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Autore: lisa76    08/06/2009    14 recensioni
Un vampiro può avere mal di testa? Il nostro caro Ed può sopravvivere ai pensiri di Volterra. Da qui parte la mia idea, i personaggi sono quelli della Meyer. Per me è la prima volta siate clementi.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Cap. 4 - Conoscersi Ciao a tutti, sono tornata come promesso dopo il w.e., ma mi sto attrezzando per evitare queste pause. Che dire sempre grazie, sono stupita, 205 viste e chi se lo aspettava. Lo sapete che vi adoro vero?
Rispostine poi capitolo, infondo vi metto un sondaggino per la storia a venire, partecipate numerosi grazie!
Shinalia:   felice di divertirti!!!
Bacio
Cullen Vale: vedrai vedrai, questo cap ti dovrebbe piacere, aspetto un commento, so che non mi deluderai.Bacio
SweetCherry: Visto che ti piace, ti anticipo che stavolta è Bella che fa qualcosa involontariamente, dimmi se ti piace. Bacio 
stazietta w:
certo che si!!! Se non lo sa Alice! 
Bacio
serve: Si lo penso anch'io che Eddi sia fantastico, Bacio
Goten: Cara lo sai che ti adoro, spero ti piaccia il capitolo, e conto sulla tua risposta al sondaggio! Grazie Bacio
Giulia Miao:
Benvenuta ! Grazie dei complimenti, spero di meritarmeli ancora.
Bacio

Ora Capitolo, Bacioni a tutti
Lisa


Cap. 4 – Conoscersi

Restammo così per non so quanto, infondo l’immobilità è tipica della nostra razza, non ci eravamo più detti nulla. Pian piano mi stavo rilassando, stava torna la sensazione di benessere, mi guardai intorno, su un ripiano c’era una foto di Edward con Carlisle, poi tutto i Cd che gli avevo mandato io in quegli anni, i libri che gli avevano comprato i miei genitori, un quadro fatto da mia madre, tutto in quella stanza parlava di noi, “forse non ci odia come pensavo” si mosse cercando i miei occhi < Angelo mio, perché pensi che vi odi?> “Ops mi sente di nuovo” annuì, mi irrigidii “oddio che cosa imbarazzante, beh perché non ci hai mai chiamati, o ringraziati o semplicemente mandato un saluto” pensai mestamente, non rispose, alza gli occhi e mi guarda interrogativo, < Non ti sento più!> ammise, < Ah > sono un genio nelle conversazioni, non c’è che dire, < Forse lo scudo si abbassa quando ti rilassi> in effetti, < Si può darsi, cercherò di non rilassarmi allora > dissi sorridendo, un sorriso sghembo comparve sulle sue labbra, rendendo se era possibile ancora più bello. Veniva voglia di baciarlo, ehi fermi quello era mio fratello che mi veniva in mente, ma lo stare abbracciati così non aiutava, cercai di sciogliermi dal suo abbraccio, ma mi tenne stretta, era più forte di me, non riuscii a muovermi di un millimetro. < No ti prego, non sai che sollievo mi stai dando, scusa se sono invadente, non lo faccio a posta, ma rimani con me ti prego, non sai quanto mi stai aiutando, credevo di impazzire> lo disse tutto d’un fiato. < Ok, ma appena mi senti avvertimi, e cerca di non ascoltare, io cercherò di non rilassarmi, intesi> annui, < Sei proprio tanto timida? E comunque non vi ho mai odiati, non capisco perché lo pensi > Eravamo tornati al punto di partenza, che fare?, forse se lo avessi conosciuto meglio avrei fatto contento mio padre, e poi per ora era lui che mi doveva delle spiegazioni. Se avesse fatto domande strane me ne sarei andata e tanti saluti, o almeno avrei fatto scena muta. < Se non ci odi, perché in tutti questi anni non ci hai mai scritto, nemmeno un biglietto, infondo ogni anno ti mandiamo gli auguri ed i regali di natale, almeno potevi ringraziare mamma> non volevo, ma l’ultima frase mi era uscita carica di risentimento. Rimase in silenzio un attimo, poi alzo la testa per guardarmi negli occhi.  < Non è così semplice, vedi da una parte mi sentivo in colpa, perché ho deluso Carlisle e nonostante tutto lui continua a considerarmi parte della famiglia, voi mi considerate parte della vostra famiglia e non mi avete mai visto ne parlato, mentre io sono un mostro al vostro confronto e non mi sento degno di tanto affetto, in più non mi è concesso uscire dal palazzo se non sotto sorveglianza, Aro ha sempre temuto che tornassi da voi, e così ho dovuto fingere di non essere interessato al vostro affetto, sai sa essere spietato se vuole qualcosa, e Angioletto caro lui ti vuole un sacco, sia te che tua sorella, se avessi dato adito anche al minimo sospetto avrebbero preso la palla al balzo e vi avrebbero attaccati, sono 100 anni che combatto per loro, so come agiscono, non avreste avuto scampo.> Ero basita, sempre più spaventata da quel luogo e da quelle persone, Edward mi stava guardano, evidentemente la paura e lo sgomento si riflettevano chiaramente sul mio viso, perché mi strinse a se e scivolando verso l’alto posò un lieve bacio sulla mia fronte < Non permetterò che vi facciano del male, stai tranquilla, sono quasi impazzito per evitarlo> se fossi stata umana sarei arrossita, se fossi stata umana avrei pianto, come potevo averlo odiato così, io non sapevo nulla di lui, quanto aveva sofferto per proteggerci, per amore verso mio padre? Non so, ma di sicuro avrei fatto di tutto per portarlo fuori di lì, come quando lo avevo guardato la prima volta, e forse ancora di più dopo quanto aveva detto, volevo renderlo felice, volevo avesse una vita diversa. Stretta in quell’abbraccio forte mi sentivo sicura, a mio agio, e nemmeno ne capivo la ragione. Sospirai e lui si scostò per guardarmi, < mi racconti come sono gli altri?> mi chiese con vivo interesse, “che carino, è proprio bello quando sorride così” < Ehi angioletto ti sento, grazie per il complimento, ma sei molto più bella tu> ok voglio morire, stavo cercando di dire qualcosa, ma mi resi conto che non riuscivo a parlare, evidentemente lo scudo mi prosciugava le energie, < Basta che pensi a loro, così potrò vederli attraverso te, mi spiace che tutto questo ti stia indebolendo, ma devo dire che non mi sono mai sentito meglio in vita, ops esistenza, mia> sorrise e mi diede un altro bacio, ok seppellitemi, sghignazzo ed io tentai di concentrarmi sui miei familiari. Pensavo ai loro volti, alle sensazioni che provavo quando ero con loro, agli episodi divertenti che ci erano capitati, ai momenti teneri, alle attenzioni della mamma, all’esuberanza di Emmet, alla pazzia delle mie sorelle ed alla calma di Jasper che bilanciava tutto. Cercai di visualizzare la nostra casa, la scuola ogni cosa che mi veniva in mente pensando alla mia famiglia. Non mi chiese niente si lasciava semplicemente trasportare tra i miei pensieri, aveva chiuso gli occhi e mi stringeva forte, quando lo sentii sospirare mi bloccai, “ho fatto qualcosa di male” < No, tu no > il suo sguardo era triste mi sentii in colpa, cosa avevo pensato che lo aveva ridotto così? Accennò un sorriso e riprese a parlare < Deve essere bello, e tu li ami tantissimo, si vede ogni tuo pensiero è carico di affetto, anche quando pensi male delle tue sorelle, infondo le ami, ogni tuo pensiero è permeato d’amore, io non so neanche cosa significa.> Ah  ecco, adesso capivo.  Non sapevo cosa dirgli, quando mi prese in contro piede alzandosi ed allontanandosi da me. Provai una strana sensazione di vuoto, erano ore che eravamo abbracciati. Mi misi a sedere, non riuscivo a capire perché si fosse allontanato così d’improvviso, che non volesse sentire i miei pensieri? < Edward?> provai a chiamarlo, era davanti allo stereo e trafficava, Claire de Lune, partì in sottofondo, non ero una grande amante dei classici, ma quello mi piaceva, Debussy, gli avevo regalato la collezione completa delle suo opere quando papà mi aveva detto che suonava il pianoforte. Si girò regalandomi uno splendido sorriso < Sei stanca morta angioletto,  i tuoi occhi sono quasi completamente neri, ed è un vero peccato > si ero distrutta, ma non ero io quella che aveva rischiato di impazzire e poi potevo resistere ancora, < Non ti preoccupare per me, tu come stai?> Si risedette al mio fianco, ma un po’ scostato. < Molto meglio, ancora non so come mi sdebiterò> disse sorridendomi. Avevo una gran voglia di abbracciarlo, ma non ero certa che questa voglia avesse a che fare col compito che mi aveva affidato mio padre. Per mia fortuna fu proprio lui ad interrompere questi miei pensieri mal sani, entrando nella stanza. Aveva due bicchieri in mano, di quelli dei fast food, di cartone con la cannuccia. Si avvicinò sorridendoci < E’ ora della cena>  disse sorridendo. L’odore del sangue arrivò alle nostre narici, entrambi sentimmo il veleno invaderci la bocca, ma solo lui allungò la mano verso mio padre, io lo guardavo stupita. Mentre Edward iniziava a nutrirsi io mi rannicchia con le ginocchia al petto. Non lo avrei fatto. Mio padre si avvicinò, < Bella devi nutrirti, è sangue per trasfusioni, nessuno è morto per questo tesoro, ti serve non reggerai molto se continui così, lo scudo ti prosciuga le forze vitali> scossi il capo, io non bevevo sangue umano, punto. Era successo una volta sola in tutta la mia esistenza e ancora il rimorso mi accompagnava. Mai più, l’avevo giurato, mio padre non poteva chiedermi una cosa del genere. Edward mi guardava stupito e succhiava avidamente dalla sua cannuccia. < Dallo a lui, ne ha molto più bisogno di me, appena si sentirà abbastanza bene perché io possa allontanarmi per qualche ora, chiederò ad Aro il permesso di andare a cacciare.> Il mio tono non ammetteva repliche, papà mi guardò impotente, sapeva benissimo che non transigevo su questa cosa. < Non essere assurda, è la nostra natura > disse Edward come se fosse la cosa più naturale del mondo. Se gli sguardi potessero uccidere i vampiri, l’avrei fatto fuori in quel momento. Mio padre capì che era una discussione che sarebbe degenerata molto presto e spingendo Edward verso il lato opposto del divano si sedette tra noi e comincio a parlargli di casa, della proposta che aveva fatto ad Aro, e delle sue intenzioni.


Piaciuto? Spero di si.

Sondaggino: Edward verginello o sciupa femmine?

Rispondete così indirizzo la storia 

Baci Lisa

   
 
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