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Autore: Spensieratezza    09/04/2017    1 recensioni
Questa storia è per chi crede nel karma, nelle vite passate e nelle anime gemelle. Non ha una trama, non succede niente di sconvolgente, è semplicemente una storia d'amore. Questa storia è per gli outsiders, per quelle persone che si sono sempre sentite fuori dal mondo, estraniate dal mondo e incapaci di entrare in sintonia con gli altri, ma che in cuor loro non smettono di sperare di incontrare l'anima gemella, la sola che le amerà per come davvero sono, l'unica persona che non chiederà loro di cambiare
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Pov Sabrina



Mi sentivo a disagio e in colpa mentre raccontavo a Zaffiro cosa era successo quella mattina.

Ero andata al lavoro – facevo la barista – come ogni mattina , a partire da mezzogiorno, e la televisione era sintonizzata su Forum.

La causa parlava di un padre di famiglia che aveva lasciato codesta famiglia per diventare DONNA. Aveva ancora il viso di un uomo, ma stava facendo a piccoli passi l’operazione per diventare donna. Aveva già il seno, anche se non lo notai. Forse per via della maglia larga. Se non l’avessero detto, non lo avrei capito.

Capii poco della causa, ma il padre stava cercando di convincere il figlio ad amarlo ugualmente, perché lui era sempre papà.

Io ero d’accordo. La gente dovrebbe essere libera di fare quello che vuole. Si può non essere d’accordo, soprattutto se sei figlio, ma mai imporre qualcosa a qualcuno. Se quell’uomo non stava bene con sé stesso, perché avrebbe dovuto sacrificarsi per il figlio o la moglie?

Ad un certo punto, l’uomo si mise il rossetto per dare una dimostrazione al figlio, che lui era ancora suo padre, anche con il rossetto.

Il figlio continuava a gridare di toglierselo, perché faceva schifo, non lo voleva vedere o parlare con lui così.
 
Io mi sentii in imbarazzo fortemente e in colpa. Se la pensavo così, perché mi ero sentita in imbarazzo? Ero forse un’ipocrita?
 


Quando tornai a casa, ne parlai con Zaffiro, che, come al solito, trovò le parole per farmi sentire meglio.

Eravamo seduti sul divano, mentre mi diceva:
 
“In verità, se tu la pensi così, continuavi a pensarla così anche in quel momento. L’imbarazzo che hai sentito non era di schifo, ma di empatia. Non ti vergognavi di quell’uomo, ma temevi l’umiliazione da parte degli altri. Ti dispiaceva assistere a tanti giudizi su quell’uomo, ti dispiaceva per lui.”

Lo abbracciai. Il mio Zaffiro riusciva sempre a capirmi.

“Vorrei che tutte le persone che provano questo, potessero sentire queste parole.” Dissi.

“Quando finalmente la smetteremmo di crocifiggere o aver paura di chi è diverso, non avremmo più bisogno di sentire parole come queste.” Disse Zaffiro dolcemente, accarezzandomi i capelli.

















Note dell'autrice: 

Spero vi piaccia il capitolo e spero che abbiate capito che non è un capitolo CONTRO le persone diverse, ma tutto il contrario! Non facciamo gli ipocriti..a quanti è capitato di proteggere le idee delle persone "diverse"  e lo metto tra virgolette perchè per me tutti siamo diversi a ogni modo e tutti siamo uguali, e poi provare imbarazzo in certi ambiti

io sono convinta che spesso non siamo noi a vergognarci, ma è più il timore di come verranno visti da altre persone, quindi una preoccupazione empatica..subiamo il giudizio come se fossimo noi.

Ora devo andare, non so come sia venuto il capitolo perchè l'ho scritto mentre sto stronzo del vicino stava falciando l'erba. Non vi scrivo neanche il nervoso che mi è venuto ^^

 
   
 
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