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Autore: Ginevra1988    13/06/2017    3 recensioni
All'alba del tre maggio Harry, Ginny e gli altri reduci della Seconda Guerra Magica si ritrovano a fare i conti con... il ritorno alla normalità. Le ferite sono fresche, gli incubi li perseguiteranno ancora per anni e poco sembra essere come prima, ma la voglia di ricominciare è tanta. A passi lenti e incerti dovranno trovare la loro strada verso un futuro nel quale non potevano nemmeno sperare fino a qualche giorno prima.
Genere: Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: George Weasley, Ginny Weasley, Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley | Coppie: Harry/Ginny, Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Soltanto una donna profondamente buona
può fare una cosa profondamente stupida.
Il ventaglio di Lady Windermere – Oscar Wilde
 

 
27 maggio 1998 – La Tana
 

 
   Il sole tramontava su un’altra giornata di lavoro, oltre le finestre della camera all’ultimo piano. Uno schianto e un rumore di vetri infranti annunciarono che il demone in soffitta aveva rotto qualcosa, ma Ron non aveva proprio voglia di andare a controllare; sospirò e guardò ancora una volta il modulo lilla. Era una scemenza, lo sapeva perfettamente. Era certo che quando sua madre lo avrebbe scoperto sarebbe andata su tutte le furie. Per non parlare di Hermione. Ma il problema non esisteva, dato che era consapevole che non avrebbe mai e poi mai passato le selezioni per il corso da Auror. Non sapeva nemmeno perché diavolo si era fatto convincere da George a prendere quel modulo di richiesta.
   Beh, in realtà lo sapeva. Quando Harry aveva annunciato che sarebbe diventato un Auror, Ron era diventato di pessimo umore. E quando passi ventiquattr’ore al giorno gomito a gomito con tuo fratello, non riesci a nascondere che cosa ti passa per la testa. All’ennesima rispostaccia, George lo aveva attaccato al muro e lo aveva costretto a dirgli che cavolo c’era che non andava. Ron si era sentito l’ultimo degli imbecilli ma aveva ammesso che stava morendo di invidia per Harry.
   “E allora fallo anche tu” gli aveva risposto semplicemente George.
   “Io?”
   “No, zia Muriel! Certo! Non sei da meno, c’eri anche tu, che so, alla Gringott, no?”
   Beh sì, alla Gringott c’era anche lui. E il due maggio. E aveva distrutto un Horcrux. Insomma, così schifo non faceva. E allora si era lasciato convincere a prendere almeno il modulo per fare richiesta di arruolamento. Ma lo avrebbero scartato ancor prima delle selezioni, ne era certo, quindi non ne aveva parlato proprio con nessuno, nemmeno con Hermione o con – figuriamoci – il quasi-Auror-Harry. L’unico che lo sapeva era George; suo fratello sosteneva che il negozio sarebbe andato avanti anche senza Ron, ora che avevano sistemato le cose, e che lui era libero di fare tutto quello che desiderava. Sorrideva mentre gli diceva quelle cose, ma gli occhi erano tristi. Non era più il George di una volta, non aveva più quella scintilla dentro, quel sorriso beffardo, quella gioia di vivere; era come mutilato, spezzato, e annaspava lottando contro se stesso e il dolore tutti i santi giorni.
   Arrivarono delle voci dal pianerottolo; Ron non riusciva a capire chi fosse, ma per precauzione nascose il modulo sotto al suo cuscino e si mise in ascolto. Le voci si fecero più vicine e più concitate.
   “Devi dirglielo!”
   “Perché, Hermione?”
   “Perché in qualunque altro modo lo venga a sapere sarebbe quello sbagliato, Harry! Ti odierebbe a vita!”
   “Forse mi odierà comunque!”
   “Glielo devi dire!”
   Hermione spalancò la porta e trascinò dentro Harry per un braccio. Si bloccarono entrambi davanti a Ron, in un momento di silenzio pesante. La ragazza lasciò la presa.
   “Diglielo” disse con un tono con non ammetteva repliche, poi girò sui tacchi e uscì sbattendo la porta.
   “Dirmi cosa?” chiese Ron. Sentiva che le orecchie stavano diventando calde. Harry esitava a rispondere, quindi si alzò e ripeté più forte – e più arrabbiato: “Cosa devi dirmi?”
   “Ho… ho dato un anello a Ginny” disse Harry tutto d’un fiato.
   “Cosa?!” urlò Ron. “Sei – scemo?”
   Boccheggiò, cercando gli insulti adatti ad esprimere quello che stava pensando.
   “Ha sedici anni!”
   “Quasi diciassette” precisò Harry.
   “Non – replicare! Diciassette non sono più di sedici! Cioè sono pochi!”
   “Lo so…”
   “Deve finire la scuola! Non sa nemmeno cosa farà domani, figuriamoci per il resto della sua vita!”
   “Lo so.”
   “E…” Ron cercò altro da dire, ma gli venne in mente solo la cosa più importante di tutte. “E’ mia sorella!”
   “Ron, lo so!” gridò Harry, rosso in volto. “Lo so, va bene? Non la sto mica portando all’altare adesso!”
   “Ma gliel’hai chiesto!”
   “Beh, non proprio… le ho detto che sarei stato con lei per sempre” borbottò Harry imbarazzato fino alla punta dei capelli. “Vuoi proprio sapere i particolari?!”
   “Un anello! Harry, che cavolo vuol dire secondo te un anello!”
   “Proprio quello che significa!”
   “Quindi la sposerai!”
   “Sì! Sì, è quello che voglio!”
   Si stavano urlando in faccia a pochi centimetri di distanza; Ron si rese conto che era una discussione perfettamente inutile e che la rabbia stava calando, lasciando il suo cervello un po’ più libero di pensare lucidamente.
   “Tu non vuoi sposare Hermione?” gli chiese Harry quasi sussurrando.
   Ron batté le palpebre. Non ci aveva mai pensato in questi termini, ma di certo non si vedeva di fianco a nessun’altro al mondo. Annuì.
   “Siamo così… piccoli…” esalò Ron, passandosi una mano tra i capelli. Non riusciva a credere a quello che diceva.
   “Sul serio tu ti senti ancora un ragazzo?”
   “No… no davvero…”
   Rimasero in silenzio per qualche momento, uno di fronte all’altro.
   “Se la fai stare male, ti spacco la faccia” disse alla fine Ron.
   “Lo so… credo che tu me l’abbia già detto un paio di volte.”
   Risero di cuore, guardandosi come solo i vecchi amici possono fare.
   La porta si aprì di scatto e Ginny entrò come una furia, le labbra ridotte a una fessura; la ragazza fece passare lentamente lo sguardo da Ron a Harry, come se stesse cercando di decidere chi strigliare per primo. Scelse Harry.
   “Gliel’hai detto?” sbottò. Harry annuì e lei sbuffò come se avesse detto una grossa stupidaggine.
   “Perché – diavolo…?”
   “Chiedilo a Hermione!” il ragazzo indicò con gesto stizzito un punto dietro Ginny, che si voltò. Hermione si era appena affacciata sulla porta, paonazza come un’anguria; sbirciava l’amica con lo sguardo basso di chi è stato beccato con le mani in un sacchetto di Cioccorane. Le due ragazze si guardano per qualche momento.
   “Era una confidenza” sibilò Ginny. Hermione provò a replicare, ma l’altra la zittì con una mano e tornò a concentrarsi su Harry.
   “Ha dato di matto?” chiese accennando a Ron con la testa.
   “Un po’…”
   Ginny inchiodò il fratello con lo sguardo.
   “Si può sapere qual è il problema?”
   Ron sentì di nuovo la rabbia montare; sua sorella era sempre sul chi vive, come se dovesse sempre difendersi da qualcosa, accidenti a lei.
   “Ti voglio solo proteggere!”
   Seppe subito di aver detto la cosa sbagliata, ma ormai le parole erano uscite e il volto di Ginny aveva preso una brutta sfumatura fragola.
   “Proteggere?! Proteggere! Punto primo, me la so cavare alla grande anche da sola, ti ringrazio molto, Ronald Weasley! E punto secondo, proteggere da chi? Dal tuo migliore amico? Ma ti senti quando parli?!”
   Ron si sentiva le orecchie talmente calde che era sorprendente che non prendessero fuoco.
   “E’ che… sei la mia sorellina” riuscì a balbettare. “E lo sarai sempre.”
   Tasto giusto. Ginny si lasciò sfuggire un mezzo sorriso.
   “E tu sarai sempre un idiota, questo la sai, vero?”
 
 


Angolo di Gin
Sì, il buon vecchio Oscar Wilde in questo caso si riferisce ad Hermione. Cioè, ovviamente, non proprio lui, ma in questo caso la citazione cascava a fagiolo. Le intenzioni erano le migliori del mondo, ma forse, dico forse, il nostro topo di biblioteca preferito ha agito un po’ troppo di impulso.
Se Harry e Ginny si sono tolti, volenti o nolenti, un peso dalla coscienza, c’è ancora chi ha qualche “segretuccio”: tenete a mente il modulo lilla di Ron, che ritroveremo un po’ più avanti.
Perché il prossimo capitolo si intitola 2 giugno.
Un mese dopo la battaglia. Il primo mese senza Fred, senza Tonks, senza Lupin.
So che questo capitolo è un po’ cortino, ma mi farò perdonare!
Grazie a chi ha letto e leggerà, ma soprattutto un grazie speciale (che avrei già dovuto fare allo scorso aggiornamento, shame on me!) alla coraggiosissima IreDiane99 che mi ha messo tra gli autori preferiti! Grazie di cuore!
Smack
Gin
   
 
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