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Autore: Bay Stallion    05/07/2017    2 recensioni
E’ l’inizio del sesto anno e Draco ha una missione importante da svolgere per il Signore Oscuro, se fallisce lui e la sua famiglia verranno uccisi. Solo una persona può aiutarli a fuggire e permettergli così di salvarsi…
Genere: Avventura, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter, Hermione Granger, Lucius Malfoy, Tom Riddle/Voldermort | Coppie: Draco/Hermione
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7, Da V libro alternativo
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Sentiva di dover uscire dal castello, di dover fare qualcosa per tenere la mente occupata. Si ricordò delle audizioni per il nuovo portiere di Quidditch. Scese fino alla Sala d’Ingresso e camminò lungo il prato fino allo stadio.
Dall’angolo in cima agli spalti guardava gli aspiranti giocatori sfrecciare in sella alle loro scope, a decine di metri da terra. Si chiese quanto facesse male cadere da quell’altezza. Forse era per via di questi pensieri che non le era mai piaciuto volare.
Vedeva Ron dall’altra parte dello stadio volare su e giù, in preda al panico, e si augurò che riuscisse a superare l’audizione.
Un certo McLaggen stava facendo il provino in quel momento. Sembrava davvero bravo. Una alla volta stava riuscendo a parare tutte le pluffe che gli venivano lanciate. Immaginò quanto sarebbe stata dura per Harry se il suo provino fosse stato meglio di quello di Ron, e avrebbe dovuto sceglierlo al suo posto.
Mancava soltanto un tiro e sarebbe stato automaticamente eletto portiere di Grifondoro. Ron, in fondo allo stadio, stava immobile, sospeso a mezz’aria. La pluffa era stata appena lanciata e già McLaggen ne stava studiando la traiettoria, pronto a parare…
<< Confundus >> McLaggen si era tuffato dalla parte opposta e aveva mancato la pluffa. Anche Harry sembrò tranquillizzarsi. Ron invece sembrò agitarsi ancora di più, adesso era arrivato il suo turno.
Quella sera, dopo aver fatto visita a Hagrid, tornarono nella Sala Grande per la cena. Ovviamente Harry si era accorto di quello che Hermione aveva fatto alle audizioni, ma ebbe l’accortezza di non farne parola davanti a Ron.
In effetti, neanche lei sapeva perché l’aveva fatto, era solo che da un po’ di tempo si era semplicemente accorta di tenere particolarmente a Ron, e aveva voluto dargli una mano.
Ma l’argomento del Quidditch, con grande sollievo di Hermione, venne accantonato immediatamente, perché Harry era tornato all’attacco e oramai Malfoy sembrava essere diventato un’ossessione per lui. La teoria di quella sera era che Malfoy era riuscito a portare la “cosa” da riparare all’interno della scuola.
Fortunatamente Hermione aveva già la risposta pronta con cui ribattere << Ma come può aver fatto, Harry? Siamo stati tutti perquisiti al nostro arrivo, no? >> e in effetti era la verità. Harry non se lo ricordava perché era arrivato in ritardo. Anche dopo averglielo spiegato, comunque Harry non sembrava incline a rinunciare alle sue convinzioni
<< Qualcuno gliel’ha mandato via gufo, allora. Sua madre o qualcun altro >>
<< Anche tutti i gufi vengono controllati >> alla fine Harry rinunciò a discutere con lei e si diresse nell’ufficio di Piton, per scontare la sua punizione. Hermione invece, sarebbe dovuta andare ad una delle tante feste che Lumacorno era solito organizzare, almeno da quanto aveva sentito dire, durante l’anno scolastico.
Il suo ufficio aveva l’aspetto di una sala da cocktail, e come lei, anche gli altri studenti invitati quella sera avevano un aria abbastanza imbarazzata.
<< Accomodatevi pure, ragazzi. Servitevi con quello che vi piace >> li aveva accolti Lumacorno con un gran sorriso. Destino volle che l’unico posto libero rimasto fosse proprio accanto a McLaggen, che stava smaltendo gli effetti dell’incantesimo, o almeno doveva essere così, visto che erano circa dieci minuti che fissava il piatto davanti a lui con la bocca aperta e le palpebre semichiuse.
<< Hermione Granger >> si girò verso destra e si accorse che era stato un ragazzo di Serpeverde a pronunciare il suo nome << Io sono Blaise Zabini. Sono del tuo stesso anno >> le sorrise, e lei fece lo stesso.
<< Prima ti ho vista al settimo piano con Malfoy, è mio amico. Adesso capisco perché era così strano in questi giorni. Così adesso vi frequentate? >> la sala era abbastanza rumorosa da non essere sentiti da nessuno, ma nonostante questo Hermione non poté evitare di arrossire. Non aveva idea di cosa rispondere << No, noi non… >>
<< Non c’è nulla di cui vergognarsi, Granger. Molte ragazze vorrebbero essere al tuo posto >>
<< Si ma… >> non poteva dirgli il vero motivo per cui si vedevano di nascosto, o avrebbe mandato a monte la copertura
<< Volevo semplicemente darti un consiglio per il futuro >> Hermione alzò gli occhi al cielo senza farsi notare. Immaginava già quello che le avrebbe detto. I soliti discorsi da Serpeverde << I Purosangue non frequentano i Nati Babbani, mai. Il fatto è che Draco viene da una famiglia molto importante nel Mondo Magico, e non credo che suo padre lo permetterebbe, nel caso che voi… >> il suo sguardo eloquente completò la frase al suo posto. Aveva sempre temuto che qualcuno li vedesse insieme, ma non avrebbe mai immaginato che i suoi compagni sarebbero andati da lei a farle la predica.
Almeno Zabini aveva avuto la decenza di non chiamarla Sanguemarcio. Per un terribile momento immaginò Pansy Parkinson che li beccava mentre uscivano insieme dalla Stanza delle Necessità. Avrebbero dovuto fare decisamente più attenzione la volta successiva.
<< Lo terrò presente >> rispose sperando di mettere fine a quella conversazione imbarazzante.
Nel frattempo il professore continuava a disquisire sui vari parenti degli invitati al suo banchetto.
<< Certo, certo, tuo zio è sempre stato un ottimo studente, non a caso è diventato responsabile dell’Ufficio delle Relazioni con i Goblin… >>
<< Naturalmente! Come potrei dimenticarmi di tuo nonno. Ci sentiamo molto spesso ancora oggi, quando ha un po’ di tempo libero… sapete com’è, essere il manager delle Sorelle Stravagarie richiede molto impegno >>
<< E’ un vero peccato che Potter non sia potuto venire stasera. Vi ho già accennato che sua madre era mia alunna, mi pare? >> sapeva benissimo di averlo già accennato circa tre volte solo quella sera, ma ogni momento era buono per ribadirlo
<< Una studentessa eccezionale. Non perché era una mia studentessa, badate, ma era chiaro che Pozioni fosse la sua vera vocazione. Sapeva calibrare gli ingredienti alla perfezione. Era capace di trovare l’antidoto a qualunque veleno, non importava quanto fosse difficile… >>
<< Esiste sempre un antidoto a tutti i veleni, professore? >> Melinda Bobbin interruppe il suo racconto
<< Come dici, cara? Oh sì, certo che esiste. Per qualsiasi tipo di magia deve sempre esistere una controfattura, è la prima legge di Morgon, non puoi saperlo, perché si studia al settimo anno >>
Hermione colse la palla al balzo. In questo modo non avrebbe mai destato sospetti << Quindi questo non vale soltanto per le pozioni? Può valere anche, non so… per gli incantesimi? >>
<< Ovviamente si. Vedo che lei è un’ottima osservatrice, signorina Granger >> disse Lumacorno muovendo all’insù i lunghi baffi da tricheco.
Quella mattina aveva controllato l’orario dei prefetti e sapeva che Draco era di pattuglia al terzo piano in quel momento. Salì le scale che portavano al piano superiore e lo individuò alla fine del corridoio, da solo. Non voleva chiamarlo per evitare di attirare l’attenzione, ma evidentemente il rumore dei suoi passi gli fecero capire di non essere da solo. Si voltò di scatto ed Hermione notò immediatamente che qualcosa non andava. Era pallido e sudava freddo. << Che ti succede? >> chiese preoccupata, poi si accorse che si teneva il braccio sinistro con la mano
<< Il Marchio sta bruciando. Gli altri dicono che con il tempo ci si abitua, ma all’inizio il dolore è atroce >> istintivamente gli prese il braccio e notò che in effetti era rovente. La pelle arrossata e gonfia, tanto che il tatuaggio sembrava in rilievo.
Provò a sfiorarlo, proprio in corrispondenza del tatuaggio. Sembrò agitarsi ancora di più, ma durò solo qualche secondo. Poi il freddo delle sue dita parve attenuare il dolore. Passarono qualche minuto così, in silenzio.
 << Ti succede spesso? >>
<< Quasi tutte le sere. Adesso però va meglio >> Hermione gli lasciò il braccio e si accorse che aveva riacquistato un po’ di colorito, anche se aveva il respiro ancora affannato
<< Ho una buona notizia. Secondo Lumacorno è possibile trovare un incantesimo per neutralizzare il potere del Marchio >> lo vide impallidire di nuovo, quindi si affrettò ad aggiungere << Non preoccuparti, non gliel’ho chiesto esplicitamente. Stava parlando degli antidoti ai veleni e ha detto che per ogni incantesimo esiste sempre una controfattura. Questo significa che le ricerche non sono completamente inutili come pensavo >>
<< Ottimo, prima troviamo l’incantesimo, prima mi libero di questo coso >> disse indicando il proprio braccio
<< Ha nominato un mago. Mi pare che si chiamasse Morgon, quello che ha scritto questa legge. Farò qualche ricerca >>
<< Dawlish dice che il piano è cambiato >> si era poggiato con le spalle al muro dietro di lui << Vogliono che provi ad uccidere Silente il prima possibile >> Hermione si fece prendere dal panico, non le piaceva quando i piani non andavano come da programma << Questo complica decisamente le cose. D’accordo, niente panico. Semplicemente, abbiamo bisogno di un nuovo piano >>
<< Ci ho già pensato. Non ho intenzione di uccidere Silente >> Hermione non capiva << Ma così ti uccideranno >>
<< Intendo dire che non lo ucciderò davvero, ma agli altri farò credere di aver tentato >> lui sembrava convinto delle sue parole, lei invece era più perplessa di prima.
<< Poi capirai, ma è meglio se per adesso non sai niente di più >>
<< Pensavo che avessimo deciso… >> ma non poté completare la frase perché in quel momento Pansy Parkinson stava venendo nella loro direzione, questa volta fu Hermione ad agire per prima
<< Te lo sogni Malfoy, non scambierò il mio turno di guardia con il tuo. Per una volta in vita tua potresti anche fare il tuo dovere! >> alzò la voce abbastanza da farsi sentire dalla ragazza, che si stava avvicinando.
Lui parve non capire, poi si accorse di Pansy, e si affrettò a completare l’opera. Sul suo volto la stessa espressione beffarda di sempre
<< E’ inutile scaldarsi tanto, Granger. Pensavo di farti un favore, così potrai guadagnarti altri punti per Grifondoro, visto che quelli che ti ha dato Lumacorno non ti bastano >> decise che era il momento di andare via, non voleva dover parlare con la Parkinson, camminò a passo spedito lungo il corridoio e sparì.
   
 
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