Capitolo
2
Avrebbe
voluto conoscere chi aveva messo in giro la voce che i Corvonero
fossero tutti
puntuali e tremendamente precisini.
Perché
chiunque fosse stato non aveva mai fatto un salto nel loro dormitorio
né,
tantomeno, aveva mai avuto a che fare con Adhara.
Da
quando la conosceva non c’era mai stato un singolo giorno in
cui la ragazza si
fosse presentata in orario alle lezioni.
- Adhara,
svegliati, stiamo facendo tardi per la colazione. –
La
scosse leggermente, ricevendo in risposta un mugolio contrariato.
-
Adhara, dai, non abbiamo ancora ricevuto l’orario delle
lezioni e tu arrivi già
in ritardo? –
-
Cinque minuti -, borbottò affondando la testa sotto al
cuscino, - poi mi alzo.
–
- Sono
venti minuti che dici “cinque minuti” -, le fece
notare, - non mi lasci altra
scelta. –
Toccò
la sveglia con la bacchetta, mormorando – Sonorus.
–
Il
trillo di quell’aggeggio infernale venne amplificato di dieci
volte, producendo
un suono che era assolutamente certa avrebbe finito con lo svegliare
qualsiasi
abitante del castello.
Eppure
Adhara continuava a sonnecchiare beatamente.
Azalea
inarcò un sopracciglio, facendo capolino dalla porta del
bagno.
- Non
ci posso credere. Riesce a dormire anche con tutto questo casino?
–
- Mai
sottovalutare le capacità di Adhara Rosier quando si tratta
di prolungare il
sonno di altri cinque minuti. –
Fece
levitare via le coperte dell’amica, osservandola tentare
prima di artigliarle
tenendo gli occhi ancora saldamente chiusi e poi scalciare spazientita.
Era
veramente molto poco regale in quel momento, considerò
sorridendo divertita.
Finalmente
parve rassegnarsi all’idea di cominciare la giornata e
aprì gli occhi, scrutando
le compagne di dormitorio con aria contrariata.
- Stavo
dormendo. –
- Ma
non mi dire … peccato che siamo in ritardo di quasi
mezz’ora. –
Scattò
a sedere, afferrando roba alla rinfusa e lanciandosi in bagno al grido
di: -
Caffè … caffè …
caffè. –
La triste
verità era che al tavolo dei Corvonero il caffè
veniva finito a un ritmo
pauroso e appropriarsi anche solo di una tazza era praticamente
un’impresa.
E
Adhara aveva disperatamente bisogno della sua dose di caffeina
giornaliera se
voleva uscire dalla “fase zombie” mattutina e
permettere al suo cervello di
cominciare a carburare.
- È
bello vedere quali sono le sue priorità -,
ironizzò Azalea mentre finiva di
sistemare la divisa e afferrava la borsa con i libri, - Io comincio a
scendere.
Ci si vede. –
Sophie
annuì distrattamente, mentre riordinava i libri che aveva
lasciato accatastati
la sera precedente.
Aveva
appena terminato quando Adhara riemerse dal bagno. Non importava che si
scapicollasse, che fosse uscita dal letto appena dieci minuti prima e
che non
avesse avuto il tempo di acconciare i capelli: era strepitosa lo stesso.
Ragazze
come lei erano capaci di far crollare l’autostima di chi le
circondava; se non
fosse stata una sua carissima amica probabilmente l’avrebbe
invidiata a morte.
- Sono
pronta, possiamo andare. –
*
Alphard
si accomodò accanto a Edward King, inarcando un sopracciglio
all’indirizzo di
Tom e Katherine che parlottavano fittamente tra loro con le teste tanto
vicine
che si fatica a distinguere dove cominciassero i capelli di una e
finissero
quelli dell’altro. Sembravano molto concentrarti e
completamente estraniati da
quello che stava succedendo attorno a loro.
- Di
che stanno parlando? –
- Non
ne ho idea -, rispose, - ma conoscendoli nulla di buono. –
Alphard
annuì distrattamente mentre si serviva una generose dose di
succo di zucca.
Fin dal
loro primo anno aveva notato che Katherine e Tom avevano legato molto e
passavano intere ore estraniandosi dal resto del gruppo. In un primo
momento
aveva pensato che ci fosse una questione sentimentale tra loro, ma
osservandoli
meglio aveva potuto notare che la loro sembrava più
un’affinità spirituale
quasi avessero trovato la propria versione incarnata nel sesso opposto.
Non
avrebbe saputo dire se questo fosse un bene o un male.
Katherine
era imprevedibile e incostante come avrebbe potuto essere un tornado,
un attimo
prima rideva e scherzava e quello dopo s’innervosiva e ti
mandava al diavolo.
Tom era freddo e cortese, ma allo stesso tempo non faceva mai capire
cosa gli
stesse passando davvero per la testa.
Eppure
entrambi erano brillanti e carismatici, capaci di attirare
l’attenzione dei
professori su di loro e di conquistare il favore delle persone che si
mettevano
in testa di farsi amiche.
Avevano
molto in comune, il più delle cose non erano nemmeno
necessariamente positive,
ma finchè se ne stavano tra di loro non creavano un problema
al resto della
scuola.
- Sai
se Renford ha già fissato il calendario degli allenamenti?
– domandò poi,
cambiando velocemente discorso.
Prima o
poi sarebbe venuto a sapere di cosa si trattava, non era necessario
passare le
ore a scervellarsi su quello di cui stavano parlando.
- Credo
che non l’abbia ancora fatto, ma è da ieri sera
che non lo vedo in giro quindi
potrei anche sbagliarmi. –
- Spero
che non metta orari assurdi come suo solito –,
sospirò passandosi una mano tra
le ciocche scure, - tende a diventare decisamente maniacale quando si
parla di
Quidditch. –
- Già,
non dirlo a me. –
Edward
sospirò ripensando a quando l’anno precedente
Renford aveva dato di matto dopo
la sconfitta contro i Grifondoro e lo aveva obbligato a passare ben tre
ore a
parare ogni tipo di tiro che gli era venuto in mente.
Era
stato faticoso e per giunta aveva creduto di essere prossimo
all’ipotermia
visto che durante il mese di dicembre la temperatura notturna a
Hogwarts
scendeva sotto lo zero.
- Chi è
che diventa maniacale? –
Edward
e Alphard si scambiarono un’occhiata di mutua
solidarietà. Parlavi del diavolo
…
- Uhm …
Nessuno? –
Abraxas,
dietro di lui, ridacchiò assestandogli una pacca sulla
spalla.
-
Difendete le vostre idee, ragazzi. Se volete dire che Renford
è un despota con
manie di ego narcisismo ipersviluppate potete farlo e avreste
immensamente
ragione. –
- Disse
il biondo ossigenato che passa più tempo a curare i suoi
capelli di quanto una
persona sanamente eterosessuale impieghi nel prepararsi per le lezioni
– lo
rimbeccò Lestrange.
- I
miei capelli sono delicati e la bellezza costa tempo e fatica
… e per la
cronaca sono assolutamente biondo naturale. –
- Sei
assolutamente un imbecille naturale. –
Alphard
ed Edward assistettero allo scambio di battute sforzandosi di non
scoppiare a
ridere. I battibecchi tra quei due erano all’ordine del
giorno, ma dopo ogni
scambio di frecciatine tornavano a comportarsi come i migliori degli
amici.
Abraxas
si strinse nelle spalle, rivolgendo l’attenzione alla coppia
che continuava a
mormorare tra di loro.
-
Piuttosto, voi due piccioncini, di che state discutendo? –
- Cosa
c’è, biondastro, sei geloso? – lo
rimbeccò Katherine.
-
Nient’affatto, miss banshee, solo curioso. Per inciso, mi
passeresti il thè? –
-
Certo. Con il thè gradisci una zolletta di zucchero, del
miele … del cianuro? –
- Solo
thè, grazie mille. –
- Ti
sembro il tuo elfo domestico, Malfoy? Alzati e prenditelo da solo.
–
-
Sempre così dolce … rischi di farti venire il
diabete a forza di starle
accanto, Tom. –
Il
ragazzo scrollò le spalle. – Correrò il
rischio. Comunque, stavamo parlando di
una cosa piuttosto interessante che potrebbe anche riguardarvi.
–
Renford
inarcò un sopracciglio, sospettoso.
- Del
tipo? –
- Del
tipo che ho avuto un’idea e Tom è
d’accordo con me -, replicò con un sorriso
compiaciuto Katherine, - Visto che la questione Grindelwald si fa
sempre più
seria ho pensato che sarebbe interessante creare una sorta di Club dei
duellanti in modo tale da esercitarci in modo pratico con i vari
incantesimi.
Le ore di lezione sono troppo poche per essere davvero preparati a
quello che
troveremo fuori di qui. –
Rimasero
in silenzio, metabolizzando la notizia.
- Mi
sembra un’ottima idea -, constatò Edward, - e sono
d’accordo con voi, ma
dovremmo parlarne prima con il resto delle Case. –
-
Purchè non interferisca con gli allenamenti di Quidditch.
–
Alzarono
gli occhi al cielo.
Renford
era sempre il solito.
*
Kara
continuava a fissare l’orario delle lezioni da una decina di
minuti, quasi
volesse incenerirlo con lo sguardo.
Minerva
dal canto suo continuava a fare colazione come se nulla fosse. Quello
era il
sesto anno che assisteva a una scena di quel tipo e ormai non era
più una
novità. Indipendentemente dalla materia che avessero messo,
Kara si sarebbe
lamentata per il semplice fatto di dover trascorrere parte della
mattinata con
i Serpeverde.
Il
commento che Ren aveva fatto la sera precedente le tornò in
mente.
Effettivamente
anche nella sua Casa c’era una certa intolleranza quando si
trattava dei verde
argento, negarlo non avrebbe avuto senso.
Sospirò,
lanciando un’occhiata verso la loro tavolata.
Li vide
confabulare in gruppo e si chiese di cosa stessero parlando, a
giudicare dalle
espressioni sui loro volti doveva essere qualcosa di molto eccitante.
La voce
di Kara la riportò alla realtà.
-
Guarda tu che diavolo d’orario. Ti sembra possibile che tra
tante materie
dobbiamo proprio cominciare il lunedì mattina con due ore di
Pozioni con i
Serpeverde? –
Mayra,
tra un boccone di biscotti al cioccolato e l’altro, le
rivolse un sorrisetto
divertito.
- Lo
sai che se continui a lamentarti non cambia, vero? –
-
Spiritosa … tu piuttosto con cosa cominci? –
-
Incantesimi con i Corvonero. Tutto sommato mi dice bene, se non altro
ci sarà
Sophie. –
Ethan
smise di parlare con Fleamont e sbuffò, alzando gli occhi al
cielo.
Non
bastava che il suo migliore amico si fosse fidanzato con quella
Corvonero e
fosse diventato tutto sorrisi e paroline dolci … no, adesso
anche il resto
della sua Casa doveva elogiarla.
Di
questo passo avrebbe potuto tranquillamente stilare una lista dei
“cento motivo
per cui Sophie Welch è la persona migliore sulla faccia
della terra”.
- Non è
possibile, ovunque vada sento parlare
della Welch, sta diventando una persecuzione. Perché tu e
Tobias non fondate un
fanclub tutto per lei? –
Il
diretto interessato provò a obiettare.
- Non
parlo sempre di Sophie! –
- Non
sempre, almeno quando dormi ci risparmi quelle storie su quanto sia
bella e
incredibilmente fantastica. –
Fleamont
rise, scuotendo la testa con l’aria di chi la sapeva lunga, -
I misteri
dell’amore. –
- O
dell’ossessione … questione di punti di vista
suppongo. –
- Ma
cosa vuoi saperne tu, non mi pare che abbia mai deciso di stare
stabilmente
insieme a una ragazza. –
Fleamont
gli rivolse un’occhiata colpita. – Colpito e
affondato. –
-
Insomma, Potter, si può sapere da che parte stai?
– protestò indignato.
-
Semplice, da nessuna delle due. –
- Già,
perché ognuno di voi a modo suo è completamente
fuori di testa -, convenne
Minerva con un sorrisetto, - e soprattutto si sta dimenticando della
questione
che dovevamo discutere questa mattina. –
I
ragazzi le rivolsero occhiate perplesse quasi in sincrono.
Ecco,
appunto.
Tra
tutti e tre non ce n’era uno che si ricordasse davvero delle
cose importanti.
- Gli
orari degli allenamenti settimanali. –
Fleamont
battè una mano sulla fronte. – Dannazione, ecco
cosa dovevo fare prima della
lezione: consegnare gli orari a Silente. –
Kara
gli rivolse un’occhiata di fuoco.
- Te ne
stavi dimenticando, Potter? Alla vigilia della partita con i
Serpeverde? –
- Manca
una settimana alla partita, Kara, abbiamo tempo. –
- Se la
perdiamo giuro che vi ammazzo, poi mi uccido e vengo a tormentarvi
anche nel
mondo degli spiriti. –
- Sai,
in questi momenti assomigli tremendamente a Lestrange -,
commentò Ethan
sorridendo consapevole che avrebbe indignato l’amica oltre
ogni dire, -
sembrate quasi anime gemelle. –
Gli
puntò contro l’indice con fare minaccioso.
- Non
osare mai più insinuare una cosa del genere, Prince, o giuro
che ti castro. –
- Brrr,
che paura che mi fai, nanerottola. –
L’occhiata
che gli rivolse avrebbe tranquillamente potuto fulminare una persona
all’istante, ma Ethan aveva la pellaccia resistente.
-
Inizia a correre
– sillabò lentamente, prima di
spingere all’indietro la panca e scattare in piedi.
Non se
lo fece ripetere una seconda volta e scattò a sua volta,
puntando verso l’uscita.
Kara
arrabbiata diventava decisamente pericolosa.
E, come
al solito, cominciava l’anno mettendosi nei guai.
*
Sfrecciarono
lungo il corridoio a passo di carica e, come al solito, i riflessi di
Drusilla
decisero di tradirla proprio quando erano ormai prossime a raggiungere
l’ingresso
dell’aula di Difesa Contro le Arti Oscure.
Inciampò
sulla solita mattonella sconnessa e finì con lo schiantarsi
sul pavimento
freddo.
Proprio
un modo fantastico di cominciare l’anno scolastico, non
c’era che dire.
Laura
arrestò la sua corsa, voltandosi verso di lei.
- Dru,
sei tutta intera? –
Annuì.
- Non
fermarti, almeno tu arriva in classe prima che la Merrythought ci tolga
una
caterva di punti. –
L’anziana
donna era rigida come un manico di scopa e molto incline
all’assegnare
punizioni a qualsiasi alunno arrivasse anche con solo un minuto di
ritardo alle
sue lezioni.
- Cerco
di coprirti come posso – le annunciò mentre
voltava l’angolo e s’infilava in
classe una frazione di secondo prima che la porta venisse chiusa.
E
almeno lei era salva.
- Stai
comoda? –
Alzò
gli occhi verso il proprietario di quella voce fastidiosamente
familiare.
Fantastico,
proprio l’ultima persona che voleva vedere.
Il suo
primo giorno era ufficialmente rovinato.
Stephen
King la osservava dall’alto con un sorrisetto divertito
dipinto sul volto.
- Sono
inciampata. –
- Ma
davvero? Strano, pensavo che avessi avuto solo voglia di abbracciare il
pavimento. In quel caso mi offro volontario per compensare le tue
carenze
affettive, Selwyn. –
Riuscì
a vedere chiaramente l’espressione esasperata sul volto di
Devon mentre
lanciava un’occhiata eloquente all’amico, quasi
volesse avvisarlo di non
esagerare.
Ovviamente
non l’avrebbe mai ascoltato.
Probabilmente
avrebbe dovuto alzarsi e ignorarlo, entrando in classe nella speranza
che la
professoressa non le urlasse contro per troppo tempo, ma
l’impulso di mandarlo
al diavolo era semplicemente troppo forte.
-
Piuttosto chiederei un abbraccio a Riddle. –
- Hai
pessimi gusti in fatto di abbracci, lasciatelo dire. –
-
Immagino dipenda dai punti di vista. –
Accettò
la mano che Devon le porgeva e si lasciò tirare su.
- Se
non altro la cavalleria non è morta –
mormorò, con un’occhiata significativa.
Ma poi
cosa si aspettava da uno come Stephen? Uno che cambiava ragazze come il
resto
del mondo faceva con le mutande.
Era
ovvio che fosse completamente sprovvisto della minima forma di
gentilezza e
riguardo nei confronti delle ragazze che non facevano parte della sua
famiglia.
Una
causa persa in partenza.
- E
così i Tassorosso in ritardo a Difesa sono ufficialmente tre
… credo proprio
che perderemo una quantità di punti assurda –
osservò Devon, mentre si
dirigevano verso l’aula.
- Voi
due siete Prefetti, potreste assegnarcene un po’ per
compensare la perdita. –
- Non
funziona così, King. –
- Oh,
andiamo Selwyn, dovresti proprio scioglierti un po’. Se vuoi
posso insegnarti
come – concluse con un sorriso sghembo.
-
Perché invece non sei tu ad evaporare? –
Voltò
loro le spalle e si diresse verso il posto che Laura le aveva tenuto
accanto a
sé.
Devon
scosse la testa, incredulo.
- Mi
spieghi chi credi che io sia, Merlino? Come pensi che possa riuscire a
farle
capire che non sei un idiota totale quando ti comporti da tale ogni
volta che
la vedi? –
- Lo
so, ma è più forte di me. –
-
Allora lascia che ti dia un consiglio per la prossima volta che avrai a
che
fare con Drusilla: pensa a cosa fare e poi fai esattamente
l’opposto di ciò che
ti suggerisce il cervello – lo rimbeccò, sedendosi
e cercando di disturbare la
lezione il meno possibile.
*
-
Continuo a non capire come tu faccia a essere così indietro
con il programma di
Trasfigurazione – sospirò Adhara mentre riguardava
il tema che Alexandra aveva
cominciato a scrivere per Silente.
L’argomento
era la trasfigurazione umana e sembrava che l’amica ne avesse
capito
decisamente poco e niente perché dai pochi sconclusionati
appunti che aveva
preso non si riusciva a tirare fuori un discorso di senso compiuto.
- Lo
sai che non sopporto quella materia e credo che Silente mi detesti.
–
- Non
essere ridicola, Silente è completamente incapace di
detestare qualcuno -, la
rimbeccò, - la verità è che non ti
impegni affatto. Io sì che sono giustificata
con Storia della magia, Ruf è umanamente insostenibile.
–
- Ma la
materia è affascinante. –
Adhara
mosse una mano a mezz’aria. – Sì,
affascinante come la prospettiva di un calcio
sulle gengive. Facciamo così, io ti scrivo il tema di
Trasfigurazione e tu fai
quello che mi ha assegnato Ruf. –
Alexandra
sapeva riconoscere un buon accordo quando ne trovava uno: - Andata.
–
Passarono
le restanti due ore a ultimare i temi, per poi scambiarseli.
Fu
allora che si rese conto di una sagoma familiare intenta ad aggirarsi
tra gli
scaffali della libreria.
Consapevole
di Adhara che l’aspettava in piedi con la borsa
già in mano, s’inventò
rapidamente una scusa.
- Mi
sono ricordata di dover prendere in prestito un libro
d’Incantesimi. Ti spiace
se ti raggiungo più tardi? –
Si
strinse nelle spalle. – Nessun problema, ma cerca di non fare
troppo tardi
perché ho sentito che ci sono novità
all’orizzonte: i tuoi compagni di Casa
sembrano aver organizzato qualcosa d’interessante. –
- Ci
metto cinque minuti – assicurò, dirigendosi verso
il reparto in cui aveva visto
sparire Abraxas.
Stava
per voltare l’angolo quando l’odore inconfondibile
del suo profumo l’assalì un
attimo prima che le braccia del ragazzo le si chiudessero attorno alla
vita.
Si
rilassò nel suo abbraccio, lasciando che Abraxas la facesse
voltare verso di sé
e le depositasse un lieve bacio a fior di labbra.
- È
tutta la mattina che muoio dalla voglia di farlo, ma tuo fratello non
ti ha mai
perso di vista neppure per un secondo. –
- Lo
sai com’è tra gemelli, siamo molto legati.
–
-
Quindi dovrebbe capire se gli dicessi di noi –
osservò, inarcando un
sopracciglio biondo.
Scosse
la testa, sospirando.
Ne
avevano già discusso più di una volta: i suoi
fratelli non l’avrebbero mai
accettato.
Sia
Edward che Stephen non lo sopportavano e solo Mayra, pur essendone
consapevole,
sembrava disposta a rivalutarlo.
-
Tesoro, lo sai come la pensano. –
-
Continuo a non capire perché non gli piaccio; insomma,
guardami, sono
adorabile. –
Lo
osservò dalla testa ai piedi.
I lisci
e lunghi capelli biondi, le iridi azzurre, il volto dai tratti decisi e
lievemente spigolosi, le spalle larghe e il fisico asciutto e
muscoloso, il
sorriso furbo dipinto quasi perennemente sulle labbra.
Assolutamente
perfetto … ed era tutto per lei.
-
Abraxas … -
- Lo
so, non devo insistere, ma prima o poi dovremo dirglielo. –
Annuì,
sigillando la promessa con un lungo e dolce bacio, – Al
momento giusto. –
*
-
Un
Club dei duellanti? – ripetè.
Non era
certo di aver capito bene e ancora di più lo sconvolgeva il
fatto che Alya e
Clay avessero intenzione di valutare l’ipotesi di inserirsi
in qualche attività
organizzata e gestita dai Serpeverde.
- Per
prepararci al mondo al di fuori della scuola, o così ha
detto la Nott –, annuì
Clay, - e i Grifondoro hanno già dato il loro assenso alla
cosa. –
Certo,
chi meglio di quegli scavezzacollo aveva desiderio di infrangere le
regole?
Quello
che lo sconvolgeva era il fatto che Minerva potesse aver considerato
un’ipotesi
del genere.
Insomma,
lei era l’emblema del rispetto delle regole e aspirava a
diventare Caposcuola
l’anno successivo … se fossero stati scoperti
avrebbero tranquillamente potuto dire
addio a quel ruolo.
- Anche
Minerva? –
- Anche
lei. –
- E voi
Tassorosso cosa avete deciso? –
Alya
giocherellò con una ciocca di capelli. – Ci
stiamo, è una buona idea. È ancora
tutto da organizzare, però, perchè Lestrange ha
tenuto a precisare che non
dovrà intralciare in alcun modo gli allenamenti di
Quidditch, Fleamont ha detto
lo stesso riguardo le cene del Lumaclub e Minerva ha aggiunto la
questione
dello studio. –
-
Inoltre bisogna trovare il posto. Insomma hai tutto il tempo di
pensarci,
Norman – concluse Clay.
Sembrava
che se non altro Grindelwald fosse riuscito a far trovare un punto di
contatto
ai membri di tutte e quattro le Case.
Era una
cosa mai vista prima di quel momento.
-
D’accordo -, cedette, - ci sto anche io. –
Spazio
autrice:
Salve!
Eccoci qui con il nuovo capitolo e l’inserimento degli
ultimi OC selezionati (qui sotto trovate Casa e prestavolto). Invito
chiunque
non fosse stato selezionato a non prendersela perché se
ciò è avvenuto è solo
ed esclusivamente per due motivi, non necessariamente correlati:
-
il vostro OC era caratterialmente identico a un altro che
avevo già preso e non volevo troppa ripetitività;
-
il vostro OC non s’inseriva bene ai fini della trama.
Detto
ciò chiederei ai creatori dei nuovi OC che compaiono
in questo capitolo di rispondere alle domande del capitolo precedente
(ossia
giorno di nascita e cosa vogliono fare una volta diplomati) e vorrei
che tutti coloro che hanno un personaggio che
fa parte del Lumaclub mi mandassero un messaggio privato con
oggetto “Risposta
domande – *nome OC*” in cui rispondete a queste due
domandine:
-
chi potrebbe portare a una festa organizzata da Lumacorno
(se non avete preferenze posso pensarci direttamente io);
-
che abito indosserebbe per la festa (possibilmente
inseritemi anche un link dell’outfit in questione).
Detto
ciò, per il momento è tutto.
Alla prossima.
Stay tuned.
XO XO,
Mary
Serpeverde
Alphard Black (PV David Giuntoli) – VII anno, Prefetto e Battitore, membro del Lumaclub.
Alexandra Helen King (PV Scarlett Johansson) – VII anno, Caposcuola.
Edward
Robert King
(PV
Hunter Johansson) – VII anno, Portiere.
Corvonero
Norman
Andie Fealton
(PV Ian
Somerhalder) – VI anno, Prefetto e membro del
Lumaclub.
Grifondoro
Ethan
Fenimore Prince (PV
Adrien Sahores) –
VII anno, Cacciatore e membro del Lumaclub.