Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: Signorina Granger    21/04/2017    6 recensioni
INTERATTIVA || Conclusa
Agli occhi di molti la Cimmeria Academy è solo l'ennesima scuola privata, con le sue divise perfette e i suoi brillanti e ricchi studenti. La scuola ospita i figli delle più influenti e importanti famiglie di tutto il mondo, i ragazzi più promettenti e destinati a ricoprire ruoli di spicco nella società, come i loro genitori.
Ma mai giudicare un libro dalla copertina: la Cimmeria è molto di più e nasconde dei segreti, come alcuni suoi studenti già sanno... e presto anche altri se ne renderanno conto.
Genere: Romantico, Suspence, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Maghi fanfiction interattive, Nuovo personaggio
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Night School '
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Capitolo 31: Ricordi e passati scomodi 

 
Martedì 22 Marzo 


Che cosa state facendo lì infondo?” 


Una ventina di teste si voltarono in perfetta sincronia verso l'ultimo banco infondo all'aula, mentre la voce dell’insegnante di Storia della Magia risuonava chiaramente nella stanza, che divenne improvvisamente silenziosa mentre tutti erano impegnati ad osservare i due “colpevoli”, che però sfoggiarono le loro migliori facce innocenti e disinteressate, mentre il ragazzo osservava l'insegnante di rimando con un sopracciglio inarcato ad arte, le gambe accavallate e le mani intrecciate e appoggiate sul banco, la sua compagna di banco con la stessa espressione vaga mentre si guardava le unghie con noncuranza.

“Sta parlando con noi, signore?” 
“Certo Verrater… si può che cosa state combinando?” 

“Assolutamente niente… vede?”   Il sopracciglio di Jude si sollevò ulteriormente mentre sollevava persino le mani, mostrandole come a voler dimostrare la sua innocenza mentre un piccolo sorriso faceva capolino sul suo volto. 
Isabelle alzò lo sguardo sull’insegnante, lanciandogli un’occhiata incerta, come se non capisse di cosa stesse parlando… e al diretto interessato non restò che sospirare e roteare gli occhi, intuendo di dover lasciar perdere:

“Sorvoliamo… ma forse la prossima volta dovreste mettervi davanti.” 
“Ovviamente, signore.” 

Jude sorrise mentre rimetteva le mani al loro posto, con Isabelle che annuì con un lieve cenno del capo e qualche risatina echeggiava nell'aula… o meglio, Faye si stava trattenendo dal scoppiare a ridere visto che aveva assistito al teatrino dei due dall'inizio della lezione. 

Con un borbottio vagamente seccato Jordan tornò al suo discorso, mentre invece Jude tirava un impercettibile sospiro di sollievo prima di voltarsi verso Isabelle:

“Appena in tempo, direi… ottimi riflessi Van Acker.” 
“Che credi, tutti gli anni di scherma saranno serviti a qualcosa… tieni, queste sono le tue.” 

Con un sussurro Isabelle passò al ragazzo le carte con cui stavano giocando clandestinamente fino a cinque minuti prima, guadagnandosi un’occhiata sospettosa dall’ex Serpeverde:

“Lei hai guardate?” 
“Ma come ti viene in mente una simile idea, non farei mai una cosa simile…” 

Isabelle sfoggiò il suo sorriso più dolce e innocente, facendo sbuffare il ragazzo che prese tutto il mazzo da poker e lo rimescolò, come a dire che non si fidava proprio per niente:

“Sai Belle, con quel faccino, quel sorrisetto e quella lingua biforcuta saresti stata una piccola serpe perfetta.” 
“Beh, visto che tu ami la tua Casa lo prenderò come un complimento… dai, con questa mano ci giochiamo cinque Galeoni.” 


                                                                                    *


“Fanno bene a giocare a Poker… la prossima volta potremmo inventare qualcosa da fare anche noi…” 
“Ti prego, non vuoi più giocare all’impiccato solo perché io vinco sempre.” 

Camila sorrise, continuando a guardarsi nello specchietto mentre si cambiava distrattamente colore ad alcune ciocche. Mathieu le rivolse un’occhiata torva, restando però a debita distanza dall’amica e dalla sua bacchetta: ricordava perfettamente di quando gli aveva cambiato colore ai capelli… e no, l'azzurro proprio non gli donava. 


“Dov’è Steb?” 
“Non saprei… credo che abbia detto di non sentirsi molto bene stamattina. Ma stasera c'è l'incontro, spero che si riprenda. Magari potrei fargli de biscotti e portaglierli!” 

Camila sfoggiò un sorriso allegro, annuendo come se fosse un’ottima idea: le era sempre piaciuto rendersi utile, aiutare le persone, stare vicino a chi si trovava in difficoltà… si, era una buona idea. 

“Me ne tieni qualcuno da parte?” 
“Ma certo, sei il mio assaggiatore ufficiale ormai!” 

Camila sorrise, guardandolo con affetto prima di appoggiare la testa sulla sua spalla. Rimasero in silenzio per qualche istante, finchè lei non parlò a mezza voce e il tono improvvisamente serio:

“Pensi che stia male fisicamente o emotivamente?” 
“Non lo so… ma spero per la prima, la seconda è decisamente peggio.” 

“A questo proposito… sai, sono felice che tu abbia smesso di pensarci tanto. Mi fa piacere vederti stare meglio!” 
“Piccola Camila dai capelli colorati non ti illudere… quando saprò chi ha ucciso Etienne smetterò di essere carino, gentile e sorridente.” 

“Non dire così… il rancore non porta mai a niente di buono.”  

Camila lo guardò con aria sinceramente dispiaciuta e Mathieu non riuscì a non sorridere, arruffandole i capelli con la mano:

“Come sei dolce… ma non provare a farmi desistere Cami. E sono certo che Steb la pensa allo stesso modo.” 


                                                                                     *


“Ma… stanno DAVVERO giocando a quella roba lì, Proker?” 
“Ma non era Porker?” 

“No, ti dico che è Proker!”   Phoebe scosse il capo con veemenza e a Faye non restò che roteare gli occhi e annuire, lasciando che l'amica avesse ragione come suo solito: 

“Ok, se lo dici tu… comunque si, credo che stiano davvero giocando a quello.” 
“Se non altro ha smesso di arrovellarsi sugli scacchi giorno e notte… sai, credo che a volte giochi anche solo per sentirsi più vicina ad Al che per altro.” 

Phoebe si sporse leggermente per guardare Isabelle, sorridendo con sincera felicità nel vederla ridacchiare con Jude. 

“Non c'è che dire, sono una coppia perfetta… Ma come abbiamo fatto a non accorgercene prima?” 
“Non lo so… più che altro, come hanno fatto a non accorgersene LORO, hanno due caratteri così pessimi e complicati che si sono trovati alla perfezione. Anche se tremo all'idea di un litigio: Verrater Vs Van Acker, pessima idea.” 

“Darebbero vita ad una guerra nucleare probabilmente… trappole disseminate per tutta la scuola. Ma guarda Isabelle, è felice come un bambino a Natale e lui non è da meno, lasciamoli sguazzare nella felicità. Da queste parti ce n’è un grande bisogno, credo.” 


                                                                                         *



“Come stai?” 
“Male.” 

“Mi dispiace sentirtelo dire…”   Si voltò, incontrando un paio di occhi chiari che lo guardavano con sincero rammarico. Sospirò e allungò una mano per prendere la sua e avvicinarla a sé, guardandola con espressione tetra:

“Sai, a volte ti odio per esserti fatta ammazzare. Ti avevo detto che avevo bisogno di te, al Ballo, ricordi?” 
“Lo so… non doveva andare così. Ma ormai è successo, tanto vale accettarlo.” 

“Non succederà tanto in fretta… mi manchi moltissimo, ogni giorno stare qui senza di te è un’agonia. Solo ora capisco cosa hai provato quando è morta Alexa.” 

Francisca annuì, sorridendogli con gentilezza prima di allungare una mano e sistemargli i capelli castani:

“Starai meglio, vedrai.” 
“Lo so. Quando troverò chi ti ha uccisa, starò sicuramente meglio.” 

“Stai lontano dai guai Steb… per favore. Fidati di Jude e di Isabelle.” 


Francisca, che era in piedi davanti a lui, si chinò leggermente per lasciargli un lieve bacio su una guancia appena prima che Adrianus si svegliasse, aprendo gli occhi di malavoglia: stava molto meglio in quel sogno, insieme a lei. 

Sbuffò e seppellì la faccia nel cuscino, cercando di ignorare quello stupido mai di testa. 
Fidarsi di loro… sì, si fidava di loro, non c'era dubbio su questo. Ma voleva comunque contribuire, essere partecipe, non restare nell'ombra… voleva arrivare a capo di quella storia in fretta. 

Aveva capito che Isabelle era coinvolta, che qualcuno la teneva sotto torchio, che doveva fare qualcosa… e i loro compagni erano morti un po’ come incentivo, per convincerla a fare ciò che le chiedevano. Jude non aveva voluto dirgli nulla di preciso, ma continuava a chiedersi che cosa si nascondesse in quella scuola… che fosse piena di sotterfugi, certo l'aveva sempre pensato. 

Ma fino a quel punto… no, non così tanto.
Purtroppo lui era alla Cimmeria da un paio d'anni… mai come in quel momento rimpiangeva la presenza di Jackson o Alastair: loro avevano sempre frequentato quella scuola e le loro famiglie vi erano invischiate fino al midollo. Forse loro avrebbero saputo dove sbattere la testa… ma lui no. 

Strinse il cuscino con forza, tanto che le mani gli si arrossarono di colpo mentre si tratteneva dall’uscire da quella stanza, mandare tutti Al diavolo e costringere Isabelle a parlare con lui.

Ma non era mai stato impulsivo… no, doveva ragionare.
Perché Frankie aveva ragione, non doveva mettersi nei guai… no, prima doveva trovare aveva ucciso i suoi amici e la sua ragazza. 


                                                                                      *


Isabelle si portò la tazza alle labbra, ignorando deliberatamente la smorfia disgustata che faceva capolino sul volto di Jude. 

“Smettila di fare quella faccia.” 
“Ci hai messi un sacco di cannella… odio la cannella!” 
“A me piace moltissimo invece! Vuoi provare?” 

Isabelle rise, porgendogli la tazza di tè all'arancia e cannella e facendogli scuotere il capo con veemenza mentre la teneva sulle sue ginocchia in un angolo della Sala Comune. 

“Peggio per te!” 
“Peggio per me un cavolo Isabelle… dai, smettila di bere quella roba e ascoltami!” 

Isabelle sbuffò ma obbedì, appoggiando la tazza sul tavolino prima di rivolgersi completamente a lui, che sorrise prima di avvicinarsi per baciarla. Un moto di delusione però colpì il ragazzo quando aveva appena sfiorato le labbra di Isabelle con le proprie: le mani della ragazza andarono dritte sul suo petto per allontanarlo leggermente, lasciandolo a bocca asciutta e vagamente deluso:

“Che cosa c'è?” 
“Scusa ma… non qui.” 

La voragine di delusione quasi lo inghiottì completamente mentre l'idea che lei non volesse far sapere che stavano insieme, che non volesse farsi vedere con lui, si faceva strada nella sua mente. 

“Non sapevo che dovesse essere un segreto.” 

La sua voce era così piatta e seccata, il suo sguardo così deluso e torvo da far affettare Isabelle a scuotere il capo, prendendogli il viso tra le mani prima di parlare di nuovo:

“No! Jude… non deve essere un segreto. Solo… non qui.” 
“Perché? Qual è il problema?” 

La vide voltarsi, anche solo per un attimo, verso qualcosa dall'altra parte della stanza… e seguendo il suo sguardo Jude si ritrovò a guardare in direzione di Sebastian Ryle, che lanciò un’occhiata cupa in direzione della coppia prima di tornare a parlare con altri compagni di classe. 

“RYLE? Perché ti preoccupi di Ryle?” 
“Beh, perché… non voglio che stia male, insomma… mi dispiacerebbe.” 

“Penso da un bel po’ che tu gli piaccia, in effetti. Te lo ha detto?” 
“Sì. Al suo… compleanno.” 
“E tu che cosa gli hai risposto?” 

Jude si mosse con lieve nervosismo, avendo quasi paura di ascoltare quel discorso… si era già interrogato a riguardo, in effetti: ma la vide sorridergli, guardandolo con un cipiglio intenerito con cui probabilmente nessuno l'aveva mai guardato. 

“Beh… che anche se a volte non lo dimostra pienamente è una persona fantastica e piena di risorse, deve ancora imparare a conoscersi del tutto. Che mi lusinga, davvero, ma che disgraziatamente ha scelto l'unica in questa scuola che non gli morirebbe dietro… perché indovina un po’? Sono così strana che sono andata ad infatuarmi di un vero e proprio rompipalle.” 

Isabelle sorrise e dopo un attimo di esitazione Jude annuì, sospirando e appoggiando la testa sulla sua spalla, chiudendo gli occhi e rilassandosi:

“Un paio di volte mi sono domandato se fosse reale… mi sono chiesto com’è possibile che tu abbia scelto me e non lui.” 
“Devi imparare a stimarti di più, Jude… non hai proprio niente meno degli altri, anzi.” 
“Grazie Isabelle. … ora me lo dai un bacio, visto che sono così speciale?” 

“No, dopo. Ora parliamo di cose serie!” 
“Ma questo è un discorso serio! Ci tengo a mettere in chiaro come stanno le cose.” 
“Ovvero?” 
“Ovvero, mio padre dice nella mia famiglia si ama una volta sola, e in effetti credo che prima di te non mi sia mai interessata nessuna… e visto che, chissà per quale motivo, hai scelto di ricambiarmi, se pensi che ti permetterò di scappare tanto velocemente ti sbagli di grosso.” 

“Idiota, non scappo proprio da nessuna parte!” 

Jude sorrise, annuendo e pensando a quello che ancora non le aveva detto. Le aveva detto di sua madre, le aveva parlato anche di sua nonna… ma quello di cui si occupava da anni la sua famiglia no, ancora non glie l'aveva detto. E anche se lei gli aveva ampiamente dimostrato di tenere a lui, aveva quasi paura della sua reazione. 


“Lo spero vivamente. Ma ora, come hai detto tu, parliamo di cose serie. Qualche idea su dive trovare il libro?” 
“Ci ho pensato… bisogna seguire qualche indicazione data dalla “firma” di Callaghan, il numero tre. E riflettendoci devo dire che la scuola ne è piena: il rosone, le aule hanno quasi tutte tre finestre… anche la Sala da Pranzo ha tre finestre enormi, così come la Sala da Ballo e le celle sotterranee.”

“Un libro del genere non si nasconde nel primo luogo che capita… potrebbe davvero essere nei sotterranei.” 
“Si, potrebbe. Non lo so Jude… a volte penso che non ce la farò mai.” 

“Lo troverai, vedrai. Abbi fede Isabelle… Io trovo sempre quello che voglio, con il mio aiuto ce la farai sicuramente!” 
“Ma come siamo egocentrici!” 

Isabelle sorrise e Jude ricambiò, annuendo prima di avvicinarlesi e darle un bacio a tradimento, facendola sbuffare a mezza voce:

“Jude!” 
“Che c'è? Insomma, dovremmo pur far capire che stiamo insieme, no?” 
“Oh si, appendiamo uno striscione già che ci siamo!” 

“È un’idea…” 

Isabelle lo colpì sulla spalla, intimandogli con lo sguardo di non provare nemmeno a tenere in considerazione quella proposta mentre lui faceva spallucce.

“Scordatelo. Dimmi Jude… ma non sarai un po’ geloso?” 
“Io? Nemmeno per idea.” 


Isabelle sbuffò leggermente prima di sporgersi e prendere nuovamente la tazza in mano, bevendo un sorso di thè mentre Jude invece sfoggiava un’espressione disgustata, cercando di tenersi alla larga dalla bevanda calda:

“Per carità, tienila alla larga da me!” 
“Come sei delicato… non capisco perché odi tanto la cannella, io l’adoro! L'ho anche sentita nella mia…” 

Isabelle non terminò la frase, bloccandosi di colpo e portandosi la tazza di porcellana alla labbra mentre Jude invece tendeva improvvisamente le orecchie, facendosi piuttosto attento:

“Si? Dove l'hai sentita?” 
“Nella mia… Amortentia, se non ricordo male.’ 
“Davvero? E che altro hai sentito?” 

“Credo di dover andare ad arrovellarmi su dove potrebbe essere il libro… stasera abbiamo l'incontro sull’Occlumanzia e dovrò essere concentrata, quindi devo pensarci adesso.” 

Isabelle sorrise e scivolò dalle gambe del ragazzo, facendolo sbuffare con leggera stizza mentre la seguiva con lo sguardo:

“Ti ostini ancora a scappare Isabelle? Io adoro le sfide, lo sai!” 

Lei si limitò a sorridergli prima di uscire dalla Sala Comune, lasciandolo solo e sbuffante. 
Si chiedeva però se lei avesse sentito qualcosa di riconducibile a lui e non volesse diglierlo, dichiarando così di provare davvero qualcosa di molto forte per lui, o se non avesse sentito nulla…

Ed ecco che i dubbi tornavano ad assalirlo. 
Jude Verrater sbuffò, chiedendosi perché quando si trattava di quella ragazza non era mai sicuro di nulla. 


                                                                               *


Sotterranei, 22:00


“Scusa… non ce la faccio.” 

Adrianus scosse il capo con veemenza, respirando a fatica mentre faceva istintivamente un passo indietro, allontanandosi da Mathieu.

“Te l'avevo detto, praticare Legilimanzia con il male di testa non è il massimo a prescindere… possiamo fare una pausa, se vuoi.” 

Adrianus annuì, maledicendosi mentalmente e restando in silenzio: non era una cima con le armi e probabilmente non lo sarebbe mai stato, ma era sempre stato piuttosto bravo con quel genere di cose, ciò che riguardava la logica o la mente. Aveva sempre trovato quella branca della magia particolarmente insidiosa quanto interessante, ma da un paio di settimane faticava parecchio a gestire i ricordi e le emozioni che scaturivano.

Ed era più forte di lui, proprio non riusciva a sopportare quella valanga di ricordi…. Tutti quei sorrisi, le risate e i baci erano insopportabili da rivivere.
Si chiese se Mathieu avesse le sue stesse difficoltà ma non espresse il suo dubbio ad alta voce, dicendosi che dalla morte di Etienne era passato molto più tempo e che probabilmente l'amico era riuscito a superarla molto meglio rispetto a lui. 

Non sembrava l'unico, comunque… nemmeno Sebastian sembrava passarsela molto bene, e anche se non l'aveva mai sopportato intuiva che anche lui dovesse sentire la mancanza dei suoi amici. 


L’ex Corvonero lanciò un’occhiata a Camila, chiedendosi se anche lei non avesse rivisto il cadavere di Francisca… ma stando a quello che aveva detto la ragazza quasi non l'aveva visto dato che Mathieu l'aveva presa e portata via da quella scena quasi di peso. 

Probabilmente era stato un bene… lui continuava a riviverlo. 



“Basta.” 

Isabelle aprì gli occhi, trovandosi di nuovo nei sotterranei della scuola. Lo sguardo le cadde immediatamente sul ragazzo che le stava davanti, affrettandosi ad avvicinarglisi per sorridergli debolmente:

“Non preoccuparti… va tutto bene. Non sono qui per giudicare nulla.” 
“Scusa. Non è che voglia tenerti lontana dal mio passato, ma è… difficile.” 

Jude scosse il capo, dandosi mentalmente dell'idiota per far così tanta fatica a rivivere tutti quei momenti della sua infanzia… i ricordi di Hogwarts non erano stati un problema, ma quelli di quando viveva con la sua famiglia, con sua nonna? 
Quelli crebbe preferito rimuoverli totalmente. Lui e Isabelle avevano deciso di entrare uno nella testa dell'altro per sicurezza, dato che Jude sapeva tutto quello che stava succedendo e lei conosceva un po’ della sua storia, era l'unica tra tutti i suoi compagni. 

Se da una parte si sentiva più a suo agio sapendo che si trattava di lei, dall'altra era ancora più in difficoltà. 

“Dai, facciamo una pausa. Piuttosto… ho visto qualcosa di molto interessante, sai?” 
“Ah si? E cosa?” 
“Non saprei… tu che mi ritrai ti dice nulla? Siamo veramente connessi, io e te!” 



Isabelle sorrise, prendendolo a braccetto per andare a bere un bicchiere d'acqua, conscia che dopo sarebbe arrivato il suo turno. Non era particolarmente nervosa, dopotutto Jude era già entrato nella sua testa una volta… non per niente l'aveva chiesto a lui. 

Ma comunque non era affatto una sensazione piacevole… e proprio come settimane prima non aveva nessuna voglia di rivivere determinati momenti. 

Aveva passato il pomeriggio a girovagare per l'ala più antica e meno soggetta a restauri del maniero, ma non aveva trovato granché… si sentiva piuttosto vicina ma allo stesso tempo molto lontana dalla soluzione. Aveva la sensazione che fosse davanti a lei, che avrebbe potuto allungare la mano e afferrarla in ogni momento… ma non aveva idea di quando o come sarebbe successo. 


                                                                                             *


“Che musi lunghi! Andiamo… guardare il lato positivo, è finita!” 

Faye sorrise, assestando una pacca sulla spalla del cugino e di Phoebe ma ottenendo solo due sbuffi sommessi:

“Io ho sonno.” 
“E io ho mai di testa.” 

“Finitela di fare i noiosi! So che è poco piacevole quando qualcuno ti entra nella testa… ma visto che a farlo sono stata io dovreste essere un po’ più sollevati, no? E poi non era certo la prima volta.” 

“No, certo, ma quest'anno è molto più dura… rivedere Alastair è tremendo.” 

Sebastian parlò con un tono così torvo che Phoebe non poté non annuire, anche se il ragazzo aveva in testa anche un'altra idea: quella sera aveva rivissuto il compleanno di Alastair, quando lui e Isabelle si erano trovati davanti alla sua lastra commemorativa… e aveva rivisto anche un preciso momento del suo ultimo compleanno, quando Isabelle gli aveva dato quel bacio dal chiaro significato: lasciarlo andare. 

Ripensò a quando aveva visto la ragazza insieme a Jude, ma si disse che era meglio così… era giusto così, ne avevano passate tante quell'anno e avevano tutti il diritto di essere felici. 
Di sicuro anche lui ci sarebbe riuscito. 

Nel frattempo, si limitava a rivivere ricordi amari della sua vita al di fuori della scuola, con quella famiglia con cui moriva dalla voglia di chiudere i rapporti… un fratello così diverso con cui era sempre stato messo a confronto e un padre troppo distante e rigido. 
A volte si chiedeva come potesse essere la sua famiglia, non si somigliavano per niente e nessuno di loro aveva mai avuto problemi ad ammetterlo.

Forse l'unica con cui aveva un punto d'incontro era proprio sua cugina… e spesso e volentieri aveva ringraziato la sorte per averli fatti nascere nello stesso anno, anche se di poche settimane visto che lui era nato a Gennaio e lei ad Halloween.

Già… Halloween. Da bambini lui la derideva per quella data chiamandola “megera”, lo ricordava molto bene. Ma ora avrebbe passato di sicuro anni a collegare quella data alla morte di Jackson… così come la stessa Faye. 

E San Valentino ad Alastair, visto che era il suo compleanno…
Già, avrebbe avuto degli anni a venire pieni di festività appaganti, non c'era alcun dubbio. 


                                                                                  *


Si era appena infilato sotto le coperte quando sentì bussare alla porta. 
Accigliato, si alzò e si avvicinò all’uscio per aprirla… senza trovare nessuno. 

Sbuffò e maledisse mentalmente l’idiota del primo o secondo anno che aveva voglia di fare scherzi… ma poi abbassò lo sguardo sul pavimento e si irrigidì, trovandosi davanti ad una busta.
L'ultima volta in cui aveva trovato una busta in camera sua non era finita molto bene, in effetti. 

Lentamente si chinò, raccogliendola prima di rientrare nella sua stanza. 
La busta era sigillata ma insieme c'era anche un biglietto… e conosceva molto bene la calligrafia. 

Un sorriso si fece largo sul suo volto mentre spezzava la ceralacca e apriva la busta, dopo aver letto il nome del mittente. 
Era curioso? Si, senza dubbio… nervoso? Anche. 

Ma soprattutto era molto grato ad Isabelle per quel gesto che aumentava a dismisura la fiducia che riponeva in lei e quella sensazione schifosamente melensa che provava quando c'era lei di mezzo. 

Nel biglietto Isabelle gli aveva scritto di aver ricevuto quella lettera dopo cena… aveva letto il nome del mittente e aveva intuito di cosa si trattasse. Aveva pensato di bruciarla in un primo momento ma poi aveva pensato a qualcosa che le aveva detto Morgan giorni prima… era sulle tracce di qualcosa, così aveva detto. 

E Isabelle aveva preferito fare così, lasciare semplicemente la lettera a lui per capire che cosa fosse riuscito a scoprire Shafiq… che cosa potesse rischiare di trapelare sulla sua famiglia, sulla sua vita. 

Jude prese la lettera e cominciò a leggere con il cuore quasi in gola, non sapendo se cominciare a pregare o meno: anche se Isabelle non aveva letto la lettera di sicuro prima o poi avrebbe comunque saputo dal padrino quello che Jude temeva avesse scoperto. 



   
 
Leggi le 6 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Signorina Granger