Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: Signorina Granger    25/04/2017    6 recensioni
INTERATTIVA || Conclusa
Agli occhi di molti la Cimmeria Academy è solo l'ennesima scuola privata, con le sue divise perfette e i suoi brillanti e ricchi studenti. La scuola ospita i figli delle più influenti e importanti famiglie di tutto il mondo, i ragazzi più promettenti e destinati a ricoprire ruoli di spicco nella società, come i loro genitori.
Ma mai giudicare un libro dalla copertina: la Cimmeria è molto di più e nasconde dei segreti, come alcuni suoi studenti già sanno... e presto anche altri se ne renderanno conto.
Genere: Romantico, Suspence, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Maghi fanfiction interattive, Nuovo personaggio
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Night School '
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Capitolo 32: Patronus 
 
 
Venerdì 25 Marzo
 
 
Si chiuse lentamente la pesante porta alle spalle, facendo attenzione a non fare troppo rumore.
Sbuffò leggermente mentre s’infilava le mani in tasca e s’incamminava lungo il viale per tornare nei pressi dell’edificio principale della Cimmeria, chiedendosi perché non riuscisse più nemmeno a godersi le ore buche. 
Invece di rilassarsi o prendersi avanti con i compiti come i suoi compagni lei aveva fatto una bella uscita nel freddo di quella giornata per andare alla Cappella. Era da tanto che non ci andava in effetti… e si era chiesta se non potesse trovarsi lì, il libro. Era un classico, un luogo molto pittoresco… poteva essere un’idea.
 
Ma Isabelle ci era stata così tante volte… e non le era mai sembrato di notare granché di rilevante. 
Disgraziatamente non poteva usare nessun tipo di magia dato che il libro era ovviamente protetto… e purtroppo non sarebbe mai apparso un cartello con scritto “guarda da questa parte”, anche se continuava quasi a sperarci. 
Continuò a camminare con lo sguardo assorto e fisso sulla ghiaia che stava pestando, senza badare a dove stesse andando… conosceva quella strada a memoria ormai, dopotutto. 
Alzò gli occhi dal terreno solo quando seppe di essere tornata abbastanza vicino alla scuola…. Ma non prestò molta attenzione all’edificio di mattoni rossi, posando invece gli occhi chiari su un altro tassello della grande tenuta. 
 
Si morse leggermente il labbro, pensando a quanto fosse passato dall’ultima volta in cui ci era stata. 
Dopo la morte di Alastair ci era tornata una volta sola… ricordava perfettamente quella conversazione con Jude che le sembrava paurosamente distante. Pensò a quanto fossero cambiate le cose da quel giorno, specialmente tra loro due, e a quello che lui le aveva detto: Al sapeva che gli voleva bene, in fin dei conti. Che ci aveva provato, a proteggerlo.
 
Prima di rendersene conto i suoi piedi si mossero e iniziò ad avvicinarsi al Padiglione, continuando a fissare l’imponente struttura interamente di marmo bianco. 
Doveva cercare anche lì, dopotutto… era solo un posto come gli altri. 
 
                                                                                 *
 
“Novità?”
“No, non che io sappia. Credo volesse andare alla Cappella e poi al Padiglione.”
 
Phoebe alzò lo sguardo per posare gli occhi su Jude, che annuì prima di lanciare un’occhiata fugace alla finestra e sedersi accanto a lei, al tavolo accostato al muro nella Sala Comune.
 
“Lo so. Le ho chiesto se volesse che andassi con lei, ma ha detto di no.”
“Strano… e sei davvero qui’ Avrei giurato che l’avresti pedinata in ogni caso!”  Phoebe sorrise con lieve divertimento, immaginandosi molto facilmente il ragazzo che seguiva qualcuno di soppiatto. Per tutta risposta, a confermare le sue idee, Jude si strinse nelle spalle, annuendo come se non si sbagliasse:
“Immagino che a Settembre l’avrei fatto… ma non era comunque solo per avere più informazioni. Volevo darle supporto morale.”
“Lo so, anche io mi sono offerta di accompagnarla al Padiglione… non deve essere piacevole.
 
“Già, non deve esserlo.”
 
Jude esitò prima di alzarsi, guadagnandosi un’occhiata perplessa da parte di Phoebe:
 
“Dove vai?”
“Ho bisogno di pensare un po’…”
“Peccato, e io che speravo che mi avresti aiutata con i compiti!”
“Volentieri, ma come minimo dovresti pagarmi per il disturbo…”
 
“Ridi pure, intanto io possiedo un mucchio di informazioni che potrebbero farti comodo.”
“Ah si? Per esempio?”
 
“Se ti dico il libro preferito di Isabelle, tu mi aiuti a rispondere alle domande di Pozioni… ci stai?”
 
                                                                                      *
 
Aprì gli occhi e respirò profondamente mentre si stringeva nella giacca, cercando di non rivivere il gelo che aveva sentito quella notte… anche se forse, sul momento, era rimasta così sconvolta da non fare nemmeno troppo caso alla temperatura molto bassa o al suo vestito non proprio pesante. 
 
Era ferma, in piedi esattamente al centro del padiglione circolare… esattamente sotto al punto dove, tre mesi prima, aveva trovato Alastair.
Sollevò il capo e le sembró quasi di rivedere la foto fluttuarle davanti agli occhi… l’aveva tenuta, in effetti. Era ancora dentro il cassetto nel suo comodino, anche se aveva usato la magia per cancellare la scritta che suo zio aveva lasciato sul retro. 
 
“Ci hai messo un po’ a venire qui.”
“Non è esattamente il mio posto preferito.”
 
Abbassò lo sguardo ma non si voltò, sentendo i passi alle sue spalle finchè non furono uno accanto all’altro.
 
“A me piaceva molto, quando studiavo qui… ma forse tu preferisci la Cappella.”
“Mi piace leggere le poesie scritte sulle pareti, tutto qui. Come mai qui?”
“Immagino per il tuo stesso motivo.”
 
Le mise una mano sulla spalla, esercitando una lieve pressione per farle capire di dover camminare. E presto Isabelle si ritrovò a scendere i gradini del Padiglione, inoltrandosi nuovamente sul prato… verso la radura. 
 
“Non è lì. Ho controllato il Padiglione decine di volte.”
“Bene. Se lo dici tu…” 
 
Isabelle gli rivolse un’occhiata torva ma rimase in silenzio per qualche istante, continuando a camminare prima di parlare nuovamente, con un tono più neutro e piatto:
 
“Perché non lo cerchi da solo? Conosci la scuola meglio di me, probabilmente.”
“Forse è vero, ma una copertura fa sempre comodo…”
“Certo. Quindi quando tutti sapranno che il libro è sparito dalla circolazione incolperai me. Logico.”
“Alla Cimmeria nessuno parla apertamente di Orion e del suo libro da decenni, Isabelle. Ma, come ho detto, non apertamente… io penso che ai piani alti ne sappiano di più.”
“Intendi il Consiglio?”
“No, Isabelle. Più in alto.”
“La Orion… Vuoi metterci le mani, non è così? Perché scommetto che qualunque cosa ci sia scritta nel libro, è collegata all’organizzazione più potente del Paese. Non ha a che fare con il fatto che TU non ne faccia parte, vero zio? Non sarà tutta gelosia?”
 
Isabelle sollevò un sopracciglio, ignorando la presa che si era rafforzata sulla sua spalla mentre suo zio continuava a non guardarla gli occhi scuri puntati dritti davanti a sé:
 
“Gelosia… Avevo sentito parlare della Orion quando studiavo qui, grazie a qualche compagno di scuola che aveva il padre che ne faceva parte. Ne rimasi affascinato, come dalla Night School del resto…”
“Perché non sedi entrato? Quasi tutti i membri della Night School ci entrano, una volta diventati adulti.”
“Quasi tutti, esatto. Entrare in quella banda di pavoni imbellettati non faceva per me…”
 
“Però vuoi controllarli, i pavoni che gestiscono le redini della Gran Bretagna.”
“Beh, sono pur sempre dei pavoni potenti. Ne conosci un paio molto bene, in fin dei conti. A proposito… Notizie di Shafiq?”
“No. E per favore, lascialo fuori. Devo andare, l’ora buca sta per finire…”
 
Isabelle si scostò dalla sua presa, fermandosi mentre l’uomo invece si limitava a rivolgerle un cenno, continuando a camminare per addentrarsi nel bosco.
 
“Zio?”
“Sì?”
“Come sta la mamma?”
 
“Amelie sta bene. Le porgerò i tuoi saluti.”
 
                                                                                     *
 
“Concentratevi. Non dovete fare altro, se avete in mente i ricordi.”
 
Adrianus contrasse la mascella, fissando il muro davanti a sé con espressione torva: era proprio quello il problema. Poteva essere un ricordo bello ma malinconico allo stesso tempo?
 
Ne aveva davvero tanti, di ricordi felici… ma molti riguardavano persone che ormai non c’erano più.
 
“Lo so, è difficile. Ma provaci.”    Annuì distrattamente nel sentire la voce di Camila, che gli stava sorridendo mentre sfiorava le piume argentee della civetta che era riuscita finalmente ad evocare. 
 
Era sempre stato molto bravo con la magia, non aveva mai avuto particolari problemi con nessun incantesimo… eccetto quello, così delicato, profondo e potente.
“Ok.”
 
Adrianus chiuse gli occhi ancora una volta, mentre una carrellata di immagini e ricordi gli invadeva la mente. Rivisse il suo Smistamento, il periodo ad Hogwarts e poi il trasferimento… quando aveva conosciuto Alexandrine, Alastair, Jackson… e Francisca.
 
Gli sembrò di tornare, per un momento, a quella lontanissima partita a palle di neve fatta al buio, entrambi con vestiti decisamente poco adatti… era difficile sentire ancora la sua risata p rivedere il suo sorriso, ma incredibilmente ci riuscì. 
Cercò di non pensare a quando aveva visti Alastair in quelle condizioni, sdraiato sulla neve candida, ma si concentrò su quello che era successo dopo. Quando Francisca si era seduta accanto a lui, lo aveva preso per mano e lui l’aveva baciata. 
Aprì gli occhi mentre pensava a quando si erano visti per la prima volta dopo le vacanze di Natale e, soprattutto, alla lezione di Pozioni dove avevano preparato l’Amortentia.
 
“… torta di mele.”
 
Non riuscì a non sorridere mentre sollevava leggermente la bacchetta, ripensando alla felicità che aveva provato nel realizzare che Francisca lo amava sul serio.

“Expecto Patronum.”
 
Il suo sorriso si allargò e quasi non sentì la voce di Camila, che sorrise ed esultò nel vedere il coleottero sgusciare fuori dalla bacchetta del ragazzo. 
 
“Te l’avevo detto, bravo Steb!”
 
Adrianus sorrise, allungando una mano per sfiorare la scia d’argento che il Patronus si lasciava alle spalle.
 
Solo per te, Frankie 
 
 
 
“Non ci credo! MI HAI COPIATO IL PATRONUS!”
“IO? TU SEMMAI!”
 
Sebastian Roteò gli occhi, sospirando e avvicinandosi a Phoebe e Faye per farle smettere di battibeccare, mentre le rispettive pantere d’argento si rincorrevano a vicenda come se volessero giocare insieme. 
 
“Emh, ragazze… non è la fine del mondo, siete anche grandi amiche, evidentemente si somigliate…”
 
“TACI TU!
“Ok, va bene, tolgo il disturbo…”
 
Intuendo che era meglio non disturbare le due il ragazzo girò sui tacchi, non avendo nessuna voglia di finire messo KO da sua cugina o da una delle sue migliori amiche.
“Che cos’hanno, questa volta?”     Isabelle sorrise quando Bas le passò accanto, facendolo sbuffare leggermente mentre le rivolgeva un’occhiata eloquente: 
 
“Credo che stiano discutendo… non lo so, credo che non lo sappiano nemmeno loro. Ma hanno lo stesso Patronus… segni del destino.”
 
“Si somigliano più di quanto pensano, è vero, Hai già evocato il tuo?”
“Sì.”
 
Sebastian accennò alla tigre che trotterellava accanto alle pantere di Faye e Phoebe, facendo sorridere la ragazza:
 
“Già, tu e Faye siete parenti anche sotto questo punto di vista. Io non ho ancora evocato il mio, ma pazienza.”
“Se ce l’abbiamo fatta io e Adrianus, puoi farlo anche tu… Io ho pensato all’ultimo giorno di scuola del quinto anno, quando ci siamo tutti trasferiti in blocco a casa di Al.”
 
Sebastian sorrise, pensando al mese di vacanza più bello di tutta la sua vita mentre Isabelle annuiva leggermente, stringendosi nelle spalle prima di parlare di nuovo:
 
“Mi farò venire in mente qualcosa a mia volta… penso di avere solo la testa da un’altra parte in questo momento.”
 
Isabelle fece per girare sui tacchi e allontanarsi ma il ragazzo la chiamò. Facendola bloccare prima di voltarsi nuovamente verso di lui:
“Si?”
“L’ho capito…  Tra te e Verräter. Spero davvero che tu sia felice… ce lo meritiamo tutti dopo quest’anno.”
 
“Grazie Bas… spero che presto lo saremo tutti, almeno come nei ricordi che ci hanno fatto evocare i nostri Patronus.”
 
Isabelle sorrise al ragazzo mentre continuava a rigirarsi la bacchetta tra le dita prima di voltarsi, spostandosi di qualche metro per cercare di isolarsi e di concentrarsi.
Pensare ad un ricordo felice… ne aveva, parecchi. Legati alla sua infanzia, alla sua famiglia – che comprendeva anche quella di Alastair – e alla Cimmeria.
Ma in quasi tutti c’era lui. E non riusciva ad evocare niente di formato con il pensiero di Al a bloccarla. 
Il suo sguardo vagò nella stanza, gremita di compagni di classe, finché non si soffermò su Jude. 
In effetti era curiosa, chissà che ricordo stava usando il ragazzo per cercare di evocare il suo Patronus… ma che Jude fosse piuttosto riservato ormai lo sapevano tutti, e non le andava di disturbarlo se si trattava di qualcosa che preferiva tenersi per sé. 

Isabelle sospirò, chiedendosi a cosa pensare per riuscire finalmente a dire vita al suo Patronus. Aveva già provato con ricordi legati ad Alastair e la malinconia aveva finito col prendere il sopravvento sulla felicità dei momenti stessi. 
Pensò a tutti i momenti che aveva trascorso a scuola insieme a Phoebe e a Faye, tutte le feste per cui si erano preparare insieme… tutti i disastri che lei e Phoebe avevano impedito a Jackson, Faye e Bas di combinare.
E poi pensò a quell’ultimo anno, fatto di molti momenti negativi… qualcuno di felice, certo, ma decisamente in misura minore. Cercò di ignorare le morti e di pensare solo alle cose positive… e la sua mente si catapultò subito su Jude, pensando a quanto fossero cambiati e a quanto il loro rapporto fosse cresciuto con il trascorrere del tempo.
Le sembrò di rivivere tutte quelle conversazioni piccate e quasi fredde dove lei era sempre rimasta sulla difensiva, la sera del Ballo quando l'aveva presa per mano per accompagnarla di nuovo a scuola, a Natale quando le dato quell’incerto, quasi timido abbraccio. Pensò a quando l'aveva salvata con l’antidoto e a quanto le cose fossero cambiate… in meglio, certo. 

“Expecto Patronum.” 

In realtà ormai non ci sperava quasi più, dopo tutti quei Patronus non formati e fiochi… ma sorrise, le sue labbra si inclinarono come ormai succedeva di rado mentre guardava quella palla di pelo saltare fuori dalla sua bacchetta e guardarla con curiosità.

“Ciao… come sei carina!”  Isabelle si inginocchiò, allungando una mano per accarezzare il muso della piccola volpe che la guardava con la coda pelosa e arricciata e che si muoveva sinuosamente alle sue spalle. 
“Carina, sveglia, letale… mi ricorda qualcuno.’ 

“E sentiamo, quale sarebbe il TUO Patronus?”   Isabelle inarcò un soparaccihlio, sollevando lo sguardo su Jude che le si era avvicinato, sorridendole:

“Temo che il mio non sia ancora formato.” 
“Quindi ci sono riuscita prima di te? Ah, che soddisfazione.” 
“Capirai, io sono più bravo in Pozioni. A cosa hai pensato?” 
“Vuoi sapere se ho pensato a te?” 

Jude si strinse nelle spalle, evitando di rispondere affermativamente mentre la ragazza si rialzava e sorrideva, imitandolo e facendo spallucce: 
“Non te lo dico.” 
“Non è affatto corretto! Ricordati che posso sempre entrare nella tua testa quando mi pare.” 
“Tu provaci e io entrerò nella tua camera e farò sparire la tua scorta di Pozioni.” 
“A proposito… devi ancora dirmi della tua Amortentia.” 
“Uh, guarda, Phoebe mi sta chiamando!” 

Isabelle sorrise e trotterellò verso l'amica, superando il ragazzo e ignorandolo mentre lui invece la fulminava con lo sguardo, suggerendole che prima o poi l'avrebbe inchiodata e non sarebbe riuscita a svicolare. 

In realtà voleva saperlo, certo… ma aveva iniziato a pensare a come si sarebbe sentito se Isabelle gli avesse detto di non aver sentito qualcosa di riconducibile a lui. Forse era quasi meglio non indagare, in realtà.
Il ragazzo sbuffò, dicendosi di tornare a concentrarsi sui suoi ricordi. 
Aveva pensato a qualche ricordo particolarmente bello legato alla sua famiglia, ma ne aveva trovati ben pochi… aveva passato pochi momenti di serenità con suo padre, ma uno di questi era sicuramente quello di una lontana giornata passata insieme a Berlino, per una volta come una normalissima e vera famiglia. 
Chissà, forse suo padre nemmeno lo ricordava… ma quella giornata non se n'era mai andata dalla sua testa e nemmeno dal suo cuore. 
Faceva freddo, ma a lui non era mai dispiaciuto… a parte quando la sua camera era gelata grazie alle premurose cure di sua nonna che probabilmente sperava di trovarlo morto assiderato, prima o poi. 

Ma poteva bastare? Aveva già fatto qualche tentativo, in effetti… si chiese a che altro potesse pensare e sorrise: la risposta non ci mise molto ad arrivare. 

“Mi fido di te, Jude.” Solo quella frase bastava a gonfiargli il cuore, ma a seguire ripensò a quando Isabelle lo aveva abbracciato la prima volta… e soprattutto a quando si era svegliato in Infermeria e si era reso conto che lei era ancora lì, accanto a lui.

Mormorò la formula a bassa voce per l'ennesima volta, pregando di vederlo. 
Sorrideva di rado, Jude Verrater, a parte forse quei sorrisi sbilenchi e beffardi che sfoggiava di tanto in tanto. Quel pomeriggio però sorrise quasi a trentadue denti mentre guardava il serpente corallo argenteo che gli era appena comparso davanti. 

Un serpente… già immaginava i commenti di alcuni compagni di classe, ma non gli interessava. 
“Serpeverde fino alla fine, vedo.” 

Alzò lo sguardo e annuì in direzione di Adrianus, parlando con un tono sinceramente soddisfatto:

“Avevi qualche dubbio, forse?” 


“Mat!” 
“Che c'è?” 
“La tua lepre sta inseguendo la mia povera civetta!”  Camila sbuffò, guardando con disapprovazione la lepre d'argento che stava saltellando per acchiappare la povera civetta, che svolazzava a destra e a sinistra. 

Mathieu sorrise, mettendo un braccio intorno alle spalle dell'amica e osservando la scena con aria divertita:
“Se la tua civetta è rompiscatole come te, certo che la sta inseguendo.” 
“COME SCUSA? Antipatico.” 
Camila sbuffò, incrociando le braccia al petto e guardandolo con espressione prega mentre l'amico invece continuava a sorridere, dandole una gomitata:
“Dai, lo sai che scherzo. Io ho pensato al mio primo giorno a Beauxbatons, quando ho conosciuto… Etienne. Tu a cosa hai pensato?” 
“La prima volta in cui mi sono colorata i capelli… mi aveva aiutato mia madre, me li tendi di rosa confetto!” 
Camila rise e Mathieu la imitò, suggerendole di non farsi mai più i capelli di quel colore e beccandosi così una lieve sberla sul braccio.
“Oggi sei veramente antipatico Mat!” 
“Lo so, ti voglio bene anche io.” 

                 
                                                                               *

Teneva la testa appoggiata contro il muro, osservando il quadro che le stava davanti. Orion Callaghan era proprio davanti a lei e Isabelle si era ritrovata ad osservare quel ritratto per l'ennesima volta nell'arco di pochi giorni. 
“Che cosa ci fai qui?” 
“Non lo so… forse spero che inizi a parlare e a dirmi dove sia il suo dannato libro. In effetti questo è l'unico ritratto della scuola a non essere animato…” 

Jude sedette sulla panca di legno accanto a lei, mentre gli occhi di Isabelle vagavano sulla figura davanti a lei. Non sapeva nemmeno di preciso cosa stesse cercando, in realtà.
In effetti nel ritratto Orion teneva un libro in mano e moltissime teorie sostenevano che fosse proprio quella specie di diario che nessuno sembrava aver mai più trovato… ma c'erano davvero indizii da cercare? 

Suo padre, così come Morgan Shafiq, avevano studiato in quella scuola. Erano stati membri della Night School e poi, come spesso accadeva, erano entrati nella Orion Society, la rete che controllava praticamente tutto il Paese attraverso modi diversi: le banche, i giornali, il Ministero, gli ospedali. 
Suo padre non amava parlarne e nemmeno sentirsi porre molte domande sull'argomento, così aveva imparato a non farne… anche perché a lei non era mai interessato, di entrare nell’organizzazione.
Gli occhi di Isabelle si posarono sul polso di Orion, lasciato scoperto leggermente dalla manica della giacca scura. 
Aggrottò la fronte nel cogliere qualcosa, anche se forse si sbagliava… o forse no.
“Jude… vedi anche tu una specie di segno sul polso di Orion?” 
“Si, può essere. Credi che sia un errore?” 
“No… non l'avrebbe mai fatto appendere qui, se lo fosse stato.” 

La mano di Isabelle si mosse e senza tante cerimonie prese il braccio del ragazzo, sollevandogli leggermente la manica della camicia bianca per guardare il tatuaggio che aveva sul bicipite. 
“Isabelle, che cavolo ti prende?” 
“Tatuaggio…” 
“Grazie per l'illuminazione, so di avere un serpente corallo tatuato sul braccio!” 

“No, intendo… ha un tatuaggio.” 
Si alzò, avvicinandosi al ritratto per guardarlo più da vicino… e come un flash vide duo padre e Morgan. A cena, o quando parlando si sistemavano distrattamente le maniche della camicia… permettendo di scorgere qualcosa sul polso destro. 
Un tatuaggio identico che Isabelle aveva sempre pensato si fossero fatti da giovani, come per suggellare la forte amicizia che li legava. 
Ma forse si era sempre sbagliata.

“Conosco quel tatuaggio. L'ho già visto in mucchio di volte… tre punti allineati. Tre, ancora. La cintura di Orione. Mio padre e Morgan hanno quel tatuaggio, proprio sul polso. Non può essere un caso… deve essere collegato alla Orion.” 
“Tutto ritorna sempre sul tre… sicura che al Padiglione non ci fosse nulla?” 
“Si. E me lo ha anche confermato mio zio.” 

Isabelle sbuffò, allontanandosi di un passo dal quadro per avvicinarsi nuovamente a Jude, che sollevò un sopracciglio prima di parlare:
“Lo hai visto?” 
“Si, oggi pomeriggio.” 
“Lo sai che se ti schiaffeggia di nuovo devi solo dirmelo, così lo riduco peggio di tutti gli altri cadaveri dell'anno, vero?” 
“Non mi dispiacerebbe come prospettiva… ma temo che dovresti comunque aspettare. Rivoglio mia madre indietro e non succederà se dovesse morire, disgraziatamente.” 

Isabelle sbuffò, sedendo di nuovo accanto a lui nel corridoio deserto, appoggiando il capo sulla sua spalla mentre tra i due calava il silenzio, entrambi impegnati a pensare a cose diverse. 
“Isabelle… non ti ho ancora ringraziato per la lettera che mi hai fatto avere senza leggerla.” 
 “Te l'ho detto, se devo sapere qualcosa sulla tua famiglia sarà per mano tua.” 

Jude annuì, ripensando alle parole di Shafiq. Aveva scritto che aveva trovato informazioni strane, quasi contrastanti sulla sua famiglia… che secondo lui c'era qualcosa sotto, che a quanto sembrava era una famiglia avvolta in una strana, densa nube. E tristemente aveva ragione… ma voleva che lei lo sapesse da lui e basta. 
“Io credo… di non averti detto tutto. E non voglio che tu lo sappia da qualcun altro, anche se non vorrei dirtelo perché temo che ti allontaneresti davvero da me.” 
“L'hai già pensato una volta e non l'ho fatto… proviamo di nuovo.” 
Isabelle si rimise dritta per guardarlo e sorrise nel cogliere una buona dose di timore e incertezza negli occhi di Jude, allungando una mano per scostargli come al solito i capelli dall’occhio chiaro:
“Andiamo Jude… che cosa non capisci del fatto che io tenga davvero a te? Se proprio vuoi saperlo, ho pensato a te prima.” 
“Davvero?” 
“Sì. E ho… sentito il tuo profumo. Coraggio, puoi dirmi qualunque cosa. Io non scappo.” 

Le dita di Isabelle si intrecciarono con le sue e Jude sorrise di fronte a quell’inaspettata doppia rivelazione. Anche se continuava ad essere preoccupato da giorni per quella storia, certo. 
“Ok. Spero davvero che non ti rimangerai tutto quello che hai detto fino ad ora.” 







 ………………………………………………………………………………………….
Angolo Autrice:

Buona…sera? 
Sono finalmente riuscita a pubblicare questo capitolo, ma essendo molto assonnata e appena tornata non mi dilungo troppo… e spero che non sia pieno di castroni, ma non ne ho riletto buona parte volendolo pubblicare stasera. Vi ringrazio solo come sempre per le recensioni e vi comunico “ufficialmente” – anche se presumo che si sia già intuito – che non mancano molti capitoli alla fine della storia… anzi, direi che ne mancano cinque al massimo. Chissà, forse nel prossimo potrei infilare un colpo di scena e risolvere tutto quanto… mah. 

Ci sentiamo presto con il seguito, intanto buonanotte! 

Signorina Granger 

   
 
Leggi le 6 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Signorina Granger