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Autore: fenris    27/06/2017    3 recensioni
Fin da quando Kagome ha attraversato il pozzo lei e i suoi compagni hanno dovuto affrontare ogni genere di pericoli: demoni, guerrieri resuscitati, sacerdotesse malvage e molto altro ancora. Ma in realtà tutto quello che hanno affrontato finora non è che la superficie di un abisso senza fondo e forze ben più terribili di Naraku stanno emergendo e forse solo un'alleanza all'apparenza impossibile potrà salvare questo mondo. Pronti a scoprire quanto è davvero pericoloso questo mondo? Allora entrate pure.
Genere: Azione, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio | Coppie: Inuyasha/Kagome, Kagura/Sesshoumaru, Miroku/Sango
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Viaggio d'allenamento- seconda parte

Un povero demone lupo fin troppo conosciuto cadde da trecento metri d'altezza dopo essere apparso dal nulla e urlando come una signorina. Per sua fortuna precipitò su sofficissima neve, per sua sfortuna gli finì in bocca.

“ Arghhh, quei due avrebbero anche potuto dirlo che saremmo precipitati. Bene, andiamo a trovare questo maestro.”. Si ritrovava in una landa ghiacciata, non troppo lontano da una montagna completamente ricoperta di neve. Non sapendo dove altro andare, decise di dirigersi verso l'unico vero punto di riferimento in quelle terre desolate. Durante il cammino provò a cercare un qualsiasi odore o delle auree, ma se ce n'erano non ne notò e la sua eccessiva fiducia nelle sue capacità sensoriali per poco non gli costò la vita. Una figura bianca lo colpì di striscio da dietro, causando un taglio al fianco, lui concentrò un po' d'energia nella ferita per richiuderla e saltò di lato con tutta la sua velocità, cercando di trovare il suo avversario, che però si mimetizzava perfettamente con l'ambiente. Una nuova raffica di colpi lo prese in pieno stomaco e venne scagliato nuovamente nella neve. Questa volta, rialzandosi, vide con più chiarezza i suoi assalitori. Erano tre creature umanoidi alti almeno otto metri, dalla pelle color bianca, capelli simili a creste di ghiaccio, occhi azzuri di una sfumatura chiara in maniera inquietante e vestiti con corazze dello stesso colore. La loro voce assomigliava terribilmente al suono del ghiaccio che si spacca e Koga giurò di sentire del sangue nelle orecchie.

“ Demone, non sei il benvenuto qui. Tornatene da dove sei venuto o scoprirai quanto può essere gelido il benvenuto di Jotunheim.”. Il capo della tribù yoro ignorò l'avvertimento e attivò la Goraishi, lanciandosi a tutta la velocità che poteva contro i tre, sicuro di poterli tagliare come burro, ma invece si ritrovò afferrato a mezz'aria e sbattutto con una forza immane contro la neve. Si scrollò di nuovo quel peso di dosso e ripartì all'attacco, ma ognuno di quegli esseri parava o incassava senza troppa difficoltà e volevano semplicemente prenderlo per sfinimento. Dopo pochi minuti infatti, cominciò ad ansimare e uno dei giganti lo colpì con un raggio, congelandogli le gambe e lui inciampò su di esse, maledicendo la propria stupidità. Chiuse gli occhi, sapendo che quegli esseri ne avrebbero approfittato per ucciderlo subito e che lui non avrebbe mai incontrato il suo maestro. Proprio però, mentre si rassegnava a non vedere mai più Ayame e i suoi compagni, un lampo gli passò accanto e si gettò contro i bestioni di ghiaccio. Il demone lupo, resosi conto di respirare ancora, si voltò e vide uno spettacolo incredibile, i tre giganti stavano cercando di difendersi inutilmente contro un bestia umanoide alta circa quattro metri che si muoveva a velocità supersonica e a ogni suo colpo faceva cadere a terra pezzi di ghiaccio. In pochi secondi delle creature non rimase niente, poi il misterioso salvatore balzò a terra, rivelandosi essere un enorme lupo umanoide dalla pelliccia albina, occhi color ghiaccio e zanne e artigli a dir poco enormi. Tutto in lui emanava odore di pericolo e autorità, Koga sapeva di trovarsi di fronte a un vero capo, forse proprio la persona che stava cercando.

“ Ok, cosa ci fa un demone lupo nelle terre del nord? A quanto vedo non sei neanche europeo.”. Il suo sguardo era lo stesso di una belva che valutava un pericolo, ma Koga sapeva di essere ben misera sfida per chi aveva trasformato in polvere esseri che lui non era neanche riuscito a scalfire. Armandosi di coraggio, mostrò la collana datagli da Valefor e cominciò a spiegare. Alla fine il lupo umanoide non sembrava per niente contento e scosse la testa.

“ E così quegli orrori sono tornati alla ribalta. Se penso che il mio  bis-nonno si è occupato dell'ultima ondata nei nove mondi. E va bene, Koga, ti aiuterò. Nell'anno che abbiamo a disposizione farò in modo di infilare in quella zucca tutte le tecniche dei berserker di Odino. Vieni, ti porto a casa mia.”. Dopo aver finito di parlare, si illuminò e pochi secondi dopo al posto della creatura si trovava un uomo dai capelli biondo platino e gli occhi azzurri, vestito con un armatura incisa di rune e una pelliccia, inoltre al fianco portava un'ascia. Koga restò stupefatto dall' improvvisa trasformazione e prima di incamminarsi gli urlò contro.

“ Ehi, aspetta, tu cosa sei? E come devo chiamarti?”. Il guerriero si volto verso di lui con un ghigno beffardo.

“ Che domande, sono un berserk licantropo. E mi chiamo Ragnar Halfdan, ma per ora puoi chiamarmi Lord.”. I due si incamminarono nella neve, incontro al freddo e alla gloria.

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Sango e Kohaku atterrano senza problemi su un albero. Si trovavano in una foresta di ciliegi, in pieno giorno e sembrava non esserci nessun altro oltre a loro, sebbene la sorella maggiore avvertisse una presenza da qualche parte. “ Sbrighiamoci, non abbiamo tempo da perdere.”. I due sterminatori cominciarono a saltare da un ramo all'altro con tutta la velocità di cui erano capaci, cercando qualsiasi cosa assomigliasse a un essere vivente. Proprio mentre saltarono a terra per riprendere fiato, qualcosa cascò su di loro e balzarono immediatamente in aria per schivare. L' oggetto che aveva creato un'immensa onda d'urto( che aveva a sua volta strappato via tutti i petali di ciliegio) era il corpo di un enorme serpente, sulla cui sommità si trovava un uomo piuttosto massiccio vestito con una corazza rossa, un coprifronte argentato, una forcina nei capelli neri e giocherellava con un kunai e una bottiglia di sake. Osservò i due, notando la collana che portavano al collo.

“ Cosa ci fanno qui due ragazzini con l'insegna del paradiso e dell'inferno? Pensavo che almeno per ora stessero lontani dal Giappone.”. I due si guardarono negli occhi, non avevano voglia di diventare discepoli di un tipo del genere, ma la sua aura era praticamente alla pari con quella di Kenshiro e non sapevano se e quando avrebbero incontrato un altro come lui. Quindi la sorella maggiore prese fiato e cominciò a spiegare, alla fine l'uomo si grattò la nuca.

“ Che situazione di cacca. E va bene, vi aiuterò, tanto più che a Tsunade piacerebbe avere dei marmocchi per casa. A proposito, sono un maestro ninja e il mio nome è Jiraya.”.

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La faccia di Miroku sbattè contro il terreno e lui si ritrovò a sputare una dose non indifferente di terra. Si ripromise che se avesse incontrato un insegnante, la prima cosa che gli avrebbe chiesto sarebbe stata come attutire una caduta. Si alzò, accorgendosi di trovarsi in una scogliera, sotto un cielo piuttosto nuvoloso. L' istinto gli disse che non era solo in quel luogo e che a fargli compagnia era qualcosa di molto, molto malvagio e pericoloso...ovviamente non sbagliava. Cominciò a correre, cercando qualcosa di vivo. Fortunatamente Valefor aveva annullato la maledizione mentre dormiva all'ospedale e non doveva più preoccuparsi di quel vortice disgustoso, ma desiderò avercelo ancora quando vide un orrore secondo solo agli abomini che Naraku aveva mandato contro al gruppo. Sembrava l'orribile parodia di un centauro, un torso scavato dotato di braccia lunghissime cascanti, una testa enorme dotata di fauci affamate e uno sguardo che sembrava scavare nell'anima, per di più sia il corpo che il cavallo erano completamente privi di pelle!

Il monaco intuì che quello era un essere contro cui non poteva fare niente e cercò di andarsene il più in fretta possibile senza farsi notare, ma purtroppo pestò inavvertitamente un ramo e la creatura si accorse di lui. Una delle braccia si allungò a velocità assurda verso di lui, intrappolandolo a terra. Miroku provò a bruciare l'arto con tutti gli attacchi più distruttivi che aveva, ma gli faceva a malapena il solletico e intanto cominciò ad avvicinarsi con chiari intenti. Il monaco cominciò a raccomandare l'anima a Buddah o a qualsiasi altra divinità, mentre sentiva l'orrendo alito dell'essere che si faceva sempre più vicino. Sarebbe stata senza alcun dubbio la fine....se qualcuno non fosse giunto in suo soccorso. Una scarica di palle di fuoco e fulmini si abbattè sulla creatura, che lasciò la presa in preda al dolore. Miroku si voltò nella direzione da cui provenivano gli attacchi e vide una figura umana avvolta in un mantello decorato con diversi simboli e armato con un bastone. Gli occhi del mostruoso centauro si ridussero a due fessure e dalla sua enorme bocca sparò un potentissimo getto di miasma tossico, che però venne parato da una semplice barriera di energia. Quindi un'altra scarica di fulmine ridusse il mostro in un mucchietto di cenere, e finito il suo lavoro il misterioso salvatore aiutò Miroku a rialzarsi.

“ Strane vesti, non sembrate essere di queste parti, e per di più portate con voi un' effigie che è stata concessa a pochi. Posso chiedervi chi siete e cosa ci fate nella brughiera scozzese, quando i Nuckelave sono a piede libero?”.

“ Nuckelave?”. Lo straniero sputò a terra.

“ Orribili mostri, un tipo generato di fate. Ogni volta che qualcuno appare succedono sempre delle catastrofi e delle malattie si spargono ovunque. Siete stato fortunato a salvarvi.”. Parlava con tono gentile, ma si notava che voleva ancora delle risposte, quindi il monaco cominciò a spiegare ogni cosa. Alla fine lo straniero si tolse il cappuccio, rivelandosi un uomo piuttosto anziano con barba e capelli color argento.

“ E io che pensavo di non poter essere più utile a nessuno. Miroku, se cercavi un maestro l'hai trovato. Mi presento, sono un mago al servizio di sua maestà Federico secondo, il mio nome è Michael Scot.”.

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Sesshomaru comparve nel nulla a diversi metri di altezza e si fermò a mezz'aria. Si trovava sopra una catena montuosa vicino al mare, apparentemente non c'era niente di interessante tranne un edificio nero e in mancanza d'altro decise di scendere lì. Atterrato, si trovò di fronte un edificio in stile greco ricco di colonne e decorazioni di fantasmi, gufi e altri elementi piuttosto macabri, ma la cosa che attirò davvero la sua attenzione fu l'uomo, se tale poteva essere definito, che dormiva su un fianco davanti all'ingresso. Aveva i capelli bianchi proprio come Sesshomaru, una corazza da oplita di colore nero, con gli spallacci a forma di teste di cane, due orecchie molto simili a quelle di Inuyasha, artigli e una coda scodinzolante. Nonostante l'apparenza non fosse così tanta, a Sesshomaru ricordò immediatamente qualcuno.

“ P- padre?”. Sentendo la parola, l'uomo aprì lentamente gli occhi e si alzò, per poi sbadigliare e grattarsi le orecchie.

“ Padre? Ragazzo, non so chi sei e che ci fai al Necromanteion, ma dubito di essere tuo padre, manchi del fascino di famiglia.”. Buttò fuori una rumorosa risata, che francamente Sesshomaru non capì, ma non aveva molto tempo da perdere. Mostrò la collana datagli da Valefor e Raziel, facendo strabuzzare gli occhi del guardiano del tempio, e spiegò cosa ci faceva lì.

“ Ora potrei sapere il tuo nome e la natura di questo luogo?”. L'ilarità dell'uomo era stato sostituito da un brivido lungo la spina dorsale. Si mise un dito sulla fronte e rispose.

“ Il mio nome è Naberius, sono uno dei generali infernali, anche se tutti mi chiamano Cerberus. E questo è il Necromanteion, la casa di Ade, dio dei morti e mio attuale padrone. Beh, tecnicamente è un negromante che mi ha evocato per custodire il posto, ma avendo raggiunto il rango divino posso anche passargli il soprannome.”. Questa volta fu Sesshomaru a sentire un brivido lungo la spina dorsale, rendendosi conto di aver mancato rispetto a uno dei demoni più forti mai esistiti, potente a sufficienza da far sembrare suo padre un cucciolo e si inchinò.

“ Scusate, mio signore, non era mia intenzione mancarvi di rispetto. Spero che...”.

“ Bah, lascia perdere, tanto mi stavo annoiando. Ormai nessuno viene più a seccare Ade e mi serviva proprio qualcosa per ammazzare il tempo fino allo scadere del contratto con lui. Ma ti avverto, i miei allenamenti non sono troppo piacevoli.”. Il povero Sesshomaru ebbe modo di accorgersene nei mesi successivi.

                                                                                  ********

Anche Kagome, Ayame e Kagura atterrano da diversi metri d'altezza, ma fortunatamente la signora del vento riuscì ad attutire la caduta con un cuscino d'aria. Si trovavano in una foresta, piena di alberi che i due demoni non riconobbero, ma che Kagome riconobbe come pini e quando vide un cartello capì dove si trovavano.

“ Il parco di Yellowstone?! Ma che diavolo ci facciamo qui?!”.

“ Questo dovrei essere io a chiederlo!”. Le tre ragazze si girarono verso chi aveva urlato, trovando una donna vestita da ranger. Dall'aspetto sembrava una nativa americana, aveva occhi e capelli neri, raccolti in una corta treccia che arrivava fino alle spalle ed era piuttosto corpulenta, ma tutt'altro che grassa o brutta e il suo sguardo emanava anche una certa maternità.

“ Ehm, ci scusi, signora. Stavamo per andarcene.”. Le tre ragazze si voltarono, ma si ritrovarono la donna davanti praticamente a un palmo dal naso, mentre osservava le loro collane.

“ A dire il vero, credo che voi siate venute qui per cercare me. Quando ero molto piccola, un amico di mio nonno mi ha raccontato che un giorno avrei incontrato tre ragazze molto strane, e che avrei dovuto insegnare loro tutto quello che so. Quindi...”. I suoi vestiti si illuminarono e quando la luce scomparve, era vestita come una sciamana indiana, con una collana di perline e un bastone decorato come un totem che emanava un baglione arcobaleno se osservato con la vista potenziata....e aveva due orecchie da lupo sulla testa.

“ Molto piacere. Anne Flaggstar, sciamana, licantropo, ranger del parco e molto altro ancora. Se siete chi immagino siate, avremmo molto tempo da passare insieme nei prossimi mesi.”. Le tre ragazze erano semplicemente scioccate. Kagura si mise un dito in fronte.

“ Ehm, non per dubitare delle tue parole, ma sicura di sapere chi siamo? Sai, non abbiamo molto tempo da perdere.”.

“ Sì, siete venute dal Sengoku per addestrarvi a combattere contro un esercito di emissari del vuoto guidati da quella testa di cazzo di Dumah. Lo zio Takeda mi ha raccontato la storia all'infinito quando ero piccola e ricoprirei di disonore la mia famiglia se non vi aiutassi. Benvenute nel 1972 , avete voglia di iniziare?”. Kagome stava per chiedere cosa intendesse, ancora più stupita che sapesse tutto di loro, ma non ebbe il tempo, perchè si ritrovò un gomito piantato nello stomaco. Anne si muoveva a velocità supersonica, colpendo ripetutamente loro in meno di un secondo.

“ Siete lente, e avete una pessima guardia. Dovremmo lavorare parecchio.”. E lo fecero, l'anno successivo fu un vero inferno per le tre ragazze, ma ci torneremo dopo.

                                                                                                                  **********

Naraku era atterrato (senza rompersi il naso, a differenza di qualcun altro) in una strana città, davanti a una cattedrale stile gotico. Avrebbe dovuto mettersi a cercare l'insegnante di turno, ma prima aveva bisogno di mettersi un po' d'ordine in testa. Non si era mai sentito così confuso da quando aveva perduto le uniche persone che avevano provato per lui un po' di affetto, e ora con Kikyo si era presentata la stessa situazione, nonostante tutto il tempo che avevano passato a combattersi, si sentiva come se avesse perso una parte di lui. E ora sentiva uno spasmodico desiderio di vendicarsi e strappare con le sua mani il cuore della cosa che aveva preso possesso di Dumah, ma prima doveva trovare qualcuno.

“ Ehm, scusa, giovanotto. Invece di stare lì a guardare Notre Dame, puoi farci un favore e portare questi bagagli alla locanda più vicina?”. Naraku guardò chi aveva parlato, dietro di lui c'erano due donne vestite apparentemente alla maniera occidentale, che lui aveva imparato a conoscere da alcuni stranieri giunti in Giappone, sebbene non avesse mai dato loro troppa importanza. La più alta delle due, e la più vicina a lui, aveva capelli neri lisci lunghi fino alle spalle e occhi color oro, mentre la sua compagna era leggermente più bassa, aveva capelli rossi ricci e occhi dello stesso colore. Accanto alle due stava una pila di bagagli a dir poco esagerata, da alcuni dei quali strabordavano un bel po' di vestiti.

“ Pussa via, donna. Non ho tempo da perdere.”. Si pentì di quelle parole fino al momento della sua morte, infatti la donna dai capelli rossi apparve dietro di lui in un attimo e gli afferrò il polso, stringendolo fino al punto da romperlo. Nel frattempo l'altra aveva aperto la bocca, rivelando un paio di canini non indifferenti.

“ Mio caro piccolo mezzodemone. Non so da dove vieni e il tuo potere non è niente di particolare, eppure ti permetti di parlare con arroganza a esseri ben più forti e antichi di te. L'unico momento per cui in questo momento non sei una pozza di sangue sulle scale di Notre Dame è la collana che porti al collo. Chi ti porta qui?”. Naraku provò a contrattaccare usando Hakai no Kiba, ma una nuova fitta al polso lo fece desistere, quindi cominciò a spiegare tutto. Alla fine era libero e le due donne stavano discutendo tra loro.

“ Bene, Naraku, sembra che tu abbia trovato chi stavi cercando. Il mio nome è Colette, mentre lei è mia “ figlia” Nicole. Se non l'hai già notato, siamo due vampire, anche se forse il termine non ti suona familiare.”. Infatti a Naraku quel nome non diceva niente, ma cominciava a essere grato di respirare ancora. Trascinò senza fiatare i bagagli alla locanda più vicina, dove presero una stanza e cominciarono a parlare, anche se Nicole continuò a stare zitta.

“ Ah, speravo di non sentire più parlare di quegli orrori fino a quando qualcuno non avesse finalmente infilato un paletto nel mio cuore. Ma non posso esimermi, è mio, anzi nostro, dovere- indicò la compagna- aiutarti. Tanto più che ci serviva un valletto, tra qualche mese ci sarà il funerale di quello che una volta era il più forte della nostra specie.”.

“ Non è che mi vada molto l'idea di farvi da valletto, ma mi tocca adeguarmi. Tanto per curiosità, che è successo a questo tizio?”.

“ Ucciso da dei cacciatori umani, a causa di due donne per di più- sentendo questo Naraku sentì un po' di empatia per l'uomo-, il suo nome era Vlad Tepes, ma tutti quelli che conoscevano la sua fama ormai lo chiamavano Dracula.”.

                                                                                                                      **********

Inuyasha era atterrato in mezzo a una foresta di bambù e ora cercava un minimo segno di civilizzazzione. Da quando era giunto in quel luogo si sentiva stranamente osservato e la sua mano non si staccava da Tessaiga, e fu questo a salvarlo dal perdere la testa. Infatti una figura vestita di nero lo colpì di soprassalto a una velocità incredibile e se il mezzodemone non avesse estratto d'istinto la lama, sicuramente sarebbe morto, ma in ogni caso si ritrovò lanciato via a diversi metri di distanza dalla semplice onda d'urto e ripresosi guardò il suo avversario. Era totalmente ricoperto di bende nere con protezioni dello stesso colore, aveva due katane ai fianchi ed era decisamente corpulento per qualcuno che riuscisse a muoversi a quella velocità.

“ Chi diavolo sei?”. Ruggì Inuyasha impugnando nuovamente la spada. La figura non rispose, ma gli fece cenno di sfida, ottenendo in breve risposta. L'altro si mosse più veloce che potè, sventolando Tessaiga in tutte le direzioni e alternando i fendenti con pugni o artigliate, fino a quando provò a finire in fretta il nemico usando il Kongosoha. L'ondata di diamanti non servì a niente. Appena prima che potesse raggiungerlo, lo straniero si mise in posizione di guardia, per poi lanciare un pugno, che a sua volta generò un tornado che concentrò tutte le scheggie e le lanciò fino in cielo. Inuyasha fece appena in tempo a vedere cosa fosse successo, che venne colpito al collo da dietro e svenne. Quando riprese i sensi, vide che era sotto una coperta davanti a un fuoco e insieme a lui c'era qualcun altro. Il nuovo arrivato era sulla trentina, era massiccio, indossava un kimono bianco e aveva i capelli neri, inoltre stava armeggiando con una pentola e due ciotole da cui proveniva un buonissimo odore di ramen.

“ Oh, che è successo?”.

“ Ben svegliato, ragazzo- rise-, ti ho trovato svenuto mentre ero da queste parti e ho deciso di fare il buon samaritano. Ti va un po' di ramen fatto con le mie mani?”. Ovviamente il mezzodemone non se lo fece ripetere due volte e prese avidamente una delle ciotole, per poi svuotarla e fare il bis, piangendo. Era perfino più buono del ramen istantaneo che Kagome portava sempre dal futuro.

“ Grazie, grazie. Come posso ripagarti,.... qual è il tuo nome?”.Lo straniero sorrise.

“ Mi chiamo Takeda. E per ripagarmi, puoi ascoltare qualche mio consiglio?”. Inuyasha annuì, aspettandosi qualche vecchio proverbio popolare e continuando a mangiare.

“ Eri lento.”. Il ragazzo smise di mangiare.

“ Eri debole.”. Un gocciolone comparve sulla fronte di Inuyasha.

“ Utilizzi la spada come un semplice strumento.”. A quel punto cominciò a entrare in testa un atroce dubbio al mezzodemone cane.

“ E la tua tecnica era a dir poco sciatta e goffa.”. Il dubbio diventò certezza e una vena si gonfiò fin quasi al punto di esplodere.

“ ERI TU LO STRONZO MASCHERATO?!”. Takeda incrociò le braccia e fece un sorriso sornione.

“ Ovvio, sapevo da molto tempo che tu saresti comparso proprio qui, nella foresta di Hokkaido, nel 1930, per addestrarti a combattere gli emissari del vuoto. Quindi mi sono preparato a farti un bello scherzetto.”. Inuyasha gli si gettò addosso, solo per ritrovarsi a terra, ma ricominciò a bersagliarlo di artigliate che a un occhio umano sarebbero sembrate invisibili, ma che per Takeda erano più lente di una tartaruga.

“ NON MI FACCIO PRENDERE IN GIRO DA UNO STRONZO CON LA PANCIA GONFIA DI SAKE!”. Venne afferrato da dietro e sbattutto a terra, mentre veniva guardato dall'alto in basso.

“ A dire il vero un giorno anche tu avrai la pancia in questo modo. E parole tue, ti aiutava a equilibrarti in combattimento.”. Inuyasha decise di smettere di discutere, perdeva solo tempo, quindi si mise le mani in faccia e fece la domanda da un milione di yen.

“ Quindi sai già perchè sono qui. Puoi allenarmi, quindi?”.

“ Ovvio. Ti insegnerò tutto quello che ho appreso dal mio maestro.”. Il mezzodemone giurò di aver visto uno scintillio sadico negli occhi dell'uomo, ma decise di soprassedere.

“ Doveva avere una pazienza incredibile, per aver insegnato a uno come te.”. Una lacrima scese dagli occhi di Takeda, che si girò altrove.

“ Era l'uomo migliore del mondo, col peggiore carattere che sia mai esistito. A lui e a sua moglie devo un debito che non potrà mai essere pagato. Ma ora sbrigati, dobbiamo iniziare, un anno dura molto meno di quanto si pensi e tu hai una lunga strada da percorrere.”. Inuyasha ancora non sapeva quanto lontano l'avrebbe condotto quella strada, ma l'avrebbe scoperto presto.

Salve a tutti, scusate per l'immenso ritardo, ma questo capitolo è stato un autentico parto. Spero che vi sia piaciuto e che le " coppie" alunno/insegnante non vi siano sembrate così a cazzo, perchè le programmo dall'inizio della storia e alcuni dei personaggi appariranno nella mia light novel un giorno (in particolare Colette e Takeda), nel prossimo capitolo mostrerò a grandi linee l'addestramente, alcuni dettagli sulle loro razze di appartenenza (per intenderci, licantropi e demoni lupo sono due cose molto diverse) e il loro ritorno a casa. Un ringraziamento a tutti i recensori e un augurio a chi ha esami.
  
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