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Autore: SweetAinwen    30/04/2017    4 recensioni
- Che cosa hai fatto a Marinette? - scandì le parole, digrignando i denti.
Lui si alzò lentamente: - Io? Non le ho fatto niente. - si girò, sorridendo.
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Potevano urlare di rabbia quanto volevano, invocare aiuto impauriti quanto volevano, ma ritornava tutto indietro... per il semplice motivo che, oramai, erano solo eco nello specchio.
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E se i sentimenti negativi che cerchi di dissipare... si incarnassero? Tu serais comme un Écho dans le miroir.
Genere: Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Adrien Agreste/Chat Noir, Marinette Dupain-Cheng/Ladybug, Plagg, Tikki
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Écho dans le miroir.

                                                                           




Atterrò a pochi metri da loro, i lineamenti del viso deturpati dalla rabbia e l'asta stretta in una morsa ferrea. 
Scrutò la ragazza, poi Chat Blanc e viceversa: - Che cosa hai fatto a Marinette? - scandì le parole, digrignando i denti.
Lui si alzò lentamente: - Io? Non le ho fatto niente. - si girò, sorridendo. 
- Non le hai fatto niente. - ripeté pacato - Non le hai fatto niente?! - questa volta sbraitò - Secondo te, trovarla a terra, incosciente, è non farle niente?! Chi vuoi prendere in giro?! - si mise in posizione d'attacco: - Allontanati da lei. Subito. -
- Come desideri, Chat Noir. - lo beffeggiò, facendo un lieve inchino che lo mandò su tutte le furie.
- Non ti conviene scherzare. -

Beep-beep.

Chat Noir sgranò gli occhi e fissò l'anello. 
"Due tacche? Ora ci sono due tacche!", pensò stupito.
La risata del suo altro sé stesso lo fece soffiare contrariato: - Cosa c'è di divertente? - 
- Rompendo lo specchio, hai permesso al tempo di mobilitarsi. Per questo l'anello, ora, è attivo. - gli spiegò calmo, guardando il cielo azzurro. - Quella gabbia bianca era un luogo senza tempo, per tale motivo sei rimasto nella tua forma da Chat Noir. - l'osservò ghignando - Dovresti sbrigarti, prima di tornare normale. -
- Non c'è bisogno che tu me lo dica! - 
Dopodiché corse nella sua direzione ma, improvvisamente, il paesaggio cominciò a deformarsi, bloccandolo sul posto. Scivolava via come pittura fresca, venendo occupato dal nero totale e indietreggiò leggermente.
- Cosa sta succedendo? - con la coda dell'occhio intravide Marinette mentre veniva trascinata dal suolo oscuro e il cuore pulsò a mille. - Marinette! -
Mancava poco nel raggiungerla, aveva proteso anche la mano e stava per afferrare la sua. Era a pochi millimetri e... la ragazza scomparve nel vuoto. 
- No! - 
Rimase secondi interi a fissare il punto dove prima era situata, stringendo la mano a pugno. Maledizione! Se fosse stato più veloce, l'avrebbe presa! Le sue gote furono percorse da gocce salate e Chat Blanc rise di gusto.
Chat Noir si voltò, nel momento in cui lui si scompigliava i capelli biondi.
- Oh, quanto mi dispiace. Stai bene, Chat Noir? - 
- Chiederlo quando sai già la risposta... -
- Ho capito, ho capito. - alzò una mano a mezz'aria - L'ho fatto per gentilezza. - 
- Cosa sei davvero? - 
- Rammenti... quando hai posato le tue mani sullo specchio? -





Sospirò, avvicinandosi allo specchio a figura intera appeso al muro accanto al letto. Ci poggiò sopra la mano destra e si scrutò.

- Eri arrabbiato, amareggiato, insicuro. Tutto perché credevi che Ladybug avesse una cotta per qualcun'altro e che, per questo, non ti calcolasse nemmeno di striscio. -

Mugugnò contrariato: - Che situazione odiosa! - sibilò, posando l'altra mano sul vetro. - Datti una calmata, Adrien. Respira. - inspirò profondamente, per poi espirare. - Non scoraggiarti. C'è ancora una possibilità. - sorrise amaro - Certo. Certo. -

- Volevi liberarti di quei sentimenti negativi, perché sapevi perfettamente che, se venivi sopraffatto da essi, avresti commesso azioni di cui ti saresti pentito. -

Avvertì un calore improvviso provenire dall'anello e l'osservò. Ora era più sereno, in pace...
Era strano, sentiva come se gli stesse tirando via... un pezzo di sé. La sua parte... oscura? Corrugò la fronte.
"Perché penso queste cose?", si domandò, alzando gli occhi al cielo. 
Lo specchio cominciò ad illuminarsi, attirando la sua attenzione.
- Ma cosa...? - 

- Perciò, il Miraculous ha voluto esaudire il tuo desiderio: quello di non provarli e di poter rimanere al fianco della tua amata senza preoccuparti delle conseguenze. -

Il vetro oscillava, come se dovesse mostrare qualcosa... o qualcuno. 
Nel frattempo, dietro lo specchio, circondato da mura nere, c'era un ragazzo. La chioma bionda, le iridi e gli occhi verdi, con lo stesso abbigliamento di Chat Noir, salvo il colore: bianco.
Aprì i bulbi, che erano chiusi fino a un attimo prima, e osservò l'altro sé stesso attraverso il vetro. 

- L'anello capiva il tuo stato d'animo e li ha espulsi... -

Il giovane si detrasformò e poggiò i palmi sulla superficie riflettente.

- ... incarnandoli... in me. -

Beep-beep.

Chat Noir si sentì tirare per i polsi e sgranò gli occhi, preso alla sprovvista. Il vetro era sempre più vicino e strizzò i bulbi per non assistere all'impatto con esso. Non avvertendo nulla, li riaprì e, appena lo fece, un colpo alla nuca lo stordì. Il buio lo avvolse all'istante. 
L'altro Adrien lo fissò, con la mano ferma a mezz'aria per la botta che gli aveva dato e lo sguardo inespressivo. Successivamente fece fuoriuscire un piede dallo specchio, seguito dal secondo e si guardò attorno. Si trovava fuori dallo specchio. 

- In poche parole... sono l'incarnazione della tua emotività negativa. Un concentrato di cattiveria. - 

Sorrise e si voltò, notando Chat Noir steso a terra all'interno della superficie riflettente.
La porta fu aperta di scatto e Nathalie comparve sulla soglia: - Signorino Adrien, deve presenziare a degli scatti fotografici. -
- Arrivo subito, Nathalie. - enunciò sorridente e la donna annuì, per poi chiudere la porta. 
Adrien diede un'ultima occhiata al giovane privo di sensi e si avviò, sorridendo cattivo. 






- Non credevi possibile che il Miraculous fosse capace di questo, vero? - domandò, sorridendo sghembo e Chat Noir digrignò i denti. - Ci sono varie cose che non sai, allora, Adrien. - esibì gli orecchini tra le mani, facendoli saltare come fossero una pallina. 
Il respiro di Chat Noir si fermò alla vista di quegli oggetti e Chat Blanc, capendo, ghignò. Ora si che si sarebbe divertito!
- Ti sono familiari? - ridacchiò - È il Miraculous di Ladybug. Bello, vero? - 
- Il Miraculous... -
- Sì, esatto. - lo interruppe, scrutando gli orecchini. - Ora collega: perché ho voluto incontrare Marinette? - chiese guardandolo - Ieri l'ho vista alla fine delle lezioni con indosso questi e mi sono detto: << Wow. Sono identici a quelli di Ladybug! >>. Così ho voluto indagare e l'ho chiamata. Le ho fatto un piccolo discorsetto su Lila, su come lei si sentisse in colpa per ciò che le aveva detto e che voleva rimediare. - rise - Dovevi vedere la sua faccia! E quando mi ha visto trasformarmi, scoprendo infine la doppia identità da supereroe? Esilarante. -
Le lacrime scesero incontrollate, facendolo singhiozzare. No, non poteva essere vero! Marinette era...? 
- Esatto, Adrien. Marinette è Ladybug. Non riesco a capire come tu non ti sia accorto della somiglianza. I capelli, gli occhi... Insomma! Ci sono varie cose che combaciano. Sei talmente accecato dal tuo amore per Ladybug da non notare di averla sempre avuto accanto! Esilarante anche questo. - la sua ilarità riecheggiò in quello spazio nero e Chat Noir spostò l'attenzione alla sua destra per non dover vedere in faccia la realtà.
Su una cosa lui aveva ragione: se Marinette era davvero Ladybug, non aver notato niente era da veri ciechi. Come?! Come aveva fatto a non capire...? E se fosse una bugia? Solo uno stratagemma per metterlo K.O in fretta?
- Puoi non credermi. Se questo è ciò che desideri. - rise maligno e Chat Noir singhiozzò. 

Beep-beep.

- Uh! Une minute. Temps est terminé, Chat Noir. - 
Il citato allungò il bastone e corse nella sua direzione, urlando rabbioso. Gliel'avrebbe fatta pagare: il suo essersi spacciato per lui, impossessandosi della sua vita, e l'aver toccato un'amica a lui cara... o la sua amata...
Chat Blanc fece un balzo e toccò con i piedi la schiena del giovane, spingendolo così in avanti e facendogli perdere l'equilibrio. 
Riuscì a non cadere grazie all'asta, che fece scontrare contro il suolo, mentre l'altro l'osservava a braccia conserte sghignazzando. La vittoria era in mano sua, ormai. 
- Dove miri? Io sono qui. - 
Chat Noir si girò di scatto, stringendo la presa sull'utensile. Si stava beffando di lui simulando le sue medesime mosse e ci riusciva bene! In fondo... era la sua parte oscura.
- Non vantarti troppo, potresti cadere. -
Ridacchiò: - Lo stai dicendo a te stesso, te ne sei accorto? - 
"Non posso nemmeno usare il cataclisma. Dannazione!", pensò esasperato.
- Arrenditi. È la cosa migliore. - 
- Nemmeno per idea! - 
- Allora fatti sotto. - 
Chat Noir non lo vide muovere un muscolo, neanche per mettersi in posizione di difesa. Niente. Lo stava trattando come... un perdente. Ciò lo mandava in bestia! Aveva davvero un lato così...? 
Pensare che era lui... come poteva? Si mosse velocemente, il bastone di lato. Ormai lo aveva raggiunto!
"Sei morto!", pensò sorridendo Chat Noir.
Sgranò gli occhi e Chat Blanc mostrò i denti, vittorioso. Adrien avvertì lo stomaco sotto sopra mentre, con una mano protesa in avanti... cadeva nel vuoto. 
Chat Blanc lo guardava precipitare, finché non lo vide più e sorrise: - Puurr-fait fini de jouer, garçons. - enunciò, tra le dita il Miraculous dell'altro sé stesso e il kwami in nero finì sulla sua mano libera, mugugnando sfinito. - Bentornato, Plagg. Piaciuta la permanenza nell'anello? - poco dopo, il citato svanì, facendolo ridacchiare. 



Marinette aprì gli occhi con lentezza e venne accecata da una luce abbagliante e li schermì con l'avambraccio, reggendosi con il gomito dell'altro. Abituatasi, si osservò attorno.
Erano state le pareti bianche a procurarle quel fastidio ai bulbi e corrugò la fronte, deglutendo. Era un brutto sogno? 
- Dove... Dove sono? - improvvisamente si ricordò dell'accaduto e il respiro si fece irregolare. - Tikki! - esclamò, controllando la borsetta e trovandola vuota, facendola deglutire di nuovo. - Tikki! Dove sei? Tikki! - urlò a squarciagola - No... No, no, no! Non può essere! - le lacrime scesero lungo le guance, offuscandole la vista. - Tikki... Tikki... - mormorò, piegandosi in due.





- No, non può essere! - si tappò le orecchie, strizzando i bulbi. - Adrien non può essere Chat Noir! Mi stai mentendo! Sei un bugiardo! - lo guardò con le lacrime agli occhi - Dov'è Adrien? Il vero Adrien! -
Ridacchiò: - Io sono Adrien. -
- No! - 
- Sei libera di non credermi. -
- Infatti non ti credo. -
Inclinò il capo di lato: - Bene. - 
Il ragazzo chiuse gli occhi, facendo sgranare quelli di lei alla vista del suo cambiamento. 
I vestiti iniziavano, pian piano, a diventare una tuta aderente, una coda, una maschera e delle orecchie da gatto. La peculiarità era che era interamente bianco. Adrien era diventato Chat Noir davanti ai suoi occhi! 
- No... Non puoi essere Chat Noir! - 
- Infatti. - lei si stranì - Io non sono Chat Noir. -
- Cosa...? -
- Chiamami... Chat Blanc. - rise - Perché non ti trasformi, Ladybug? - lei deglutì.
- Non so di cosa... -
- L'ho vista. - la interruppe - Il tuo kwami è molto grazioso, lo sai? - Marinette celò con le mani la borsetta - Come si chiama? Ah, già... Tikki. - ghignò - Esci allo scoperto, ormai non ha più senso nascondersi, Tikki. -
La giovane digrignò i denti e mosse un passo indietro, per poi iniziare a correre. 
- Diamo il via ai giochi. - sussurrò Chat Blanc, sorridendo sghembo. 
- Marinette, devi trasformarti! - esclamò Tikki, fluttuandole davanti.
- Sa di te! Ti avrà sicuramente vista quando parlavo con te! Dannazione! È stato akumizzato? -
- Non credo. Non si sarebbe mostrato come Adrien, altrimenti. -
Uno spostamento d'aria alle sue spalle la mise sull'attenti e diede un calcio rotante, che fu schivato, e fece una capriola all'indietro. 
Chat Blanc rise, divertito: - Sei brava ad evitare. Ma ora voglio vedere quanto sei capace a combattere. - detto questo fece un balzo, librandosi in aria con il bastone e Marinette si portò di lato ed esso atterrò sul terreno.
- Marinette, trasformati! - 
- Sì, dai ascolto al tuo kwami. - la prese in giro il ragazzo, ridacchiando. 
Marinette strinse i pugni e corse: - Tikki, trasform... -
Non riuscì a finire di parlare, qualcosa ostruì il suo cammino e la fece cadere, sbattendo la testa contro il terreno. Udì solo Tikki fare il suo nome a squarciagola, poi fu il buio.
Chat Blanc si avvicinò, battendo l'estremità dell'asta contro il suolo: - Sempre che io te lo permetta, ovviamente. - ridacchiò e Tikki lo guardò furibonda. - Oh, su! Non guardarmi così, Tikki! - 
- Percepisco un grande concentrato di negatività, in te. Sei stato espulso, non è vero? - 
Schioccò la lingua: - Indovinato! - 
Si abbassò, protendendo una mano e la kwami, capendo la traiettoria, si mise davanti agli orecchini. Chat Blanc la osservò, per poi afferrarla e spostarla da un lato. 
- Ti prego, fermati! - 
- Mai! - successivamente ne acchiappò uno. 
- No...! -
Quel diniego le uscì strozzato, poiché il secondo orecchino era stato tolto, facendola scomparire. 






Singhiozzò, portandosi le gambe al petto e abbracciandole, affondandoci la testa.
"Tikki... Adrien...", invocò avvilita.
Aveva perso il Miraculous, la sua amica... e ora era situata in un luogo sconosciuto. Perché era successo?! Perché?! Quel ragazzo era davvero Adrien, lui era veramente Chat Noir? Non voleva crederci!

Adrien rotolò su sé stesso, fino a quando non si fermò. Si mise carponi, cercando di alzarsi e, alla sua sinistra, vide lo specchio. No! Era ancora lì! Era ritornato lì! Dal lato opposto, le mura erano candide e le sue, invece, erano nere. Sembravano lo ying e lo yang. Dei singhiozzi raggiunsero le sue orecchie e ci osservò all'interno, avvicinandosi al vetro. 
Inspirò profondamente e posò i palmi su di esso: - Marinette! -
La ragazza si immobilizzò e alzò lo sguardo, osservandosi intorno. Quella che aveva sentito era la voce di Adrien?
Appoggiò le mani sul suolo bianco e alla sua destra, infine, lo trovò. Tramite una superficie riflettente riusciva a vedere il suo Adrien. Normale, non era Chat Noir, era normale. 
- Adrien...! - gli si avvicinò gattonando e posizionò le mani di fronte alle sue. - Stai bene? Perché ti trovi qui? Cosa sta succedendo? -
- Riesci a sentirmi? - domandò spiazzato e lei annuì.
L'altro Adrien gli aveva detto che nessuno poteva, eppure Marinette lo stava facendo! 
- Tu... Tu... - deglutì - Eri con me... e ti sei trasformato... - il cuore pompò più veloce, gli occhi che saettavano su tutto il viso di lui, che si rattristò. - Cosa... Cosa significa? Ti prego, rispondimi! - 
Abbassò il capo: - Prima conferma o nega a questa mia domanda: tu... - la fissò - sei Ladybug? - 
La ragazza rimase muta, non sapendo come reagire. Doveva dirgli la verità...? Però... lui le aveva rinfacciato che sapeva ogni cosa. Quindi... per quale motivo chiedere certezze? Cosa doveva rispondere? 
- Per favore... - supplicò accorato, battendo leggermente il palmo sul vetro. - Sei davvero tu? - 
Marinette sviò lo sguardo, annuendo. Ormai mentire non aveva senso, giusto? 
Adrien poggiò la fronte sulla superficie, espirando dalle narici. Ladybug... la ragazza della quale era innamorato... era sempre stata  suo fianco. Dietro la sua maschera, c'era Marinette. Quella giovane timida, creativa, che vedeva balbettare in sua presenza... 
Quanto era stato stupido? 
- Adrien... -
- Dopo... - la interruppe - Dopo aver sconfitto Volpina... tu volevi assicurarti che io stessi bene, così hai raggiunto casa mia. In quel frangente l'ho fatto anch'io e sono passato dalla finestra del bagno, aprendo il miscelatore e facendo finta di farmi una doccia. - Marinette ascoltava attentamente, cercando di comprendere dove volesse arrivare. - Ci siamo messi a parlare e... dopo che te ne sei andata... mi è subito salita la tristezza. Mi chiedevo: << Perché non le piaccio? Cosa c'è che non va in me? Devo cambiare qualcosa? Ha qualcun'altro per la testa? >> - 
- No, non è... - 
- Perciò mi sono avvicinato allo specchio per osservarmi e capire. - la interruppe ancora - Capire... che cosa ti infastidiva tanto. - ridacchiò amaro - E sono nati in me rabbia, tristezza, egoismo... sentimenti negativi di cui volevo liberarmi. Non mi sembrava giusto provarli dato che tu... - sorrise triste - non sei mai stata mia. - gli occhi della giovane diventarono lucidi - Così, come se l'anello capisse il mio stato d'animo... ha deciso di... espellerli dando vita ad un altro me. - riportò l'attenzione su di lei, che sgranò i bulbi. - Quello che ti ha chiamata, portata al parco e... mostrato il resto. -
- L... L'anello...? -
Lui annuì: - L'anello di Chat Noir. Il mio Miraculous. - 
- Il tuo... Miraculous. -
Adrien Agreste... il ragazzo di cui era innamorata persa... il gentile, premuroso, dolce Adrien... era... Chat Noir. Era tutto vero. Marinette lo scrutò, cercando qualsiasi cosa potesse smentire le parole appena pronunciate, ma fu inutile. Non aveva trovato niente. 
- Sei Chat Noir. -
- Sei Ladybug. -
Scoppiarono a ridere per la situazione tragicomica. 
- Incredibile scoprire in questo modo il segreto l'uno dell'altra. - disse Marinette. 
- Già, non lo dire a me! -
- Anche se non dovremmo ridere. -
- È un'eccezione, questa. - 
- E che eccezione! - 
Marinette si voltò e Adrien spostò solo gli occhi, fissando male l'intruso.
- Andiamo! Non fate quelle facce! - 
- Lasciaci andare, Chat Blanc. - 
- Perché dovrei, Bugaboo? -
- Non chiamarmi così! -
- Ah, già: hai sempre odiato quel soprannome. - si avvicinò e si accovacciò di fronte a lei. - A me, invece, piace. - si portò a pochi centimetri dal suo viso - Descrive puurr-fettamente chi sei: un insetto da schiacciare. -
Marinette trascinò all'indietro il gomito per colpirlo con un pugno, ma Chat Blanc si spostò di lato e l'afferrò per il polso. Lei ci provò con l'altro libero, tuttavia fu bloccata anche stavolta e i lineamenti furono deformati dal dolore. 
- Levale subito le mani di dosso! - urlò Adrien furibondo, battendo ripetutamente sul vetro. 
- Come desideri. - 
La buttò malamente per terra, facendole emettere un urletto che si smorzò con l'impatto e il giovane ringhiò. 
- Mi hai detto solo di levarle le mani di dosso, non come dovevo lasciarla andare. - gli ricordò divertito. 
- Non cantare vittoria troppo in fretta, Chat Blanc. Appena usciremo di qui... - 
La sua risata interruppe Adrien: - Non uscirete mai di qui. - 
- Non esserne tanto sicuro. - disse Marinette.
- Posso eccome. - fissò Adrien - La mia espulsione da te, attraverso il Miraculous, mi ha permesso di... - schioccò la lingua - ricevere un po' del suo potere. -
- Che cosa?! - sbottarono all'unisono i ragazzi, facendolo sghignazzare.
- Non vi trovereste in questo luogo, altrimenti. È grazie alle abilità che mi ha trasmesso l'anello, se posso fare tutto ciò. - ridacchiò - Ti ringrazio per avermi liberato, Adrien. - il citato digrignò i denti, mentre Marinette stringeva i pugni. - Sei stato di grande aiuto. - 
Colpì il vetro per tentare di romperlo, sperando di riuscirci ancora. 
- Non sforzarti, risparmia le energie. - 
- Ce l'ho fatta una volta e la seconda non sarà da meno! -
- Grazie a me, perché sono stato io a farti credere di esserci riuscito. -
Adrien smise di colpire il vetro, svuotato improvvisamente di ogni forza vitale e Marinette si mosse velocemente nella sua direzione, preoccupata.
- Adrien, Adrien, Adrien! Rispondimi, rispondimi! Adrien! - 
- Oh, poverino... Quanto mi dispiace. -
- Maledetto! - gli gridò la giovane, furibonda. 
- Uh, la coccinella sta tirando fuori gli artigli. - 
- Vai a farti fottere! -
- Preferisco farlo con te. - rise maligno, dando loro le spalle.
- Dove vai?! Torna qui, maledetto! -
- Adieu, écho dans le miroir.
Marinette urlò frustrata, rincorrendolo e mentre lo acchiappava da dietro scomparì, facendola cadere a pancia in giù. 



Chat Blanc, ora all'interno della sua stanza, guardò entrambi i Miraculous nelle sue mani. Ambedue erano sistemati e poteva fare ciò che voleva, senza intoppi. A volte, essere il cattivo... aveva i suoi vantaggi. 
Soprattutto se conoscevi ogni punto debole dei tuoi avversari essendo la parte oscura di uno dei due. 
Sorrise: - Chissà se Papillon accetta alleanze? -



Marinette si sedette sui talloni, iniziando a colpire il pavimento bianco con i pugni, piangendo disperata. Era la fine? Era questa... la fine di tutto? Perché?! 
- No! No! NO! -
Adrien strizzò gli occhi: - Perdonami, Marinette. Perdonami. - mormorò colpevole, la mano che stringeva la maglietta all'altezza del cuore. 
Se non avesse desiderato di mettere in un angolino i suoi sentimenti, adesso non si troverebbero in quella circostanza, rinchiusi chissà dove e senza uscita. 
Anche il più piccolo pensiero cattivo poteva rovinare tutto e ne aveva avuto una bella porzione. L'altro Adrien aveva in mano le redini di ogni cosa ed era colpa sua. Solo colpa sua. 
Potevano urlare di rabbia quanto volevano, invocare aiuto impauriti quanto volevano, ma ritornava tutto indietro... per il semplice motivo che, oramai, erano solo eco nello specchio.






*Angolino dell'autrice*
Buon salve! ^--^ Come state?
Ed eccoci tornati con il secondo ed ultimo capitolo ^--^ 
Tale follia mi è venuta grazie (o sfortunatamente) a questa immagine: 


Così mi sono detta... perché non creare una one-shot (che poi è diventata una storiella di due capitoli xD)? Ed eccomi qua. ^--^
Che ve ne pare? Sono stata abbastanza sadica? XD ahahah 
Poveri Marinette ed Adrien... li riduco sempre in questo stato. Ahaah 
Spero vi sia piaciuto ^--^ 
Alla prossima!
Da: SweetAinwen.
 

  
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