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Autore: Ginevra1988    03/07/2017    5 recensioni
All'alba del tre maggio Harry, Ginny e gli altri reduci della Seconda Guerra Magica si ritrovano a fare i conti con... il ritorno alla normalità. Le ferite sono fresche, gli incubi li perseguiteranno ancora per anni e poco sembra essere come prima, ma la voglia di ricominciare è tanta. A passi lenti e incerti dovranno trovare la loro strada verso un futuro nel quale non potevano nemmeno sperare fino a qualche giorno prima.
Genere: Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: George Weasley, Ginny Weasley, Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley | Coppie: Harry/Ginny, Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
Capitoli:
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Ma se tu mi addomestichi, la mia vita sarà come inondata di luce.
Conoscerò un rumore di passi diverso da tutti gli altri.
Gli altri passi mi fanno fuggire sotto terra.
Il tuo mi chiamerà fuori dalla tana, come una musica.
 
Il piccolo principe – Antoine de Saint-Exupéry
 
 
 
 
3 giugno 1998 – Villa Conchiglia
 
   Ginny aveva seguito Harry per tutto il giorno: lo aveva aiutato per ore quella mattina a ripulire la soffitta di Bill e Fleur; gli aveva medicato il dito che si era tagliato mentre affettava le cipolle per il pranzo; gli aveva poi rifatto la fasciatura con l’essenza di Dittamo pochi minuti dopo perché lui aveva tirato un pugno a una finestra che non voleva aprirsi; aveva ripulito con lui il giardino e la spiaggia dai detriti portati dal vento e dalla marea; e in quel momento stava pazientemente aspettando che il suo ragazzo si decidesse a lasciar perdere il nido di Imp che aveva trovato sotto una roccia a ridosso della scogliera. Ginny era ormai sfinita e si era seduta sul prato, immerso nella luce calda del tardo pomeriggio; guardava distrattamente Harry litigare con una delle bestiole nere che cercava di mordergli una caviglia.
   “Harry, lascia perdere! Ma che fastidio ti danno?” gridò stancamente per sovrastare il rumore delle onde.
   Il ragazzo per tutta risposta tentò di Schiantare il piccolo Imp, con l’unico risultato di appiccare fuoco al suo stesso calzino. Ginny lasciò cadere la testa tra le ginocchia, esasperata. Qualcuno le toccò la spalla e mancò poco che alla ragazza venisse un infarto.
   “Oh scusami” disse Leatherman senza alcuna sorpresa.
   “Roy!”
   Ginny si trattenne dal mandarlo a farsi un giro.
   “Tieni cara, ti serviranno questi” l’uomo estrasse dal mantello blu scuro un rotolo di benda e un piccolo barattolo arancione; un’allegra scritta gialla annunciava che il contenuto era il “Famoso Fiammafast”, unguento contro ogni tipo di scottatura, dalla pozione bollente al fuoco di Drago.
   “Grazie, sì, mi serviranno” sospirò la ragazza prendendo medicamento e bende e alzandosi. Harry aveva spento il piccolo incendio e si stava togliendo la scarpa per controllare il danno, mentre l’Imp si rotolava a terra scosso da minuscole risate. Ginny si era già avviata verso il ragazzo, ma si fermò e si voltò di nuovo verso Leatherman.
   “Niente Mantello dell’Invisibilità, Roy. Se mi accorgo che qua intorno gironzola anche uno solo dei tuoi piedi ti Schianto, sono stata chiara?”
   “Cristallina” disse l’uomo senza scomporsi, un sopracciglio alzato e un angolo della bocca sollevato. Ginny lo fissò per un lungo momento, poi raggiunse Harry rassegnandosi al fatto che Roy sarebbe rimasto in zona. Si inginocchiò di fianco al ragazzo e allungò con dolcezza le mani.
   “Fammi dare un’occhiata.”
   Lui la lasciò fare, trattenendo qualche gemito di dolore quando lei toccava la zona ustionata. Con pazienza e in silenzio Ginny spalmò il Fiammafast sulla caviglia di Harry, poi appoggiò il suo piede sulle ginocchia e si mise cercare il capo del rotolo di benda.
   “Vuoi parlarmi di qualcosa, Harry?” chiese Ginny fingendosi concentrata sul suo lavoro. Il ragazzo aprì la bocca ma la richiuse quasi subito.
   “No? Allora dovrò tentare da sola.”
   Trovò il capo della benda e cominciò a fasciare la caviglia di Harry con calma.
   “Hai paura, come tutti noi, per quello che è successo ieri sera” disse fissando le proprie mani all’opera. “Così ti comporti come un dannato leone in gabbia perché, cito letteralmente, se cercano me, tutti i Weasley sono in pericolo!” Aveva abbassato volutamente il tono della voce, in una pessima imitazione di quella di Harry, che trattenne il respiro rumorosamente. “E l’unica cosa che ti ferma dal fare delle scemenze è la bacchetta di un Auror puntata direttamente in mezzo alle scapole. Come sto andando?”
   Ginny terminò la fasciatura e fermò la benda con un colpo di bacchetta, poi alzò lo sguardo su Harry, che aveva un’espressione indecifrabile, gli occhi fissi sul proprio piede. Rimase in silenzio per un lungo momento, ma la ragazza fu paziente.
   “Voglio… solo proteggervi” mormorò alla fine con voce roca.
   Ginny non poté fare a meno di sorridere.
   “E chi proteggerà te?”
   Fare quella domanda con il suo piede sulle ginocchia lasciava pochi dubbi su quale fosse la risposta sottointesa. Scostò con delicatezza la gamba di Harry e andò a sedersi vicino a lui, appoggiandosi al suo fianco.
   “Harry, non è più la tua guerra personale. E’ finita, Voldemort è morto, e tu non sei più solo.”
   Il ragazzo si agitò al suo fianco, cambiando posizione, il respiro lievemente accelerato.
   “Adesso è cominciata un’altra avventura, la tua vita. Con tutti i Weasley al completo che ti ronzano attorno. Con il corso da Auror. E con me. Non ti piace l’idea, Harry? Non desideri questa vita?”
   Ginny sapeva che stava forzando la mano, stava esagerando, ma doveva almeno provare a far ragionare Harry. Lui la circondò con un braccio e la strinse a sé.
   “Non sai quanto, Gin. Ma il passato torna a prendermi…”
   “Tu meglio di chiunque altro sai che per ottenere ciò che desideri devi lottare. Ma questa volta non puoi fare tutto da solo. Devi fare squadra con me. E devi farmi entrare qui dentro.”
   Ginny puntò l’indice al cuore di Harry. Lui rimase in silenzio ma lei poteva quasi sentire i pensieri rincorrersi e sbattere come Fate in un barattolo dentro la sua testa.
   “Mi dispiace” disse Harry alla fine. “Sono… sono un disastro. E tu hai davvero una pazienza infinita.”
   La abbracciò e Ginny rise, il cuore che accelerava i battiti.
   Un movimento attirò il suo sguardo: era appena percettibile, un filo d’erba smosso, poteva essere tranquillamente un innocente insetto di passaggio. Ma Ginny strinse gli occhi e vide chiaramente che il prato in quel punto sembrava… sbiadito. Capì al volo e afferrò la bacchetta, sciogliendo l’abbraccio con Harry.
   “Stupefecium!
   Il lampo di luce rossa venne deviato, colpendo un povero gabbiano capitato nel posto sbagliato al momento sbagliato. La testa di Leatherman spuntò dal nulla, fluttuando da sola nel vuoto con un bel ghigno stampato sulle labbra.
   “Ti avevo detto che ti avrei Schiantato, Roy!” esclamò Ginny scattando in piedi.
   “Proprio per questo me lo aspettavo.”
   L’uomo si alzò con calma e si tolse il Mantello.
   “Potter, devi insegnare un paio di cose alla tua… signora” calcò l’ultima parola come se fosse una battuta di spirito.
   “Roy?” chiese perplesso Harry ancora seduto per terra senza una scarpa. “Vi conoscete?”
   Leatherman rise e Ginny alzò gli occhi al cielo.
   “Se ci conosciamo? Io ho cambiato i pannolini alla piccola Ginevra!”
   La ragazza si sentì avvampare e distolse lo sguardo da Roy, che si sbellicava.
   “Era un nostro vicino di casa e dava una mano a mamma con noi piccoli, poco dopo essere uscito da Hogwarts. Quando non sapeva ancora cosa fare della sua vita e vendeva lumache essiccate in Diagon Alley!” aggiunse a voce più alta. Roy si asciugò un occhio con un gesto teatrale.
   “Il banchetto di rimedi artigianali Leatherman andava alla grande!”
   “Finché non è stato buttato all’aria da una squadra del Ministero!”
   “Il ché è stata la mia fortuna più grande, visto che l’Ispettore che fece Evanescere le mie lumache adesso è mia moglie. Ancora oggi Isolt mi rinfaccia quel piccolo errore di gioventù!”
   Ginny serrò le braccia, sconfitta. Roy era sempre stato uno sbruffone pieno di sé e quando faceva da babysitter a lei e Ron non perdeva occasione per tormentarli. Crescendo – più che altro sposando Isolt e diventando un Auror – si era dato una bella calmata, ma aveva mantenuto una predilezione per Ginny e ogni volta che si vedevano era un battibecco continuo. Non per colpa di Ginny, chiaramente.
   “Bando ai ricordi di gioventù!” esclamò Roy assumendo tutto d’un tratto il cipiglio scuro da Auror in missione. “Potter, Ginny ha ragione: devi piantarla di fare l’eroe e rilassarti. Quello che è successo ieri sera è poco più di una bravata, lascia che ce ne occupiamo noi.”
   Leatherman si avvicinò e si accovacciò di fronte a Harry, guardandolo dritto negli occhi.
   “Lezione Auror numero uno: prima affronterai le tue paure, meglio è. Continuare a scappare non serve a un bel niente.” L’uomo alzò lo sguardo e indicò con un cenno della testa Ginny. “E’ troppo chiassosa e poco femminile, lo so” disse con un ghigno; la ragazza strinse la bacchetta nel pugno, ma serrò le labbra per evitare di pronunciare incantesimi. “Ma è qui per te. Ed è una Weasley, prima di mollarti si farà Cruciare da tutti i Mangiamorte del Regno Unito, credimi.”
   Roy rivolse a Ginny un sorriso affettuoso e la ragazza si rilassò: lui era dalla sua parte, se lo doveva mettere in testa, nonostante le battutine fastidiose. Leatherman afferrò una spalla e tirò Harry verso di sé, sussurrandogli all’orecchio qualcosa che Ginny non riuscì a sentire; poi si alzò e aggiunse a voce alta: “Quindi rimettiti quella scarpa e smettila di fare l’idiota.”
   Si allontanò verso la casa senza degnare i ragazzi di un altro sguardo. Quando Ginny abbassò gli occhi, Harry stava finendo di sistemare i lacci.
   “Cosa ti ha detto?” chiese la ragazza.
   Lui scrollò le spalle sorridendo.
   “Più o meno quello che mi ripete sempre Ron: che se non ti tratto bene mi strangolerà con le sue mani. Pare proprio che tu abbia un fratello in più.”
 
 
 
 
 
 
 
 
Angolo di Gin
Scusate scusate, sono sparita per un po’, ma rieccomi!
Partiamo da un presupposto: Harry da solo andrebbe fuori di testa. Lo stress accumulato nell’ultimo anno stenderebbe un piccolo elefante, diciamocelo.
E Ginny è una delle ragazze più pazienti della terra, di questo gliene dobbiamo dare atto. Si sta dando anima e corpo per Harry. Ma anche lei ha un limite… e presto se ne accorgerà lei stessa.
Non sono un amante del Piccolo Principe, ma la metafora della volpe addomesticata è semplicemente perfetta per i miei Harry e Ginny; tenetela a mente, perché tornerà. Adesso è facile capire chi è la volpe e chi il principe, ma non sarà sempre così.
Adoro la piega che sta prendendo (in modo quasi autonomo…!) la mia ff, la cui scrittura mi salva dallo stress quotidiano di questa estate rovente!
Grazie a chi ha letto e leggerà, e a chi si sciroppa anche il mio angolo di autrice.
Smack
Gin
   
 
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