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Autore: Frulli_    14/06/2017    1 recensioni
[...]Si girò appena verso destra, e capì che non erano soli: davanti a lei, una decina di passi più avanti, un'altra persona stava guardando quella stessa scena. Una ragazza, con lucenti capelli biondi, ed un abbigliamento che proveniva decisamente dal futuro. La ragazza si girò lentamente verso di lei, come ad aver percepito il suo sguardo, e lo ricambiò sorridendo. Aveva un'aria molto familiare, forse per via del fatto che aveva i suoi stessi occhi...
//Storia intrecciata tra i Quattro Fondatori ed alcuni personaggi del libro, circa 20 anni dopo la caduta di Voldemort.
Genere: Avventura, Romantico, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Delphini Riddle, Teddy Lupin, Un po' tutti, Victorie Weasley | Coppie: Teddy/Victorie
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dai Fondatori alla I guerra, Dopo la II guerra magica/Pace
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CAPITOLO CINQUE

Hogwarts, 994 d.C
Draco dormiens nunquam titillandus est”. Aprì lentamente gli occhi, guardandosi intorno: era di nuovo sulle rive del Lago Nero. Questa volta non c'era Salazar con lei, ma era spettatrice di una scena che sembrava così lontana, eppure così reale. La ragazza bionda fronteggiava un uomo, ben vestito, che le stava indicando il castello mentre ripeteva il motto del castello, nonché un chiaro monito. Ma quando si volse verso il castello, vide che Draco non c'era. Spaventata per quella assenza provò a gridare, ma la voce non uscì dalla gola. Tornò a guardare verso la ragazza bionda che fronteggiava non più l'uomo elegante ma il Maestro. Entrambi erano armati, seppur la ragazza solo di un vecchio bastone di legno. Il Maestro si trasfigurò più volte: prima in un giovane ragazzo biondo, poi in un uomo dall'orribile faccia da serpente, infine in una giovane dai capelli mori. Le due ragazze si fronteggiavano, finchè quella bionda non sconfisse del tutto la sua avversaria con il proprio bastone, dal quale usciva il potere dei quattro elementi. Alla fine del duello, la ragazza si volse verso Rowena, sorrise, e si trasformò prima in Rowena stessa, poi negli altri tre fondatori, infine in un anziano mago dalla lunga barba bianca. Il bastone brillava potente, di luce propria.

«...» aprì gli occhi di scatto, stiracchiandosi subito dopo. Cercò di memorizzare tutti i dettagli di quella visione, quindi svelta si vestì e si diresse verso l'Aula di Incantesimi, camminando tra gli affollati corridoi di Hogwarts.
«Ehi!» si ritrovò a gridare, furiosa, quando vide due Serpeverde appendere a testa in giù un giovane della propria casata. «Voi due siete entrambi in punizione, vediamo se pulire i pavimenti dei bagni può aiutarvi a fare meno i disgraziati!» annunciò ai due bulli, riportando poi il ragazzo coi piedi per terra. Questi raccolse subito un bastone da terra, su cui si appoggiava, e lo riconobbe al volo.
«Myrddin, santo cielo...ancora? Dovrai imparare a difenderti, caro» annunciò Rowena, sospirando mentre gli sistemava la tunica. Il giovane scrollò le spalle, sorridendo gentile.
«Ormai ci sono abituato, mia signora» ammise, sincero.
«Beh non è certo quello che...che...» Rowena si distrasse quando gli occhi le caddero sul bastone del ragazzo. Lo fissò a lungo, prima di sorridere tra sé. «Mio caro Myrddin, ho come l'impressione che presto potrai difenderti benissimo da solo» annunciò, circondandogli le spalle e conducendolo con sé oltre i corridoi.

«Quindi io sarei di preciso un...cosa?» chiese ancora Myrddin, osservando i quattro Fondatori davanti a sé. Erano lì da circa tutta la mattinata, ma ciò che gli stavano dicendo era fuori dalla sua portata. Ed il suo thè si era ormai freddato.
«Un Custode, Myrddin» rispose paziente Rowena «un custode di messaggi, doni, poteri o qualunque altra cosa sia necessaria. Per poter “inviare” questi messaggi, serve un oggetto che faccia da custodia, mettiamola così. E questo messaggio deve ovviamente resistere negli anni, magari anche nei secoli. E' nostro dovere che tale oggetto sia protetto: un po' come le Profezie, mettiamola così. E nella mia visione quell'oggetto era il tuo bastone, ne sono certa. Ho visto i discendenti del Maestro combattere quel che credo sarà la nostra discendente. Lei potrà usare, se meritevole e di cuore saggio e coraggioso, ma anche intelligente e ambizioso, il tuo bastone e sconfiggere per sempre il Maestro o le sue manifestazioni, ecco»
«Di solito i Custodi sono grandi maghi o streghe che custodiscono qualcosa per i posteri, non per lo stato attuale. E' una magia molto potente e antica, è l'ultima spiaggia per chi sa che non può sconfiggere il male, non in questo secolo. La visione di Rowena ci ha dato la conferma che il Maestro verrà sconfitto da qualcuno nel futuro, grazie al nostro aiuto. E' chiaro ora?» specificò e chiese Helga, con dolcezza.
«Si, a parte una cosa. Se il Maestro verrà sconfitto tra molti secoli...che senso ha combatterlo proprio ora? Voglio dire...noi non lo sconfiggeremo, o lo faremo solo in parte, che senso ha rischiare la vita o, peggio, che il bastone venga rubato proprio dal Maestro? Tanto vale nasconderlo finchè il futuro Salvatore non lo trovi no?»
Salazar sospirò. «Sarebbe una cosa molto sensata, si. Il problema, Myrddin, è che il futuro può essere solo “spiato”, non cambiato. Cambiare le nostre sorti significa modificare le vite, ed è un'arte molto molto pericolosa. Un azzardo che solo quel pazzo del Maestro sta tentando, costringendo la pietra incastra nel diadema di Rowena a modificare le visioni. Semmai dovesse riuscirci, potrebbe modificare il futuro ed il passato di tutti noi: potremmo anche non essere nati, e questa scuola mai esistita. Pensaci bene, e dimmi se vale la pena di evitare una guerra, se non potrai forse mai godere i benefici di una vittoria»
Myrddin li fissò tutti e quattro. Nonostante gli atti di bullismo dei propri compagni, non voleva rinunciare ad Hogwarts, non voleva tornare a vivere per strada. Ne tanto meno voleva non essere mai nato.
«Va bene, ci sto».


Hogwarts, 2018 d.C
Le faceva ancora un certo effetto camminare per quei corridoi, così antichi e carichi di fascino. Tra quelle mura i grandi maghi e le grandi streghe del passato hanno studiato, fallito e poi usciti vittoriosi. Tra quelle mura si erano distinti i più grandi maghi del mondo, come Merlino e Silente...ma anche i più grandi maghi oscuri del mondo, come Lord Voldemort. Rabbrividì solo al suo pensiero, seppur non ne avesse mai incrociato il cammino. I Dissennatori, tuttavia, erano un suo ottimo riflesso. Un riflesso di morte, odio e devastazione. Accelerò il passo, decisa ad arrivare in Biblioteca prima di subito.
«Dove credete di andare, voi due?» una voce severa li fece gelare lì sul posto, e si voltarono verso la figura alta ed anziana della professoressa McGranitt. Nonostante gli anni passati, e nonostante fosse in pensione, Minerva era ancora la potente e intelligente strega dei tempi della scuola.
La donna si sciolse in un sorriso prima di studiare bene Ted e Victoire. «Ma guarda un po' come vi siete fatti grandi! Ted, caro...come stai?» Minerva aveva sempre avuto un debole per quel povero ragazzo, orfano di genitori fin dai primi giorni di vita. Durante la scuola, lo aveva seguito ed accompagnato come una guida.
«Sto bene, professoressa. Forse...lei può aiutarci. Abbiamo bisogno di un libro ben fornito di Storia di Hogwarts» annunciò Ted, sorridendo appena.
Minerva si accigliò, fissandoli ora con un cipiglio severo. «Cosa state combinando, voi due? Non fatemi dannare, vi ricordo che sono in pensione, non sono più arzilla come dieci anni fa».
Victoire sorrise dolcemente: «Nessuna dannazione, professoressa, dobbiamo solo controllare un piccolo dettaglio. Anche se forse lei lo sa. Per caso, durante i primi anni dell'esistenza di Hogwarts, c'era un...beh, drago a sorveglianza del castello?» azzardò lei, provando a sorridere più sinceramente che poteva.
Il cipiglio di Minerva aumentò: «Voi davvero volete sapere questo dettaglio...adesso, ad una settimana dalla fine della scuola?» chiese, scettica.
«Ci piacerebbe molto saperlo» ammise candido Ted.
La donna sbuffò, quindi si girò di scatto, facendo schioccare l'orlo dell'abito da strega che indossava. «Seguitemi» brontolò, incamminandosi verso l'Ufficio del Preside.

Con un tonfo polveroso, Minerva poggiò un pesante tomo sulla scrivania del preside.
«Lei è sicura che il Preside non se la prenderà per aver messo a soqquadro il suo ufficio?» chiese premuroso Ted.
Minerva gli accarezzò la testa, gentile. «Mio caro, se il Preside se la prenderà dovrà rendere conto a me. E non credo che gli convenga. Ora, vediamo dove possiamo trovare queste informazioni. Victoire, cara...Victoire?»
Vicky sembrò non sentire Minerva, seppur fosse seduta vicino a lei. Stava fissando i quadri animati davanti a lei, uno in particolare. Quello di Merlino, un altro volto che le era molto familiare, forse per la quantità di dettagli su di lui ricevuti durante il periodo scolastico.
«Mh?» sembrò risorgere dopo qualche minuto, con Ted che la fissava. Sorrise appena. «Sto bene, scusate, è che quei quadri sono davvero...vivaci» ammise, ironica. «Cominciamo pure»
«Dunque» annunciò Minerva «credo che l'ideale sia partire dalla cronologia, e vedere se durante la fondazione c'era un...ah si, eccolo!» esclamò la donna, indicando un disegno animato. Più che un disegno era una miniatura medievale, ma magica: i ghirigori si incrociavano più volte, formando il castello medievale ed un'enorme bestia che si avvolgeva intorno alle sue torri, e sotto il motto scolastico che aveva sognato.
«Draco dormiens nunquam titillandus est» ripetè, con calma, come se fosse una formula magica. O un qualcosa da capire bene. «Che data riporta questa cronologia?» chiese subito dopo.
«992 – 994 d.C» rispose Ted. «Perchè mettere un drago a guardia di un castello solo per due anni?»
«Il drago potrebbe essere scappato...o essere morto» ipotizzò Victoire, scrollando le spalle. «Ma le date sono vitali. Il 993 fu la data di fondazione della Scuola, vero professoressa?»
Minerva annuì, seria. «Sì, esatto.»
«E per caso sa anche cosa significa “mo càraid”?» chiese subito la ragazza.
Minerva sollevò un sopracciglio. «E' gaelico, l'antica lingua dei clan scozzesi. Significa “mia cara” o “amore mio”. Ma ora potete dirmi perchè vi servono queste informazioni? So che non è semplice curiosità. Se mi spiegate, magari posso aiutarvi un po' di più no?» precisò.
Victoire osservò Ted, quindi annuì appena. «Va bene»

«Per tutti i gatti persiani, Victoire..non sapevo fosti una Veggente» ammise Minerva quando la ragazza le raccontò tutto.
Vicky scrollò le spalle, sorridendo mesta. «Nemmeno io, se può consolarla. E' cominciato tutto la notte dell'attacco del Dissennatore. Credo che quell'energia negativa abbia...risvegliato qualcosa in me. E continuo a pensare a quella donna, il giorno del mio Smistamento. Sono sicura che non ci fosse, eppure aveva un'aria così...familiare» sbuffò, spazientita.
«Andiamo con ordine cara» annunciò Minerva, accarezzandole una spalla. «C'è ancora un altro punto da scandagliare, no? Il suggerimento di Sirius. Sono sicura che nella Biblioteca potremmo trovare qualcosa» si limitò a dire.
Victoire annuì, quindi raccolse la bacchetta e si alzò, seguita a ruota da tutti. «Andiamo»
Stava per chiudere la porta dell'ufficio, uscendo per ultima, quando sentì qualcuno, dentro, richiamarla.
«Psst!»
«Vicky?» Ted la richiamò fermandosi, imitato da Minerva. Victoire fece loro segno di avvicinarsi, quindi rientrò lentamente nell'Ufficio del Preside, cercando di capire da dove venisse quella voce.
«Mo Càraid!» la voce ora era ben distinta, e Vicky sobbalzando si volse verso il quadro di Merlino. Lo fissò perplessa.
I tre tornarono a fissare Merlino, che sorrideva divertito.
«Il fatto che i quadri siano, diciamo...programmati, ci deve far capire che il quadro di Merlino sia stato creato per dire questo a Vicky?» chiese Ted, un po' confuso.
Minerva scrollò le spalle: «Immagino di si. Alcuni quadri si limitano a dire frasi fatte, ma alcuni maghi possono aver creato i propri riflessi prima di morire, in situazioni ben precise...e per motivi altrettanto precisi»
«Mo Càraid» ripetè Merlino, più calmo.
«Sono qui» annunciò prontamente Victoire. Ma quello non disse nulla. La ragazza sbuffò spazientita, ma Minerva le posò una mano sulla spalla.
«Pensa bene in che lingua parlare, mo càraid...» sussurrò.
Victoire deglutì, arrossendo violentemente. Si ricordava ben poco delle locuzioni latine.
«Ecce eum, Magistri» annunciò, e Merlino si sporse appena, facendo istintivamente avvicinare tutti e tre al quadro.
La bocca dell'antico mago si aprì, e Vicky ebbe un brivido lungo la schiena quando lo vide così vicino. Come se un laccio lo tenesse legato a lui.
«A tibi pro Enoizes...» sussurrò Merlino, prima di farle un occhiolino e sorriderle, tornando poi a dormire all'interno della propria cornice.

 

Nota dell'Autrice: tadaaaan! Piccolo indovinello, dai. Indovinate un po' che accidenti avrà voluto suggerire Merlino al trio. Sono sicura che ci arriverete facilmente ;) Spero che questo 5° capitolo vi sia piaciuto, per ogni dubbio o consiglio potete scrivermi in privato! P.S. Io, come Vicky, ricordo pochissimo il latino che ho studiato circa 10 anni fa, quindi nel caso ho sbagliato potete tranquillamente correggermi ;)

  
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