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Autore: Malanova    12/04/2017    2 recensioni
Bulma era una vivace bambina di cinque anni che viveva in una bella casetta a forma di igloo in mezzo alla grande Città dell’Ovest insieme ai suoi amorevoli ma svampiti genitori ma divenne protagonista della celebre storia di Frank Baum, insieme a altri pittoreschi personaggi nati dalla fantastica mente di Toriyama ... Spero che l'introduzione vi sia piaciuta e ... Buona lettura!
Genere: Demenziale, Parodia | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Bulma, Jaco, Tights
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Queste oscure favolette'
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Dalla nebbia apparve un piccolo gatto antropomorfo, con la pelle violacea e due orecchie così grandi da sembrare due paraboliche che padiglioni. Aveva un fisico mingherlino, accentuato dai pantaloni di lino piuttosto gonfi e dal collare pieno di ornamenti colorati tipici della coltura dell’antico Egitto, che sembrava tremare leggermente come colto dal freddo. Aveva gli occhi un po’ socchiusi e, ogni tanto, lanciava un rumoroso sbadiglio. Il gruppo rimase a guardarlo interdetto. “E no … adesso basta” sibilò Jaco, scocciato. Si voltò di lato e urlò “Per quanto vuoi prenderci in giro?!? Sono stufo di interloquire con un branco di mocciosi!” “Jaco, con chi stai parlando?” domandò Tights. L’altro indicò un punto “Con la narratrice!”. Si mise la mano sui fianchi “Lo so che ci stai ascoltando, è inutile che fai finta di niente! So benissimo che stai là dietro, continuando a starnutire … guarda che ti sento benissimo!”. Il micio lanciò uno sguardo perplesso al suo servitore “Whis … Questo posto è diventato un manicomio mentre stavo dormendo?” “No, Lord Beerus, è solo uno dei nostri ospiti …”. Con un gesto elegante della mano indicò il restante del gruppo.

Egli mosse la lunga e sottile coda, guardandoli con malcelato scetticismo “Capisco … Sappiate che non era mia intenzione distruggerla ma tutto era così lucido e colorato …” “Eh?” “Non sono venuti per rimproverarle per la distruzione della Città di Porcellana …” intervenne l’albino affabile. Il piccolo stregone sbuffò “Allora perché sono qui?”. Bulma fece un passo in avanti, deglutendo, e disse “Sono venuta qui, accompagnata dai miei amici, per chiederti un favore …”. Il micio le diede un’occhiata penetrante e sospettosa ma la piccola turchina non si perse d’animo “Per favore, riportami a casa!”.

Calò un silenzio pesante, rotto solo dai loro respiri. Vegeta, che si era tenuto in disparte dall’arrivo di Beerus, osservava la scena impaziente insieme ai altri due piccoli Sayan. Il piccolo Stregone del Sud spalancò gli occhi, stizzito “Mi hai scambiato per un Oriente Express?!? Perché mai dovrei sprecare le mie energie per una sciocchezza del genere?”. La bambina sussultò. Che cosa significava? Le lacrime iniziarono a pizzicarle gli occhi ma le ricacciò caparbiamente indietro e disse “Il Maestro Muten era di tutt’altro parere … Mi aveva detto che mi avresti aiutato …” “Ha fatto i conti senza l’oste …” ribatté l’altro, incrociando le braccia. Le diede le spalle e disse “Hai fatto un mucchio di strada a vuoto …”. Omori fece un passo in avanti e borbottò “Ma sei veramente uno stregone? A vederti non sembri così forte come aveva detto Muten …”.

I tre piccoli Sayan lo guardarono sbigottiti mentre Beerus lo guardò malissimo. Si avvicinò allo scienziato e gli prese l’indice tra le dita. Senza smettere di fissarlo sollevò il mignolo e mormorò “SKATUSH”. La stanza si inondò di una luce accecante per qualche secondo e quando si fu dissipata e ebbero riacquistato la vista … Omori si portò le mani davanti, arrossendo furiosamente. Il costume da leone si era disintegrato e l’uomo era rimasto solo con indosso un paio di mutandoni con dei motivetti smile sparsi attorno. Il piccolo Beerus si scostò un po’ di polvere rossastra dalla spalla e borbottò, facendo un sorrisetto “Hai altri dubbi?”. Tights esclamò “Allora sei hai le capacità perché non l’aiuti? In fondo è solo un’umile richiesta …”. Il piccolo stregone voltò il musetto da una parte “Non ho tempo da perdere con voi idioti … Tornatevene da dove siete venuti!”. Bulma sentì di nuovo le lacrime pizzicarle gli occhi e strinse le manine a pugno. Allora Jaco si avvicinò e sibilò irritato “Senti, a Felix … Non hai idea di che cosa abbia fatto questa marmocchia pur di riuscire a chiederti questo favore …”. La turchina si voltò verso il Tillimentempibosh, sorpresa, imitata dai altri. Il poliziotto di latta ispirò profondamente “Questa piccola peste mi ha trascinato in lungo e in largo per le lande di Oz! Ho subito maltrattamenti di vario tipo tra cui una dolorosissima strizzata di naso fino a farmi prendere a pugni dal Re dei Sayan …”. Si indicò la guancia “Guarda! Ho ancora lo stemma marchiato sulla pelle!”. Riprese fiato e ringhiò “Questa bambina sarà solo un flagello per la terra di Oz se continuerà a stare qui!”. Beerus mosse un poco le orecchie e lo guardò di sottecchi. Bulma, invece, era fuori di sé dalla rabbia. “Per cui …” borbottò il micio “Questa ragazzina ha fatto solo danni?” “No!” urlò la Spaventapasseri “Grazie a lei sono uscita dalla terra dei Tech-Tech ed ho vissuto una fantastica avventura …” “Io sono riuscito a liberarmi di quei terribili Burpman …” diede manforte Omori “Ehi, a quelli ci ho pensato io!” si lamentò Jaco ma la bionda ribatté “Ma se io e Bulma non ti avessimo portato con noi; a quest’ora era ancora a fare la bella statuina in quel bosco …”. Il micio purpureo sbuffò. Tutte quelle chiacchiere l’avevano stancato eppure si sentì pungolare nella coscienza sotto a quegli sguardi pieni di aspettativa. Si mise a mugugnare e voltò la testa dall’altra parte.

Ormai la piccola turchina era affranta. Beerus non l’avrebbe mai aiutata a ritornare a casa. Una lacrima iniziò a scivolarle lungo il viso, seguite da molte altre, facendola piangere a dirotto. Nella disperazione strinse tra le mani la sua borsa e le sfere al suo interno si riunirono in un unico punto. Una luce dorata fuoriuscì dall’apertura. Whis rimase impressionato dal fenomeno “Lady Bulma, che cosa avete nella vostra borsa?”. La bimba tirò su con il naso e gli mostrò uno dei sette monili. Gli occhi dell’albino si spalancarono dallo stupore “Ma quella è una Sfera del Drago!” “Cosa?!?” esclamò il piccolo stregone, voltandosi di scatto. Prese il globo tra le mani e disse “E’ proprio una sfera …”. Guardò di sottecchi il suo servitore “Pensavo di averti ordinato di distruggere queste cose prima che facessero dei danni …” “Perdonatemi Lord Beerus ma il Pesce Profeta aveva detto che un giorno sarebbero servite per una persona davvero speciale …” “E poi rimproveravi me per dar ascolto a quella anguilla volante …”. Fissò Bulma e domandò “Quante sfere hai con te?” “S- Sei …” balbettò l’altra “M- Ma a c- cosa …” “Whis! Dalle anche la nostra!” gridò il micio al servitore. Poi ritornò a rivolgersi alla bambina ringhiando “Mi hai fatto perdere un sacco di tempo! Hai sempre avuto il potere di tornartene a casa!” “Eh?!?”. Beerus sbuffò. Ma quest’umana non capiva proprio niente!

Si rivolse a Vegeta e borbottò “Tu … stoccafisso! Spiega alla tua amichetta che cosa significa …”. Il principino si irrigidì tutto e disse “Sissignore!”. Si avvicinò alla turchina e borbottò in poche parole “Quando tutte e sette le sfere sono riunite; potrai invocare un drago magico e quello esaudirà tre desideri …” “Tre desideri?” ripeté Jaco. Si sfregò le mani e si rivolse, con voce flautata, a Bulma “BB tesoruccio … Non è che ti avanza un piccolo desiderio per il tuo poliziotto preferito?” “Che leccapiedi …” borbottarono tutti gli altri. Whis tornò poco dopo con in mano una sfera a sette stelle e la consegnò alla bambina. Essa la depositò a terra insieme alle altre, che si misero a lampeggiare, tese le mani davanti a sé e domandò “E ora che faccio?”. Beerus sbuffò e disse “Appari Drago Shenron, io te lo comando! Ed esprimi i nostri desideri altrimenti per te sono cavoli amari!”. La luce si fece accecante. Bulma si rivolse a Vegeta “Ma è così la formula magica?” “No ma non farglielo notare …” borbottò l’altro a denti stretti.

Un gigantesco drago cinese apparve davanti ai presenti, magnifico, fluttuando nel cielo divenuto scuro. Con voce cavernosa disse “Avanti, ditemi il vostro desiderio … Scegliete con cautela … ne avete solo uno a disposizione …” “Come uno?!?” esclamò il Tillimentempibosh “Ma non ne esaudivi tre?” “Siamo a corto di tempo e poi non c’ho voglia …” borbottò l’essere, seccato “E vedete di non farmi aspettare troppo …”. Vegeta prese la mano della bambina e mormorò, diventando rosso “Potresti stare con me ...”. Bulma gli rivolse il più dolce dei sorrisi e gli diede un piccolo bacio sulla guancia “Quando saremo grandi ci sposeremo … Ok?”. Il poliziotto di latta sospirò, si mise affianco alla bionda e domandò, cingendo con un braccio la vita “Potremo sposarci noi due …” “Cosa?!?” esclamò l’altra. Jaco fece un po’ il broncio “Allora ci fidanziamo” “Scherzi, vero?” “Diventiamo migliori amici?”. La Spaventapasseri incrociò le braccia e sbottò “Se ti voglio vedere domani è già tanto …” “Allora? Siamo finiti a TAKE ME OUT? Mi volete dire il vostro desiderio si o no?” disse Shenron esasperato. La piccola turchina sospirò, finì di salutare i suoi amici, abbracciò con calore Tights e finalmente gridò “Dragone … Riportami a casa!”. Ci fu un attimo di silenzio e poi … “Non hai sentito parlare degli autobus?” “SHENRON!” “Ok … non vi scaldate …”. Il drago si schiarì la voce e ringhiò “Desiderio esaudito …”.

Bulma venne avvolta da una luce accecante e scomparve insieme al drago. Il piccolo principe dei Sayan la seguì con lo sguardo, poi sbuffò “Chissà perché dobbiamo aspettare di diventare grandi per mangiare insieme …”. La bambina volò e volò fino a che … non si svegliò di soprassalto. Era stesa sul pavimento della sua camera, circondata da migliaia di disegni e pastelli. Si stropicciò gli occhi e si tirò su a sedere. “Bulma? Tesoro?” la chiamò la madre con voce dolce “Ha chiamato Tights da un’isola segreta … vuole che andiamo a vedere un’astronave aliena e il suo nuovo amico … credo che si chiami Zaco ed è una specie di poliziotto galattico …”.

FINE

  
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