Storie originali > Fantasy
Segui la storia  |       
Autore: Jordan Hemingway    29/05/2017    4 recensioni
Scarborough, costruita intorno a una Fiera.
Una città di creature magiche dove la magia è proibita, dove è possibile trovare l'impossibile, dove chiunque può entrare ma pochi possono uscire indenni.
“Dadi truccati?” La domanda fu accompagnata da un calcio tanto violento quanto improvviso.
“Una ragazza deve pur prendere delle precauzioni.” Riuscì a boccheggiare la giovane donna prima di sputare un grumo di sangue sul pavimento sporco.
Genere: Avventura, Fantasy, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Image and video hosting by TinyPic

 

6
“Cecilia, avresti potuto bussare.”
La ragazza si rialzò dal pavimento in terra battuta. “Ci sto lavorando, Sorella Helvira, davvero.” Replicò massaggiandosi la schiena.
L’alchimista gettò uno sguardo al buco sul soffitto e sospirò.
“La barca è sul retro come al solito.” Aggiunse tornando a distribuire polveri ed erbe in sacchetti di tela bianca.
 
Il laboratorio era vuoto: sottili alambicchi in cristallo e strumenti in acciaio erano stati messi ad asciugare sui tavoli, le cassettiere alle pareti erano chiuse da lucchetti la cui chiave non poteva essere falsificata.
Sorella Helvira, munita di guanti di pelle, continuò il suo lavoro senza più prestare attenzione a Cecilia.
Quest’ultima si passò una mano tra i capelli arruffati per la corsa.
 
“Che cosa farei senza di voi, Sorella.”
“Saresti in guai peggiori di quelli in cui sei ora.” L’alchimista sistemò il proprio soggolo in modo che non si spostasse di continuo. “Di qualunque cosa di tratti.”
“Solo un piccolo malinteso questa volta.” Assicurò Cecilia. “Forse due.” Ammise dopo aver pensato per qualche secondo.
Con mani esperte Sorella Helvira annodò i sacchetti di tela.
“E’ per caso rosmarino quello che avete lì?”
L’alchimista si fermò. “Rosmarino della migliore qualità.” Confermò. “Prezzemolo per il sorriso, salvia per la forza, rosmarino per l’amore e timo per il coraggio.[1]” Aggiunse ricordando tra sé una vecchia ballata.
“Pensavo che la Sorellanza utilizzasse ingredienti più… esotici per il vostro mestiere.”
“A volte le piante più semplici, usate nel modo giusto, hanno un potenziale maggiore di quel che ci si aspetterebbe.”
“Anche piante come salvia, prezzemolo e timo?”
Irrigidendosi leggermente, Sorella Helvira scrutò a lungo Cecilia prima di rispondere.
“Sbaglio o questa volta non sei qui per caso?”
“Non del tutto!” Rise l’altra estraendo un foglio dalla borsa. “Oggi è giorno di Fiera dopotutto.”
 
 
La stessa stanza, le stesse carte, gli stessi mappamondi, ma l’unica luce era quella delle candele e della luna al di là delle finestre.
Il letto era stato spostato in quella stanza per volere di Malvina quando la malattia aveva iniziato a farsi più grave e non aveva più avuto le forze per alzarsi.
Tuttavia ormai Malvina non riusciva nemmeno a tenere in mano un foglio di carta.
Cecilia, le occhiaie di chi non dormiva da giorni, passò un panno bagnato sulla fronte della sorella.
La febbre non accennava a scendere: Malvina sentiva che qualcosa al proprio interno stava combattendo disperatamente per non cedere ma la battaglia la stava consumando troppo.
La voce la chiamava, la tentava e le imponeva di non opporsi, di arrendersi al destino che aveva deciso di abbracciare dalla prima volta in cui aveva messo piede a Scarborough.
Di quel passo la fine sarebbe giunta presto.
“Avresti dovuto ascoltarmi.” Cecilia trattenne un singhiozzo. “Perché non mi hai ascoltato?”
Rimaneva un’unica cosa da fare.
“Cecilia…” Con uno sforzo enorme Malvina allungò verso la sorella un libro dall’aspetto antico: le pagine sembravano sul punto di sbriciolarsi da un momento all’altro mentre le sfogliava a fatica. “Devi…andare alla Fiera…”
 
 
La porta del laboratorio fu spalancata con violenza.
“Lei dov’è?”
“Credevo di avervi già detto di bussare prima di entrare, Lord Lucas.” Sorella Helvira continuò il suo lavoro senza alzare lo sguardo sui faerie armati che avevano invaso la stanza. “Vi prescriverò un rimedio per l’udito.”
 
“Fate molta attenzione, Sorella.” Livido in volto, Lucas si sforzò di mantenere la sua solita calma. “Ho sentito dire che, di questi tempi, nemmeno la Sorellanza è al sicuro.” Passò un dito sul vetro di uno degli alambicchi.
“Al sicuro da chi?” L’alchimista aveva posato i sacchetti di tela e ora fissava Lucas dritto negli occhi.
 
Nel silenzio che seguì si udì un suono attutito.
“Il canale. Certo.” Uno schioccare di dita e i faerie si precipitarono fuori dal laboratorio.
Sorella Helvira scosse la testa. “Credete davvero di riuscire a prenderla?”
“E chi vi dice che io la voglia fermare?”
°°°
                                                       
 

[1] Riferito al simbolismo delle erbe utilizzate nel ritornello di Scarborough Fair 
  
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Fantasy / Vai alla pagina dell'autore: Jordan Hemingway