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Autore: Jordan Hemingway    08/05/2017    5 recensioni
Scarborough, costruita intorno a una Fiera.
Una città di creature magiche dove la magia è proibita, dove è possibile trovare l'impossibile, dove chiunque può entrare ma pochi possono uscire indenni.
“Dadi truccati?” La domanda fu accompagnata da un calcio tanto violento quanto improvviso.
“Una ragazza deve pur prendere delle precauzioni.” Riuscì a boccheggiare la giovane donna prima di sputare un grumo di sangue sul pavimento sporco.
Genere: Avventura, Fantasy, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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3
I tetti del quartiere dei postriboli, per quanto splendidi, erano inadatti a una fuga veloce, si ritrovò a pensare Ceciliau inciampando nell’ennesimo gargoyle.
I palazzi e i canali si diradavano, facendo spazio a strade più larghe che convogliavano i potenziali acquirenti verso il mercato degli schiavi di Scarborough.
 
Scappare diventava sempre più problematico, rifletté Cecilia osservando l’acqua che scorreva sotto di lei. La separazione tra Postriboli e Mercato era marcata dalla corrente del Lithes, il primo dei due fiumi gemelli da cui si generavano i mille canali che attraversavano Scarborough. L’edificio successivo si trovava sull’altra sponda, troppo distante per tentare un altro balzo.
Tuttavia forse c’era una soluzione.

Una scivolata di qualche metro sulle tegole laccate di azzurro le permise di raggiungere una grondaia non del tutto usurata dalla ruggine. Afferratala con entrambe le mani Cecilia tirò a sé il pezzo di metallo, che una volta staccato si rivelò della lunghezza giusta. La ragazza controllò che la cinghia della borsa fosse allacciata a dovere, prese la rincorsa e, facendo perno sull’asta improvvisata, saltò affidandosi a tutti gli dèi che conosceva.
 
Atterrò sul limite di un tetto piatto e imbiancato. Un magazzino, le cui fondamenta sembravano essere state costruite sul letto del Lithes. A poca distanza la piazza del Mercato si apriva di fronte a lei.
Ora avrebbe solo dovuto attraversare il quartiere e riprendere la propria corsa tra i mille vicoli di Scarborough.
“Vai di fretta, Cecilia?” La ragazza si girò e iniziò a pensare di aver pregato nel modo sbagliato.
 

Il capo della Confraternita dei Mercanti, accompagnato da una decina di guardie del corpo, era comparso sul tetto di quella che era il magazzino principale della Confraternita.
“Perché dovremmo ancora discutere i dettagli del tuo ultimo passaggio tra noi.”
“Friederik, lo sai che è stato tutto un malinteso.”
 
“Compresa,” l’altro estrasse una pergamena e si aggiustò gli occhiali sul naso, “l’intera partita di schiavi andata persa in seguito alla distruzione dei palchi per opera dell’olifante da te cavalcato.” Il tono monocorde contrastava con lo sguardo che lanciò alla ragazza.
 
“Sei sempre stata brava a metterti nei guai, Cecilia.” Un odore pungente si diffuse nell’aria, bloccandole la ritirata.
Non adesso.
Jaehem inspirò profondamente dal suo sigaro mentre i suoi uomini si disponevano a ventaglio. “E’ quasi un peccato che questa volta tu non possa uscirne.”
Come diceva sempre a Malvina, erano i guai a cercarla e non il contrario.
 

 
La stessa stanza, le stesse carte arrotolate nell’angolo: il tramonto illuminava a malapena i contorni dei mappamondi disposti sopra le librerie.
“Se cercano te allora non verranno alla mia ricerca.” Stabilì Malvina mentre verificava che i legacci della borsa fossero saldi.
“Credi sia una fiera come tutte le altre?” Cecilia aveva perso la sua solita allegria. Presa la borsa dalle mani della sorella le afferrò decisa le spalle. “Condividiamo il sangue umano di papà, ma tua madre era umana, la mia no.”
“Che differenza può fare?” Replicò Malvina. “Hai sempre detto che anche gli umani…”
Lo schiaffo la colse di sorpresa.
Cecilia strinse le labbra. “Quello non è il tuo mondo.” Sussurrò, e per la prima volta a Malvina sembrò di vedere paura negli occhi dell’altra. “Stai lontana dalla Fiera.”
Mi dispiace, sorella mia, ma non posso. Non più.
°°°
  
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