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Autore: Ginevra1988    23/05/2017    4 recensioni
All'alba del tre maggio Harry, Ginny e gli altri reduci della Seconda Guerra Magica si ritrovano a fare i conti con... il ritorno alla normalità. Le ferite sono fresche, gli incubi li perseguiteranno ancora per anni e poco sembra essere come prima, ma la voglia di ricominciare è tanta. A passi lenti e incerti dovranno trovare la loro strada verso un futuro nel quale non potevano nemmeno sperare fino a qualche giorno prima.
Genere: Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: George Weasley, Ginny Weasley, Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley | Coppie: Harry/Ginny, Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Ha avuto successo colui che ha vissuto bene, ha riso spesso e amato molto; […]
chi ha trovato il suo posto e ha portato a termine il suo compito;
chi ha lasciato il mondo meglio di come l'ha trovato,
grazie a un papavero coltivato, a una poesia perfetta o a un'anima salvata; […]
 il cui ricordo è una benedizione.
 
 Bessie Anderson Stanley - Successo
 
 
5 maggio 1998 – Hogsmeade
 
   Il Ministero della Magia aveva espropriato una larga fetta di un campo vicino alla Testa di Porco, ma Harry era certo che Aberforth non avesse protestato più di tanto: la destinazione di quel prato di erbacce scolorite dal sole era molto più onorevole di quanto quel fazzoletto di terra avesse mai potuto sperare. Circondato da una cancellata di scuro ferro battuto, il Cimitero dei Caduti del Due Maggio era punteggiato da una cinquantina di lapidi di forme e materiali diversi, la terra smossa di recente ovunque si guardasse.
   Harry sentì sul viso la brezza ancora fresca del tardo mattino mentre osservava le fila di maghi e streghe assottigliarsi ai lati del Cimitero. In segno di rispetto solo alle famiglie dei caduti era stato permesso l’accesso diretto all’interno della cancellata durante la cerimonia, mentre chi era semplicemente venuto a rendere un ultimo saluto lo aveva fatto da una certa distanza. Gruppi più o meno piccoli erano radunati attorno a ciascuna lapide. Dennis Canon era inconsolabile, tra le braccia della madre, nell’angolo più a nord del Cimitero. La McGranitt, la Sprite e Vitiuos erano impegnati in una fitta conversazione con Kingsely, poco distanti dal punto in cui l’officiante aveva celebrato il funerale. Le sorelle Patìl e Lavanda Brown stavano deponendo diverse corone qua e là a nome degli studenti di Hogwarts. Luna osservava le compagne da dietro la cancellata, gli occhi azzurri sporgenti, i capelli biondi sciolti sulle spalle; al braccio di lei era aggrappato Xenophilius, pallido e magro, gli occhi bassi circondati da profonde occhiaie.
   Harry era sollevato nel vedere che nonostante tutto il signor Lovegood stesse bene e avesse potuto riabbracciare sua figlia. E allo stesso tempo quella scena non faceva altro che accentuare la sensazione di essere incredibilmente fuori posto, come se si fosse intromesso in qualche cosa di privato a cui lui non apparteneva. Come Hermione si era unito alla famiglia Weasley per l’ultimo a saluto a Fred, ma si era tenuto un passo indietro finché Ginny non lo aveva preso per mano costringendolo a starle vicino.
   Questi sono i tuoi amici, i tuoi insegnanti, i signori Weasley ti trattano come un figlio, disse una voce insistente dentro di lui. Harry la trovava di gran buon senso, solo non riusciva a convincersi che quella voce avesse ragione.
   Rilesse per l’ennesima volta la scritta sulla lapide chiara davanti a lui, provando di nuovo quella stretta allo stomaco. Passò un braccio attorno alle spalle di Ginny, che si rannicchiò istintivamente contro il suo petto. Non sapeva dire chi avesse più bisogno dell’altro in quel momento. Ron e Hermione non si erano ancora staccati un attimo, mentre ogni altro membro della famiglia Weasley cercava di rincuorare i propri cari come meglio poteva, con pacche sulle spalle e abbracci. Tutti a parte George. George era da buttare via: da giorni non mangiava, non dormiva, non voleva quasi alzarsi da letto. Solo quella mattina il signor Weasley si era arrabbiato sul serio e lo aveva trascinato giù per la scalinata di Hogwarts praticamente di peso.
   “Harry” sussurrò Ginny, indicando con un cenno della testa un punto poco più avanti di loro. Il ragazzo seguì lo sguardo di lei e si chiese come avesse fatto a non notarla prima: davanti a due lapidi di marmo rossastro molto vicine tra loro, una donna dai lunghi capelli castani e le palpebre cadenti teneva in braccio un fagottino, stringendolo come se non avesse altro a cui aggrapparsi.
   Harry e Ginny si avvicinarono.
   “Signora Tonks” la salutò il ragazzo. Lei si voltò, gli occhi arrossati, ma trovò comunque la forza di rivolgergli un sorriso.
   “Harry” rispose.
   Lui abbassò lo sguardo sul bambino: Teddy dormiva beato tra le braccia di sua nonna, le guance rosa e un ciuffetto di capelli azzurro cielo che spuntava sulla fronte, solitario e arruffato.
   “Somiglia molto a Dora” disse la signora Tonks guardando a sua volta il nipote. “Ma gli occhi sono quelli di Remus.”
   Due grosse lacrime bagnarono la coperta giallo limone in cui era avvolto il bambino. Harry allungò una mano, esitò un momento, poi accarezzò una guancia di Teddy.
   “Posso?” Ginny aveva teso le braccia, sorridendo. La signora Tonks allungò il fagottino alla ragazza, non senza una certa esitazione, ma Ginny prese con delicatezza il bambino, una mano a reggere la testa. Teddy aprì gli occhi ma non si agitò, scrutando con attenzione il volto nuovo che si era trovato davanti. La ragazza gli sorrideva e lo cullava come se non avesse fatto altro per tutta la vita. Harry si trovò a pensare a quanto fosse simile a Lily che giocava con lui, in un’altra vita, in una delle tante dolorose visioni che gli erano toccate nell’ultimo anno. Ginny sarebbe stata una madre fantastica.
   Si costrinse a guardare la signora Tonks, che non riusciva a staccare lo sguardo da Teddy.
   “Cosa posso fare, signora Tonks? Di cosa avete bisogno?”
   Lei sorrise con dolcezza senza smettere di tenere d’occhio il nipote.
   “Avremo bisogno di te, Harry. Ci sarai per lui?”
   “Sempre” assicurò il ragazzo. Per un attimo gli balenò in testa uno dei ricordi di Piton, che davanti a Silente evocava il proprio patronus a forma di cerva, dichiarando con quella semplice parola la sua fedeltà a Lily Evans anche dopo molto anni dalla morte di lei. Richiuse quel pensiero in un angolo e salutò con calore la signora Tonks, promettendole che sarebbe andato a trovarli quanto più spesso avrebbe potuto. Ginny diede nuovamente Teddy in braccio alla nonna e si incamminò lungo il vialetto del Cimitero a fianco di Harry.
   “Sei brava con i bambini” disse lui. Lei scrollò le spalle.
   “Sono la più piccola di tutta la famiglia, non so un accidenti di bambini. Credo che sia solo l’istinto materno insito nelle donne Weasley!”
   Rise gettando indietro i capelli rossi, che brillarono al sole.
   “Mi darai una mano con Teddy?” Harry lo disse senza pensarci e quasi se ne pentì. Era lui il padrino e sua la responsabilità. Ginny rise di nuovo e la sua mano andò a tastare qualcosa sotto la maglia scura.
   “Harry, mi hai dato un anello, temo di doverti stare accanto per molto tempo… e per molte cose!”
   Per qualche motivo quell’affermazione lo fece sentire un egoista. La sua vita era da sempre dannatamente complicata e Ginny avrebbe meritato di stare tranquilla, con un ragazzo normale. Ricordava fin troppo bene come si era sentito quando l’aveva lasciata, pensando a lei sull’altare di fianco a uno sconosciuto. Harry la voleva, la voleva tutta per sé. Ma qual era il prezzo che Ginny avrebbe dovuto pagare?

 
 
Angolo di Gin
Rieccoci qua con un nuovo, seppur breve capitolo!
E’ un momento molto doloroso per tutti, non si sa da che parte guardare!
Ma è anche l’occasione per una piccola visione del futuro: Ginny madre. Sembra che sia nata per questo, mentre Harry… oddio, sa a malapena cosa ha mangiato a colazione.
Grazie a chi ha letto e leggerà, ma soprattutto a chi vorrà recensire!
Smack
Gin
   
 
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