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Autore: Guido    02/07/2017    2 recensioni
Ormai è ufficiale: Voldemort è tornato. Il Mondo Magico si prepara per la guerra. Harry è ancora alle prese con la morte di Sirius, da cui solo Ginny lo riesce a distrarre. Invece, Draco Malfoy diventa un Mangiamorte, ma le cose non vanno come sognava: ben presto, deve capire se Voldemort lo voglia morto e se suo padre stia tradendo, ma non può più fidarsi neppure della sua stessa memoria. Mentre gli avvenimenti incalzano, i due arcinemici di Hogwarts intrecciano una corrispondenza che avrà conseguenze profonde per entrambi...
NOTA: l'OOC è cautelativo, ma un po' tutti i personaggi si trovano a manifestare lati del loro carattere poco visibili nel canone
Genere: Angst, Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Harry/Ginny
Note: OOC | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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- Questa storia fa parte della serie 'Da Mangiamorte a...'
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Malfoy Manor. Parte prima



Ringraziamenti:
dopo tanti anni senza aggiornamenti, mi chiedo se troverò ancora qualcuno dei lettori di prima... Se avevate perso ogni speranza, non vi do torto; non mi sono mai rassegnato del tutto, ma io stesso ho creduto, per diversi anni, che non avrei mai trovato il tempo e le energie per portare a termine il progetto in cui mi ero imbarcato. Ho ricominciato a scrivere quasi all'improvviso, senza pormi obiettivi che vadano oltre il prossimo capitolo... e forse il segreto sta tutto qui. Posso assicurare a tutti che l'ispirazione c'è.
A tutti i nuovi lettori, sperando che ce ne siano: benvenuti e tranquilli, non intendo affatto interrompere gli aggiornamenti per i prossimi nove anni.
So che questo è un brano corto... ma il finale spiegherà da sé perché abbia preferito dividere il capitolo in due. E la seconda parte, oltre ad essere piuttosto lunga – e diversa anche nell'andamento – è quasi pronta, quindi non temete. Questa storia è sopravvissuta a due traslochi, tre o quattro cambi di computer e un numero imprecisato di catastrofi minori; mi sembra sia ora di portarla a termine!
Mariademolay: nove anni che ti devo una risposta, non provo nemmeno a scusarmi... dovrei forse tentare il
Guinness dei primati, avrebbe più senso.
Sì, in larga misura la caratterizzazione del rapporto Harry – Ginny è perfettamente voluta. Considera, però, che questo Harry è un tantino più sbalestrato del canone, credo si capisca bene dal cap. precedente che ha i nervi a fior di pelle... Secondo me, un po' Ginny gli fa da anestetico per la morte di Sirius, un po' certi suoi atteggiamenti, ehm, parecchio sopra le righe sono un meccanismo di difesa: ora più che mai, ha paura di tenere davvero a qualcuno.
Quanto a Ginny... ti dirò, non ricordo, a distanza di tanto tempo, se la sua dovesse essere, nei miei progetti, una vera premonizione. Probabilmente sì, ma non so se manterrò l'idea, quindi non sto rovinando nessuna sorpresa. Di sicuro ho pensato che, premonizione o allucinazione, ci volesse qualcosa di
molto forte per farla pensare ai contraccettivi, perché ovviamente hai ragione, è una ragazzina e, di norma, non le verrebbe proprio in mente il problema.
P.S.: Dovrò recuperare tante cose, dalla padronanza piena del canone al libro con tutti i testi dei Doors (sono quasi sicuro che sia sopravvissuto ai traslochi... quasi), ma, almeno per questo capitolo, l'epigrafe è venuta quasi da sé.

Children of night
Who among you will run with the hunt?
Now night arrives with her purple legion
Retire now to your tents and to your dreams
Tomorrow we enter the town of my birth
I want to be ready

[J.M., The Celebration of the Lizard]




Tutto andò come previsto. L’opposizione di Madama Chips. Il consenso del Preside. Che lo lasciasse andare al macello, che lo ritenesse al sicuro presso il Maniero (magari più che alla Scuola, chissà!), o che non volesse destare sospetti, poco importava. Magari era pure contento di essersi levato almeno una grana di torno.
Fare i bagagli si dimostrò un po’ più complicato: in questo, almeno, l’infermiera l’ebbe vinta. Draco sarebbe tornato a casa, ma via camino, ben coperto e imbacuccato; soprattutto, non avrebbe mosso un passo più del necessario e certamente avrebbe evitato qualsiasi sforzo. Così, delle valigie si erano dovuti occupare gli elfi domestici. C’era da sperare che quelle piccole scimmie inette riuscissero a rintracciare tutti i suoi effetti personali e che non li confondessero con altri… ma, dopotutto, non stava partendo per sempre, vero?
Sarebbe rimasto a casa soltanto una settimana, vero?
O meglio: sarebbe stato ancora vivo, di lì a sette giorni… vero?
Le domande retoriche possono avere un suono molto brutto, se chi se le pone non conosce la risposta, ma sospetta che non gli piacerà affatto.

C'era sua madre ad attenderlo, in piedi davanti al camino di casa.
Non attese che uscisse, per lanciarsi ad abbracciarlo e baciarlo.
«Mph...» fece Draco, che, imbacuccato com'era, non riusciva più a respirare, letteralmente soffocato dalle premure materne.
«Bambino mio!» Narcissa si scostò un poco, quanto gli bastava per ripigliar fiato. «Come stai? Ti hanno trattato bene?»
«Ma certo, mamma. Colazione a letto e tutto.»
«Era il minimo,» commentò seccamente. «Con quel che ti è successo... che ti hanno fatto... avremmo potuto intentare una causa milionaria!»
Draco la fissò stranito. D'accordo, la Scuola era responsabile della sicurezza degli studenti, ma da qui a pensare di chiamarla a rispondere di un attacco dei Mangiamorte... soprattutto quando la vittima stessa portava il Marchio Nero...
Sua madre, adesso, lo stava squadrando con attenzione. Annuì, visibilmente rasserenata. «Be', perlomeno mi pare che non ci siano stati danni permanenti. Non fisici, almeno.»
Precisazione su cui l'interessato non poté che concordare.
Avanzò nel corridoio che dal camino conduceva al soggiorno. «Per caso, è già pronta la cena? Ho una fame...»
«Buon segno. Per caso c'è qualcosa che non puoi mangiare?»
«Se c'è, non me l'ha detto nessuno.»
«Ottimo: ho fatto preparare i tuoi piatti preferiti.»
Draco le regalò un sorriso radioso; se ne vedeva di rado l'eguale, sul suo viso precocemente affilato.
Era bello essere di nuovo a casa, sentirsi intorno il calore delle mura domestiche... Le premure di sua madre suonavano come una conferma dolce, graditissima al suo cuore: niente era cambiato. Niente sarebbe cambiato mai.
Non per quanto riguardava la mamma, almeno.
Suo padre... suo padre, rammentò a sé stesso, restava un'incognita. Un'incognita sospetta.
Il sorriso si spense di colpo.

Più tardi, terminato il lauto pasto con un dessert a base di lingue di drago allo zenzero – una delle molte specialità dell'elfo cuoco – Draco si alzò per andare in camera sua, ma Narcissa insistette per accompagnarlo di persona.
«Davvero, mamma, non c'è bisogno...»
«Forse no, ma non si sa mai... Giusto per stare tranquilli.» Perché io stia tranquilla, era sottinteso.
«E dai, mamma, ti dico che sto bene!» insistette, imbarazzato da quel trattamento.
«Bene!» Sua madre si avviò decisa su per le scale, quasi trascinandolo di peso per l'incavo del gomito, ignorando i suoi tentativi di resistenza. «Con quel che ti ha fatto quel vecchio... altro che stare bene!»
«Scusa? Silente, dici? Cos'avrebbe fatto Silente?»
Narcissa si fermò e si voltò a guardarlo, con un'espressione amorevole e preoccupata che accentuò il suo disagio.
«Dobbiamo parlare, Draco. Su, saliamo in camera e mettiamoci tranquilli.»
Tranquilli?
Cos'era, una battuta?
Di certo non faceva ridere.
Ma si lasciò sorreggere e salì le scale docilmente, per poi accomodarsi sul letto. Sua madre sedette quasi sul bordo della sedia. Come se non vedesse l'ora di scappar via. Brutto segno; bruttissimo.
«Non ti sei ancora reso conto... E' naturale...»
Invece, il modo in cui Narcissa Black in Malfoy, ossia la compostezza in persona, si torceva le mani non era naturale per niente.
«Severus è passato a trovarti in infermeria, sai?»
«Oh? Non l'ho visto.»
«Naturalmente, caro: è stato prima che ti svegliassi. Ha passato un sacco di tempo con te. E... e poi è venuto qui, due o tre giorni fa, e mi ha detto che...» Le sfuggì un singhiozzo.
Addirittura?!
Ormai, il cuore di Draco andava a mille.
«Tu parlavi nel sonno, capisci? Così, Sev ha ascoltato...»
Oh, cazzo!
Gli ci volle tutto il suo autocontrollo per non scappare di corsa.
E adesso, sua madre lo stava fissando dritto negli occhi. Di nuovo padrona di sì stessa, perché furiosa.
«Silente ha manipolato i tuoi ricordi mentre eri privo di sensi, Draco. Voleva che credessi di essere stato attaccato da Bella, invece che da... Potter.»
Sembrava quasi che sua madre si fosse frenata sull'orlo del turpiloquio.
Poi Draco mise insieme il resto della frase.
Potter!?
O porca...

«E naturalmente, quello sporco Mezzosangue può massacrare mio figlio, ridurlo quasi in fin di vita, ma io dovrei stare zitta! E non lo dice solo Silente, no, anche il Ministero! Con tutto l'oro che tuo padre ha sprecato lì dentro... Ah, ma adesso sono tutti per San Potter. E Silente è Stregone Capo del Wizengamot, naturalmente. E all'Ufficio per l'Applicazione della Legge sulla Magia c'è ancora Amelia Bones... che adesso è pappa e ciccia con Silente. San Potter non si tocca, nossignori: per quel vecchio amante dei Babbani, è stata solo una ragazzata; per il Ministro – no, dico, il Ministro! - processarlo “nuocerebbe allo sforzo bellico”...»
A Draco girava la testa.
Tutto quel che aveva creduto di sapere, di capire, di ricordare gli si stava sgretolando davanti agli occhi.
Crollò sui cuscini, ma sua madre era talmente furibonda che non se ne accorse neppure.
«Ah, ma farà giustizia l'Oscuro Signore! Ce lo deve! Lucius ad Azkaban dietro ad un piano dei suoi, adesso tu massacrato per eseguirne un altro... e sempre Potter, sempre per colpa di Potter, sempre quel ficcanaso di Potter!
Gliel'ho detto, Draco, ci crederesti?
Gli ho detto che ci doveva giustizia.»
Si calmò di colpo, come rendendosi conto solo allora di quanto avesse rischiato, dicendo a Voldemort che “doveva” qualcosa a qualcuno.
Così notò l'espressione stravolta del figlio.
«Scusami... Già, per te quei ricordi sono veri... Tu stai male, e io... Ma non ne potevo più, Draco! Sono stati giorni d'inferno!» Abbassò la voce. «Ma il Signore Oscuro ha promesso. Potter pagherà. Molto prima di essere ucciso. Potter soffrirà. Tutto il resto della sua miserabile vita sarà solo sofferenza... quando giungerà il momento, pregherà in ginocchio il Signore Oscuro di liberarlo da tanto dolore.». La sua risata, che echeggiava per la stanza, era in tutto e per tutto quella di una Mangiamorte.
Draco avrebbe voluto porle un mucchio di domande, chiederle ogni singolo dettaglio, capire cosa fosse successo davvero, ritrovare i propri ricordi... Ma le ultime forze lo abbandonavano.
Svenne senza un lamento, mentre sua madre rideva ancora, vicinissima, eppur lontana mille miglia, persa nel fuoco di una gioia feroce.

  
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