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Autore: Bay Stallion    21/06/2017    2 recensioni
E’ l’inizio del sesto anno e Draco ha una missione importante da svolgere per il Signore Oscuro, se fallisce lui e la sua famiglia verranno uccisi. Solo una persona può aiutarli a fuggire e permettergli così di salvarsi…
Genere: Avventura, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter, Hermione Granger, Lucius Malfoy, Tom Riddle/Voldermort | Coppie: Draco/Hermione
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7, Da V libro alternativo
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Dopo qualche settimana con i suoi genitori, per tenere unite le famiglie dei membri dell’Ordine, Hermione fu invitata a trascorrere il resto dell’estate alla Tana, insieme a Ron e a Harry. Le era dispiaciuto lasciare i suoi prima del previsto, ma si disse che era per il loro bene.
Trascorsero la maggior parte delle loro giornate chiacchierando, giocando a Quidditch nel giardino, e discutendo dei risultati dei loro G.U.F.O, e quel giorno Hermione tentava di curare l’occhio nero lasciatogli dal cannocchiale tirapugni di Fred e George (senza riuscirci).
A Diagon Alley avevano incontrato Malfoy e lo avevano pedinato fino a Borgin & Burke, perché Harry sospettava che nascondesse qualcosa dopo averlo incontrato da Madame Malkin. Narcissa e Draco non avevano accennato minimamente al loro incontro all’inizio dell’estate e si comportarono come loro solito (<< Chi ti ha fatto un occhio nero, Granger? Vorrei mandargli dei fiori >>) ma non se ne lamentò, anzi, ringraziò mentalmente il ragazzo.
Quando lo videro aggirarsi da solo per la stretta via che conduceva a Notturn Alley, dalla vetrina di Tiri Vispi Weasley, anche Hermione acconsentì a seguirlo, perché se era da solo significava che aveva in mente qualcosa di cui sua madre non era a conoscenza.
Da Borgin & Burke avevano ascoltato la sua conversazione con il proprietario attraverso le Orecchie Oblunghe di Fred e George. Draco lo stava minacciando, e voleva che qualcosa venisse riparato. Inizialmente non voleva dargli retta ma poi, Draco gli aveva mostrato qualcosa che lo aveva terrorizzato, e aveva acconsentito ad aiutarlo. Non riuscirono a vedere cosa fosse, ma Hermione era certa che fosse il Marchio Nero, anche se non lo avrebbe detto ai suoi amici.
I ragazzi avevano tentato di scoprire a quale oggetto si stesse riferendo, ma il proprietario fu irremovibile. Hermione sentiva che i Malfoy non le avevano raccontato proprio tutto quella sera, così si disse che lo avrebbe scoperto per conto suo.
Il primo settembre alle undici in punto si trovavano di nuovo sull’Hogwarts Express. Mentre trascinava il suo baule alla ricerca di uno scompartimento libero, Malfoy le passò davanti con il solito gruppetto di Serpeverde, senza dare alcun segno di averla vista. In effetti, sembrava non vedere nessuno. Camminava con la testa bassa e sembrava pensieroso.
Lei sapeva che cosa si celava dietro il suo sguardo. Sulla Gazzetta del Profeta aveva letto dell’arresto di suo padre appena qualche settimana prima, e adesso era solo tra gli altri Mangiamorte. Sfortunatamente anche Harry sapeva dell’arresto e aveva cominciato a fare due più due. Ripensò alla conversazione che avevano avuto il giorno prima
<< E’ un Mangiamorte >> Hermione quasi si strozzò quando aveva pronunciato quella parola. Come aveva fatto a capirlo così in fretta? Che cosa avrebbe dovuto fare lei? Decise di agire nella maniera più razionale che le venne in mente. << Che cosa ti fa pensare...? >> a questa domanda Harry si lanciò nella spiegazione dello strano comportamento di Malfoy, di quando aveva mostrato “qualcosa” a Borgin, e di quando da Madame Malkin aveva impedito che lei gli toccasse il braccio << Credo che volesse solo andarsene, Harry >> era certa che non sarebbe bastato a convincerlo, dopotutto lui era Harry Potter…
<< Ti muovi o no? Il baule pesa e Leo sta impazzendo >> Ron la ridestò dai suoi pensieri mentre avanzavano lungo il corridoio, diretti allo scompartimento dei prefetti, sul fondo del treno.
<< Queste sono le istruzioni per quelli del primo anno, prendetene uno ciascuno >> Ernie Mcmillan distribuiva fotocopie da una pila che teneva tra le braccia.
<< Non possono metterci a guardia dei corridoi quattro giorni a settimana, quando avremo il tempo di studiare? >> Hannah Abbott leggeva sconvolta i nuovi orari
<< Chi se ne importa dello studio. Quando ci alleneremo per il Quidditch? >>
I successivi minuti trascorsero nella confusione più totale, perché tutti erano scontenti dei nuovi orari e tentavano di prendersela con Ernie, che distribuiva le fotocopie << Non li ho mica scritti io! >>
Nel tumulto generale Hermione si sentì tirare per un braccio e si ritrovò fuori dallo scompartimento con Malfoy. << Che cosa voleva dire quella lettera? >>
<< Come? >> la ragazza non capì immediatamente, ma dal tono con cui lui le aveva parlato, sembrava piuttosto infastidito.
<< Quella che mi hai mandato all’inizio dell’estate. Perché dovrei continuare a trattarti male? >>
Adesso aveva afferrato il problema. Era sorpresa dal vederlo così arrabbiato. In fondo negli anni precedenti non aveva mai avuto problemi a trattarla nel modo in cui la trattava. Anche durante il loro incontro a Diagon Alley le era sembrato tutto normale.
 << Semplicemente che non voglio che i miei amici sappiano quello che sta succedendo >> bisbigliò, anche se con tutto il rumore proveniente dallo scompartimento, nessuno avrebbe fatto caso a loro due.
<< Vuoi dirmi che non sanno nulla? >> alzò un sopracciglio, scettico.
<< Certo che no! E non ho nessuna intenzione di dirglielo >> incrociò le braccia per sottolineare la fermezza della sua posizione. Improvvisamente Draco si rabbuiò, come se non si aspettasse una risposta del genere. Era veramente strano…
 << Bene >> si sistemò la divisa << Allora ci si vede, Sanguemarcio >> sottolineò l’ultima parola con particolare enfasi mentre le girava le spalle e spariva lungo il corridoio, e rivide la stessa espressione di disprezzo che da cinque anni a quella parte le aveva sempre riservato.
Mentre tornava nel suo scompartimento, Hermione passò davanti a quello di Serpeverde ed evidentemente l’umore di Draco non era migliorato. Se ne stava con la testa poggiata sulle gambe di Pansy Parkinson e fissava il soffitto, senza dire una parola.
Ginny era tornata dall’incontro con Lumacorno e tutti gli altri stavano mangiando alcune caramelle prese dal carrello. << Harry dov’è? >>
Non si fece rivedere durante tutto il resto del viaggio “Forse Lumacorno lo ha trattenuto”, in fondo lui era Il Prescelto, tutti volevano conoscerlo, e aveva sentito parlare di Horace Lumacorno abbastanza da capire che tipo era.
Quando ormai tutte le luci del treno erano accese e fuori dai finestrini era tutto buio, i ragazzi intravidero la fermata di Hogsmeade da lontano.
<< Sarà meglio mettersi le divise >> suggerì Ginny rivolgendosi a Neville e Luna.
Harry non era ancora tornato ed Hermione cominciò a preoccuparsi. Scesero dal treno e si guardarono intorno. Da lontano Hermione riconobbe qualcuno di familiare << Tonks! >> la giovane strega fece un cenno di saluto ai ragazzi, quando si avvicinarono. << Come state, ragazzi? >>
<< Bene, a parte il fatto che abbiamo perso Harry >> intervenne Ron
<< Che vuol dire che lo avete perso? >>
<< Non lo vediamo da quando è andato nello scompartimento di Lumacorno, può darsi che sia sceso prima di noi e non lo abbiamo visto >>
<< Darò un’occhiata >>
<< Grazie >>
Tonks era molto cambiata da quella notte al Ministero, da quanto avevano capito la morte di Sirius l’aveva sconvolta. Camminando si prese una spallata da Pansy Parkinson, e dietro di lei, Draco Malfoy camminava sogghignando.
 
Durante la cerimonia dello Smistamento Hermione notò quanto sembrassero piccoli i ragazzini del primo anno e, con nostalgia, ripensò a quando aveva varcato il portone d’ingresso della scuola per la prima volta. Quando si era sentita parte di un nuovo mondo, di cui aveva sentito parlare solo nelle favole, il suo mondo. Ricordò quanto fosse bello non doversi preoccupare di nulla: Voldemort era sparito da circa dieci anni, i maghi e le streghe che erano stati suoi seguaci erano rinchiusi ad Azkaban, tenuti a bada dai Dissennatori. L’unica cosa che richiedeva il suo impegno erano i voti scolastici.
Adesso invece eccola lì, al sesto anno, ormai cresciuta, con Voldemort e i Mangiamorte a piede libero, il pericolo di un attacco da un momento all’altro, il terrore che la invadeva ogni volta che riceveva la Gazzetta del Profeta, temendo di dover leggere della sparizione di una persona cara… Decisamente molte cose erano cambiate rispetto a sei anni prima.
Di Harry ancora nessuna traccia, Ron non se ne preoccupava più di tanto << Forse si è fermato a parlare con Hagrid e si è dimenticato di guardare l’orologio >> anche Hagrid era in ritardo.
<< Era sul treno con tutti noi, non può essergli successo niente di male, stai tranquilla >> tentò di rassicurarla, eppure lei non era convinta.
Dalla parte opposta della Sala Grande Malfoy stava raccontando qualcosa ai suoi compagni e, a giudicare dalle loro facce, doveva essere molto divertente, e solitamente un solo argomento era in grado di suscitare tanta ilarità tra di loro…
Finalmente, poco prima del dessert, Harry entro nella Sala Grande. Aveva un aspetto terribile
<> aveva il volto tutto coperto di sangue. Harry spiegò che Malfoy lo aveva beccato a spiarlo nel suo scompartimento e gli aveva rotto il naso. Ecco spiegato cosa ci fosse di tanto divertente.
Il giorno dopo a colazione si parlava dei nuovi orari, ma Harry aveva la testa altrove. Stava ancora pensando a quello che aveva sentito il giorno prima nello scompartimento di Serpeverde. Hermione si comportò normalmente, fingendo di essere sorpresa dalle sue parole. In parte lo era davvero, perché non sapeva nulla di questa “missione”, ma doveva stare molto attenta a non lasciarsi sfuggire niente riguardo al fatto che Draco fosse un Mangiamorte.
Dopo la prima lezione di Difesa contro le Arti Oscure con Piton (era così strano vederlo insegnare quella materia), durante il pomeriggio, si recarono nei sotterranei per la doppia ora di Pozioni con Lumacorno. La stanza era fumante di pozioni appena preparate, che Hermione riconobbe immediatamente, guadagnandosi punti extra per la sua casa. Di tutte le pozioni che aveva visto in vita sua, l’Amortentia era sicuramente quella più affascinante. Avrebbe volentieri passato le successive due ore a godersi quel profumo di erba appena tagliata, pasta di dentifricio, pergamena nuova e… arrossì quando percepì l’odore inconfondibile di frutti di bosco, che aveva sempre associato a Ron.
La lezione stava per terminare e mentre tutti erano impegnati ad aggiungere gli ingredienti finali alle loro pozioni, un colpo di tosse palesemente finto attirò l’attenzione di Hermione, che alzò lo sguardo dalla sua radice di valeriana e guardò dritta al tavolo di Serpeverde, dal quale Malfoy la stava fissando.
Senza farsi vedere dagli altri il ragazzo colpì leggermente il suo paiolo con la bacchetta e subito il fumo che sprigionava dalla sua pozione cominciò a contorcersi fino ad assumere la forma di lettere dell’alfabeto, che infine si disposero per comporre un messaggio:
Incontriamoci alla Guferia
   
 
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