Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: Frulli_    31/05/2017    4 recensioni
[...]Si girò appena verso destra, e capì che non erano soli: davanti a lei, una decina di passi più avanti, un'altra persona stava guardando quella stessa scena. Una ragazza, con lucenti capelli biondi, ed un abbigliamento che proveniva decisamente dal futuro. La ragazza si girò lentamente verso di lei, come ad aver percepito il suo sguardo, e lo ricambiò sorridendo. Aveva un'aria molto familiare, forse per via del fatto che aveva i suoi stessi occhi...
//Storia intrecciata tra i Quattro Fondatori ed alcuni personaggi del libro, circa 20 anni dopo la caduta di Voldemort.
Genere: Avventura, Romantico, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Delphini Riddle, Teddy Lupin, Un po' tutti, Victorie Weasley | Coppie: Teddy/Victorie
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dai Fondatori alla I guerra, Dopo la II guerra magica/Pace
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

CAPITOLO DUE


Nota dell'Autrice: eccomi qua con il secondo capitolo di questa storia. Spero vi piaccia :) Ho dimenticato di fare un piccolo appunto: ho dato, per mia comodità, dei volti reali ai Fondatori e alla coppia Vicky/Ted. Non li dirò pubblicamente per non "influenzare" il lettore, ma chi vuole saperli può scrivermi privatamente. Enjoy!
 

Hogwarts, 994 d.C.
Fu il viso di Helga che vide per prima cosa, ancora tra le nebbie di quel sonno. Sentì inconfondibile l'odore di erbe medicinali dell'Infermeria, e aggrottò appena le sopracciglia, cercando di mettere a fuoco tutti e tre i visi, vicini al suo capezzale.
«Come stai, cara?» mormorò cortese Helga, accarezzandole la fronte.«Sto bene, ho...avuto una visione» rispose Rowena, mettendosi lentamente a sedere, aiutata dai due maghi «Ho visto...una giovane sulla riva del Lago. O meglio...io ero fuori dal mio corpo, e guardavo me e Salazar che...parlavamo» si corresse, all'ultimo, con la strana sensazione che Godric non le stesse del tutto credendo «e c'era questa giovane che guardava insieme a me. Indossava abiti certamente non nostri» spiegò, osservando poi Salazar e sorridendogli appena.
Salazar non rispose al sorriso, gelido come solo lui poteva fingere di essere.
Godric li fissò entrambi, quindi si soffermò su Rowena: «Come possiamo fare per capire qualcosa di più?» chiese, incerto.
Rowena scrollò le spalle. «Non c'è molto da fare, e lo sai. A volte sogno le visioni, e lì ho più dettagli, ma a volte passano anche anni prima di poter sognare qualcosa di simile. Vi ricordate dopo quanto tempo sognai Hogwarts completata?» chiese, retorica.
«Tre lunghi noiosi anni» mormorò secco Salazar, facendola appena sorridere.
«Molto bene...vorrà dire che attenderemo la notte o tre lunghi noiosi anni» annunciò Helga, sospirando. «Tu ora rimani qui a riposare» precisò poi verso Rowena, che ubbidì volentieri. Le visioni le lasciavano sempre una stanchezza estrema, come se avesse scalato una montagna in ginocchio. Quindi li lasciò uscire tutti e tre, lanciando un'occhiata a Salazar.
In verità aveva il sospetto del perchè aveva avuto quella visione. O quantomeno cosa l'aveva scatenata. Sua madre le aveva raccontato di queste potenti visioni, canalizzate tramite gesti di amore : due amati, una madre ed un figlio...qualunque tipo di vero amore canalizzava, attraverso il contatto delle due persone, delle potenti visioni. Visioni di un futuro molto lontano, ma che legava la veggente ed il futuro in maniera imprescindibile. Visioni non solo lontane nel tempo, ma anche importanti per la loro gravità. L'ultima visione simile che aveva avuto, fu quando abbracciò per l'ultima volta sua madre, sul letto di morte. Ed ebbe la visione della costruzione di Hogwarts. Al di là di chiunque fosse quella ragazza, non riusciva ad ammettere che l'aveva vista proprio tramite l'amore ricambiato per Salazar...

«Tu l'ami» il verdetto sorpreso di Godric gli arrivò come una mannaia tra capo e collo. Salazar sollevò lentamente gli occhi posandoli su quelli verdi dell'amico. Lo fissò, gelido, indurendo appena la mandibola. Se c'era una cosa che odiava di più di Godric Gryffindor, era che lo capiva meglio di se stesso.
«Non so di cosa tu stia parlando» annunciò gelido, tornando al suo lavoro. Le pozioni erano l'unica cosa che riusciva a distrarlo, da tutto.
Godric si sedette davanti a lui, sorridendo stravolto. «Diavoli Babbani, Salazar...la ami davvero? Non credo che tu potessi...»
«Provare dell'affetto per qualcuno? Oh beh ti ringrazio, Godric, grazie, sei un vero amico» brontolò Salazar, senza l'ombra di un sorriso seppur il suo tono fosse ironico. «E comunque te lo ripeto, non so di cosa tu stia parlando»
«Oh smettila, lo sai che non riesci a nascondermi nulla! Come Rowena, che non riesce proprio a mentire. Quando ha deviato sul fatto che voi due stavate “parlando”, l'ho capito subito che mentiva»
«Stavamo davvero parlando: era furiosa per la scenetta fatta dai miei studenti»
«Mh, si, e poi? Avete parlato per mezz'ora? E' già tanto che tu riesca a parlare due volte al giorno, Salazar» precisò Godric, osservandolo serio. «Guardami» gli ordinò poi, calmo.
Ognuno aveva un dono, tra di loro. Helga era il bilanciere delle loro liti, colei che portava sempre la pace e che riusciva a placare ogni animo. Rowena aveva un'intelligenza fuori dal comune. Salazar era un duellante eccezionale ed un Legilimens perfetto. Godric, dal canto suo, aveva la strana capacità di far fare alle persone qualunque cosa volesse, semplicemente chiedendolo. Era un leader ed un eroe, un cavaliere senza macchia e senza paura, come dicevano i Babbani.
Salazar fu costretto ad osservarlo. Con lui non riusciva nemmeno ad usare la sua Abilità: con nessuno di loro quattro l'aveva mai fatto. Rowena, Godric ed Helga erano la sua famiglia, quella che non aveva mai avuto.
«Tu l'ami. Dimmi la verità, ti prego Salazar. Non ti giudicherò» mormorò Godric.
Di nuovo, Salazar fu costretto. Chiuse appena le palpebre, non disse nulla, ma Godric sbatté una mano sul tavolo e rise, divertito. «Lo sapevo!»
«Taci, idiota» brontolò Salazar.
«E lei? Voglio dire...Rowena ricambia? O ti ha rifiutato perché non ti lavi abbastanza?» chiese Godric, sfottendolo. Salazar gli tirò addosso delle foglie secche.
«Ho detto taci, cretino! E comunque non lo so, prima che glielo potessi chiedere ha avuto quella visione. Ma ne dubito» precisò lui, fissando l'amico. «Tu davvero non sei...voglio dire, tu e lei siete cresciuti insieme. Ho sempre pensato che se te l'avessi rivelato, mi avresti incenerito con Draco» rivelò poi Salazar.
Godric sorrise, divertito. «Per quanto l'idea di incenerirti mi aggrada molto, sai bene che Draco è a guardia di tutti noi. Non ha l'abilità di farci del male, te compreso purtroppo. E comunque no, non sono geloso. Se Rowena è felice con te, ben venga no? Sai che bei figli che ci escono da voi due? A parte se riprendono la bellezza da te...» precisò lui, ridacchiando.
Salazar sapeva che non stava scherzando. Tra i due, Godric era di gran lunga il più bello. Fisico alto e prestante, forte e valoroso, con una zazzera di capelli rossi, la mascella pronunciata e gli occhi verdi. Aveva l'aspetto brillante e fiero, e ai tempi dei loro studi sotto la Regina Maeve aveva fatto abbondanti stragi di cuori. Lui, dal canto suo, si era limitato a fargli da spalla e da migliore amico, da topo di biblioteca. Pallido come un morto, con i tratti del viso indefiniti, come un fantasma, occhi glaciali ed un corpo forse snello, ma certo non muscoloso, né tanto meno possente. Di Salazar Slytherin si poteva dire tutto, tranne che fosse bello. In quanto a Rowena, era ancora stupito di come potesse ricambiarlo: era la donna più bella di tutto il regno di Scozia, e forse anche oltre. Anche Helga era molto bella, ma Rowena aveva un'aria da regina. La Signora del Tempo, come la chiamavano loro.
«Dai, Salazar...scherzo. Lo sai che scherzo, vero? Sei il mio migliore amico, ti voglio bene» le parole di Godric lo risvegliarono dai quei pensieri. E quando quello cerco di abbracciarlo, lui lo scansò.
«Che schifo, vattene!» brontolò lui, seppur gli fosse sfuggito un sorriso divertito.
«Salazar, Godric» la voce di Helga li interruppe. Il suo tono di voce non era dolce e gentile come al solito: tremava. Si voltarono, e la videro bianca come un cencio. Godric si alzò di scatto e le si avvicinò, prendendola delicatamente per le spalle.
«Helga, cosa c'è?» mormorò, osservandola. Gli occhi di Helga erano velati di lacrime mentre osservava entrambi, tremando.
«Il Maestro...è qui» sussurrò lei, terrorizzata solo a pronunciare quel nome.


Londra, 2018 d.C.
«Zia!» Victoire camminò a passo svelto verso il Ministro della Magia, abbracciandola.
«Vicky, state bene?» chiese Hermione, abbracciandoli entrambi. Poco dopo si materializzò anche il capo degli Auror.
«Zio, zia...ma che succede? Quello era davvero un...?» chiese Ted, confuso.
«Un Dissennatore, Teddy, si. Erano diciannove anni che non se ne vedevano più qui nei paraggi» rispose Harry, fissandoli serio.
«Vuoi dire che questo non è un caso isolato?» chiese Victoire, perplessa.
Hermione scosse la testa: «Purtroppo no. Questa notte è il quinto che cacciamo via, solo da Hogsmeade. Sembra che qualcuno ce li abbia...scagliati contro»
«Ma come è possibile? Voglio dire...Tu-Sai-Chi è morto no?» chiese Victoire, ancora non osando nominare l'unico che aveva usato i Dissennatori come un personale esercito.
«L'ho ucciso io stesso, Vicky. Eppure non capisco. La mia cicatrice è tornata a bruciare» rispose Harry, grattandosi appena la fronte.
Ted deglutì. Nonna Dromeda gli aveva raccontato cosa era successo quella notte di venti anni fa, quando entrambi i suoi genitori morirono, e così suo zio Fred e tanti altri ancora. Non capiva perchè la cicatrice di Harry poteva fargli male, dopo tutto quel tempo.
«Non pensarci, Harry. Potrebbe essere anche la presenza dei Dissennatori» mormorò Hermione, accarezzandogli appena il braccio.
Con un tonfo sonoro ed una nube di fumo, si materializzarono nella via anche Ron, Ginny e Molly.
«Nonna!» esclamò Victoire, sorpresa di vedere la nonna lì, quella notte. Ma d'altronde sua nonna non era certo una qualunque: aveva ucciso Bellatrix Lastrange, non certo una strega qualunque.
«Vicky, cara...prendete le vostre cose ed andiamo» ordinò dolce Molly, abbracciando i due ragazzi.
«Andiamo? E dove?» chiese Ted, confuso.
«Qui non siete al sicuro. Verrete a stare a casa mia, per un po', mentre i vostri genitori e zii cercano di capire che cosa sta succedendo» spiegò Molly, mentre prendeva entrambi per mano e li conduceva dentro casa.
Mentre Vicky si vestiva e preparava le sue cose, non riusciva a non pensare ancora a quel sogno, così reale. Si stava ormai convincendo che non era frutto della sua fantasia. Era così presa nei suoi pensieri, che non sentì Hermione chiamarla, se non alla terza volta, quando quasi gridò il suo nome.
«Vicky tesoro...stai bene?» chiese sua zia, accarezzandola.
Victoire sorrise, annuendo appena. «S-si zia, è che...non avevo mai visto un Dissennatore, sono ancora scossa» mormorò, mentendo e sentendosi subito in colpa.
Hermione le prese la valigia, sorridendo appena. «Non devi preoccuparti, a casa di Molly sarete al sicuro. Finchè non avrò capito che diavolo sta succedendo, non fate danni ok?» le chiese, sorridendole.
Vicky ricambiò, uscendo di casa. «Sarà fatto»

«Dunque, facciamo il punto della situazione. Nelle ultime tre ore sono stati avvistati ben quindici Dissennatori: cinque a Hogsmeade, sette a Godric's Hallow e tre nella Londra Babbana. Gli Obliviatori sono già sul campo per arginare il problema» annunciò Hermione dalla sua scrivania, nell'ufficio del Ministro della Magia. Davanti a lei c'erano Harry e Ron. «Ora, è chiaro che qualcuno li abbia...richiamati, per chissà quale motivo»
«Non c'è un modo per...esiliarli?» chiese Ron, incerto.
Harry scosse il capo. «Non sono umani, non puoi...limitarli in un posto. Morto Voldemort, era semplicemente senza padrone. Qui non c'erano più anime tristi da risucchiare. Si spostarono così a Nord, pensiamo probabilmente verso la Svezia. Il fatto che siano di nuovo qui, dopo vent'anni, sta a significare solo che qualcuno ce li ha portati. Il problema è...chi» precisò, sospirando.
«Ho controllato personalmente con i responsabili di Azkaban: nessuno è evaso. I Mangiamorte sono tutti in quarantena, isolati, impossibilitati a parlare con nessuno. Quindi deve essere qualcuno che non viene da lì. Che forse non viene proprio da questa nazione» rispose Hermione.
Cadde il silenzio. La situazione era più difficile del previsto: il fatto che fosse qualcuno a loro sconosciuto significava solo che poteva essere...beh, chiunque.
I loro pensieri si interruppero sentendo qualcuno bussare con foga alla porta, ed aprirla senza aspettare il permesso.
«Signora Ministro, mi perdoni ma è davvero...»
«Jones, per la barba di Merlino, che è successo ora?» sbottò Hermione.
Il capo dell'Ufficio Misteri deglutì. «Il Bastone di Merlino, signora...è stato rubato».

  
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Frulli_