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Autore: Inikos DS    07/05/2017    3 recensioni
Nico Di Angelo ha sedici anni, dopo la morte prematura della madre Maria, si troverà a dover fare i conti con la nuova compagna del padre: Persefone. Costei porterà via al ragazzo l’unica persona cara rimastagli; sua sorella Bianca.
Accusato ingiustamente dalla donna, di esser lui l’assassino della ragazza, Nico sarà portato di forza in un manicomio situato su un isola, nel pieno dell’oceano Atlantico; l’Happy Island.
Qui il ragazzo, si troverà ad affrontare una situazione completamente nuova, distrutto dal dolore e circondato da malati mentali, scoprirà presto gli orrori che si celano dietro quel nome, all’apparenza così “rassicurante”. Tra nuove amicizie, odio e il tanto desiderato amore, Nico dovrà combattere contro i suoi demoni per riuscire nella sua vendetta: eliminare Persefone e proclamare la sua innocenza al mondo.
Genere: Drammatico, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Gli Dèi, I sette della Profezia, Nico di Angelo, Nico/Will, Quasi tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Non-con
Capitoli:
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<< Allora come ti senti? >> domandò il ragazzo, sistemando il cuscino sotto la testa di Persefone.

<< Da schifo. >> disse la donna, massaggiandosi la pancia. << Cosa mi hai iniettato? >>

<< Nulla di nocivo per il tuo bambino, non preoccuparti. >> la rassicurò il biondo, mentre prendeva un vassoio carico di cibo. << Avanti devi mangiare. >>

<< Non lo voglio. >>

<< Si che lo vuoi, so che non faresti morire il tuo bambino. >>

<< Forse sarebbe la soluzione migliore per entrambi. Non voglio che nasca qui e diventi esattamente come tutti voi. >> ribatté Persefone, spingendo via il vassoio del cibo.

Will del sopracciglio,

<< Ti ricordo che anche tu sei come noi. >> le disse aprendo l'involucro di plastica contenente le posate.

<< Non più... >>

Will si avvicinò alla donna, in modo da poter sussurrare,

<< Persefone cosa ti è successo? >>

La donna però era però restia a rispondere,

<< Perché mai dovrei fidarmi di te? Non siamo mai stati confidenti e mai lo saremo. >>

Will alzò le mani,

<< Come vuoi. Adesso però mangia e non costringermi ad imboccarti, come i bambini piccoli. >> le disse, mentre si toglieva i guanti di plastica. << Più tardi verrà Michael, ci vediamo domani. >> la salutò il ragazzo uscendo dalla stanza.

Persefone sospirò sfinita e malinconica, lentamente afferrò la forchetta e afferrò alcuni pezzi di carne. Nonostante tutto Will aveva ragione, non avrebbe mai lasciato morire il suo piccolo amore.

 

 

 

Il biondo risalì la lunga scala e riuscì nel piccolo bagno. Si lavò le mani e dopo aver temporeggiato qualche secondo davanti allo specchio, uscì per andare in infermeria a dare il cambio a Michael.

Mentre raggiungeva l'amico, si perse a riflettere sul fatto che era davvero da tanto che nessuno rimaneva incinta. E sinceramente non capiva perché proprio Persefone avesse deciso di “sacrificarsi”, da quel poco che sapeva su di lei, era una delle migliori messaggere. Averla lì come paziente era un fatto assai strano.

Entrato trovò l'amico intento a rassettare il mobile dei medicinali,

<< Ehilà Mich, hai un oretta di riposo prima di iniziare il turno da Persefone. >> gli disse.

<< Oh Will, grazie di essere arrivato. Devo correre da Katie in realtà, non credo riposerò molto. >> esclamò sorridendo, con un lieve senso di imbarazzo.

<< Sono felice che tra di voi vada alla grande. >>

<< Puoi giurarci amico. >> disse Michael, prima di uscire dalla sala.

 

Will sorrise tra se e se, mentre finiva il lavoro cominciato dall'amico. Inevitabilmente i suoi pensieri volsero a Nico, ultimamente lo sentiva più distante che mai. Pareva quasi come se il ragazzo si stesse impegnando per ignorarlo ogni giorno di più o forse era solo una sua paranoica impressione.

Ma no, da quando si erano spinti più in là di quanto avessero mai fatto, Nico era letteralmente fuggito dalle sue braccia ogni volta che poteva, giustificandosi con qualche misera scusa.

Forse dovevano soltanto parlare a quattrocchi e, decidere una volta per tutte cosa fare di quel rapporto che neanche il biondo sapeva più come definire.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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E anche quando il ritardatario Dioniso ebbe preso posto, Zeus si schiarì la gola e prese parola.

<< Bene, siamo riuniti tutti qui per decidere cosa ne sarà di Persefone e chi saranno i prossimi messaggeri. >> esclamò, guardando tutti presenti uno ad uno.

<< Come dei nuovi? Non doveva essere sostituita solamente Persefone? >> domandò Afrodite, spostando dal viso una ciocca ramata.

Era stava per controbattere, ma proprio nel momento nella sala entrarono due ragazzi dall'aria minacciosa.

<< Mamma cos'è ti sei dimenticata di noi? >> le domandò uno.

<< Phobos, Deimos! >> esclamò la donna, alzandosi dal tavola per andare in contro ai due.

<< Siete perfetti come sempre. >> si congratulò, ammirandoli dalla testa ai piedi.

<< Mai quanto te. >>

<< Voi si che sapete come arruffianare vostra madre. >> intervenne Ares, dando una pacca sulle spalle ad entrambi.

<< Si, si tutto molto romantico, ma adesso basta. >> esclamò Era zittita.

I due ragazzi presero posto in maniera scomposta.

<< Bella nonna, la tua acidità rimane un master. >> la sbeffeggiò Deimos.

<< E anche la vostra infinita scortesia. >> li rimbeccò Efesto, che fino ad allora aveva osservato il tutto con espressione schifata.

A quelle parole i due ragazzi si diedero il gomito e scoppiarono a ridere.

Zeus scosse la testa e poi riprese il discorso.

<< Come tutti voi sapete, Persefone ha tentato di tradirci e, se non fosse per i qui presenti Phobos e Deimos, a questo punto lei non sarebbe qui. >>

<< Ci ha provato a fregarci. >> disse Phobos.

<< Già. >> gli fece eco il fratello, << Peccato che nessuno ci riesce. >>

Afrodite sorrise divertita dalla simpatica ironia dei figli, mentre Dioniso faceva due sorsi da un fiaschetto di brandy.

<< Dev'essere punita severamente. >> esclamò Caronte, (che era stato invitato da Era).

<< Esattamente. >> confermò la padrona. << Ha commesso un atto imperdonabile, il tradimento. >>

<< Io non penso fosse sua intenzione. >> ammise Zeus.

<< Come? >> esclamò la compagna sconvolta. << Ma se stava tentan... >>
<< Lasciami finire Era. >> la bloccò l'uomo. << Credo solo che la gravidanza le abbia dato alla testa, tutto qua. >>

<< Io non sono d'accordo. >> disse Afrodite. << Anch'io sono rimasta incinta durante il mio periodo da messaggera, ma non ho mai neanche lontanamente pensato alla fuga. >>

<< Io sono d'accordo con Zeus, credo si sia semplicemente spaventata. >> parlò Dioniso. << La paura fa fare cose brutte. >>

<< Cose che non faremo mai in maniera cosciente. >> finì per lui Efesto.

<< Tipo riempirsi la faccia di scarabocchi. >> esclamò Deimos.

<< Anche la tua tra un po' potrebbe diventare irriconoscibile. >> sputò l'uomo, la cui pazienza aveva un limite ben poco elastico.

<< Io voto per la massima pena. >> gracchiò Caronte, quasi divertito dal fatto di poter decidere finalmente qualcosa che andasse al di là della semplice disposizione dei letti dei pazienti.

Zeus lo fulminò con lo sguardo.

<< Non le daremo la massima pena, né ora né mai. >> esclamò con tono che non ammetteva repliche. << Ci limiteremo a tenerla “al sicuro” sull'isola, esattamente come gli altri ragazzi. >>

<< Non lo accetto. >> ribatté Ares. << Ci ha traditi, ha rischiato di mandare tutto a puttane. >>

<< Hanno ragione Zeus, possibile che tu non te ne renda conto? >> lo rimbrottò Era.

<< Il grande capo comincia a perdere colpi. >> disse sottovoce Phobos, ma non così abbastanza sottovoce.

Zeus infatti lo sentì eccome. Irato, colpì il tavolo con un pugno che fece tremare la terra.

<< Bene, allora decidiamo una volta per tutte. >>

Tutti ammutolirono all'istante.

<< Chi vota per la massima pena? >>

Era, Afrodite, Ares, Phobos, Deimos e Caronte alzarono la mano.

<< Il risultato mi sembra più che ovvio. >> gli fece notare Era, con un malcelato sorriso compiaciuto.

<< E' deciso, appena il bambino sarà nato, Persefone verrà rinchiusa nel reparto dei malati mentali. Per sempre. >> disse uscendo.

<< Non abbiamo ancora finit... >> tentò di fermarlo invano la donna.

<< Tra cinque minuti. >>

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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<< Nico, eccoti finalmente! Presto vieni con me. >> esclamò una preoccupata Hazel, afferrando il ragazzo per mano.

<< Cosa succede? >> domandò il moro, facendo scivolare di mano il libro che aveva appena preso dall'ormai famigliare libreria.

<< Lou... non sta bene. >> esclamò la ragazza con aria grave.

<< Allora dobbiamo avvisare Will o Michael. >> controbatté Nico, puntando verso l'infermeria.

<< No, loro non possono aiutarci, la medicina è inutile in questi casi. >>

Soltanto a quelle parole, Nico capì che si trattava di un problema ricollegato all'esoterismo...

Immediatamente la sua mente, cominciò a navigare tra le pagine di alcuni libri che aveva letto in camera dell'amica.

Possessioni da parte di spiriti, morte apparente, incapacità di ritornare al proprio corpo dopo un viaggio astrale... Che davvero Lou, fosse incappata in un pericolo del genere?

Arrivati Hazel sbarrò la porta a chiave, Lou era adagiata al centro della stanza sul tappetto nero; gli occhi sbarrati e fissi nel vuoto.

Intorno a le c'erano quattro candele consumate, e diversi mazzi di erbe essiccate. Il grimorio magico era aperto sul capitolo che recitava: come rintracciare l'anima di una persona.

<< Cosa cavolo... >> esclamò Nico a mezza voce, osservando la ragazza che pareva quasi una bambola di porcellana. << Respira? >>

Hazel annuì, mentre tremante si accovacciava accanto all'amica.

<< Ero venuta a farle un saluto, ma quando sono entrata nella stanza l'ho trovata così. >> spiegò, afferrando la mano della ragazza. << Ho provato a svegliarla, ma niente... Forse dovremmo provare con delle maniere forti. >>

<< Non credo sia la giusta soluzione. >> controbatte Nico. << Non ne so molto di queste cose, ma risvegliarla di soprassalto potrebbe causarle dei danni non indifferenti. >>

<< Allora che facciamo? >> domandò la ragazza preoccupata.

<< Innanzitutto dobbiamo cercare di capire cosa le sia successo. >>
<< Controlliamo il suo grimorio, forse c'è scritto qualcosa. >> disse la riccia, afferrando il grande libro magico.

Lo scorsero da cima a fondo, ma non trovarono nulla riguardo paralisi improvvise...

<< Dobbiamo agire immediatamente, sento che più aspetteremo peggio sarà. >> ammise Hazel alzandosi. << Vado a prendere dei minerali, tu continua a cercare. >>

Nico respirò profondamente, doveva farsi venire in mente un idea subito. Con delicatezza si avvicinò al volto dell'amica e lo accarezzò, nulla. Scese allora

all'altezza del collo, ancora nulla. Scese allora lungo il braccio sinistro, fino ad arrivare alla mano. Solo in quel momento il ragazzo, si rese conto che la ragazza la teneva chiusa a pugno, come se stesse stringendo qualcosa.

E ci aveva visto giusto dal pugno, Nico sfilò un piccolo fogliettino bianco, quel che lesse in qualche modo gli provocò una folata di vento nel cuore.

 

Lei non è morta, lei è viva...posso sentire la sua anima battere distante.

 

A chi si riferiva Lou in quel bigliettino? Se non l'avrebbero risvegliata sarebbe rimasto per sempre un mistero.

<< Nico ho portato dei minerali. >> esclamò Hazel rientrando, << Aiutami a sistemarli all'altezza dei sette chakra. >>

 

Nico afferrò il quarzo rosa, i lapislazzuli e l'ametista, adagiandoli rispettivamente sul cuore, sulla gola e sulla fronte di Lou, mentre Hazel sistemava frettolosa gli altri quattro.

<< Credi che il cercare di riattivare i chakra possa aiutarla? >> domandò il moro, che da poco aveva letto un capitolo di un libro dedicato a questo.

<< Non lo so, ma a questo punto tutto è possibile. >>

Trascorsi più di dieci minuti però, nulla era cambiato. Lou continuava a non dare segni di vita.

<< Basta! Vado a chiamare aiuto. >> decise Hazel.

<< Andrai da Will? >> domandò il moro. << Sai che Lou non ce lo perdonerà mai. >>

<< No, non lui. >> disse aprendo la porta. << Pensavo di più ad.... >>

proprio in quel momento davanti alla porta della stanza passò un Annabeth carica di libri.

<< Lei. Annabeth potresti venire un attimo. >> la chiamò la ragazza.

La bionda si girò,

<< Ciao Hazel, volentieri ma ora come vedi sono alquanto occupata. >> disse guardando i libri.

<< Oh per quelli non c'è problema. >> la rassicurò l'amica, afferrandoli dalle sue mani.

<< Ehi no...Hazel ma che fai? >>

<< Ti prego Ann è una situazione di vita o di morte. >>

<< E va bene. >> sospirò la bionda, entrando nella stanza.

Dopo che i due le ebbero spiegato tutto, Annabeth alzò semplicemente le spalle.

<< Secondo me state soltanto ingigantendo troppo la cosa. >> esclamò tranquillamente.

<< Come? Ma hai visto in che condizioni è? >> ribatté Hazel, quasi indignata da una simile superficialità.

<< Tranquilla, lascia fare a me. >> la rassicurò l'amica, uscendo dal bagno con una caraffa d'acqua.

<< Cosa vuoi farci con quella? >> domandò Nico. << Sai che non possiamo svegliarla di soprassalto. >>

Annabeth lo guardò di rimando come a dire: Davvero credi che me lo sia già scordata?

Poi si avvicinò alla ragazza le tappò il naso con una mano e con l'altra cominciò a riempire la bocca di Lou di acqua. Trascorsero all'incirca cinque secondi, dopodiché Lou si alzò di soprassalto annaspando in cerca di ossigeno, mentre tutta l'acqua le cadeva copiosa dalla bocca.

<< Avete visto? >> disse Annabeth ai due ragazzi. << Adesso devo andare, non fate altre cose strane mi raccomando. >>

Hazel si buttò immediatamente al collo dell'amica,

<< Lou come stai? Ci hai fatto prendere uno spavento assurdo! >> le redarguì, stringendola a sé.

<< Hazel mi stai soffocando tu, adesso. >> sussurrò Lou, con voce ovattata.

<< Oh si scusa, è che sono così felice di vedere che tu stia bene. >>

<< Lou... >> disse solo Nico.

<< Compagno di stanza purtroppo per te, dovrai continuare a subire la puzza dei miei incensi. >>
<< Oh fidati, preferirei continuare a sentire quella puzza per il resto della mia vita che saperti morta. >>

A quel punto tutti e tre scoppiarono a ridere.

<< Allora adesso vuoi spiegarci cosa stavi facendo? >> domandò Hazel, dopo che la ragazza si fu ripresa totalmente.

<< Oh beh sapete io sperimento sempre nuovi incantesimi, nuove tecniche spirituali. >> spiegò vagamente la ragazza.

<< Si ma, non ne hai mai fatte di così pericolose, o sbaglio? >>

<< Hazel avanti lo sai anche tu, tutto è pericoloso in questa vita, ma qualche bisogna rischiare, no? >>

La riccia alzò gli occhi al cielo, poi il suo sguardo si posò sull'orologio adagiato alla parete.

<< Cavoli! >> sobbalzò. << Sono in super ritardo, Frank mi starà aspettando già da venti minuti. >>

<< Allora vai, adesso sto bene. >> la incitò l'amica.

<< Sicuro? >>
Lou annuì,

<< E poi c'è Nico con me. >>

<< Va bene allora, a dopo. >> concluse uscendo.

<< Ah. >> esclamò la ragazza. << Finalmente possiamo dire “addio” a Hazel ed alle sue paranoiche attenzioni. >>

Nico non riuscì a trattenere un mezzo sorriso, i modi di fare di quella ragazza erano un qualcosa di troppo forte.

<< Era solo terribilmente preoccupata per te. >> spiegò, alzandosi dal tappetto.

<< E tu no? >>

Nico sorrise,

<< Certo che si, ma prima di farti le moine vorrei chiederti cosa significa questo. >> disse mostrando il bigliettino che aveva preso tra le sue mani.

<< Cos'è? >> domandò la ragazza curiosa.

<< Oh be dovresti dirmelo tu, dal momento che l'ho preso dalle tue mani. >>

<< Cooosa? E quando avrei scritto una cosa del genere? >>

<< Ti ho già detto che non ne so niente. >> ripeté il ragazzo. << L'ho semplicemente trovato accartocciato nella tua mano, mentre eri svenuta. >>

Lou si grattò la nuca,

<< Davvero non riesco a spiegarmi come sia possibile. >>

Nico avrebbe voluto avanzare la misera e piccola idea che gli aveva sfiorato la mente per un momento, ma preferì tenerla per lui... in fondo non ci credeva neanche lui, e sapeva quanto fosse ridicola una tale idea. Anzi, il solo averla pensato risultava terribilmente ridicolo.

<< Beh ci rifletterò. >> esclamò la ragazza, riprendendosi il pezzo di carta.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Ripresa la riunione, l'aria era più tesa che mai.

<< Allora avete delle proposte? >> domandò Zeus.

Alcuni tra i presenti annuirono,

<< Bene, parlate. >>

Deimos prese parola,

<< Avendo svolto questo lavoro per anni, crediamo che i più adatti a susseguirci attualmente siano Luke Castellan e Drew Tanaka. >>

L'uomo però scosse la testa.

<< Bocciati. >> disse solo.

<< Come? >> domandò Era convinta di non aver ben capito.

<< Ho detto di no. Drew ci serve negli spettacoli e di Castellan non ci si può fidare. >> spiegò l'uomo risoluto.

Nessuno osò ribattere, specie dopo quel che era accaduto prima.

<< Qualcun'altro? >>

 

 

Efesto alzò la mano, il padre gli fece cenno di parlare.

<< Io proporrei Reyna. La ragazza ha sempre dimostrato di essere seria e rispettosa, inoltre possiede una bellezza ed un carattere non indifferenti. >>

Afrodite si portò una mano alla bocca,

<< Ma non è abbastanza aggraziata! >> ribatté. << Non riuscirà mai ad attrarre nessuno, senza contare il suo caratteraccio da maschiaccio. >>

<< A me invece pare una buona proposta. >> disse invece Zeus.

<< Per i ragazzi ho deciso Jason, e non voglio sentire storie. >> comunicò poi, fermando la sguardo su quello della compagna.

<< Sai che lui trama contro di noi. >> sibilò infatti quella a denti stretti.

<< E' mio figlio, questo basta. >> controbatte l'uomo.

<< Questo basta? Infatti guarda come è andata a finire con Persefone! >> esclamò adirata la donna.

<< Adesso basta! Ormai ho deciso, Jason e Reyna saranno i prossimi messaggeri, la riunione è conclusa. >> sbottò l'uomo. << Phobos, Deimos poi andate a prenderli e portateli da me. >>

I due ragazzi loro malgrado annuirono, mentre Era lasciava la stanza come una furia e gli altri si alzavano dalle sedie.

 

 

 

 

 

 

 

 

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Al calar del tramonto Nico in cerca di conforto, andò a cercare Hazel.

Dopo averla cercata in lungo e in largo, trovò la ragazza seduta sul palco del teatro; quella sera per fortuna non erano previsti spettacoli.

<< Ei Hazel. >> la salutò. << Come mai qui? >>

<< Oh nulla, riflettevo. >> rispose mogia.

<< Qualcosa che non va? >>

<< Problemi di cuore. >> rispose soltanto lei.

<< Quindi non sono l'unico, hai per caso litigato con Frank? >> domandò senza troppi giri di parole.

Hazel scosse la testa,

<< No anzi, forse ci siamo semplicemente spinti un po' troppo oltre. >>

<< In che senso? >> domandò il ragazzo, sedendosi vicino a lei.

Hazel però rimase in silenzio, segno che forse non se la sentiva di parlare, o forse che semplicemente l'argomento la imbarazzava.

<< Sai alla fine non mi importa, su questa maledetta isola ci fanno fare delle cose terribili, non ha senso vergognarsi. >> disse più che altro rivolta a se stessa.

Nico la guardò con sguardo interrogativo.

<< Eravamo in camera sua a farci le coccole sul letto. Poi sai com'è una tira l'altra e... stavamo per farlo. >> buttò fuori, << Ma... io non c'è l'ho fatta. >> ammise poi con un sussurro.

Nico le alzò il volto con un mano,

<< E quindi? Guarda che non c'è niente di male, sai? Non devi sentirti obbligata, come teoricamente ci fanno sentire già. >> la rassicurò il ragazzo.

Hazel annuì mestamente,

<< Si lo so, eppure Frank vuole da così tanto tempo e lo capisco, ma... >>

<< Tu non sei pronta. >> finì per lei il moro.

<< No Nico, non è così semplice purtroppo. Io anche vorrei, amo Frank e quando sono con lui, ogni singola cellula del mio corpo lo desidera ardentemente. >>

<< Se vuoi aiutarmi a capire, magari potrei consigliarti... >> disse il ragazzo, anche se una frase del genere detta da lui suonava più come una barzelletta.

Nico che dava consigli di coppia? Lui che non sapeva nemmeno il significato della parola amore?

Hazel deglutì e poi prese coraggio.

<< La prima volta che fui abusata erano in tre... per me fu un trauma che tutt'ora torna a perseguitarmi ogni notte nei sogni. >>

Nico rimase esterrefatto, ma sapeva che se avesse detto soltanto una parola in quel momento, Hazel non avrebbe più parlato.

<< Io ero ancora più piccola di quanto lo sia adesso. Non ero pronta, ma fondamentalmente nessuno di noi lo è mai. >> continuò la ragazza. << Mi scelsero tre uomini di affari, si divertirono a tormentarmi per tutta la notte e quando se ne andarono, rimasi per ore in stato di semi coscienza sul letto, prima che arrivasse Annabeth a soccorrermi. >>

<< Schifosi... >> si lasciò sfuggire solo Nico, mentre Hazel sorrideva amareggiata al solo ricordo.

<< Da quel momento in poi mi allontanai da tutti i ragazzi, Frank compreso. Lui però continuò comunque a starmi vicino, vegliava su di me da lontano e mi seguiva come un ombra. Sapeva come non essere invadente e piano piano ha cominciato ad avvicinarsi sempre di più ed io con lui, senza quasi nemmeno accorgermene siamo finiti per fidanzarci. >> disse con lo sguardo perso nel vuoto dei ricordi. << Se non fosse per lui, forse adesso non riuscirei neanche a rivolgerti la parola. Frank è stata la mia luce in un momento di totale sconforto. >>

<< Lo conosco davvero poco, ma ho capito fin da subito che è un gran ragazzo. >> concordò Nico, che ora provava un rispetto ancora più profondo nei confronti del ragazzo.

<< Eppure nonostante tutto non sono ancora riuscita a superare il trauma. Ho paura che quando lo farò con lui, mi torneranno in mente le immagini di quei mostri... >>

<< Hazel io... non ho subito il tuo stesso trauma, ma posso dirti che l'unico modo per andare avanti è cancellare quei mostri una volta per tutte dalla tua mente. >> esclamò il moro guardando negli occhi la ragazza. << So che siamo tutti bravi a parlare ma pensaci, ti hanno già rovinato la vita per troppo. Non puoi lasciare che continuino a farlo, capisci? Tu non puoi arrenderti al male che hanno vomitato nel tuo corpo, perché quello è il tuo corpo, questa è la tua vita. Devi agire secondo la tua volontà non secondo quella degli altri, non lasciare che ti controllino, purificati e lasciati andare come in un onda. Fai si che ti distrugga, perché poi tornerai a respirare, te lo assicuro. >>

Una lacrima cadde dal viso di Hazel,

<< Grazie Nico, grazie davvero per l'incoraggiamento. Ti prometto che ci proverò. >>

<< Ecco, così ti voglio. >> la elogiò il ragazzo stringendole il braccio.

Hazel sorrise di rimando, ma poi la consapevolezza di aver parlato solo di sé le attraverso la mente.

<< Tu invece di cosa volevi parlarmi? >> domandò a bruciapelo, prima che il ragazzo si alzasse e scappasse via.

Nico (che si alzò comunque), scosse la testa.

<< No, davvero ora non voglio intristirti di nuovo. >>

Hazel però non aveva intenzione di lasciarlo fuggire così facilmente,

<< Nico Di Angelo in qualità di tua confidente ti ordino di vuotare il sacco immediatamente! >> disse con torno risoluto.

Il ragazzo rimase sorpreso da cotanta determinazione e alla fine si decise,

<< Ti ricordi della storia di Will? >>

<< Si... anzi ultimamente ho cercato di indagare per conto mio. >> confessò la ragazza.

<< E sei riuscita a scoprire qualcosa? >> domandò il ragazzo, bramoso di sapere.

<< Del perché Will e Michael abbiano un passaggio del genere nel loro bagno, no. Però Annabeth mi ha confessato che molto probabilmente quelli lassù. >> e dicendo così, indicò in direzione dell'alto, in chiaro riferimento ad Era e Zeus << Si stanno mobilitando per creare una nuova generazione di schiavetti che prenderà il nostro posto quando non saremo più “adatti.” >>

<< E Will cosa c'entra con questo? >>

<< Nico non capisci? Nuova generazione, uguale a dire bambini appena nati. >>

<< Will è un medico... >> sussurrò Nico, mentre finalmente tutto cominciava riacquistare un senso.

<< Esattamente, dunque sia lui che Michael... >>
<< Hanno il compito di occuparsi delle nascite. >> finì per lei il ragazzo. << E perché non me ne ha ancora parlato? >> domandò poi.

<< Forse semplicemente ha ricevuto l'ordine di non farlo, o semplicemente tu non gliene hai dato il modo. >>

Nico rimase in silenzio... forse Hazel aveva ragione, però adesso aveva capito. Poi un oscuro ed inquietante pensiero gli attraversò la mente.

<< Hazel quando non saremo più adatti cosa ci faranno? >> domandò, anche se in cuor suo conosceva già la risposta.

<< I migliori tra di noi diventeranno i nuovi professori, altri lavoreranno come messaggeri, ma alla fine ci ritroveremo tutti nei piani superiori... o perlomeno questo è quello che tutti credono. >>
<< Quindi qualunque cosa faremo siamo destinati ad impazzire? >>

La riccia annuì abbassando lo sguardo.

<< Io non lo permetterò. >> esclamò però il moro.

Hazel rialzò gli occhi.

<< Ce ne andremo da qui, e torneremo a vivere come persone libere. >> ammise risoluto.

<< Questo è il sogno di tutti. >>

<< No Hazel, io riuscirò a salvare anche tutte quelle altre persone che vengono trattate al pari delle bestie. >> continuò. << Tutti quegli uomini e quelle donne, hanno bisogno di un reale aiuto psicologico, non permetterò che rimangano qui a morire di stenti fino alla fine dei loro giorni. >>

<< Oh Nico se solo potessimo... Io anche vorrei poter aiutare quelle povere persone. Ma se non riusciamo ad aiutare noi stessi, come pretendi di riuscir a salvare un intero esercito di malati mentali? >>

Nico scosse la testa,

<< Non lo so ancora, ma noi non saremo i prossimi costi quel che costi. >>

A quel punto Hazel lo strinse a se con foga dolcezza.

<< Cominciamo ad agire dalle cose più semplici allora. >>

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Jason non stava più nella pelle, finalmente stava per rivedere sua madre. Nico gli aveva dato appuntamento per quella notte alle 2:45.

Non sapeva cosa avrebbe provato nel rivedere la donna che lo aveva messo al mondo, anche se in un mondo terribile...

Finalmente forse avrebbe avuto delle risposte a tutte le sue domande, avrebbe messo in pace la sua anima dannata dal dolore e dall'abbandono.

Stava giusto navigando in quei pensieri, quando qualcuno entrò nella stanza, senza neanche prendersi la briga di bussare.

<< Ehilà! >> lo salutò Deimos con un sorriso inquietante.

<< Tu cosa ci fai qui? >> domandò Jason, colto a sorpresa da quella inaspettata “visita”.

<< Nulla di particolare, mi sono semplicemente detto: è da tanto che non torno a trovare la mia dolce famigliola, ed eccomi qui. >> disse, allargando le braccia.

<< Bene adesso che mi hai rivisto, potresti lasciarmi da solo? >>

<< Per quanto vorrei poterlo fare mi vedo costretto a reclinare la tua richiesta. >> lo beffeggiò il ragazzo. << Avanti vieni con me, Zeus vuole vederti. >> concluse poi, aprendo la porta; Jason suo malgrado lo seguì.

 

 

 

 

 

 

<< Buona lezione tesoro, ci vediamo dopo. >> disse Reyna stampando un bacio sulle labbra della ragazza.

<< Oh si Piper ci vediamo dopo. >> esclamò in quel momento una vocina ironica.

<< Phobos! >> urlò quasi la ragazza.

<< Cos'è ti sono mancato sorellina? >> domandò quello alzando un sopracciglio.

<< No, per niente in realtà. >> ribatté Piper.

<< Vedo che hai ben imparato a controllare la paura. >>

<< Non sono più la bambina dolce ed indifesa di un tempo. >> ammise ardentemente l'altra.

<< Oh be questo è ancora tutto da vedere. >> le disse di rimando il ragazzo leccandosi il labbro inferiore.

A quel punto Reyna (che si era sottoposta ad uno sforzo immane pur di non prendere a calci il ragazzo), si intromise,

<< Allora si può sapere cosa vuoi? >> lo apostrofò.

<< In realtà volevo te. >>

<< Me? >> domandò la ragazza con tono duro.

<< Si te bellezza, Zeus vuole vederti. >>

<< E' forse successo qualcosa? >> si allarmò subito Piper.

Reyna alzò le spalle,

<< Non lo so adesso tu vai, poi ti aggiornerò. >> le disse, stringendole la mano per un secondo, mentre Phobos guardava la scena con malcelato divertimento.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Entrati nell'ufficio di Zeus i due ragazzi si scambiarono uno sguardo interrogativo, entrambi non avevano la benché minima idea del perché fossero stati convocati.

<< Sedetevi pure. >> disse loro l'uomo.

Jason si accomodò nervoso, era quasi ora di cena e non poteva permettersi di far saltare l'incontro con Nico, ma non poteva neanche scappare di fronte a suo padre.

Phobos chiuse la porta, mentre Deimos si appoggiava contro una colonna a braccia conserte.

Zeus si schiarì la gola,

<< Come sapete sono anni che Phobos e Deimos lavorano come messaggeri... >> attaccò, mentre il volto di Reyna assumeva una piega sospetta. << Ed è arrivato il momento di far entrare in scena qualcun'altro. >>

<< Non starà forse dicendo... >> partì subito in quarta la ragazza.

<< Si Reyna, sto proprio dicendo quello. >> la intercettò l'uomo. << Da oggi stesso voi due siete i nuovi messaggeri. >>

Jason si alzò con un scatto,

<< Io non posso. >> disse colto dal pensiero di non poter vedere più sua madre.

<< Nemmeno io. >> gli diede subito corda Reyna, che per nulla al mondo avrebbe lasciato Piper da sola in quel postaccio.

Zeus accennò un sorriso,

<< Mi aspettavo una simile risposta, ma il caso vuole che non abbiate scelta. Deimos e Phobos adesso vi scorteranno a fare le valigie e poi si occuperanno di tutto il resto. >>

I ragazzi provarono di nuovo a controbattere, ma Zeus non gliene diede modo, uscendo immediatamente dalla stanza.

<< Avanti, non abbiamo un attimo da perdere. >> disse Deimos ai due.

<< Lasciateci almeno un minuto. >>

<< No, parlerete durante il viaggio. >>
<< Quale viaggio? >> domandò il biondo, mentre sentiva il sangue congelarsi.

<< Dobbiamo partire questa sera stessa, è così? >> domandò Reyna.

I due annuirono,

<< Esattamente. >>

<< Io non posso, non questa sera. >> ammise Jason.

Doveva vedere sua madre a tutti i costi.

<< Gli ordini non si discutono. >>

Per un attimo ci fu uno scambio di sguardo tra Jason e Reyna, poi entrambi caricarono sui due fratelli, facendoli rovinare al suolo.

Usciti sprangarono la porta con una sedia e cominciarono a correre.

<< Sai che alla fine dovremmo andare comunque? >> gli domandò Reyna.

<< Certo che si, ma prima devo assolutamente vedere una persona. >> ammise, saltando gli scalini due a due.

<< Io anche. >> disse Reyna, svoltando al corridoio di destra.

Per quel breve momento le loro strade si separarono.

 

 

 

 

 

 

Nico bussò alla stanza di Jason, ma nessuna risposta giunse.

<< Jason sono io. >> disse aprendo la porta.

Nulla buio totale e assoluto silenzio... possibile che gli avesse dato buca?

Barcollando il ragazzo accese la luce, il letto era perfetto come al solito e anche dal bagno non si udivano rumori.

Forse alla fine semplicemente non gli aveva creduto per davvero, stava giusto per fare dietro front, quando nella stanza fece irruzione Jason.

<< Eccomi Nico. >> esclamò affannato. << Presto devi portarmi subito da lei, non abbiamo tempo. >> disse, tirando il braccio del ragazzo.

<< Jason calmati, ricordati che non dobbiamo dare nell'occhio e rischieremo di essere scoperti! >> cercò di calmarlo invano il moro, inconsapevole del destino dell'amico.

<< No ti prego, dobbiamo correre. Ormai non c'è più tempo. >>

Nico rimase stupito, Jason sembrava davvero disperato.

<< E va bene andiamo. >> acconsentì alla fine.

 

 

 

 

 

 

<< Dunque per sedurre in maniera più accattivante, dovete prima muovervi così e poi... >> stava spiegando Afrodite, alzandosi un lembo della gonna, mentre le sue tre figlie predilette prendevano appunti.

<< Piper! >> urlò in quel momento Reyna, facendo irruzione nel teatro.

La ragazza lasciò cadere la penna e il quaderno alla vista del viso sconvolto della compagna.

<< Reyna... cosa ci fai qui? >> le domandò, andandole incontro.

<< Signorina Ramirez – Arellano questa lezione è riservata esclusivamente alle mie figlie, non può stare qui. >> la richiamò stizzita Afrodite.

Ma in quel momento Reyna non la sentì nemmeno, la sua attenzione era rivolta solo ed esclusivamente alla sua amata.

Presa per un braccio la trascinò fuori dalla stanza e le afferrò il viso tra le mani.

<< Piper non abbiamo molto tempo... >>

<< Tesoro cosa... >>

<< No ssssh, fa silenzio ti prego. >> le disse, mentre gli occhi cominciavano a brillare, << Mi appena scelto come nuova messaggera, devo partire questa notte stessa. >>

A quelle parole Piper sentì la terra aprirsi sotto i piedi e anche Reyna se ne accorse.

<< No Piper, tu devi essere forte, ok? Prima o poi mi faranno tornare, anzi farò talmente schifo che mi riporteranno qui e mi sostituiranno con qualcun'altro. >> promise, mentre calde lacrime cominciavano a rigare il volto della ragazza.

<< Promettimi che non mi lascerai qui da sola, ti prego Reyna. >> disse con un filo di voce.

<< Certo che lo prometto, io non ti lascerò mai...... >>
<< Eccoti qui. >> sbraitò furioso Deimos, che appena ripresosi era corso insieme al fratello a cercare i “fuggitivi”. << Dove pensavate di andare? Sapevo che ci avreste creato soltanto un sacco di grane. >> sputò fuori afferrando la ragazza per un braccio.

<< Dove la stai portando Deimos? >> intervenne però Piper, la cui tristezza stava sempre più rapidamente convertendosi in rabbia.

<< Non sono affari tuoi sorellina. >> le rispose quello con disprezzo.

A quel punto la ragazza perse il lume della ragione,

<< Lei è mia. >> urlò, avventandosi sul ragazzo come una furia.

Questa volta però Deimos era pronto e la spinse contro il muro, bloccandole la gola con il gomito.

Reyna era ancora sconvolta dalla reazione della ragazza per intervenire repentinamente, ma non ce ne fu bisogno, Piper infatti era talmente inferocita che riuscì a conficcare le unghie nel fianco del fratellastro, lacerando uno strato superficiale di pelle.

<< Cazzo. >> imprecò allentando la presa.

Il secondo dopo intervenne Afrodite che ristabilì l'ordine con uno schiocco di dita.

<< Adesso basta. >> esclamò con tono fermo e deciso. << Piper per favore ricomponiti, saluta la tua ragazza e poi torna a seguire la lezione. >> disse alla figlia.

Le due ragazze si scambiarono un ultimo bacio d'addio e poi entrambe scomparvero una alla vista dell'altra.

 

 

 

 

 

 

Nico e Jason corsero fino alla stanza di Michael e Will, l'unico modo per accedere fino alla stanza della madre era da lì.

Il moro sapeva che entrambi i medici erano di turno e sapeva anche che Will teneva la sua chiave sotto al tappetto davanti alla porta.

Entrati Nico indicò il bagno,

<< Per di qua. >>

Ma proprio in quel momento nella stanza entrò Phobos e dalla sua espressione Jason capì che era tutto tranne che calmò.

<< Come cazzo vi siete permessi! Tu e quell'altra. >> sbraitò avanzando verso il ragazzo a carponi.

<< Chi è questo? >> domandò Nico, che non aveva mai visto quel ragazzo prima d'ora.

A quelle parole Phobos si accorse della sua presenza,

<< Chi sono io? >> esclamò con tono beffardo. << Forse chi sei tu, piccolo moccioso. >>

Nonostante l'offesa Nico deglutì, lo sguardo di quel ragazzo lo faceva rabbrividire dalla paura.

Jason abbassò il capo sconsolato... alla fine non c'è l'avevano fatta.

<< Avanti andiamo. >> disse il ragazzo, tornandosi a concentrare sul suo reale obbiettivo.

<< Andare dove? >> si intromise però nuovamente Nico, che non stava capendo nulla di quella situazione.

<< Nico sono stato scelto come messaggero... >> esclamò mogio il biondo, guardandolo negli occhi. << Partirò questa sera stessa... perdonami ma l'ho saputo soltanto dieci minuti fa. >>

Il moro non poteva credere alle proprie orecchie...

<< Cosa? Così dal nulla... >> riuscì solo a dire.

<< Mi dispiace... >> rispose il ragazzo, prima di venir scortato fuori dalla stanza.

E mentre Jason usciva, Will entrò.

<< Nico, cosa è successo? >>

Il ragazzo però non rispose, semplicemente corse tra le sue braccia e chiuse gli occhi.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Agolo Autore:

Ciao a tutti!

Finalmente sono tornato! Se in questo capitolo vi sono sorti dei dubbi o non avete ben compreso alcune dinamiche non preoccupatevi, nei prossimi sarà spiegato tutto, (anche se vi invito a tornare a leggere il precedente).

Maggio è arrivato, credo sia una dei mesi più belli. Pensateci torna il sole, la luce, la felicità, l'energia e la voglia di vivere ed amare.

E' un mese che offre un sacco di opportunità secondo me, bisogna cercare di viverlo al meglio e solcarlo proprio come un surfista su un onda. Quindi vi invito tutti a sorridergli nonostante le mille avversità quotidiane.

Un abbraccio a tutti, torno a studiare le 3000 pagine delle 4 materie che devo dare a giugno...

xxNico

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

  
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