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Autore: Mary_Julia_Solo    02/07/2017    1 recensioni
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"Sceglierei lui. Sempre. Dovessi anche morire. Sceglierei lui. Perché non potrei accettare una vita senza. Lui è come lo Yin Fen. Anche peggio. Il suo cuore fermo è l'unica cosa in grado di far battere il mio."
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Isabelle Lightwood non si è mai sentita così stupida. Non riesce ad accettare di essersi innamorata di Clary. Sa che lei ama Simon, e che non ci sarà mai alcuna possibilità per lei. Mentre sente il suo mondo crollarle addosso, accecata dal suo amore per la giovane Morgerstern, rischia di non vedere quanto sia forte l'amore delle persone che la circondano. Intanto, il mondo dei Nascosti è minacciato da un giovane, che nessuno hai mai visto in viso, che ha tra le mani un'arma tanto magnifica quanto pericolosa: la Spada dell'Anima. E una vampira resa pazza dalla voglia di vendetta, farà di tutto per portare a termine il suo piano, anche uccidere ogni persona in grado di ostacolarla. È solo questione di tempo prima che gli Shadowhunters si trovino a dover affrontare un grave pericolo, avvisaglia di uno ancora più grande e terribile...
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[IsabellexLydia][RaphaelxSimon][MagnusxAlec][JacexClary]
Genere: Drammatico, Mistero, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Isabelle Lightwood, Lydia Branwell, Raphael Santiago, Simon Lewis
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Because '
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Capitolo 4. – Don’t put the blame on me (pt.6)
Era ormai sera inoltrata. Isabelle se n’era già andata dal DuMort da diverse ore. Era da più di mezz’ora che Raphael faceva avanti e indietro nella sua suite, osservato da Lily, che era seduta sul divano. Da quando la Shadowhunter se ne era andata, non aveva fatto altro che pensare a Simon, a tutte le cose assurde che il vampiro più giovane gli aveva detto. L’aveva fatto davvero arrabbiare, continuando a insistere così su quanto amasse la sua “bellissima e dolcissima” migliore amica. Era stato insopportabile. E poi, gli aveva detto che non ci si poteva fidare di lui. Di lui. Dopo aver tradito il suo Clan, si permetteva di andar a fare la predica sulla fiducia a lui. E poi, la cosa peggiore di tutte, aveva detto di amare la Fairchild perché lei non l’aveva mai deluso. ¡Por favor! Quel nuovo vampiro credeva di sapere tutto, credeva di essere in grado di fare tutto. Esattamente come la sua ragazza. Quei due non sapevano nulla, poco più di due mesi prima erano ancora solo Mondani. Eppure arrivavano lì e credevano di sapere quale fosse la cosa migliore da fare, cosa fosse giusto. Li odiava entrambi. Era da mezz’ora che si stava sfogando con Lily, che non riusciva a capire proprio tutto quello che il suo leader diceva.
-Te das cuenta di quello che mi ha detto? Como se atreve, quello stupido? Ed era anche convinto! Avrei voluto spaccargli la cara. E poi, la Fairchild? Venire qui e amenazarme? Davvero? Da troppe cose per scontate, la roja. –Lily sapeva che Raphael era parecchio arrabbiato. Solo quando era davvero adirato parlava in spagnolo, come dimenticandosi che non tutti potevano capirlo. Le dispiaceva vederlo così. Ogni volta avrebbe voluto andare a prenderlo per il collo, quel Diurno, e fare un falò con i suoi arti. Nessuno poteva permettersi di trattare in quel modo il suo migliore amico, tanto meno il traditore. Considerando che sembrava che il vampiro non avesse alcuna intenzione di smettere di parlare, Lily decise che sarebbe stato meglio fermarlo.
-Raph. –disse solo, ma lui non sembrò sentirla. –Raph! –a quel punto smise di camminare freneticamente e si voltò per guardarla. La vampira si mise una ciocca di capelli scuri dietro l’orecchio, improvvisamente in imbarazzo sotto lo sguardo dell’altro. –Lo sai vero che capisco meno della metà di quel che dici? –disse, dopo essersi schiarita la voce. Raphael lasciò ricadere le braccia, che prima muoveva nell’aria quasi come se volesse scacciare degli insetti fastidiosi –probabilmente i suoi pensieri -, lungo i fianchi. Sospirò, cosa che non avrebbe mai fatto prima di conoscere Simon –pensò la vampira, non senza che una certa rabbia le salisse dentro -, e si andò a sedere accanto a lei, passandosi una mano sul viso.
-Scusami, Lirio… –quello era il nome di Lily in spagnolo. Quando lui la chiamava così la vampira sentiva una profonda gioia nel cuore. –È che non riesco a smettere di pensare a lui… -guardò davanti a sé, non lei, dicendolo. Sapevano entrambi quale fosse il motivo. Non era tanto perché Simon era un traditore e non riusciva a smettere di pensare a quel tradimento. Quasi nessuno a parte lei sapeva quale fosse il vero motivo. Be’, se si voleva essere precisi, nessuno sapeva quanto il loro leader pensasse al Diurno, ed era decisamente meglio così. Altrimenti avrebbero visto che era debole, e questa era l’unica cosa che Raphael voleva impedire. Ma lei non voleva accettare quel motivo. Le faceva male dentro vedere il suo Raph così. Non l’aveva mai visto così prima di due mesi prima. In realtà sì, decenni prima, solo una volta. E non era finita bene. Simon era stato così cieco da non vedere lui, ma lui era sempre stato così cieco da non vedere lei. E questo la feriva, anche se non lo avrebbe mai ammesso. Il suo leader meritava di essere felice. La sua vita era già abbastanza complicata, non serviva lei a complicargliela ancora di più. Si riscosse dai suoi pensieri, accorgendosi solo in quel momento che Raphael la stava chiamando. La stava osservando con i suoi profondi occhi scuri. Non voleva guardarlo dritto negli occhi, o ci si sarebbe persa, come era successo fin troppe volte per i suoi gusti. Lui le andò più vicino, sfiorandole una guancia con la punta delle dita, piano. Com’era dolce… Nessuno poteva conoscere quella parte di lui, lei era una delle poche persone, così come la Lightwood. Lei era anche l’unica a sapere che Raph e la Shadowhunter erano soltanto amici, anche se quando lei era ancora dipendente dallo Yin Fen, aveva creduto di perderlo, tenuto prigioniero dal sangue angelico. Ma lui era forte, aveva superato anche quello. Aveva superato tutto, ma non era riuscito a superare Simon. E lei non era ancora riuscita a capire perché. Perché lui era stato in grado di superare tutto, ma non di mettere una pietra sopra a quel dannato Diurno. Era cominciato tutto quando lo avevano rapito, ma lei non avrebbe mai creduto che sarebbe diventato così importante. Era solo uno stupido Mondano. Nessuno si sarebbe mai aspettato che Camille lo usasse per i suoi scopi e che poco tempo diventasse un vampiro. Raphael gli era stato dietro ogni secondo, non si era mai comportato così con nessun nuovo vampiro, aveva cercato di insegnargli tutte le cose che non sapeva. E anche dopo, dopo il suo tradimento, aveva continuato ad aiutarlo, senza riuscire a impedirlo. Ed era così che quello sporco traditore lo ricambiava. Raph le chiese di nuovo se stesse bene, e lei annuì piano, troppo persa nei suoi pensieri. Stava rischiando di perdere il controllo, e non era una cosa che poteva permettersi, assolutamente no. No. E basta. Lei doveva essere sempre controllata, doveva sempre essere l’amica di cui Raphael aveva bisogno. E niente di più. Doveva stare zitta quando non serviva. Non era “farsi mettere i piedi in testa”. Era lei che aveva deciso che doveva essere così. Ma ci sarebbe sempre stata quando il suo leader avrebbe avuto bisogno di lei. Sempre. Senza nemmeno doverci pensare. All’improvviso, il telefono di Raphael, abbandonato sul tavolo davanti al divano, trillò. Lily distolse lo sguardo da lui, accorgendosi di essere rimasta incantata a fissarlo. Se avesse potuto, il suo viso sarebbe stato del colore del divano. Il vampiro pensava che ultimamente Lily si stesse comportando in modo strano. Non avrebbe saputo definire cosa le stesse succedendo, ma era così ormai da più di due mesi. Le cose erano cominciate a cambiare più di due mesi prima, quando la Fairchild aveva scoperto di non essere solo una semplice Mondana. Quella era stata la sua rovina. Era a causa sua che aveva incontrato Simon. E incontrarlo lo aveva scosso più di quanto avrebbe mai ammesso. Prese il suo cellulare, quasi sperando che fosse Simon che si scusava per quello che aveva detto. E magari anche per averli traditi, chissà. Ma non era il Diurno. Era Isabelle. E quella fu l’ultima goccia. Grazie a quel singolo messaggio sentì il peso di tutte le sue emozioni addosso, e crollò. Non poteva credere che Isabelle gli stesse facendo questo. Lui le aveva aperto il suo cuore, ed era così che lei lo ripagava? Perché qualche volta non poteva essere felice anche lui? Certo, era dannato, ma questo non significava… Ogni parola del messaggio di Isabelle lo colpì come il sole, incenerendogli ogni cosa che gli impediva di crollare.
 
Mi dispiace, Raphael, ma non possiamo più vederci. Siamo solo dei pazzi. Davvero abbiamo creduto di poter andare avanti così? Non ha senso, mi dispiace. Avrei dovuto capirlo prima, e invece lo faccio solo adesso. Non avremmo mai dovuto essere. Sei un vampiro, sei pericoloso, continuavano a ripeterlo tutti, e ora lo capisco anch’io. Mi hanno raccontato cose che non sapevo su di te. Sono stata stupida, ho creduto nella tua bontà ogni tua parola e ho sbagliato. Siamo qualcosa di malsano. Non possiamo più vederci. Addio, Raphael.
 
Quello che il vampiro non sapeva era che Isabelle era stata costretta da Alec a scrivere quel messaggio, dicendole che se non l’avesse fatto avrebbe raccontato quello che era successo con lo Yin Fen ai loro genitori, che non sarebbero stati affatto contenti. La ragazza aveva cercato di ribellarsi, aveva urlato, ma poi suo fratello aveva nominato Max e aveva ceduto. Non poteva lasciare che il suo fratellino la vedesse per quello che era davvero, una debole. Non se lo sarebbe mai perdonata. Lei doveva essere un buon esempio per lui. Ma aveva sentito il suo cuore spezzarsi. Nemmeno un giorno prima aveva promesso a sé stessa che niente e nessuno l’avrebbe mai separata da Raphael. A quanto pare non aveva pensato a tutte le possibilità. E la famiglia, non il suo onore, la famiglia in sé, era il suo punto debole. Alec era stato un bastardo, ma aveva colpito nel punto giusto. E adesso non si poteva tornare indietro. Aveva lasciato Meliorn per la stessa ragione, la sua dannata famiglia. A volte avrebbe voluto essere qualunque cosa, persino un demone, ma non una Lightwood. Essere un Lightwood significava solo sofferenza. Era inciso nel sangue della loro famiglia, come una runa. Tempo dopo, mentre stava sdraiata nella sua stanza, tenuta agli arresti domiciliari, avrebbe trovato il coraggio di scrivergli un altro messaggio, riuscendo poi a recuperare il suo cellulare e a scrivere una sola frase: “Ma non voglio perderti”. Poteva sopportare ogni tipo di dolore, ma davvero non poteva perdere Raphael. Se ne rese conto quando era troppo tardi, quando ormai aveva già scelto di mettere la sua famiglia prima di lui. Ma in quel momento, il danno era fatto. E il vampiro perse il controllo. Lily aveva notato quanto il suo sguardo si fosse perso nel vuoto, ma sussultò lo stesso quando lui scattò in piedi, scagliando il telefono dall’altra parte della stanza, che andò a sbattere contro la parete e probabilmente non fece una bella fine.
-Por eso no quiero aficionarme a las personas! –gridò, con tanta rabbia come nessuno lo aveva mai visto. Tutti i sentimenti che aveva cercato di trattenere fino a quel momento gli arrivarono addosso come un’onda. Tutto il furore cieco che aveva cercato di trattenere, tutto il dolore che avrebbe solo voluto sparisse. Sì sentì incredibilmente male, si sentì morire di nuovo. Perché doveva sentirsi così, perché? Perché continuava a provare emozioni, nonostante cercasse di impedirlo? Perché era così difficile non provare niente? Crollò in un attimo sulle sue ginocchia, tenendosi tanto forte al bordo del tavolo che credeva che gli si sarebbero spezzate le ossa. O che si sarebbe spezzato il tavolo. Lily non sapeva cosa fare. Non l’aveva mai visto avere una reazione così violenta. Fece ciò che le venne spontaneo, gli andò accanto, cercando di parlargli. Ma si stupì quando vide che il suo corpo era scosso dai singhiozzi, le lacrime scarlatte gli scivolavano sul viso. L’aveva visto piangere solo una volta nella sua lunga vita. E non era stato un bel momento per entrambi. Sentì che lui stava mormorando delle cose in spagnolo, cosa che la vampira non riuscì a capire, anche se avrebbe voluto, per aiutarlo. L’amore era un Diavolo. L’amore ti ingannava. Fingeva di portarti gioia, solo per poi farti rendere conto che era stata solo una bellissima illusione. Isabelle. Amava Isabelle come un’amica, ma faceva comunque male. Perché aveva creduto che qualcuno al di fuori di Lily fosse finalmente riuscito a vederlo per quello che era e ad accettarlo. Invece l’aveva ingannato, aveva solo finto. Lei era come tutti gli altri Shadowhunters, credeva che i vampiri non avessero emozioni, credeva che tutti potessero fare di tutto a loro, tanto non sentivano niente. Ma forse, la morte amplificava le emozioni. Faceva parte della loro non-vita da dannati. Essere creduti senza sentimenti, mentre in realtà ne avevano anche troppi. Lily sentì un intenso desiderio di uccidere il Diurno, per quello che stava facendo al suo migliore amico. E anche la Lightwood, perché era colpa sua se Raphael aveva perso il controllo. Aveva cercato di resistere, ma vedendo qualunque cosa la ragazza gli avesse scritto, era crollato. Lui tentava di essere freddo, ma non lo era davvero. Era solo morto. Credeva di non avere un’anima, e nessuno lo avrebbe mai convinto del contrario, lei lo sapeva bene. Ma sapeva anche che non era vero. Lei non ci avrebbe mai creduto neanche un secondo. Tutto quel dolore, tutte quelle lacrime… Non erano per niente. La vampira non sapeva cosa fare. Certo, lo aveva già visto piangere, ma non così… Non l’aveva mai visto così distrutto, così spezzato dentro. Ma forse non osservava con attenzione. Forse lui era sempre stato così, forse riusciva solo a nasconderlo meglio. L’unica cosa sensata che le venne in mente fu abbracciarlo. A quel punto, lui la guardò, il viso rosso per il sangue, gli occhi persi come non li aveva mai visti. Faceva paura vederlo così. Davvero tanta paura. Lui era il loro leader, lui doveva essere sempre controllato. Lily avrebbe voluto sistemare la situazione, ma forse non poteva farlo, doveva lasciare che si sfogasse, doveva lasciare che liberasse le sue emozioni, altrimenti sarebbe esploso. Altrimenti sarebbe morto di nuovo e per sempre per tutto quello che si teneva dentro. Raphael in quel momento pensò che non ce l’avrebbe fatta se non ci fosse stata Lily con lui. Lei era l’unico mostro che potesse capirlo, lei era l’unica che l’aveva visto per com’era davvero e non se n’era andata. Forse perché anche lei era così. Così persa. Ma anche lei fingeva di stare bene. Tutti i dannati vampiri fingevano di stare bene. Forse alcuni avevano perso ogni traccia di umanità, come Camille, così vecchia che probabilmente non ricordava nemmeno di essere stata viva. Tutti gli Shadowhunters credevano che i vampiri non avessero più nemmeno un briciolo di umanità, ma loro davano troppe cose per scontate. Credevano di sapere tutto, solo perché erano figli dell’Angelo, ma la verità era che non sapeva niente. Non potevano sapere come ci si sentisse a essere un Nascosto. Un vampiro. Non c’era felicità per loro, non c’era amore. Non c’era speranza. Non c’era mai stata. C’era solo sofferenza, solo dolore, solo odio. Odio che si insidiava nei loro cuori e non scompariva più, fino a quando non rimaneva niente di quello che erano stati. Diventavano solo delle bestie a caccia di sangue. Dei mostri sempre e per sempre, costretti a vagare come fantasmi in un mondo vivo, così pieno di luce. Luce che non avrebbero mai avuto indietro.
-Porque? –le domandò, anche se non sapeva se l’altra avesse capito. Perché era stato così stupido? Perché era ancora in grado di amare? Perché non poteva odiare e basta? Perché doveva fare così male? Non c’era una vera risposta a quelle domande, non c’era. Loro non avevano mai niente. Solo domande, ma mai risposte. Le risposte non c’erano mai. Eppure lui avrebbe voluto sapere come poteva essere stato così stupido. Aveva promesso che non avrebbe mai più amato nessuno, perché faceva troppo male. Ma perché faceva così male? Avrebbe creduto che quella volta sarebbe stato diverso, perché loro non erano Mondani. Ma non era stato diverso. Gli Shadowhunters era egoisti, credevano di essere superiori, solo perché avevano sangue angelico. Credevano di potersi comportare come volevano, tanto non ci sarebbero state conseguenze. E poi c’era lui, quell’estúpido. Aveva creduto che almeno lui potesse capirlo. E invece non l’aveva mai capito. L’aveva sempre visto come un mostro, lo aveva sempre incolpato per quello che era successo. Il vampiro aveva fatto di tutto per impedirlo, aveva sempre tentato di non vedere, aveva fatto finta di nulla. Ed era riuscito a mentirsi. Fino a quando quello sporco traditore non aveva liberato Camille, dimostrando che gli importava soltanto della sua roja, della sua migliore amica, della Fairchild. Non gli era mai importato della sua famiglia. Era così desesperadamente innamorato di lei che non gli era importato nulla. Perché i vampiri non avevano sentimenti. Quando se n’era andato, senza nemmeno sentirsi in colpa per essere stato un bastardo, Raphael era rimasto per due giorni e una notte a fissare il soffitto della sua stanza, insultandolo in tutti i modi che conosceva. Poi, gli era passata la rabbia. E aveva sentito solo un profondo vuoto dentro di sé, che non aveva voluto andarsene. Era come se gli avessero scavato una voragine dentro, come se gli mancasse qualcosa. Come se il cuore fermo gli fosse stato strappato. Senza poterlo impedire, aveva pianto. E piangendo aveva capito. Aveva capito di essere stato stupido. Di nuovo. Ora era lì, Lily lo stringeva, guardandolo preoccupata. E le parole gli vennero spontanee.
-Como pude caer en el amor? –forse non l’avrebbe mai saputo. Gli faceva male dirlo, ammetterlo. Avrebbe dovuto continuare a fingere. Ma prima o poi sarebbe crollato lo stesso. Meglio adesso che in un’altra situazione. Isabelle era stata la sua salvezza, ora cosa gli restava? Niente. Forse era stata un’illusione. Forse non aveva mai avuto niente. Se ne rendeva conto solo in quel momento. Quel dannato messaggio lo aveva fatto crollare. Aveva promesso, aveva promesso… E allora perché non riusciva a smettere? Si faceva del male da solo. La voglia di Lily di uccidere il Diurno divenne ancora più intensa. Non l’aveva mai sopportato. Aveva capito subito che sarebbe stata la rovina del Clan. E lo era stato. Aveva fatto una moltitudine di cazzate assurde. E non smetteva. Sembrava proprio impresso nel suo sangue. Quella situazione le metteva disperazione. Non sapeva più cosa fare ormai. Non c’erano cose da mettere a posto, non c’erano cose da sistemare. Non poteva più fare niente. Ma doveva provarci. Strinse Raphael più forte, mentre lui continuava a singhiozzare, accarezzandogli i capelli, sussurrandogli che andava tutto bene. Non era la verità e lo sapevano bene entrambi. All’improvviso Raphael si sentì tanto male che se fosse stato umano avrebbe detto che gli mancava il fiato. Doveva andarsene da lì, doveva andarsene. Non sapeva dove. Ma non riusciva più a sopportare le sue stesse lacrime. Non riusciva più a sopportare come si sentisse in quel momento. Avrebbe voluto uccidere qualcuno. Non era giusto. Non era giusto che dovesse soffrire così. Certo, era dannato. Tengas piedad de mí. Ma non poteva andare avanti così. Voleva uscire da lì, andarsene. E magari non tornare mai più. Non voleva farle del male, ma scansò Lily bruscamente, correndo fuori prima che la vampira avesse il tempo di accorgersi che lui non era più lì. Lily rimase seduta a terra, fissando un punto imprecisato. Abbi pietà di me. Faceva male vederlo così, più di quanto non volesse ammettere. Non l’avrebbe seguito, anche se era così fuori controllo che avrebbe potuto farsi male o fare del male a qualcuno. Se era corso via così aveva bisogno di essere lasciato da solo. Ma faceva comunque male. Una sola lacrima scarlatta scivolò sul viso della vampira. Una voce la fece sussultare.
-Dovresti dirglielo. –si asciugò velocemente la guancia, voltandosi verso chi aveva parlato. Sergey, un suo amico, gli occhi azzurri e i capelli castano chiaro, russo, la stava osservando con un piccolo ghigno, un bicchiere di Bloody Mary in mano, appoggiato al bracciolo del divano. Lily scattò in piedi, rivolgendogli un’occhiataccia. Sapeva che lui stava solo cercando di aiutarla, ma non ci stava riuscendo per niente. Lo ignorò, dirigendosi verso l’uscita. Sapeva perfettamente di cosa il vampiro stava parlando, ma era fuori discussione. Non poteva. Raphael stava già male di suo, non poteva aggiungere problemi al suo tormentato cuore. Sergey non aveva alcuna intenzione di lasciarla andare così. La verità era che era preoccupato per lei. Tutta quella situazione la stava distruggendo. Tutta quella stupida situazione stava distruggendo tutti. La prese per un braccio, guadagnandosi una soffiata di rimando. Ma non importava. Fissò i suoi occhi chiari in quelli scuri di Lily. Lei abbassò lo sguardo. Odiava quando le persone erano in grado di leggerle dentro in quel modo.
-Non dire assurdità. Ha già i suoi problemi. –certo, questo lo sapeva bene anche lui. Ma Lily non poteva fuggire per sempre. I vampiri erano fatti così. Tentavano di fuggire dalle cose, e quando capivano che non ci erano mai riusciti era troppo tardi per rimediare. La loro non-vita era in grado di fare uno schifo assurdo. La vampira sapeva che forse non sarebbe riuscita a fuggire per sempre, però doveva provarci. Era meglio tenersi tutto dentro che fare del male agli altri. Era meglio farsi del male da soli. Esploderai. Forse. Forse sarebbe riuscita ad andare avanti, la testa alta, lo sguardo avanti, senza che nessuno capisse nulla. Ma faceva male. Così male… Sarebbe presto scoppiata a piangere, lo sapeva. Vedere Raphael così distrutto per amore la feriva. Ma lui non poteva capire quale fosse il vero motivo, non poteva sapere. Lei avrebbe continuato a stare zitta e sarebbe andato tutto bene. Si divincolò dalla stretta di Sergey, che decise di lasciar perdere, per il momento. Poi corse via. Il più veloce possibile, cercando di scappare dai suoi pensieri. Ma non ci sarebbe mai riuscita. Non era giusto fosse così. Non avrebbe dovuto fare così male. Raphael non avrebbe mai dovuto sapere che non era l’unico distrutto da quell’amore… Non avrebbe mai dovuto sapere che quell’amore la stava facendo a pezzi. Come riusciva sempre a vedere colui che amava, piangere, soffrire per amore? E restare zitta, soltanto aiutandolo? Eppure lo faceva… E non avrebbe mai smesso. 

Angolo autrice:
L'ottagono colpisce ancora :/ Povero Raph e povera Lily. Lo so, non dovrei tormentarli in questo modo, ma non posso farci nulla... Comunque all'inizio ero molto convinta: sì, ok, Lily è innamorata di Raphael, punto. E poi mi sono inventata Sergey e ho pensato che starebbe bene insieme a Lily, quindi l'ottagono potrebbe allargarsi :0 (anche se, nell'ottagono originale ci doveva essere anche Maia ma in questo caso non c'entra niente) 
Comunque, visto che non sono in grado di fare i calcoli, domani parto per le vacanze e tornerò solo il 13, perciò, non potrò pubblicare l'ultimo capitolo di questa parte e sarete costretti ad aspettare. Solo per avvertirvi, così, quando dopodomani non aggiornerò, saprete che non sono morta ma solo la mare XD 
Ma, nel prossimo capitolo: un balzo nel passato di Raph (preparatevi alle solite lacrime), Magnus preoccupato per Raph (:')), Simon va a trovare sua madre e fa una scoperta orribile, Raphael decide di aiutarlo (stranamente), Lizzy + torta (sperando che sia davvero mangiabile) e finale con colpo di scena :0 :0
P.S: Scusate per eventuali errori di distrazione o di grammatica (quelli di distrazione ho paura siano tanti, quelli di grammatica, spero pochi) e potrei non aver azzecato le parole in spagnolo ma non sono proprio la massima esperta ehm (non ho tradotto perchè Lily non capisce nulla, quindi ho pensato che nemmeno noi dovessimo capire. Ma andrà a finire che saprete tutti lo spagnolo quindi nada)
   
 
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