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Autore: Orihimechan    22/04/2017    2 recensioni
Ed è quando dubiti di te stesso, della tua vita, di tutte le tue convinzioni, della persona che ti sta accanto e persino delle tue scelte che dovresti fermarti un attimo a riflettere.
Riflettere su tutte quelle scelte che hai fatto fino ad ora, che ti hanno fatto amare il sole anziché la pioggia, che ti hanno fatto apprezzare Battisti anziché Venditti, che ti hanno fatto dire si quando invece avresti voluto dire no.
Che ti hanno fatto accontentare anziché renderti felice, ma felice davvero.
E quando ti ritrovi a pensare a lui, di nuovo, e ti accorgi che in realtà lui dai tuoi pensieri non c’è mai uscito, bhè in questo caso, forse, dovresti iniziare anche a pensare che probabilmente tutte le tue scelte sono state delle gran scelte di merda.
Nicole Castellani è di fronte un bivio: il ragazzo di sempre oppure l'amico che sembra conoscerla più di quanto lei è disposta a mostrare al mondo?
Dove la porterà il suo cuore?
Because life is made up of choices.
STORIA IN COMPLETA REVISIONE - 07/02/2017 ( SI CONSIGLIA LA RILETTURA COMPLETA )
Genere: Introspettivo, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
Capitoli:
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"Le follie sono le uniche cose che
non si rimpiangono mai “

 

 

 



 

Quando aprii gli occhi quella mattina fui colta dall'improvvisa consapevolezza che qualcuno stesse per distruggermi casa, oppure, nella migliore delle ipotesi, stavano semplicemente prendendo a martellate la mia testa.
Mi svegliai raggomitolata sotto coperte, con un mal di testa opprimente e la bocca impastata. Ciocche disordinate di capelli mi ricadevano sul volto, sentivo lo stomaco sottosopra ed i raggi di sole che filtravano dalla finestra mi avevano completamente accecato la vista.

'Perchè cazzo non ho chiuso le tapparelle ieri sera?' - imprecai tra i denti

Alzai una mano per coprire gli occhi dalla luce. Lentamente provai ad aprirne uno e mi guardai intorno frastornata mentre ricordi confusi iniziavano piano piano a riaffiorare.



Il Baya quella sera era più affollato del solito.
Ivano, il migliore amico di Asia era passato a prenderci con la sua decappottabile laccata oro ed ora si faceva spazio tra la folla con disinvoltura.
Era un ragazzo alto, smilzo, la mascella troppo squadrata, sopracciglia perfette, labbra sporgenti, occhi nocciola e capelli castani sempre imprigionati dietro chili di gel.
Aveva circa sette anni più di noi, Asia lo aveva conosciuto una sera d'estate di dieci anni prima e da allora vivevano in completa simbiosi.
Con le lunghe mani affusolate sbirciò sul quadrante del suo Rolex nuovo di zecca e fece un cenno sbrigativo al buttafuori, quello per tutta risposta aprì la piccola porta rossa e con gesto della mano ci disse di entrare.
Ivano arricciò le labbra soddisfatto e velocemente superammo la fila chilometrica davanti l'ingresso, rivolsi un sorriso di scuse ad una ragazza, che aveva tutta l'aria di volerci staccare la testa a morsi, ed agganciai la mano sinistra di Emma.
<< Grazie Mimì >> gli sussurrò Ivano prima di voltarsi verso di noi e strizzare l'occhio sinistro
<< Mimì? >> chiesi una dentro
<
< Proprio così dolcezza >> rispose Ivano schioccando la lingua sulle labbra.
La struttura era di modeste dimensioni, era stata costruita su una piccola scogliera rocciosa a picco sul mare ed il panorama - quando il sole andava a nascondersi sotto il manto trasparente dell'acqua - era da mozzare il fiato.
Si distendeva in maniera concentrica e lungo il percorso le varie piste erano collegate le une dalle altre da piccole scalette a chiocciola in legno di quercia. Nonostante non fosse la più grande discoteca della zona era sempre gremita di gente e la fila per potervi entrare raggiungeva spesso i limiti dell'inverosimile.
<< Ivano, andiamo da quella parte >> lo chiamò Asia mostrando il punto centrale della pista, dove una quantità infinita di luci piroettavano senza sosta.
<< Tesoro stai scherzando? Le mie Jimmy Choo si oppongono fermamente! >>
Ivano le riservò uno sguardo oltraggiato, mise una mano sul fianco e con l'altra sistemò meglio il colletto della camicia Fendi rosa confetto per poi sfiorare, con studiata lentezza, il logo Gucci della cintura che brillava ad ogni suo movimento.
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< Prima donna! >> lo prese in giro
<< Assolutamente si, ciliegina >> allargò le braccia e sul suo volto si dipinse un sorriso smagliante << facciamo capire a questa gente come ci si diverte! >>
Lanciai uno sguardo ad Emma che stava già fissandomi divertita.
<< Ma fa sempre così? >> le sussurrai incredula
<< Anche peggio >> disse prima di strattonarmi la mano e condurmi verso l'angolo bar.
Il bancone era longilineo e completamente color cremisi – come gran parte dell'arredamento della discoteca - due figure, una donna ed un ragazzo, stavano destreggiandosi abilmente con bottiglie e shaker dando vita alle acrobazie più impensabili.
Il ragazzo quando ci vide arrivare strizzò subito l'occhio ad Emma e prima che questa potesse avere il tempo di aprire bocca le allungò un bicchiere in vetro con un ombrellino colorato ed una fetta di limone incastrata al lato.
Osservai l'invitante cocktail trasparente e mi avvicinai alla mia migliore amica.
<< Provo ad indovinare >> dissi << Riccardo? >>
Emma fece un cenno di assenso e bevve un sorso del suo intruglio << posso averne un altro per la mia amica? >> chiese poi voltando lo sguardo verso il fantomantico ragazzo.
<< Tutto ciò che vuoi >> ripose questo tornando a muovere sinuosamente le braccia.
Riccardo non era eccevviamente alto, aveva le spalle larghe, gli occhi neri ed i capelli scuri rasati, sopracciaglia folte, una leggera cicatrice sullo zigomo destro, labbra sottili ed un naso decisamente troppo grande. Indossava una camicia bianca lasciata aperta fino a metà, il petto - da quello che lasciava intravedere l'indumento - era perfettamente rasato, al collo portava una piccola catenina argentata e sull'orecchio sinistro faceva capolino un piccolo orecchino a forma di cubo.
<< Amica >> presi il mio bicchierere e feci qualche passo verso di lei << hai seriamente bisogno di una visita oculistica >>
<< Taci >> sibilò lanciandomi uno sguardo infuocato
<< Dico sul serio >> continuai << conosco uno specialista davvero bravo >>
Emma ignorò la mia battuta continuando a sorseggiare placidamente il suo cocktail.
Quando raggiungemmo gli altri mi voltai verso di lei sogghignando << comunque se vuoi posso prestarti i miei occhiali >>
La vidi alzare gli occhi al cielo e darmi una leggera gomitata sul braccio, per tutta risposta le urtai la spalla sinistra facendole una linguaccia.
Il privè che aveva prenotato Ivano era collocato a lato della pista.
Ce n'erano in totale due per ogni sala, tutti delineati da una semplice cordicella rossa ed un gigantesco bodyguard che, sollevando la fune di volta in volta, ne consentiva l'ingresso.
Due ore ed una quantità indefinita di cocktail più tardi saltellavamo senza ritegno sopra uno dei piccoli divanetti in pelle bianca, cantando a squarciagola e ballando senza più un briciolo dignità.
Emma aveva in mano una scarpa ed aveva iniziato ad usarla come suo microfono personale, Ivano stava lentamente sfilandosi la camicia simulando uno streeptes degno di Kim Basinger in 'nove settimane in mezzo', Asia saltava da un divanetto all'altro in una maldestra riproduzione del gioco della campana mentre io mi ero messa in testa di riprodurre – senza successo – il moonwalk, canticchiando tra me e me la melodia di Billie Jean e usando come cappello un bicchiere di plastica rubato chissà dove. Mi era anche parso di sentire qualcuno affermare, in maniera sarcastica, che i miei passi si avvicinavo inverosimilmente a quelli di un pinguino affetto da coliche renali piuttosto che a quelli di Michael Jackson.
Sogghignai soddisfatta e ripresi a muovere la testa a ritmo.
Non ricordavo neanche più l'ultima volta che avevo riso così tanto, mi sentivo leggera, non ricordavo neanche più il motivo che mi aveva spinta ad essere lì, inoltre, il malumore del pomeriggio sembrava essere totalmente sparito.
<< Niki >> urlò Emma, ma la musica era così alta che fù costretta a ripetere il mio nome un paio di volte prima di farsi sentire.
Tenendo sempre in mano la sua scarpa si avvicinò saltellando << Nikii >> ripetè
Osservai la mia migliore amica continuando ad ondeggiare la testa da una parte all'altra, le presi rapida la mano libera ed agilmente le feci fare una giravolta << che c'è? >>
Emma continuò a ballare per qualche minuto << che ne pensi di Riccardo? >>
Mi lasciai sfuggire una risata ed alzai la testa muovendo le braccia da una parte all'altra << non lo so, il suo naso mi ha deconcentrata >> le risposi continuando a ridere.
La mia amica scoppiò in una fragorosa risata << non fare la scema >>
Sorrisi e portai le mani sui fianchi ondeggiando sinuosamente << chiedimelo tra un altro paio di drink e ti farò sapere >> biascicai
Per tutta risposta lei rimise la scarpa al suo legittimo posto e mi buttò una mano sulla spalla << mi piace >> disse poi sinceramente.
Emma era fatta così, non conosceva mezzi termini, sapeva sempre quello che voleva e non aveva mai paura di esporsi.
<< Quindi? >> incalzai
<< Quindi tra dieci minuti vado da lui >>
L'ammonii con lo sguardo << fai attenzione >>
Sbuffò, scuotendo la testa contrariata << anche da ubriaca sei sempre la solita bacchettona >>
<< Non sono ubriaca >> la rimbeccai prima afferrare dal tavolo un paio di cannucce e metterle tra i denti inscenando un ridicolo tango argentino.
<< Si certo >> scosse la testa ed afferrò la mia mano copiando i miei movimenti << piuttosto >> sorrise maliziosa << Luca ti ha chiamata? >>
Le misi una mano dietro la schiena, l'altra sul fianco e lentamente la feci piegare verso dietro, quando risalì la guardai truce << no >>
<< Pensi sia arrabbiato? >> domandò mentre cambiavamo direzione voltando la testa da destra verso sinistra
<< Chissenefregaaa >> incespicai << .. e poooi senonvuoleveniiiire civadolostesso >> farfugliai tutto d'un fiato
Emma ammiccò leggermente << venire dove? >>
<< Al ballo >> risposi ovvia
Mi fece fare una giravolta veloce << e con chi ci vai? >> indagò serafica
Quando fummo di nuovo l'una di fronte l'altra scrollai le spalle incerta.
<< Tom ? >> domandò aprendosi in un sorriso astuto.
Mi bloccai in mezzo alla pista da ballo ed iniziai a guardarla in tralice.
Lei ignorò completamente il mio silenzo e riprese imperterrita il monologo << accetterebbe se glielo chiedessi >>
Iniziai a mordermi nervosamente le labbra e spostai lo sguardo sulle punte dei piedi.
Emma alzò gli occhi al cielo e prendendomi per mano mi condusse sul divano,
mi accomodai sgraziatamente e subito fui sopraffatta dalla stanchezza.
Passai una mano tra i capelli impiastricciati avvertendo la testa girare, sollevai scomposta le gambe e appoggiai il capo sulla spalla di Emma.
<< Andresti con lui? >> chiese dolcemente
Esitai solo un istante, poi avviluppai la mano sinistra alla sua e feci un lieve cenno di assenso.
La mia migliore amica sospirò << è già qualcosa >> confermò prima di alzarsi di nuovo e tirarmi verso di lei << forza Niki, la notte è ancora giovane e se non vado da Riccardo diciamo.. >> finse di guardare il quadrante di un orologio immaginario sul poso << subito potrei anche ucciderti >>
Mi lasciai sfuggire una risata e ripresi a muovermi come una pazza lungo tutta la pista.
<< Ivanoo!! >> urlai poi in direzione del mio nuovo amico.
Quello, sentendosi chiamare, puntò subito lo sguardo su di me, mostrò la sua dentatura scintillante e con l'indice fece cenno di raggiungerlo.
<< Passerottino muovi quel bel culo >> incitò prima di afferrarmi il polso e ributtarsi nella mischia.
Mi era davvero mancata tutta quella spensieratezza.



Sospirai, mettendomi a sedere e strofinando gli occhi impastati dal trucco, azione che mi procurò una fitta poco piacevole alla testa.
Mi rilasciai cadere goffamente sul letto e mentre stavo valutando la possibilità di tornare a dormire il cellulare iniziò a vibrare sul comodino, era un suono debole ma abbastanza rumoroso da accentuare il mal di testa.
Sbuffai per l'ennesima volta e afferrai il telefono schiacciando ovunque sullo schermo ed imprecando di nuovo quando la luce del display colpì gli occhi ancora sensibili.
<< Pronto? >> risposi con la voce roca
<< Mmpfh >> farfugliò qualcuno dall'altra parte del ricevitore
Aggrottai le sopracciglia e allontanai il cellulare per leggere il mittente.
<< Ti odio >> dissi poi riportandomi l'arnese infernale all'orecchio
<
< Mmhh >> continuò
<< Tu e tua sorella siete un pericolo per l'umanità >> ritornai sotto le coperte e presi a massaggiarmi le tempie con la mano libera
<< Ti prego non urlare >> si lamentò la mia migliore amica << sto per morire >>
<< Mi sento come se un gigantesco tir si fosse divertito ad investirmi ripetutamente per tutta la notte >>
<< Anche io >> concordò Emma
Mi rigirai nel letto << penso che uscirò dalla stanza solo per espletare i miei bisogni >>
<< Per quanto mi trovi perfettamente d'accordo con te ci potrebbe essere un problema >>
Tirai l'ennesimo sospiro ed Emma la prese come un'esortazione sufficiente a continuare.
<< Marco e Thomas ci aspettano al parco >> soffiò laconica
<
< Ne sei sicura? >> sussurrai disperata
<< Mmmhh >> mugugnò in risposta
Aprii di nuovo gli occhi e cercai la piccola sveglia sul comodino accanto al letto, le lancette segnavano le 12,57.
<< A che ora? >>
Sentii un rumore in sottofondo ed Emma imprecò, poi ne sentii un altro e subito dopo silenzio.
<< Emma? >>
<< Merda >> sibilò << mi era caduto il cellulare, dicevi? >>
<< Per che ora? >> ripetei affranta
Ritornai seduta, incastrai il telefono tra l'orecchio e la spalla, afferrai il solito elastico dal polso sinistro e presi a raccogliermi i capelli.
<< Alle 16,30 credo >>
<< Se l'universo non mi uccide prima dovrei farcela >>
La mia migliore amica rise << non posso dire lo stesso >>
<< Alza il culo Em, non lasciarmi sola con quei due scimpazè trogloditi altrimenti giuro che dirò a Marco che sei secretamente e pazzamente innamorata di lui >> la minacciai.
<< E va bene però seriamente, smettila di urlare! >>
Aggrottai la fronte per l'ennesima fitta alla testa e sospirai di nuovo.
<< Non sto urlando >> puntualizzai
<< Ma se mi hai appena perforato un timpano? >> protestò
Svolazzai una mano davanti la faccia << esagerata >>
<< Tu non capisci, in testa ho un tale concerto da fare invida a Beethoven! >>
<< Fortuna che è morto stecchito allora, altrimenti sai che delusione >> la punzecchiai
<< Il caro e vecchio sarcasmo. Sai, credo proprio che tu abbia barato ieri sera >>
<< Barato? Ma se abbiamo prosciugato l'intera riserva del piano bar! >> protestai oltraggiata
<< Non posso dirlo con certezza. Io sono praticamente fuori uso, mia sorella è in letargo, conoscendo Ivano non sarà capace di mettere i suoi curatissimi piedini fuori dal letto fino a domani mattina mentre tu invece sei fresca come una rosa >>
<< Ho mal di testa, lo stomaco ridotto in poltiglia, in bocca ci saranno almeno tre topi morti, ho delle scimmie urlatrici che stanno giocando a cricket con i miei neuroni e la luce del sole mi dà così fastidio che neanche Edward Cullen in persona! >> iniziai ad elencare inviperita.
<< Non mi convinci >> mi beffeggiò diffidente
Schioccai la lingua tra i denti contrariata << ricordami perchè ti sto ancora parlando? >>
<< Perchè sono la tua migliore amica e senza di me saresti persa? >>
<< Riprova >>
<< Perchè almeno per una sera non hai dovuto pensare a quel coglione patentato che ti ostini a chiamare fidanzato? >>
<< Ritenta >>
<< Perchè ti voglio bene e tra circa dieci minuti andrò a prepararmi così sarò pronta per questo avventuroso ed indimenticabile pomeriggio in mezzo alla natura? >>
Mi lasciai sfuggire una risata << congratulazioni! Sua signoria ha vinto un baule pieno di frutta esotica, dieci bicchieri di Caipirinha e quindici minuti nell'armadio con Jhonny Deep. >>
<< Gesù, berrò solamente acqua per i prossimi quattro mesi >>
Soffocai un'altra risata << hai detto così anche il mese scorso >>
<< No davvero, e poi ti giuro che far.. aspetta un attimo. Hai mica detto Jhonny Deep? >> attese una risposta che non arrivò << dov'è Jhonny? >> ripetè poi piccata
<< Al parco >> la canzonai
<< Davvero simpatica >> tirò l'ennesimo sospiro << oddio, sono un mostro. Mozilla a confronto vincerebbe il premio come Miss sensualità dell'intera galassia >>
<< Riccardo ha apprezzato però >>
<< Chi lo dice? >>
Ormai completamente sveglia feci aderire la schiena alla testiera del letto ed incrociai le gambe << io, siete spariti per circa un'ora ieri sera >>
Emma rimase in silenzio per una manciata di secondi << l'ho accompagnato fuori per fumare una sigaretta >>
<< Come no >>
<< E' vero >>
<< Certo, ed io sono la campionessa mondiale di salto con l'asta. Oggi pomeriggio voglio sapere tutto. >>
<< Ma non è successo niente >> mi rimbeccò impettita
<< Questo lo vedremo, oltretutto dobbiamo iniziare l'operazione di depistaggio >>
<
< La.. che? >>
<< L'operazione di depistaggio >> ribadii ovvia
<< Okay, ritiro tutto quello che ho detto. L'alcol ti ha decisamente annebbiato il cervello >>
Alzai gli occhi al cielo << scema il nostro piano per sabotare l'ossessione di Marco nei tuoi confronti >>
<< Oh >> disse << Ohh! >> ripetè con più veemenza << hai ragione, mi hai convinta >>
<< Però se tu non sei d'accordo potrem.. >>
<< Frena, frena, frena >> m'interruppe Emma bruscamente << ho detto che va bene >>
Sorrisi << ci vediamo da casa tua >>
<< Ciao Niki >>
Chiusi la telefonata e restai a fissare il display per una manciata di minuti.
Non c'erano chiamate o messaggi da parte di Luca.
Mi morsi il labbro nervosa raggirandomi il cellulare tra le mani.
Chiusi gli occhi, ispirai ed espirai un paio di volte prima di sbloccare la tastiera e comporre il numero.
La chiamata andò a vuoto, così come le altre quattro successive.
Mi passai sgarbatamente una mano sul volto, lanciai un'ultima occhiata allo schermo e digitai velocemente un sms.
 

Non mi hai più chiamata, tutto ok? “
 

Attesi una manciata di secondi prima di inviare un altro messaggio.

 

Possiamo parlare? “


Passarono diversi minuti ma non ottenni risposta. Imprecai tra i denti e lanciai il telefono sul letto.
Mi alzai scalciando lontano le coperte, avevo bisogno di una bella doccia calda, cinque tazze di caffè, circa un quintale di autocontrollo ed un viaggio di sola andata per il manicomio.

Quel pomeriggio il parco era gremito di gente.
C'erano ragazzini intenti a giocare a calcetto, padri che insegnavano ai figli ad andare in bicicletta, famiglie distese lungo il prato, gruppi di studenti che si scambiavano appunti, altri che discutevano animatamente e persone impegnate a fare jogging.
Thomas e Marco erano distesi sopra una grande coperta a quadri proprio sotto una grande quercia.
Marco era girato sul fianco destro, una mano a sorreggere la testa e l'altra sfogliava le pagine di un libro nero dalle modeste dimensioni, Thomas era supino, gambe incrociate, mani dietro la testa e gli occhi nascosti da scuri occhiali da sole.
<< Notte brava? >> domandò appena gli fui accanto.
Mi accomodai velocemente alla sua destra mentre Emma si posizionò con poco garbo dalla parte opposta.
Il mese di ottobre ci stava regalando delle giornate soleggiate, nonostante questo la temperatura quel giorno mi costrinse ad indossare un maglioncino cremisi di lana a collo alto, jeans neri, un paio gli stivali dello stesso colore che avvolgevano le gambe fin sopra il ginocchio, un giubottino scuro ed una grandissima sciarpa amaranto. Avevo raccolto i capelli in uno chignon scomposto decidendo di indossare gli occhiali da sole con la speranza di coprire le borse sotto gli occhi.
Thomas sollevò i suoi occhiali e mi lanciò uno sguardo di scherno << hai deciso di portarti la coperta da casa? >> domandò indicando con la mano la mia sciarpa.
Alzai gli occhi al cielo ed incrociai le gambe sistemandomi meglio.
<< Non cominciare >> lo ammonii
<< Dovevate vederla ieri sera >> iniziò a parlare Emma, che nel frattempo si era distesa a pancia in giù con entrambe le mani sotto il mento.
<< Avete dato spettacolo? >> l'assecondò Tom sorridendo sornione
<< Dove siete state? >> intervenne Marco che aveva abbandonato il libro a se stesso nell'esatto momento in cui i suoi occhi avevano incrociato quelli della mia amica.
<< Al Baya >> risposi prontamente
<
< C'era anche Luca? >> domandò poi
Con la coda dell'occhio notai Emma sorridere e Thomas cambiare posizione lanciando al cugino uno sguardo ammonitore.
<< No >> dissi semplicemente
<< Hanno litigato >> rispose la mia migliore amica ignorando la mia occhiataccia
<< Come mai? >> s'informò ancora il ragazzo
Thomas, sempre in religioso silenzio, prese a grattarsi dietro il collo, in prossimità dell'attaccatura dei capelli.
<< Non vuole accompagnarla al ballo >> continuò Emma allargandosi in un sorriso mascalzone e muovendo su e giù le sopracciglia
Mi allungai verso di lei per buttarle uno schiaffo sul braccio << smettila di fare la pettegola >>
<< Sto dicendo solo la verità >> mi rimbeccò massaggiandosi il braccio dolorante senza mai smettere di sorridere
<< E perchè mai? >> domandò ancora Marco
Consapevole che non avrebbero lasciato cadere così facilmente il discorso sospirai rassegnata.
<< Lo sapete com'è fatto, a lui non piacciono questo genere di cose >> lo giustificai
<
< Stronzate >> sbottò Emma sferrando un pugno sul manto d'erba << ti devi svegliare! >>
<< Piuttosto >> intervenne Thomas all'improvviso << Londra è ancora off limits? >>
Mi girai a guardarlo per qualche secondo, si era seduto composto, gambe incrociate ed occhiali sopra la testa.
<< Si Niki >> gli diede manforte Emma << parlaci di Londra >> inclinò leggermente la testa facendomi una linguaccia.
Iniziai a torturarmi le mani a disagio.
La conversazione aveva preso una piega inaspettata e non mi piaceva essere messa alle strette in quel modo, specialmente su un argomento scomodo come quello.
<< Ehi >> mi chiamò Tom, mise una mano sulla mia gamba flettendosi in avanti in modo da incrociare il mio sguardo << non devi dircelo per forza >>
Lanciai una rapida occhiata nel punto in cui aveva poggiato la mano e tornai a fissarlo.
Era incredibile la facilità con cui riusciva sempre a capire tutto quello che mi passasse per la testa.
<< No, va bene >> lo tranquillizzai << sono riuscita a convincere mia mamma alla fine >> confessai
Emma, Marco e Thomas sgranarono gli occhi simultaneamente.
<< Come? >> disse Marco
<< Davvero? >> continuò la mia migliore amica << brutta stronza perchè non me lo hai detto subito? >>
Tom sorrise e tenendo la mano perfettamente ancorata sul mio ginocchio si avvicinò di più.
Per niente turbata da quel piccolo contatto liberai una risata compiaciuta << l'ho saputo oggi, subito dopo pranzo >>
<< Dobbiamo immediatamente organizzare tutto, Marco tira un pagina dal tuo libro >> ordinò perentoria
Il ragazzo aggrottò la fronte << e perchè? >>
Emma lo guardò stralunata << come perchè? Dove scrivo altrimenti? >>
<< Così lo rovinerai! >> protestò
Lei alzò gli occhi al cielo e sventolò una mano con stizza << sciocchezze, staccala dalla fine, dopo il sommario >>
<< Ma non lo avevi già fatto l'elenco? >> riprovò
<< Non andava bene >> allungò il braccio verso di lui incitandolo a muoversi.
Marco si lasciò sfuggire un sospiro rassegnato e fece quanto richiesto.
<< Quindi >> disse Thomas approfittando della piccola distrazione dei nostri amici << alla fine ci sei riuscita >>
Annuii timidamente << inoltre non potevo mica lasciare Emma nelle tue mani. Sarebbe di certo impazzita nel giorno di due giorni >> lo provocai
<< Mi permetto di dissentire >> protesò << mi sarei buttato nel Tamigi pur di non sentirla parlare >>
Ridacchiai ed allungai le gambe per posizionarmi meglio.
Avevo iniziato a non sentire più la circolazione degli arti inferiori e mentre cercavo di trovare una posizione più comoda Thomas allontanò la mano dal mio ginocchio. Sentii una fitta di delusione che sparì immediatamente quando mi fece cenno di stendermi verso di lui.
Lo guardai inebedita per qualche secondo.
<< Forza >> mi incitò << dovresti stare più comoda così >>
Gettai uno sguardo alla mia migliore amica e dedussi dal suo sorriso divertito che avesse seguito minuziosamente tutta la conversazione.
Senza rimuginarci troppo seguii il consiglio di Thomas, mi distesi supina poggiando la testa sulle sue gambe, incrociai le braccia al petto ed incrociai i piedi << piuttosto >> dissi poi lanciando un'occhiata d'intesa verso la mia amica << Emma ieri sera ha fatto conquiste >>
Marco alzò di scatto la testa ed assottigliò lo sguardo << c..come? >> balbettò
Thomas si lasciò sfuggire una risata genuina e si allungò in avanti con l'intento di ascoltare meglio la conversazione.
Da quella distanza notai la lieve ricrescita della barba ed un piccolo taglietto – causato con molta probabilità dalla recente rasatura - poco sotto il mento, mi accorsi pure che da qualche minuto aveva iniziato a giocare distrattamente con i miei capelli, catturando qualche ciocca e rigirandosela tra le mani con garbo.
<< Riccardo? >> domandò intressato
Aggrottai la fronte e riportai subito l'attenzione verso i miei amici, colpevole di essermi lasciata sfuggire una parte del discorso.
<< Fa il barman >> m'intromisi subito
Marco alternò lo sguardo da me ad Emma << il barman? >> soffiò, bianco come un cencio.
Quest'ultima si morse con veemenza il labbro inferiore per non farsi sfuggire una risata, con estrema agilità si mise a sedere ed approfittando dello stato di shock in cui Marco sembrava essere caduto allungò il busto verso dietro e mi fece segno con il pollice di continuare così.
Tom, che nel frattempo aveva assistito a tutta la scena, aveva letteralmente le lacrime agli occhi. Si abbassò su di me scuotendo la testa divertito << siete tremende >> mi sussurrò.
Mi girai verso di lui con l'intento di rivelargli che ancora non aveva visto nulla, ma le parole rimasero incastrate in gola quando notai il suo naso ad un palmo dal mio. Era così vicino che riuscii a sentire indistintamente il fiato caldo uscire dalle labbra screpolate e solleticarmi la pelle, procurandomi un piacevole brivido lungo tutta la spina dorsale.
Vidi i suoi occhi soffermarsi dapprima sulle mie labbra – indugiandoci più del dovuto – percorrere poi il profilo del naso ed alla fine incatenarsi nei miei.
I filamenti verdi delle sue iridi quel giorno brillavano più del solito.
<< Io.. >> tentai, ma fui distratta da un fastidioso ronzio che aveva mano a mano iniziato a farsi sempre più insistente. Gracchiava ad intermittenza da qualche minuto e mi convinse a guardarmi intorno spaesata per individuarne la provenienza.
Appurai solo un attimo dopo che il rumore arrivava della mia borsa.
Con un improvviso colpo di reni tornai seduta e mi allungai cercando freneticamente all'interno, estrassi il cellulare che lampeggiava ritmicamente e quando lessi il nome del mittente balzai in piedi allontanandomi di qualche passo dal resto del gruppo.
<< Amore >> risposi trafelata
<< Dov'eri? >> chiese Luca senza dilungarsi in troppe smancerie
<< Al parco, con Emma e gli altri >> scacciai lontano alcuni sassolini << non mi hai chiamata stamattina >>
<< Non che tu abbia sentito la mia mancanza >> mi accusò gelido
Contrassi la mascella e spostai l'apparecchio da un orecchio all'altro << ti ho mandato dei messaggi ed ho provato a contattarti tutto il giorno >>
<< Però ora sei con i tuoi amici >> disse << e ieri sera sei andata a ballare >> continuò insistente
<< Fammi capire, dovevo rimanere a casa ad annegare nelle mie stesse lacrime? >> domandai alzando la voce
Con la coda dell'occhio osservai Emma lanciarmi sguardi carichi di preoccupazione e Thomas fissarmi con insistenza.
Aumentai ancora la distanza << ascolta >> tentai << odio litigare con te, non possiamo parlarne con calma? >>
<< Non è quello che stiamo facendo? >> rispose impassibile
Chiusi gli occhi ispirando profondamente << ti prego >> sussurrai
Rimase un attimo in silenzio, poi lo sentii sospirare mesto << dimmi esattamente dove ti trovi, arrivo tra dieci minuti >>



Marzo 2012

Non era sicuramente stata una delle mie idee migliori quella di provare il pattinaggio sul ghiaccio. Da circa quindici minuti me ne stavo abbarbicata in un angolo, con le braccia avviluppate lungo il bordo della pista sperando di non rompermi l'osso del collo.

'No ma, brava davvero!' – mi complimentai - 'proprio una gran bella trovata!'

Imprecai sottovoce e tentai goffamente di mettere un piede dietro l'altro.
Luca mi sfrecciò davanti veloce come un missile << tesoro >> urlò << serve aiuto? >>Cercando di non cadere verso dietro e sempre tenendo le mani perfettamente salde sulla sbarra di ferro provai a drizzare la schiena, poi scoccai uno sguardo disperato verso di lui << sto per morire >> mi lagnai.
Dalla parte opposta della pista Thomas stava vivendo il mio stresso dramma, ma al contrario della sottoscritta era affiancato da una giovane istruttrice.
Emma ed Ingrid si muovevano in cerchio sinuose facendomi cenno, di tanto in tanto, di raggiungerle.
<< Arrivo tra un attimo >> risposi arricciando il naso disperata
Angelo, la nuova conquista di Ingrid, pattinava tranquillo insieme ad un paio dei suoi amici, scambiando di tanto in tanto una battuta.
Marco mi raggiunse qualche secondo dopo sorridendo << tra te e Thomas non so chi sia il più impedito >>
Lo fulminai subito con lo sguardo << io ho il terrore delle lame dei pattini >>
<< Lame dei pattini? >> domandò confuso
<< Si sai, cadere rovinosamente sul ghiaccio e ritrovarmi senza falangi per colpa di un disgraziato che sfreccia indistrurbato lungo la pista! >> sbottai irritata
Alzò il sopracciglio destro incredulo << seriamente ? >>
<< Ad ognuno le proprie fobie >> mossi con cautela un piccolo passo ed indicai con un cenno del mento Thomas << la sua scusa invece qual'è? >>
Il mio amico si lasciò sfuggire una risata, lanciò uno sguardo fugace in direzione del cugino e scosse la testa << avere lo stesso equilibrio di un ippopotamo presumo >>
<< Sono ancora troppo giovane per morire >> continuai abbattuta
<< Ma non è stata una tua idea venire qui? >>
<< Si beh, qualcuno deve avermi lobotomizzato il cervello! >>
Thomas nel frattempo aveva raggiunto circospetto i margini della pista, pazientemente sorretto dalla tizia istruttrice << non preoccuparti >> s'intromise mentre ci superava << non funzionava neanche prima >>
<< Cretino >> l'apostrofai
<< Castellani, ma la danza non dovrebbe aiutarti con l'equilibrio? >> domandò sorridendo sardonico
<< Non è la stessa cosa scemo >> ribattei piccata
<< Ho i miei dubbi >>
Ridussi gli occhi a due fessure << impedito! >>
Mi fece un gestaccio con la mano destra << senti chi parla >> e si rivolse verso la pattinatrice << grazie, penso di potercela fare anche da solo ora >> continuò poi riconoscente.
Percorse un paio di metri in perfetto equilibrio, girò lentamente su se stesso e mi raggiunse di nuovo accennando un sorriso.
<
< Guarda, ho già imparato! Sono troppo sagace >> asserì fiero
Alzai gli occhi al cielo e riprovai a muovermi.
<< Vieni >> disse poi porgendomi una mano << ti aiuto >>
Aggrottai la fronte e presi a fissarlo accigliata << ma se a malapena ti reggi in piedi! >> lo accusai scandalizzata
Thomas si avvicinò ancora << io almeno ci sto provando, sono tre ore che te ne stai appollaiata in quell'angolo >>
Provai a dargli un pugno sul braccio per esprimere tutto il mio disaccordo ma persi l'equilibro quasi subito e fui costretta ad arpionare di nuovo il bordo della sbarra per evitare di spalmarmi sul ghiaccio.
<< Coraggio >> riprovò accarezzandomi una spalla << ti tengo io >>
Sospirai e gli rivolsi uno sguardo scettico aspettandomi di trovare la sua solita aria di scherno e scoprendo invece un paio di occhi verdi che mi osservavano in attesa.
Un secondo dopo Thomas incurvò la schiena, spostò la mano destra sul mio braccio e si posizionò di fronte a me << ti fidi di me? >> sussurrò poi seriamente
<< Stento a credere a quello che sto per dire ma si, mi fido >> confessai con un tono di voce più accomodante del dovuto.
Avviluppai le dita intorno alle sue e provai a muovere un passo, poi lentamente un altro ed un altro ancora fino ad arrivare al centro della pista.
<< Inclina leggermente il busto in avanti e piega le ginocchia>> suggerì Thomas << allarga le braccia appena sotto il livello delle spalle >> mi afferrò prontamente anche l'altra mano guidandomi nei movimenti.
<< Amore >> la voce di Luca arrivò all'improvviso e mi fece sussultare, traballai, liberai una mano dalla presa di Tom per ritrovare un po' di equilibrio e lasciai intrecciata l'altra.
<< Tesoro vieni >> il mio fidanzato avvolse un braccio intorno al mio girovita << reggiti a me >>
Per tutta risposta mossi un passo verso di lui e sorrisi timidamente << sono un impiastro >>
<< Sei adorabile >> mi corresse ricambiando il sorriso che sparì nel momento in cui puntò gli occhi azzurri in quelli del mio amico.
Indurì la mascella e fece un veloce cenno in direzione della mano ancora perfettamente incastrata alla mia << ci penso io >> disse poi, sul volto uno sguardo indecifrabile.
Thomas aggrottò la fronte e liberò subito la presa, poi inclinò la testa e mi si avvicinò << cerca di non farti ammazzare >> e senza aspettare risposta si diresse verso gli altri.
Luca posò una mano sul mio fianco e mi depositò un bacio sul naso, uno sulla guancia destra ed uno sulle labbra, ci indugiò per qualche istante prima di approfondirlo e spingermi ad inclinare leggermente la testa.
Afferrai la sua maglietta stringendola in un pugno, lui mise la mano sinistra dietro la mia testa in un bisogno disperato di accorciare ulteriormente la distanza. Presi quel gesto come un'esortazione a continuare, dischiusi le labbra e Luca intrufolò la lingua all'interno, portai l'altra mano dietro il collo, assaporai il sopore dolce della sua bocca e mi allontanai di poco per riprendere fiato. Poggiai la fronte sulla sua e sorrisi << e questo per cos'era? >>
<< Devo avere un motivo per baciare la mia ragazza? >> domandò rubandomi un altro bacio e rafforzando la presa dietro le spalle.
<< Lo sai che ti amo vero? >> sussurrai ancora stretta a lui
Annuì lentamente
<< Allora non c'è bisogno di marcare il territorio e fare il maschio alpha >> lo accusai bonariamente
Luca mise sù un cipiglio adorabile ed aggrottò la fronte fingendo incredulità << non l'ho fatto >>
Gli depositai un bacio sulla guancia ed iniziai ad accarezzargli i capelli << invece si, mancava solo che mi facessi la pipì intorno >>
Il mio ragazzo soffocò una risata cristallina << forse mi sono lasciato prendere un po' la mano. Ma non mi piace come ti guarda >>
Inarcai le sopracciglia << sono curiosa, com'è che mi guarda? >> indagai
<< Come se ti volesse mangiare >>
Sospirai << Thomas è solo un amico, non gli interesso in quel senso e poi >> lo rassicurai picchiettando l'indice sul suo petto << non hai motivo di preoccuparti, ho occhi solo per te >>
Luca seguì i miei movimenti, continuò ad osservarmi con poca convinzione ma non protestò << ti amo >> soffiò dolcemente
Sentii i battiti del cuore accelerare << anche io >>
 





 

Accadono cose che sono come domande.
Passa un minuto, oppure anni,
e poi la vita ti risponde. “




 

Ci sono. Allora, questo capitolo mi piace particolarmente, sia perchè si intravedono piccoli passi in avanti e sia perchè Niki ed Emma allo sbando sono uno spasso e mi sono divertita moltissimo a scrivere di loro. Tengo davvero molto a questa storia e spero che anche voi abbiate iniziato ad affezionarvi ai personaggi e a fare ipotesi su come si evolveranno le cose. 
Che dire, Emma e Nicole hanno iniziato l'operazione sabotaggio, anche se ancora sono molto lontane dal raggiungere il traguardo, Thomas si è fatto un pelino più intraprendente ed ha provato un piccolissimo approccio verso Niki che sta attraversando un momento delicato, è divisa in due, con Luca ha sempre più motivi per scontrarsi mentre Tom le dà manforte. 
Non ho ancora iniziato a scrivere il prossimo capitolo ma ho già qualche idea in mente ed avendo un pò di tempo dalla mia conto di buttar giù qualche riga a breve. Ho notato un calo delle recensioni e me ne dispiaccio molto, volevo sapere se è dovuto alla perdita di interesse sulla storia, se c'è qualcosa che non vi è piaciuta o se è semplicemente dovuta al tempo. Mi piacerebbe sapere davvero molto quello che pensate in merito, perciò se vorrete spendere qualche minuto per farmelo sapere ve ne sarei davvero grata. 
Comunque sia, vi auguro una buona giornata,
a presto!
Un abbraccio <3

 

  
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