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Autore: Aliak    13/06/2017    2 recensioni
Post-Season 2
Sono passati diversi mesi dall’invasione Daxamite, Kara deve riaggiustare la propria vita ma non è così facile dopo una grande perdita. Lilian Luthor era finalmente dietro le sbarre e il mondo sembrava essere finalmente in pace. Tutti sono felici, ma non lei, era tutto così frustrante. Odiava sentirsi impotente, eppure eccola lì. Potreste darle torto, però? E 'stata un disastro tutta la sua vita, non aveva mai avuto un momento di felicità che durasse, aveva perso anche lui, ed era di nuovo sola, mentre tutti intorno a se erano felici.
Stava annegando nelle sue stesse paure, non poteva salvare se stessa ma qualcun’ altro poteva farlo, e sta per tornare…
Semplicemente una storia Karamel
Genere: Angst, Fluff, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kara Danvers, Mon-El
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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- Questa storia fa parte della serie 'Supergirl'
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Erano passata una settimana, la città pian piano si stava riprendendo la normalità se così si poteva definire era stata ristabilita, ancora c’erano i danni portati alla città ma le persone non avevano più paura, tutto era stato messo al sicuro, e la vita doveva semplicemente continuare. Nessuno aveva avuto notizie di Kara, non rispondeva alle chiamate ai messaggi, inizialmente J’onn e gli altri avevano scelto di lasciarla un po’ da sola, come aveva chiesto lei stessa aveva cacciato tutti volendo rimanere sola, poi semplicemente aveva smesso di rispondere. Inizialmente avevano lasciato fare, ma ormai mancava da giorni alla Catco, James inizialmente credeva avesse chiesto un permesso, ma poi Cat aveva chiamato Alex chiedendo spiegazioni. Non c’erano stati avvistamenti di Supergirl sulla città ne tanto meno al Deo, cominciava a essere troppo erano preoccupati, non poteva continuare così la situazione.

 

Alex aveva scelto semplicemente di andare all’appartamento o di Kara, e se non gli avesse aperto, avrebbe usato le sue chiavi che gli aveva dato per casi di emergenza, e quella era una emergenza. Nessuno aveva risposto quando aveva bussato, sembrava che nessun rumore provenisse dall’interno, come se non ci fosse nessuno, ma quando avevi infilato la chiave ti eri resa conto che alla fine non era stata in realtà chiusa, l’aveva spinta verso l’interno guardandosi infine intorno, con circoscrizione indecisa se tirare fuori la pistola. 

 

Ma tutto appariva calmo, tutto era stato lasciato esattamente come era il giorno dell’invasione, poteva notare uno strato di polvere ricoprire i mobili, una camiciai Mon-el appesa alla spalliera di una sedia, accanto al tavolino dove riposavano i finti occhiali di Mike, e il suo portatile. 

 

Sul basso tavolino di fronte al televisore, c’era il quarto libro di Harry Potter, che sapeva che Mon aveva cominciato a leggere sotto consiglio di Kara, l’avrebbe trovata una lettura decisamente interessante, si erano anche ripromessi di vedere insieme alla prossima serata film, tutta la serie di Star Wars. Ma non era andato così.

 

-Kara?- aveva chiamato Alex, guardandosi intorno cercando la figura di sorella, notando che non c’erano contenitori ne buste di cibo da asporto, non c’era nessun segno che quella casa fosse stata abitata nell’ultima settimana. Che non fosse lì? Allora dov’era andata?

 

Si era spostata verso la stanza da letto, era l’ultima possibilità ma aveva già tirato fuori il cellulare pronta a chiamare il Deo in caso non ci fosse, magari era stata catturata da Lilian e loro non avevano fatto nulla per cercarla, per salvarla. 

 

Stava per premere la chiamata quando la notò. Ma non riusciva a riconoscerla, quella non era Supergirl, quella non era Kara Danvers, non riusciva a riconoscere quel guscio vuoto che aveva le sembianze di sua sorella, riversato a terra apparentemente incosciente, in una posizione fetale.

 

L’aveva raggiunta velocemente abbandonando il telefono, inginocchiandosi vicino a lei, andando a poggiare una mano sulla schiena, l’aveva vista sussultare a quel tocco, ma nessun altro movimento, non riusciva nemmeno a percepire il respiro, una mano era scivolata fra i capelli sporchi, annodati fra loro cercando il collo e infine la pulsazione. 

 

C’era battito seppur molto flebile sotto quella pelle d’acciaio, che appariva più morbida e vulnerabile in quel preciso istante. -Kara?- l’aveva chiamata cominciando a scuoterla leggermente cercando di svegliarla, da quello stato catatonico in cui si era lasciata andare. 

 

Da quanti giorni era ridotta in quel modo? Abbastanza a vedere lo stato in cui si trovava, spezzata nell’anima e nel cuore, come aveva fatto a non capire come si sentiva la sua sorellina, doveva intuirlo già da quella sera, quando si erano lasciate al Deo che qualcosa non andava.

 

Ma non voleva ammetterlo, sapeva che lo amava, ma non credeva che quel sentimento fosse così forte, fino a ora. E ora si sentiva così male, avrebbero dovuto trovare un’altra soluzione, una soluzione che non comportava mandar via forse per sempre Mon-el dalla terra.

 

-Miele ti prego, svegliati.- aveva supplicato cominciando di nuovo a scuoterla, infine guardandosi intorno cercando di nuovo il suo telefono, che aveva lasciato cadere per avvicinarsi a Kara, e soccorrerla.

 

-Lasciami stare.- gracchiò, la sua voce suonava rauca dal disuso, aveva appena sollevato la testa guardando l’altra negli occhi. Sapeva che erano rossi, e doveva avere un’aspetto terribile, non aveva un sorriso da donare alla sorella, gli occhi avevano perso la loro solita vivacità, spenti persi guardavano verso l’altra ma senza vederla in realtà.

 

-No non ti lascio stare, non posso farlo.- aveva sentito sua sorella afferrarla per il braccio destro portandolo sulla sua spalla per poi afferrarla per il fianco, e cercar di sollevarti di peso. Non avevi la forza di ribellarti, non avevi nemmeno la forza di camminare, le gambe risultavano come paralizzate, come ogni muscolo de tuo corpo. 

 

Eri un peso morto contro il corpo di tua sorella, lentamente si era avvicinata al letto e ti aveva poggiato sullo stesso, facendoti sedere comodamente posizionando i cuscini dietro la schiena per poi muoversi, prendere il telefono per sicurezza in caso gli servisse, e poi muoversi  verso il bagno, e tornare con un asciugamano leggermente umido.

 

-Kara, stai bene? Hai fame? Posso ordinare una pizza, o un po’ di cibo cinese.- aveva cominciato a pulire il tuo viso, delicatamente per poi passare alle mani, dove c’era il tuo sangue raggrumato, infine aveva leggermente cominciato a scostare la camicia a quadri, di Mon-el cercando di vedere se avessi ferite o altro, avevi allontanato la mano con forza, avvolgendoti di nuovo nella stessa, più strettamente di prima aggrappandoti alla stessa, come se fosse la tua ancora di salvezza.

 

-No, non ho fame. Vattene- avevi seccamente risposto, trovando la forza per farlo, anche se non eri certa da dove essa fosse scaturita, avevi fame in realtà ma dubitavi che il tuo corpo sarebbe riuscito a ingurgitare qualsiasi cosa, senza vomitare poco dopo. Percepivi una nausea terribile, bruciare la bocca dello stomaco, ti sentivi male l'energia che ti donava la luce del sole giallo non era abbastanza.

 

Alex sapeva che la sua sorellina stava veramente male, ma lei non ne poteva più. Voleva la vecchia Kara indietro. Non questa emo, versione angosciante di se stessa. Si rese conto che nemmeno quando era arrivata sulla terra, dopo aver subito tutto quel trauma, sapere che la sua casa era andata distrutta, che suo cugino era ormai adulto e non gli serviva, si era ridotta così. 

 

Lei non era mai stata male come ora. -Dannazione, Kara! Basta con questo!- Alzò la voce, e afferrò il suo viso forzandola a guardare sua sorella negli occhi, cosa che finora non aveva fatto. -So che è difficile, ma non si può continuare a fare questo, a voi!-

 

Era furiosa e c’era una possibilità, anche se non era certa di averne la forza, che fosse sul punto di usare la sua vista calorifica contro la sorella, uccidendola in quel preciso istante. Non accettava quel tono, contro di lei quelle parole, come poteva essere così cieca Alex, se fosse stata Maggie, si sarebbe comportata diversamente?

 

-Credo di essere abbastanza grande per sapere quando sento la fame o no. Se sto bene o no, non ho bisogno che mi babysitter. Si può andare a casa e stare con la vostra fidanzata.- disse infine con tono acido verso la sorella, mentre cercava di sollevarsi dal letto, e allontanarsi dalla sorella, ma le gambe non la reggevano, era ricaduta subito dopo sullo stesso materasso.

 

-Io… Sono preoccupata per te Kara.- aveva affermato Alex con un pizzico di disperazione. -Tu non dormi, o almeno non serenamente. Non avete mangiato, quando sapete benissimo, che il vostro corpo a bisogno di un maggior rapporto di cibo rispetto a quello umano.-
 

Avevi scosso leggermente la testa, non volendo rispondere alle parole della sorella, sapendo che erano giuste, anche per questo in questo momento non avevi nemmeno la forza di sollevarti in piedi da quella posizione, e andare via da lì. Anche se lo volevi, anche se non la volevi più sentire parlare.

 

-Quand’è l’ultima volta che sei andata alla Catco? O che avete parlato con qualcuno? O che hai volato sulla città?- ha continuato il suo sproloquio,  in realtà non aspettando la risposta a quelle domande, voleva semplicemente farla ragionare.

 

-E' stato sette giorni, quattro ore e ventisei minuti, da quando mi sento come se il mio mondo fosse crollato di nuovo, e non riesco a respirare.-  si strozzò con le sue stesse parole, mentre cercava di farle uscire in modo uniforme, gli era difficile anche parlare, o solo pensare. Voleva essere lasciata in pace nella sua solitudine.

 

-Da quando l'ho lasciato in quel baccello, ho cominciato a sentire questo peso enorme sul mio petto, come se fossi stata sopraffatta. Mi sento vuota. E io non riesco a respirare. I..Io ... io non posso. Respirare!- esce dalle labbra come un mezzo sussurrò, anche se avrebbe voluto urlare contro Alex quelle parole, ma ognuna di esse era un enorme sforzo attualmente insostenibile per il suo corpo debilitato.

 

-I miei polmoni si sentono pesanti. Il mio cuore si sente pesante. Perché mi manca. Ogni secondo mi trovo su questo pianeta senza di lui, mi manca! Ovunque io guardo, lui è lì. Alla CATCO, mi ricordo quando ha lavorato anche se per un breve periodo, o come quando veniva a portarmi il pranzo.- aveva ammesso mentre Alex sembrava lasciarla fare, permettendogli quello sfogo, senza mai fermarla.

 

-Al DEO, ogni allenamento, la cella che l’aveva contenuto quando era appena arrivato, ed è stata la sua casa per mesi. La baia medica dove abbiamo scambiato il nostro primo bacio. Al bar,  ogni volta che mi versava una soda club e ascoltare qualsiasi cosa gli dicevo.- Aveva guardato di nuovo la stanza sollevando appena lo sguardo -Sapete che cosa si prova a camminare in questo appartamento e ricordare ogni dettaglio? Ogni piccola cosa che ha fatto per me? Come, come mi ha lasciato messaggi carini nello specchio del bagno, o la colazione fatta a letto, o come mi avrebbe abbracciato stretto, durante la notte. Non avete idea di come ci si sente! Non avete idea di quanto l'amavo! Quanto lo faccio ancora…- aveva ammesso ricominciando a piangere, credeva che non avesse più lacrime, e invece era lì di nuovo a versarle, il corpo sconquassato da violenti singhiozzi.

 

Alex si vergognò, lei aveva ragione. La verità è che lei non ha dato il rapporto abbastanza credito. Ha pensato che fosse solo un flirt, che sarebbe passata in fretta. E 'stato un errore giudicare il loro rapporto, senza prendere davvero il tempo di capire la profondità dei loro sentimenti. Dopo tutto il suo disappunto, ogni volta che aveva urlato contro Mon-El per non ascoltare Kara. E lei aveva fatto lo stesso.

 

-Mi dispiace Kara, lo so quanto può far male, ma non credi che lui soffrirebbe sapendo che ti stai lasciando andare così? Lui ti ama, e non vorrebbe mai e poi mai vederti in questo stato, dovresti saperlo, si sentirebbe male. Troveremo un modo per riportarlo qua, io e Eliza ci impegneremo a creare una cura contro l’allergia da piombo, in modo tale che possa ritornare finalmente a casa. Te lo prometto.- 

 

-Grazie, Alex- rispose così a quella proposta della sorella, di trovare una cura e quindi riportarlo a loro, ci sperava voleva che tutto questo fosse possibile, non poteva vivere senza di lui.

 

-Ora che ne dici, di ordinare un po’ da mangiare?- avevi annuito leggermente, senza trovare la forza per parlare di nuovo dopo quello sfogo. -Andrà tutto bene, te lo prometto, lo riporteremo a casa.-  

 


 

Era quasi passato un mese ormai, da quel giorno Kara e Supergirl erano tornati al loro lavoro di sempre, lo sguardo di Alex era poggiato sullo schermo di fronte a lei, stavano cercando di ottenere la cura, lei e sua madre, usando tutte le risorse del deo. Ma la notizia di Winn era stata come un fulmine a ciel sereno, era stata la prima a saperlo.

 

-Non una parola di questo a Kara, capito?- non doveva saperlo, non ora che si era ripresa seppur un po’ a fatica, seppur non come prima.

 

-Cosa non devo sapere?- Con fermezza aveva domandato ai due, mentre si avvicinava sempre di più al centro del Deo. Le due teste si girarono subito a vederla camminare verso di loro, nella sua tipica posa. Lo sguardo di Winn sembrava terrorizzato.

 

-Kara, è bello vederti!- Ha cercato di sviare il discorso Winn, fallendo miseramente, aveva la faccia di uno che voleva che la Terra in quel preciso momento lo inghiottisse.

 

-Si tratta di Mon-El…- Alex parlò, muovendosi verso di lei affiancandola, sapeva che non sarebbero riuscite a trattenere quella notizia a lungo, non con lei. -Il pod di Mon-el è scomparso. Non sappiamo cosa gli sia successo.-

 

-Come? Come può…- La testa di Kara girava, un senso di vertigine farsi sempre più insistente, come se gli stesse per mancare la terra sotto i piedi, che cosa stavano cercando di dirgli.

 

Poi Winn ha spiegato a lei. Come voleva farle una sorpresa. Voleva fare qualcosa di bello per lei, per aiutarla. Aveva pensato se Kara sapeva per certo che Mon-El era atterrato in un posto sicuro, che si sarebbe sentita un po 'meglio. Che gli avrebbe finalmente dato un po 'di pace e conforto.Ha spiegato che aveva lavorato su un modo per monitorare il baccello, in segreto. Aveva seguito la traiettoria del baccello da quando era partito, senza perdere mai traccia anche da casa. Eppure giusto l’altra sera, l’aveva visto scomparire aveva cercato di ritrovare la traccia ma senza successo.

 

-Ho pensato che potrebbe essere stato un problema, di interferenza qualcosa qualsiasi cosa, ma ormai…- Winn chiuse gli occhi con forza, e prese un lungo respiro prima di parlare di nuovo. -Sono passati 5 giorni, ho scansionato ogni galassia conosciuta alla sua ricerca, penso sia stato inghiottito da un buco nero, o non so come altro spiegare tutto questo. Mi dispiace Kara-

 

“Che cosa aveva fatto?” L’aveva mandato via dalla terra per salvarlo, o almeno così credeva, invece l’aveva mandato a morire nello spazio, lontano dalle persone che più lo amavano, dai suoi amici, da lei. Da solo, spaventato magari terrorizzato da quello che gli stava per accadere. Aveva cercato così duramente per salvare lui, pensando che fosse la cosa migliore, ed è stato tutto un disastro. L’aveva lasciato andare. L’aveva visto andare via, perché credeva di tenerlo sicuro, tenerlo in vita.

 

Ed era stato tutto inutile.

 



PS: No tranquilli non è finito in un buco nero, avete fatto caso che nel trailer quel portale che si apre sembra molto simile a quello, che usano barry ecc.. per attraversare arrivare sulle altre terre? ho lo visto solo io? No non credo.
Si un'altro capitolo abbastanza angosciante vero? devo dire che non mi aspetto una reazione gioiosa, nemmeno nel telefilm almeno spero quando cominceranno la terza serie, non è mica di acciaio anche il suo cuore. NO?

Vabbè è tari ho sonno, nel prossimo capitolo comparirà anche Mon-e, niente flashback, e vedremo i preparativi per il matrimonio Alex/Maggie, cosa che vogliono a quanto pare rovinare anche nella terza stagione visto che Maggie, da quanto si legge forse non parteciperà alla stessa. Ennesima pugnalata al cuore, no ancora non accetto sta cosa.

Baci in Ogni caso

Aliak
   
 
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