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Autore: danyazzurra    11/06/2017    8 recensioni
Sirius è appena morto ed Harry si trova dentro l'ufficio del preside. L'unica cosa che riesce a pensare è ad un mondo dove lui non ha dovuto mai soffrire così, dove non è stato la causa della sofferenza o della morte degli altri. Un mondo dove Peter non ha tradito i suoi genitori, ma davvero sarebbe un mondo migliore?
Come avrete intuito è una what if...cosa sarebbe successo se Peter non avesse mai tradito Lily e James? un'idea pazza che mi è balzata in testa!! Spero che proverete a dargli una possibilità e che leggerete e mi farete sapere!! un bacione a tutti!!
Genere: Avventura, Drammatico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio, Ginny Weasley, Harry Potter, I Malandrini, Lily Evans | Coppie: Harry/Ginny, James/Lily, Ron/Hermione
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da V libro alternativo
Capitoli:
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Harry si lasciò cadere sul pavimento della palestra.
Era distrutto. Erano giorni che non faceva altro che allenarsi, ma non voleva fare altro.
Non voleva essere un peso per gli altri e in un mondo così diverso dal suo, in una realtà dove Voldemort era una minaccia continua, non poteva permettersi di restare indietro.
Oltretutto non voleva pensare a Ginny, cosa che succedeva sempre più frequentemente se permetteva a corpo e cervello di rilassarsi.
Era incredibile come lei fosse cambiata ai suoi occhi; come una pelle normale fosse diventata morbidissima, come dei banali occhi castani fossero diventati la cosa più luminosa che avesse mai visto, come dei capelli rossi fossero divenuti il simbolo del fuoco che aveva dentro e come un viso che aveva accompagnato tanti anni della sua vita passando inosservato fosse diventato il volto della ragazza più bella che avesse mai visto.
Non era patetico? Lui almeno si sentiva così e l’unica soluzione era lavorare, lavorare e lavorare senza darsi il tempo di fermarsi a riflettere.
“Devi pensare, Harry” lo rimproverò Hermione sedendosi accanto a lui.
Harry inarcò un sopracciglio stupito.
“Cosa intendi?”
Hermione alzò gli occhi al cielo “sei tutto istinto” gli disse “sei come l’altro Harry”.
Harry sorrise felice di non aver sentito il solito pronome “nostro” prima del nome.
“Tutto pancia e poco cervello” affermò ed Harry storse le labbra “grazie” si lamentò.
Hermione sorrise e gli si avvicinò tanto da potergli dare un colpettino spalla contro spalla “non fare il permaloso… lo dico per te” lo prese in giro.
Incrociò le gambe come se invece che su un pavimento di una palestra fossero su un letto.
“Hai tantissime capacità e sei davvero in gamba… non ho mai visto nessuno veloce come te nel disarmare qualcuno come hai fatto tu quel giorno con Ginny”.
Harry ripensò a quel giorno. Era successo più o meno un mese prima, ma le cose si erano svolte così tanto velocemente da fargli sembrare che fossero passati mesi interi.
“Sì, diciamo che sono sempre stato molto veloce con quell’incantesimo… mi ha salvato la vita più volte”.
Hermione aprì le labbra come per dire qualcosa, ma poi si trattenne e scosse la testa.
“E’ triste che sia tu che Harry abbiate lo stesso comune destino” disse soltanto e poi sorrise come se avesse appena gettato via il pensiero che la stava incupendo.
“Questo è solo un motivo in più per il quale ti dico che devi pensare. Hai un potenziale enorme, Harry. Tu sei bravissimo nell’incantesimo di disarmo perché è quello più istintivo di tutti… devi migliorare anche negli altri e so che ce la puoi fare… ce la stai già facendo…” s’interruppe e gli diede un altro colpetto di spalla “devi solo rimanere un po’ più concentrato”.
Harry si chiese se fosse solo una sua impressione o se Hermione avesse già capito tutto, poi si diede dello stupido da solo… certo che Hermione aveva capito.
“Ora andiamo a mangiare però” gli disse alzandosi e scuotendo i pantaloni ginnici “gli altri ci staranno aspettando”.
Harry annuì alzandosi in piedi. Si sentiva felice. Era così bello aver ritrovato in questa Hermione la sua amica, la sua sorella per scelta.
Era davvero la stessa, anche se il fatto che stesse insieme a Ron continuava a fargli un certo effetto.
Possibile che lui non avesse mai notato niente in quei due? O su quel piano i suoi Ron ed Hermione erano diversi?
“Eccolo che arriva” disse Hermione e il suo volto si illuminò come quello di una bambina nella notte di natale.
Si avvicinò a Ron e gli diede un bacio a fior di labbra. Harry distolse leggermente lo sguardo in imbarazzo, si chiese se ci avrebbe mai fatto l’abitudine.
“Ehi, amico, come vanno gli allenamenti?” gli chiese Ron ed Harry sorrise al suo migliore amico “distruttivi” commentò “e ci sto andando piano” lo prese in giro Hermione.
“Non molto gratificante” si lamentò Harry scherzoso.
“Non dirlo a me, amico” gli disse, guardandolo con quello che era sempre stato il loro sguardo di intesa “mi fa sempre il…”
“Ron!” lo interruppe Hermione facendoli ridere.
Si avviarono a mangiare e lungo il percorso trovarono anche Alyssa che abbracciò subito il fratello.
“Ti vedo stanco” gli disse ed Harry sorrise “nooo, cosa te lo fa pensare?”
“Il fatto che stamani avessi gli allenamenti con la durissima Hermione”.
“E tu che facevi nel frattempo? Dormivi?” la provocò. Ormai con sua sorella gli veniva automatico scherzare e prenderla in giro. Era come con Daniel, doveva essere qualcosa insito nel suo DNA.
E a tal proposito, dov’era finito Daniel?
Quando pose la domanda ad Alyssa Lei lo guardò come se fosse indecisa se ridere o piangere.
“E’ con Draco”.
“Con chi è scusa?”
Harry si fermò proprio davanti alle porte della sala grande e si guardò intorno come se avesse paura di vedere scie di sangue spuntare da sotto le porte.
“So che sembra pazzesco, ma stanno decidendo un piano di azione… Dobbiamo entrare a Villa Malfoy e dobbiamo farlo presto…”
Harry annuì, ma gli faceva comunque strano pensare a Daniel e Draco che restavano insieme chiusi in una stanza, anche se era per una cosa importante come decidere una strategia.
“Come faranno a trovarsi d’accordo in qualcosa?” chiese infatti.
“Non sono stupidi, sanno dare delle priorità…”
“Dici?” domandò Harry pensando a come la loro litigata nella foresta avesse attirato i Mangiamorte.
“Vabbè, allora diciamo che Neville e Luna sono con loro… Neville non gli permetterà di picchiarsi inutilmente e Luna… riuscirà a farli pensare al piano”.
Luna che li faceva pensare al piano? Per un attimo l’immagine della piccola Luna con la sua mania di leggere il cavillo al contrario lo face sorridere. Non gli sembrava proprio la classica persona che studiava piani.
“Non sottovalutare Luna” disse Alyssa “E’ grazie a lei se molti di noi si sono salvati durante l’attacco… la sua mente fuori dai canoni e contemporaneamente brillante, ci permette di essere pedine impazzite per loro”.
Harry fece per rispondere, ma proprio in quel momento vide Ginny uscire da una delle aule. Era insieme a Seamus e anche ad altri compagni, ma Harry riuscì a vedere solo Seamus tra loro, ricordava che gli altri gli avevano spiegato che Ginny era stata con lui per un periodo e la cosa lo colpiva al cuore con la stessa potenza di una maledizione senza perdono.
“Harry!”
Harry si voltò al suono del suo nome, ma da come lo stava guardando Alyssa si rese conto che probabilmente non era la prima volta che lo stava chiamando.
“Scusami” si giustificò “dicevi?”
Alyssa sorrise come se il vederlo così confuso la rendesse davvero felice.
“Dicevo che se vuoi passare a chiamarli e con la scusa vedere che siano sani e salvi possiamo andare”.
Harry guardò di nuovo verso Ginny e la vide entrare in sala Grande con Seamus al fianco, parlavano così serenamente che non riuscì a impedirsi di sentirsi invidioso, oltre ad infastidito in maniera pazzesca per quello che ogni volta continuava a sentire per cui annuì.
Tutto pur di non dover mangiare con loro due.
“Sono solo amici, sai?”
“Cosa?” chiese, voltandosi di nuovo verso Alyssa e capendo che aveva fatto di nuovo la figura dello stupido.
“Loro…” li indicò con la testa “Ginny e Seamus, non stanno più insieme se te lo stessi chiedendo”.
“Non me lo sto chiedendo” affermò però con troppa enfasi tanto che Alyssa sorrise e lo guardò come se non gli stesse affatto credendo.
E come poteva?
Lui era il primo a non credersi.
***
“Spiegami, vuoi farci catturare?”
La veemenza con cui Daniel fece quella domanda avrebbe fatto impaurire chiunque, ma Draco rimase immobile.
Non era mai stato un tipo coraggioso. Ricordava quante volte si era messo a piangere dal nervoso e dalla paura quando lavorava all’armadio svanitore, ma adesso era diverso.
Adesso aveva convissuto con Voldemort, aveva visto suo padre morire solo perché lo aveva deluso e prima che sua madre riuscisse a farlo fuggire e farlo passare per morto, aveva saggiato la sua bacchetta in prima persona.
“Vuoi litigare, Black?” lo provocò e Daniel sorrise di scherno “non vedo l’ora” disse facendo un passo in avanti, ma Neville si contrappose tra loro alzò la sua mano argentea e la poggiò su Daniel – per quanto si sentisse sopra le parti non aveva tanta voglia di toccare l’ex Mangiamorte – spingendolo leggermente per farlo tornare al suo posto.
“Basta fare le teste calde, qua stiamo pensando a salvarci la pelle…”
“Non lui a quanto pare”.
“Neanche tu” intervenne Luna, la sua voce sognante in contrapposizione ai suoi occhi decisi.
“Entrare approfittando del tuo sangue Malfoy è prevedibile…”
“E allora come pensi di fare?” la interruppe Draco spazientito.
Luna non si scompose minimamente, ma scosse la testa.
Non lo sapeva.
Poggiò le mani sulla scrivania dove avevano disegnato una perfetta mappa di Villa Malfoy e la osservò a fondo.
“Se usiamo il metodo che dici tu” disse alzando la testa per un secondo e guardando Daniel “avremo i Mangiamorte addosso in meno di due minuti”.
Daniel sbuffò incrociando le braccia.
“Ma se usiamo il metodo di Draco con tutta probabilità li avremo nell’arco di trenta secondi” affermò e alzò definitivamente gli occhi sui due ragazzi.
“Voldemort non è uno stupido, avrà messo un incantesimo a controllo della casa… nel caso qualche Malfoy si presentasse…”
“Lui mi pensa morto” la interruppe Draco in maniera stizzita.
Harry e Alyssa entrarono proprio in tempo per sentire Daniel dire che non sarebbe stata proprio una gran tragedia e Draco guardarlo con rabbia.
Alyssa alzò gli occhi al cielo e rimase ferma sulla porta appena chiusa alle loro spalle mentre entrambi riprendevano a discutere.
“La realtà non è molto lontana dall’immaginazione” disse Harry scherzoso.
“Non arriveranno mai da nessuna parte” concordò Alyssa, mentre cercava di isolare la voce di Luna e di sentire le sue opinioni.
Sembrava che entrare a Villa Malfoy fosse una cosa impossibile.
“La villa non ha passaggi segreti?” chiese Harry avvicinandosi agli amici e finalmente il gruppo si accorse di loro.
Daniel guardò Alyssa, ma fu solo un secondo prima di riportare l’attenzione su Harry mentre Draco le sorrise apertamente e le fece una sorta di saluto militare che la fece ridere.
“Che carini hanno i loro cenni di intesa” mormorò Daniel che aveva gli occhi che sembravano emettere fiamme.
“Stai calmo, amico” mormorò Harry in risposta e Daniel prese un respiro.
“Allora, Malfoy? Avete dei bei passaggi segreti che portano a qualche prigione dove nascondete Babbani torturati o a qualche stanza piena di libri oscuri?” chiese sarcastico.
Draco assottigliò lo sguardo “parli per esperienza, Black?” disse con un ghigno “in fondo mia zia è tua cugina di secondo grado”.
Daniel si mosse per fare un passo in avanti poi guardò Alyssa e ci ripensò fermandosi sul posto.
Ripensò alla promessa e alla felicità che aveva letto in quegli occhi verdi.
“Fottiti” gli disse e spostò gli occhi sulla cartina continuando a cercare una soluzione.
“Certo che ci sono dei passaggi segreti” li informò Draco, concentrando il suo sguardo su Alyssa che gli sorrise.
Daniel abbassò di nuovo lo sguardo sulla cartina, non avrebbe mai immaginato che un sorriso di Alyssa gli avrebbe provocato un dolore nel petto così forte da fargli sembrare che gli stessero schiacciando il cuore a due mani.
“Il problema è arrivare a quei passaggi…” continuò Draco, lasciando la frase in sospeso.
“Eppure dobbiamo trovare una soluzione” intervenne Alyssa.
“Puoi giurarci” affermò Daniel “non dirò ai nostri genitori che non possono affidarci niente perché siamo incapaci…”
“Non è esattamente niente andare a prendere un Horcrux” lo rassicurò Alyssa.
Le dispiaceva vederlo così arrabbiato, sapeva che Daniel odiava sentirsi inadatto in qualcosa.
Sapeva che lui odiava fallire o non essere in grado, ma stavolta le pareva di leggere qualcosa in più nel suo sguardo.
Ogni volta che la guardava era come se dietro a quegli occhi grigi ci fosse qualcosa che lei non era in grado di identificare.
Ed era strano perché per lei Daniel non era mai stato un mistero.
“Per mille Zucche dirigibili”.
Luna ruppe il silenzio che si era creato e Harry scoppiò a ridere, e anche gli altri – nonostante dovessero esserci più abituati- fecero fatica a contenersi.
Luna restava sempre la solita piccola Luna.
“Cosa stai pensando?” chiese Neville, comparendole davanti al campo visivo.
Era rimasta così ipnotizzata che faceva quasi paura.
“Sto pensando agli Elfi domestici…” si voltò verso Draco così di scatto che ad Harry parve quasi una di quei protagonisti dei film di paura e si chiese come potesse Draco non ritrarsi davanti a quegli occhi spiritati.
“Sto pensando al tuo elfo domestico…”
“Dobby” intervenne Harry e Draco lo guardò quasi infastidito per il legame che aveva capito esserci tra i due.
“Non te lo rubo non ti preoccupare” fece finta di consolarlo Harry e Daniel trattenne un sorriso.
“Sì, Dobby è la soluzione”.
Ancora la stavano guardando tutti stupiti, ma lei non sembrò preoccuparsene.
“Hermione” disse con voce leggera “ho bisogno di Hermione e di cibo” affermò con un sorriso ed uscì dalla stanza lasciando gli altri a chiedersi cosa fosse successo.
***
“Sì, è vero” disse Hermione “gli elfi si smaterializzando ovunque, ma una volta dentro? Possono esserci altri incantesimi” protestò Daniel ed Hermione per sorpresa di tutti sorrise “lo so, ma qui arriva il bello…noi conosciamo qualcuno che sta studiando da spezzaincantesimi…”
“Hermione!” la interruppe Ron alterato “forse dovremmo chiedere aiuto ad un adulto” consigliò, talmente stizzito che Hermione non era sicura se glielo stesse ordinando o consigliando.
“Gli adulti di cui ci possiamo fidare hanno il loro da fare e lei…”
“Mia sorella non partirà in una missione così pericolosa”.
“Tua sorella sa decidere da sola”.
“Mia sorella è stata rapita pochi mesi fa”.
Ginny si alzò in piedi di scatto “non ho bisogno che me lo ricordi”.
Ron si alzò a sua volta “Allora non fare finta di essertelo dimenticato” le disse a bruciapelo.
Le sue orecchie erano diventate pericolosamente rosse ed Harry sapeva benissimo quanto non fosse buon segno, la stessa cosa però avvenne alle orecchie di Ginny e anzi, quando spostò gli occhi sul suo viso, Harry vide quelle iridi castane che sembravano così piene di fuoco da bruciare dall’interno.
“Non me starò qui a guardare”.
“Farai una cazzata perché non sei lucida” la provocò e Ginny guardò per un secondo Alyssa, ma dopo un attimo si diede della stupida, Alyssa era la persona su cui avrebbe davvero potuto mettere la mano sul fuoco.
“Sono lucida eccome ed io verrò con voi” sentenziò con una voce che non ammetteva regole.
“Ho già perso tutti i miei fratelli, non perderò anche te…”
“Io invece non li ho persi? Eppure non ti sto chiedendo di non andare…”
“E’ diverso…”
“No, non lo è…e poi non permetterti di parlare così dei nostri fratelli, sono morti con onore e Fred e George sono vivi” si impuntò Ginny. Gli occhi erano ormai ridotti a due fessure fiammeggianti.
“Lo sono davvero?” chiese Ron e Ginny strinse i pugni, ma non rispose e si voltò verso Hermione. “Conta su di me” le disse soltanto e si avviò per uscire.
“Harry”.
La voce di Ron che lo pregava di intervenire distrasse Harry dal viso di Ginny.
Non sopportava la visione che avevano di questo Harry, era infastidito all’idea di prendere decisioni così importanti, ma sapeva che più o meno funzionava così anche nel suo mondo: lui aveva deciso di andare a salvare Sirius, l’unica differenza è che nel suo mondo decideva per sé, al limite per Ron ed Hermione, mai per un gruppo intero di persone.
Ed ora si ritrovava a dover fare una sorta di Re Salomone. A lui la decisione: Ginny può andare in missione?
Era pronta?
Sapeva che la ragazza era forte, lo era anche nel suo mondo. Si era ripresa dalla possessione di Voldemort e non credeva di averla mai vista piangere o compatirsi per nessun motivo, ma vederla discutere con il fratello, vedere la decisione e la rabbia nel suo viso, avevano provocato in lui una sorta di ammirazione.
Anche se non doveva. Anche lui avrebbe dovuto voler proteggere Ginny.
Aveva un senso, no? Era la sorellina del suo migliore amico e, a quanto pare, aveva anche scoperto essere la ragazza che riusciva a smuoverlo nel profondo, ma forse era proprio per quello che non riusciva a farlo.
Proteggerla. Dirle di non andare? Chi era lui per farlo? E soprattutto sarebbe stata la peggiore mancanza di rispetto nei suoi confronti.
Lei aveva più carattere di lui, più competenze di lui e probabilmente anche più motivi di lui per andare a combattere e lui ne aveva troppa ammirazione anche solo per provare a pensare che non fosse giusto.
Lei si voltò verso di lui. Aveva un’espressione strana nel viso. Sembrava che lo stesse sfidando a dirle di restare a casa e contemporaneamente però che stesse sperando che – anche se alla fine avrebbe fatto come voleva- lui non ci avrebbe anche provato.
“Sei brava?” le chiese e Ginny annuì “la migliore”.
Harry annuì a sua volta e gli occhi di lei si rischiararono “ci vediamo alle cinque” le disse e la ragazza annuì, ma prima di voltarsi di nuovo le sue labbra si stirarono in un leggero sorriso.
Hermione sospirò rumorosamente per riportare l’attenzione su di lei e ignorò l’occhiata piena di rabbia del fidanzato.
Sapeva che non gliel’avrebbe fatto passare liscia tanto facilmente, sapeva che la sua proposta di far andare Ginny con lei sarebbe stata fonte di discussione, ma a loro serviva una brava spezzaincantesimi e Ginny lo era.
Aveva iniziato quando Bill era ancora vivo, lei era piccola e gli stava attaccata come un cagnolino, faceva quello che faceva lui, andava dove andava lui, quando poi lui era morto lei si era ritrovata a quattordici anni e con molte più competenze di tanti altri.
Oltretutto Ginny aveva bisogno di andare in missione.
“Pensi che potremmo usare anche Kreacher?” chiese Hermione guardando Daniel.
Daniel era appoggiato il muro, le braccia incrociate e leggermente distanziato da loro, non riusciva a stare troppo vicino ad Alyssa e Draco che erano ancora accanto, non si sfioravano neanche, ma era sicuro che anche lei cominciasse a desiderare la sua vicinanza.
Cercò di modulare la sua rabbia, gliel’aveva promesso.
L’aveva fatto e anche se lei probabilmente non l’avrebbe mai amato, lui lo faceva per entrambi.
“Kreacher? Non credo sia sicuro affidarsi a lui… lo sai che obbedisce trovando cavilli negli ordini”.
Hermione piegò la testa da un lato e dall’altro.
“Però parla sempre di Regulus, ne parla come se fosse l’unico padrone che abbia mai amato…”
“Già…”
“Potremmo smaterializzarci da loro e fargli dare l’ordine da lui” propose Neville, ma Hermione scosse la testa “incanto Fidelius” disse soltanto.
“Però… intanto gli daremo un ordine che non potrà eludere in alcun modo e poi, appena possibile, ci assicureremo la sua fedeltà tramite il suo vecchio padrone”.
Daniel annuì “mi fido di te, Herm” le disse e lei sorrise, alzandosi in piedi “ci vediamo alle cinque” disse e tutti iniziarono ad uscire dalla stanza.
Tutti tranne Ron che aveva iniziato a discutere con Harry.
“Ti ho tirato in causa perché credevo che mi avresti aiutato”.
“Ho detto quello che pensavo fosse giusto”.
“Giusto? Giusto? Mia sorella è stata rapita… tu non hai idea di quali condizioni era quando è tornata da noi”.
Harry inspirò a fondo. Non l’aveva vista era vero, ma ormai se ne era fatto un’idea ed era come se quella fosse impressa a fondo nel suo cervello.
“Forse è proprio per quello che le hai permesso di venire”.
Harry annuì “in un certo senso sì” ammise “le ho detto che poteva venire perché ha il diritto di riprendere in mano la sua vita…”
Ron lo interruppe con una risata priva di allegria “vuoi rimetterti con lei, vero? Te lo leggo negli occhi, vedo come la guardi e mi ricordo…”
“Ron, io non mi sono mai messo con tua sorella” lo interruppe “per cui, tecnicamente, non posso rimettermi con lei” gli spiegò, ma non riuscì a dire che non lo avrebbe desiderato.
Anche se non era quello ad averlo portato a prendere quella decisione.
“Comunque le hai dato ragione solo per ingraziartela e tornare da lei…”
Harry sospirò evitando di dirgli per la seconda volta che lui non poteva tornare da lei dato che non c’era mai stato.
“Lei sarebbe venuta comunque…”
“No!”
Harry fece per rispondere di nuovo, ma Hermione parlò prima di lui “Dio! Ron, sei davvero stupido… pensi che Ginny abbia bisogno del tuo permesso o di quello di Harry?” gli chiese arrabbiata.
Lui si voltò verso di lei, la rabbia nei suoi occhi castani.
“Tu… tu… non parlare, per favore… non farlo… come hai potuto, sai quanto ho sofferto per ognuno dei mie fratelli… tu sai… tu c’eri…”
Ron parlava a scatto, come se dire quelle semplici parole fosse la cosa più difficile del mondo.
Si sentiva tradito da Hermione. Era la sua ragazza da un bel po’ ormai, come aveva potuto fargli questo?
“Dimmi come pensavi di impedirle di venire?” lo sfidò guardandolo nei suoi occhi azzurri “come? Chiudendola dentro una stanza? O addormentandola con una pozione?” quando vide gli occhi di Ron spostarsi dal suo viso capì che ci aveva effettivamente pensato.
“Ho solo lei” si giustificò.
“E lei ha solo te, ma non puoi impedirle di venire. Non è una bambina ed ha perso in questa guerra quanto se non più di te…”
Ron guardò Hermione con gli occhi lucidi e poi spostò lo sguardo su Harry che annuì lievemente.
Aveva compreso il loro punto di vista.
Lo approvava? No.
Ne era terrorizzato? Sì.
Ma avevano ragione, non poteva impedire un bel niente a Ginny, soprattutto perché conoscendo il suo carattere, poi, avrebbe combinato un casino forse più grande.
A questo punto non gli restava che proteggerla con tutto se stesso.
 
COMMENTO: IN QUESTO CAPITOLO C’è UN PO’ PIU’ DI RON ED HERMIONE… MI DISPIACEVA AVERLI LASCIATI UN PO’ DA PARTE E QUINDI ECCO QUA : ) INOLTRE I RAGAZZI SI STANNO PREPARANDO PER LA RICERCA DELL’HORCRUX CHE VEDREMO NEL PROSSIMO CAPITOLO!! SPERO CHE QUESTO VI SIA PIACIUTO E VI PREGO FATEMI SAPERE QUALCOSA…MI FARESTE TANTO PIACERE, OLTRETUTTO IL SEI E’ STATO IL MIO COMPLEANNO, QUINDI ME LO FATE UN REGALINO E MI LASCIATE LA VOSTRA OPINIONE? :P  GRAZIE MILLE A CHI HA RECENSITO LO SCORSO CAPITOLO OVVERO: SHIORI LILY CHIARA / CHIARA POTTER 02 E NAG 95!! CON LE VOSTRE PAROLE SIETE STATI LA MIA CARICA…GRAZIE DI CUORE!! INOLTRE GRAZIE A CHI MI HA AGGIUNTO ALLE PREFERITE / SEGUITE E RICORDATE ED ANCHE A CHI MI LEGGE SOLTANTO!! UN BACIONE!! 
   
 
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