - mormorò la ragazzina – aspetta, hai detto nei Kingsglave? – esclamò d’un tratto.
-    Sì, perché? –
-    No, niente! – si affrettò a dire Selenis

Ottimo… doveva essere beccata proprio da un cadetto dei Kingsglave! Il karma aveva uno strano senso dell’umorismo.

-    Te l’hanno insegnato all’addestramento a sparire? – domandò la principessa per cambiare discorso.
-    Sparire? – Nyx era confuso.
-    Ma sì, prima sul Chocobo. Sei scomparso e poi sei riapparso davanti a me – spiegò lei.
-    Ahhh quello! – rise il ragazzo afferrando cosa volesse dire – si chiama proiezione, è un tipo di magia che ci viene concessa dal Re – spiegò sopra l’ululato del vento – basta che io lanci uno dei Kukri che ho con me e posso teletrasportarmi assieme a lui, ovunque arrivi –
-    Voglio farlo anch’io! – esclamò Selenis entusiasta.

Ora che ci pensava, ne aveva sentito parlare, di quel potere che solo chi faceva parte della famiglia reale poteva usare. Chissà se anche lei un giorno ci sarebbe riuscita.

-    Magari quando sei più grande – replicò Nyx.
-    Antipatico.. – sbuffò Selenis – fermo, ci siamo! –

Il cadetto fermò il Chocobo, restando a fissare perplesso una comune prateria punteggiata di giallo.

-    Ma… non c’è niente qui – osservò mentre la ragazzina scendeva.
-    C’è quello di cui ho bisogno – rispose lei correndo verso una delle chiazze colorate.

Il ragazzo la guardò chinarsi su di essa e trafficarci per un attimo, prima di tornare da lui con un grande mazzo di fiori.

-    Vuoi dirmi che hai fatto tutto questo casino per venire a raccogliere dei fiori? – domandò incredulo.
-    Si trovano solo in questo punto e per me non sono dei semplici fiori – ribattè lei lasciandosi aiutare per risalire sul pennuto – erano i preferiti di mia madre – aggiunse.
-    Ho capito – rispose semplicemente Nyx prima di spronare di nuovo il Chocobo.

Selenis appoggiò la fronte sulla schiena del ragazzo, reggendo i fiori e proteggendoli dal vento. Forse il fatto di aver incontrato Nyx non era stato un male, anzi, era davvero felice di averlo conosciuto. Sembrava un ragazzo per bene, forse un pò ingenuo visto come si era lasciato raggirare, ma nonostante non sapesse spiegarsi il perche, Selenis era più che sicura che sarebbe riuscito ad entrare nei Kingsglave.
Quando raggiunsero nuovamente il confine, dopo il breve tragitto di ritorno, ad attenderli c'era una "leggera" confusione. 

-    Che sta succedendo? – si interrogò il ragazzo guardando il concitato via vai di soldati.
-    Nyx! –

Il giovane si voltò verso un altro cadetto che gli si stava facendo incontro di gran carriera.

-    Dove diavolo sei stato!? – gli gridò contro quello – Oh cazzo! – aggiunse un secondo dopo vedendo chi c'era seduto dietro l'amico.
-    Libertus, modera il linguaggio – lo rimproverò Nyx scendendo dal Chocobo.
-    Mi spieghi come diamine hai fatto a trovarla?! – esclamò l'altro guardando Selenis smontare – sono ore che la stiamo cercando e tu arrivi così, bel bello, portandotela dietro! – aggiunse scuotendo la testa.
-    Mi spieghi di cosa stai parlando? – chiese Nyx senza capire.
-    Della figlia del comandante Revis! - rispose Libertus, alzando gli occhi al cielo sotto la visiera dell'elmo.
-    Cosa!? – esclamò il cadetto, voltandosi a fissare Selenis che lo guardò con un sorriso di scuse.

Il ragazzo stava per riaprire bocca, quando una voce alle loro spalle si levò sopra l’agitazione dei soldati.

-    Selenis! –

L’interpellata buttò un’occhiata oltre la figura di Nyx, vedendo suo padre farsi loro incontro a passo sostenuto.

-    Oggi mi uccide… - mormorò la ragazzina.

Non appena il comandante si fu avvicinato, sia Nyx che Libertus scattarono sull’attenti. Revis li guardò a malapena, concentrato com’era a fulminare la figlia con lo sguardo.

-    Sei totalmente impazzita!? – l'aggredì piantandolesi davanti.

Selenis non rispose, né retrocedette, limitandosi a nascondere dietro la schiena il suo bottino.

-    Ti vieto di fare una singola cosa e tu cosa fai? T’imbarchi clandestinamente su di un camion per passare la frontiera e in aggiunta rubi un Chocobo!! – proseguì l’uomo furente.

La ragazzina continuò a restare zitta. Si sentiva in colpa e si sentiva in colpa anche per Nyx, che la guardava con le sopracciglia contratte.

-    Ho già mille preoccupazioni su come tenere al sicuro questa città, ma speravo che mia figlia mi evitasse tutto questo! – continuò Revis abbassando appena il tono.
-    Signore, se posso…-

L’uomo si voltò a fissare Nyx, realizzando solo in quel momento l’esistenza dei due cadetti.

-    Ulrich, sei stato tu a trovare mia figlia? – gli domandò.

Revis conosceva bene quel soldato, era un ragazzo volenteroso e ligio al dovere, anche se ogni tanto si rivelava una testa calda.

-    Non sapevo che lo fosse, ma sì, sono stato io – rispose il giovane – però sono convinto che ci sia una ragione se sua figlia ha fatto quello che ha fatto – disse – anche se è stata un’azione totalmente sconsiderata – si affrettò ad aggiungere vedendo lo sguardo tagliente con cui il comandante lo aveva guardato.
-    E sarebbe? – chiese Revis, voltandosi verso la figlia che proseguiva nel suo mutismo.

Selenis guardò Nyx alzare le sopracciglia come a dirle: “Su! Non farmi fare la figura del fesso!”
Quindi con una certa riluttanza, la ragazzina portò avanti le mani che stringevano un mazzo di piccoli fiori gialli a grappolo aggrappati ad uno stelo sottile. Non appena lo sguardo di Revis vi si posò sopra, capì tutto. Con stanchezza si portò una mano al viso, pinzandosi la radice del naso tra il pollice e l’indice.

-    È domani vero? – chiese.
-    Sì – si limitò a rispondere Selenis abbassando lo sguardo.

Erano ormai cinque anni che Magnolia se n’era andata, e proprio domani ricorreva la data della sua scomparsa.
Revis sospirò, chinandosi a guardare la figlia negli occhi umidi e mettendole le mani sulle spalle.

-    Selis, io capisco il tuo gesto, dico davvero – le disse con tono pacato – ma hai fatto preoccupare tutti: me, tuo zio e perfino Noctis. Era disperato perché non ti trovavamo – le spiegò – la mamma manca anche a me e sono certo che sarebbe impazzita dall’ansia come noi. Per cui, ti prego di non uscire mai più da Insomnia, a meno che tu non venga accompagnata – la redarguì.

Selis annuì, stringendo un po’ di più il mazzo che teneva tra le mani.

-    Sai? Penso di conoscere una magia che li manterrà belli per un bel po’ di tempo. Se vuoi te la insegno – le propose l'uomo con un sorriso.
-    Mi piacerebbe papà – replicò la ragazzina asciugandosi gli occhi con il dorso della mano.
-    Bene – assentì lui alzandosi – ti ringrazio per averla riportata a casa sana e salva – disse poi rivolto a Nyx.
-    Dovere signore – rispose il ragazzo.
-    Forza, torniamo a palazzo – disse Revis incamminandosi.

La ragazzina lo seguì, fermandosi solo un breve istante a salutare il cadetto.

-    Mi dispiace di averti coinvolto – esordì – non volevo farlo, ti ringrazio davvero – aggiunse.
-    È stato un pomeriggio movimentato, ma piacevole – rispose Nyx divertito – mi raccomando di non farlo più – la ammonì.
-    Certo – asserì Selenis – pensi che potremo rivederci? Vorrei che m’insegnassi a proiettarmi prima o poi – disse.
-    Sarò in giro per un po’, quindi l’occasione magari la troveremo – affermò Nyx con una strizzatina d’occhio.

Selenis si mise a ridere e dopo aver salutato i due cadetti, corse dietro al padre.
Quella non fu certamente l’ultima volta che le strade di Nyx Ulrich e di Selenis Lucis Caelum s’incrociarono.


Campeggio dell'autrice:

Salve a tutti e ben tornati ^^

Questo flashback, citato da Regis nel prologo, voleva dare una prima spolverata del carattere di Selenis, perchè seppur con qualche cambiamento che verrà portato dalla sua crescita nel corso della storia, alcune cose resteranno le stesse (testardaggine inclusa). Il rapporto con suo padre è difficile, ma non allo stesso modo di Noctis e sarà possibile vederlo più avanti. Non so se la scelta di introdurre per primo Nyx vi sia piaciuta, ma per me lui è stato l'anticipo di quella che sarebbe stata tutta la saga e ci sono particolarmente legata. Come personaggio mi è piaciuto fin da subito e niente, volevo inserirlo xD
Faccio solo una precisazione, ogni tanto mi prenderò qualche licenza poetica, come quella di aver alzato l'età di Ignis, ma mi serve per portare avanti la trama quindi perdonatemi.
Magari qualcuno di voi ha notato il piccolo cameo, tratto da un altro episodio della saga, che ho inserito... Non escludo di farne altri in futuro ;)
Non mi resta che rinnovarvi il prossimo appuntamento per venerdì prossimo!

Grazie di cuore a tutti i lettori.
Un abbraccio,
Marta


  
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