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Autore: Christine_Heart    14/06/2017    1 recensioni
Acheron lo guardò stranito, come se le parole appena dette non avevano senso.
Sorrise contento e disse:
«Papà icino!» esclamò il bimbo felice, portandosi le manine sul cuore, una sopra l'altra.
Papà! Non mi ha mai chiamato Dottore o Smith o in qualsiasi altro modo. Non ha mai chiesto il mio vero nome, il mio vero essere. Da quando ha iniziato a parlare, non si è mai rivolto a me con quel nome che adotto con tutti, con quel nome che di solito per me significa tanto, per lui sono solo papà, sono il suo papà.
«Empre!!!» disse alla fine formando un piccolo arco con le braccia.
Il Dottore sorrise intenerito mentre dentro sentiva piangere per la commozione.
«Il papà ti starà vicino in ogni momento non temere.» gli sussurrò con gentilezza, accarezzandogli con affetto la guancia.
Genere: Fluff, Generale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Doctor - 1, Doctor - 10, Doctor - 11, Nuovo personaggio, Sorpresa, TARDIS
Note: AU, Cross-over, What if? | Avvertimenti: Spoiler!, Tematiche delicate
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Papà Dottore'
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Capitolo 20: Il re
 
 
Il giorno dopo come promesso dal Dottore, i due si avviarono verso la casa di Styxx.
Non dissero molto durante il tragitto, poche parole e qualche risata, ma era evidente che entrambi erano agitati di fronte a quella situazione. Come poteva iniziare la conversazione?!? Salve sono il Dottore e ho cresciuto vostro figlio da solo in questi anni, poi venendo qui ho scoperto che erano due, ora che faccio, li lasciamo in contatto o volete portamelo via, anche se siete stati voi a lasciarlo in mezzo ad una strada??? No, non era cosa dal Dottore.
Il Dottore sospirò impesierito, e con la sua solita disinvoltura mostrò la sua carta psichica a due guardie nei pressi del palazzo, sempre per evitare ogni noia.
Lui era il Signor Dottore e il principe Ash...infondo non era così distante dalla verità ora.
In pochi istanti si ritrovarono presso un lungo corridoio, meglio dire una balconata enorme con collone e archi a ponti che affacciavano sul mare e sul paese, era una vista mozzafiato.
Ma il Dottore fu distratto da un tonfo più tosto insolito da sentire all'interno di una casa.
Il Dottore e suo figlio continuarono a percorrere il corridoio come se nulla fosse.
Ma poi lo vide, davanti a lui, a pochi passi da lui, in una stanza non troppo lontana, sotto un ultima e imponente arcata.
Il Dottore sentì qualcosa montargli dentro, non era solo rabbia, era anche orrore, i suoi due cuori iniziarono a protestare e svelto corse in avanti.
Infondo amava correre, anche se questo voleva dire mettersi in possibili guai.
Non ci pensò allungo, forse non ci pensò per niente, poteva esserci suo figlio in quella situazione e non l'avrebbe mai permesso, non in sua presenza.
Vide la scena a rallentatore, l'adulto che fermava di nuovo il bambino, stretto in una morsa, avvolto contro il suo braccio, e la mano che si alzava, e che ricadeva pesante con violenza e prepotenza sul corpo del piccolo. Il bambino che cercava di proteggersi mentre continuava a chiedere scusa.
Era troppo. Troppo per il Dottore che scattava con un nulla.
«Ma che cosa succede?» chiese con rabbia il Dottore afferando il polso del re. Lo strinse con forza, senza mollare la presa, e si mise tra i due, pronto a fare scudo al bambino.
«Che cosa state facendo?» chiese di nuovo, senza lasciarlo andare.
«E voi chi siete?» chiese adirato l'uomo, cercando di liberarsi.
«Il Dottore!» esclamò con orgoglio lasciandolo in malo modo.
«E pretendo di sapere che cosa succede qui?» chiese ancora al limite.
Xerse lo guardo stranito, rimanendo appena a bocca aperta.
Deglutì nervoso non sapendo cosa rispondere e se rispondere.
«Mio figlio deve imparare ad obbedire, non pensare a giocare.» disse cercando di avere un minimo di contegno.
«Ma p-padre io...» provò a dire il piccolo.
«Fa silenzio tu!» gli urlò contro il padre con rabbia.
«Non mi sembra il caso...» disse il Dottore con tono calmo, ma con sguardo sicuro.
«E' mio figlio, decido io per lui.» rispose l'altro con tono furioso.
«Non in mia presenza.» lo fulminò il Dottore accentuando ogni parola in tono minaccioso.
«Odio ripetermi, che cosa stava succedendo qui?» aggiunse poi senza perdere la calma.
«Continua a farlo di proposito.» rispose lesto l'uomo.
«Siete grande e grosso e dovreste essere in grado di parlare in modo tale che chi vi ascolta possa capire a volo!» disse il Dottore tutto d'un fiato sollevando le sopraciglia, con volto stranito.
«Prende come uno stupido gioco ogni suo dovere, ad ogni mia udienza con il popolo pensa bene di dar fastidio con i suoi suoi sciocchi potete perdonarmi padre, ho mal di testa padre, e poi si sporca di sangue come una ragazzina!» esclamò furioso.
«T'insegno io a giocare con me piccolo stupido.» gli gridò contro.
Il Dottore non si spostò di un centimentro,deciso e serio, rimase al suo posto, accigliato e a bocca aperta, scosse il capo come se quello che aveva appena sentito fosse la cosa più stupida dell'Universo. Quasi rise di fronte a quelle parole.
«Ma vi rendete conto di quello che avete appena detto?!?» chiese quasi curioso.
«Io...» quasi balvettò l'altro.
«State ipotizzando che vostro figlio di appena sette anni sia in grado di fare tutto questo solo per farvi dispetto, non vi sembra un po'... ridicolo!?» esclamò con un risolino.
«Vi state prendendo gioco di me?» chiese l'altro.
«Beh, io non sto facendo molto, andate bene anche da solo.» rispose onesto il Dottore.
«Prima cosa moderate il tono con vostro figlio.» aggiunse senza lasciargli modo di replicare la sua battuta. «Seconda cosa...dovreste dare retta ad un bambino così piccolo. Anche se sono semplici mal di testa non vanno ignorati, e voi siete suo padre, dovreste essere più apprensivo con lui. Non vi preoccupa sapere che vostro figlio abbia continui mal di testa?!? Non vi dovrebbe far dormire la notte sapere che vostro figlio sta male.» disse il Dottore come se la cosa lo irittasse.
«E' un'uomo!» urlò furioso il re.
«E' un bambino di appena sette anni, ha il diritto di sentirsi male esattamente come l'avete voi, non siete perfetto o sbaglio!» urlò con toni più alti il Dottore.
«E' un bambino sciocco e viziato che non ha rispetto di chi gli sta intorno.» gli rispose l'altro fissando quasi con odio il piccolo, che ancora si nascondeva dietro il Dottore.
E per quanto Xerse, avesse l'istintò primario di afferarlo di nuovo e continuare con la sua lezione, non aveva il coraggio di agire di fronte a quell'uomo. C'era qualcosa che lo spaventava e terribilmente, c'era qualcosa di non umano in quel Dottore.
«E voi siete uno stupido, arrogante ed ignorante.» definì il Dottore con tono sicuro.
Xerse rimanse a bocca aperta, incredulo di fronte all'insulto che gli era stato appena mosso, nessuno aveva mai osato tanto, quell'uomo invece aveva risposto e ne andava fiero.
«Ma che cosa succede?!?» chiese un'altro uomo entrando nella stanza.
«E voi sareste?!?» chiese il Dottore con aria di sfida, pronto a combattere anche con lui.
«Estes!» rispose quello con un leggero cenno del capo.
«Sì, il nome non è poi così importante...» disse il Dottore con una alzata di mano.
«Volevo sapere chi siete, nonno, bis nonno, soggetto di passeggio che ha deciso di infastidirmi...» elencò con calma alzando pian piano gli occhi al cielo.
«Bel soffitto!» esclamò poi notando i dettagli.
«Sono il fratello del re.» rispose l'altro inorgogliendo il petto.
«Oh, imparentati! » disse poi tornando sui due, ed infilando le mani in tasca.
«Questo spiega molte cose.» annuì convinto il Dottore.
«Cosa volete dire?» chiese Estes confuso.
«Nulla, sta di fatto che non siete stato invitato a questa conversazione.» rispose con un sorriso.
«Ma come osate? Chi siete voi?» chiese adirato Estes.
«Il Dottore, molto piacere.» rispose con un'altro risolino di scherno.
«Ora possiamo rimanere soli.» aggiunse concedandolo con una mano come se nulla fosse.
«Come osate.» ripetè di nuovo Estes.
«Non l'avevate già detto?!?» chiese confuso il Dottore alzando un sopraciglio.
«State qui di fronte al re, e gli mancate di rispetto.» cercò di capire Estes.
«Non né ha con altri, perchè dovrei essere io a mostrarglielo?» chiese il Dottore con prepotenza.
«E' il re.» rispose come se fosse ovvio Estes.
«Sì, ed io sono un signore del tempo.» disse trafiggendo con gli occhi entrambi.
«Sta di fatto che vi siete intromerso nella sua disciplina.» provò a cambiare argomento Estes.
«Avete fegato a chiamarla così, questa non è disciplina è abuso.» rispose il Dottore a denti stretti, per trattenere la collera che provava dentro.
Il Dottore non stava più parlando, spiegando, stava vomitando quelle parole.
«Ma il re...» cercò di dire Estes.
«Forse non vi è arrivato il messaggio.» disse ormai stufo il Dottore.
«Quale?!?» chiese Estes.
«Chiudete quella bocca.» pronunciò a chiare lettere il Dottore.
Aveva raggiunto la sua esasperazione, e voleva solo essere lasciato in pace.
Tanto come sempre anche qui non era ascoltato.
«Basta, abbiamo scherzato anche troppo.» intervennì poi Xerse offeso.
«Styxx vieni subito qui.» ordinò Xerse indicandò il punto definito di fronte a lui.
Il bambino timoroso provò a muoversi, ma non ci riuscì.
«Non ti muovere Styxx, ci penso io.» gli disse calmo il Dottore prendendogli la mano.
«Styxx!» chiamò con rabbia l'uomo.
«Padre...» chiamò piano Styxx.
«Fa come ti dico!!!» urlò di nuovo.
«Padre vi prego.» pronunciò il piccolo con gli occhi luccidi.
«Obbedisci a tuo padre.» pronunciò poi Estes.
«Smettetela immediatamente.» pronunciò con rabbia il Dottore.
«E' una minaccia?!?» chiese Xerse.
«E' solo un consiglio, perchè se non la finite qui e subito, interverò io.» disse il Dottore cercando ancora una volta di trattenersi.
«Non mi serve un Dottore per cambiarmi, so chi sono e Styxx sa cosa gli attende se osa disobbedirmi.» minacciò Xerse.
Il voltò del Dottore s'indurì, serrò forte la mascella, alzò con sfida il capo, e fissò il suo nemico negli occhi, mentre le sue mani bruciavano di rabbia.
«Io vi giuro, parola mia che se alzate di nuovo mano su questo bambino qui e oggi, sotto i miei occhi, non ci sarà dio che mi possa fermare, vi giuro che il vostro arto si ritroverà staccato dal vostro polso, e per la prima volta non mi pentirò di aver agito in tale modo.» rispose il Dottore sottolineando ogni parola, con occhi fiammeggianti di odio.
«Ora chiamate pure chi volete per dimostrarmi il vostro potere, guardie comprese che sono pronte a cacciarmi via in mal modo dal vostro palazzo o di gettarmi in qualche oscura segreta per essere torturato in seguito...io non mi rimangio mai la parola data...a costo di farmi male.» sottolineò di nuovo deciso e con più rabbia di prima mentre la mascella si serrava di più.
«E' stato davvero bello conferire con il re.» disse alla fine indicandolo con il mento.
Xerse non riuscì a dire nulla. Semplicemente voltò le spalle al Dottore, e seguito dal fratello lasciarono la stanza, in silenzio.
Il Dottore li guardò andar via, con aria di supremazia, fino all'ultimo secondo, mentre la furia silenziosa del Dottore lampeggiava nei suoi occhi.

 
Continua...
  
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