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Autore: Eternal Fantasy    09/07/2017    3 recensioni
Dal testo:
Sanji Vinsmoke credeva di essersi liberato della sua famiglia quando aveva otto anni.
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Universo Alternativo ambientato nel mondo moderno.
Sanji-centrico, probabilmente OOC.
Episodi più o meno brevi della vita scolastica e non del diciassettenne Sanji, tra amici casinisti, nuove conoscenze ancora più disfunzionali, e famigliari che avrebbe davvero davvero preferito non avere.
Genere: Commedia, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Famiglia Vinsmoke, Mugiwara, Sanji, Un po' tutti | Coppie: Eustass Kidd/Trafalgar Law, Franky/Nico Robin, Rufy/Nami, Sanji/Zoro
Note: AU, OOC, Raccolta | Avvertimenti: Spoiler!
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Episodi forse senza senso della vita da liceale di Sanji Vinsmoke

 

 

Tragicommedia in due atti – II (La Famiglia)

 

Il Baratie si era lentamente svuotato al termine dell’ora del pranzo, e Sanji si mise a riordinare la sala del ristorante fischiettando carole natalizie, per restare in tema con l’avvicinarsi della sua festività invernale preferita.

Sentendo la campanella d’ingresso tintinnare si voltò ad accogliere i nuovi clienti, ritrovandosi di fronte nientemeno che Trafalgar Law ed Eustass Kidd. Nessuno dei due era tipo da farsi influenzare dalla gioiosa atmosfera di festa che appiccicava sulle labbra della gente normale quel sorriso da “a Natale siamo tutti più buoni”, ma le loro facce tetre sembravano uscite da un funerale.

“Ok, chi è morto? Guardate che questo è un ristorante, mica le pompe funebri.”

“Allora consigliami un becchino di fiducia per domani. Per adesso devo solo prenotare un tavolo.” Replicò acidamente un Trafalgar che a giudicare dalle borse sotto gli occhi non dormiva da giorni.

Kidd sembrava essersi rosicchiato un bel po’ di smalto dalle unghie, ma il suo carattere di fuoco era tutt’altro che domato: “Ehi, non sottovalutarmi! Non mi farò spaventare da quegli st*onzi!”

“Ok mi avete perso. Vi spiace spiegarmi tutto dall’inizio?” sbottò Sanji.

“La mia famiglia vuole conoscere Eustass-ya.” Fu la sintetica risposta.

Sanji inarcò un sopracciglio verso il rosso: “Credevo che avessi già incontrato il signor Corazòn.”

“Sicuro, io e Cora andiamo d’amore e d’accordo! Lui è un tipo davvero fighissimo, mi ha dato dei consigli grandiosi sui trucchi da usare, sul look e gli piace pure la musica del mio gruppo!”

“Già, lo ama quasi più di me.” Commentò sarcastico Law.

“Geloso, Trafalgar? In effetti pensandoci bene potrei lasciarti per tuo padre, a meno che tu non mi convinca a cambiare idea…!” lo stuzzicò Kidd con una maliziosa strizzatina d’occhio che sottintendeva esattamente in che modo Law avrebbe potuto convincerlo.

Vederli tornare ai loro consueti scambi di battutine provocatorie tranquillizzò notevolmente Sanji: “E allora dov’è il problema?”

Law parve ritrovare all’istante tutta la precedente tetraggine: “Il problema è IL RESTO della mia famiglia.”

In poche parole, lo zio di Trafalgar aveva scoperto che il suo “nipotino preferito” aveva il fidanzato; così, con la scusa di “una cena tutti insieme come ai vecchi tempi” l’indomani si sarebbe presentato con l’intera famiglia allargata per un ritrovo a cui aveva “cortesemente obbligato” la partecipazione di Kidd.

Law terminò la spiegazione con un’imprecazione sanguinosa che lasciò basiti entrambi i ragazzi: “Maledizione, non so neppure come diavolo abbia fatto a scoprirlo!”

“Forse gliel’ha detto tuo padre?” suggerì Sanji.

“Assurdo. Cora non rivolge la parola a suo fratello maggiore da anni. Hanno litigato di brutto per come lui gestiva la sua cosiddetta ‘attività famigliare’.”

“Il modo in cui l’hai detto non è molto rassicurante.”

“Lo sarà anche meno sapere che il vero nome di mio padre è Rocinante Donquixote, e se ci siamo trasferiti qui a East City è stato proprio nella speranza di non avere mai più nulla a che fare con gli affari di Doflamingo Donquixote.”

Sanji aveva già sentito parlare della Famiglia Donquixote. Cavolo, chiunque non vivesse sotto un sasso li conosceva! Ufficialmente era una grossa ditta di import-export internazionale, ma era implicata in una miriade di indagini per sospetta attività criminale e organizzazione a delinquere.

E ora una cosca mafiosa si sarebbe riunita nel suo ristorante per minacciare il fidanzato del nipote del boss.

Che felice Natale!

*

Il giorno dopo le porte del Baratie si aprirono per accogliere il nutrito gruppo di nuovi avventori. La Famiglia Donquixote, almeno a prima vista, non era affatto come Sanji se la immaginava: quel mucchio di fenomeni da baraccone sembrava scappato da un circo anziché da una galera, e nessuno guardandoli avrebbe immaginato che fossero il gruppo criminale più pericoloso della nazione.

In disparte tra loro Sanji scorse Corazòn: sulle sue labbra il trucco sapiente simulava un sorriso che neppure le sue straordinarie doti d’attore potevano fingere, e i suoi occhi troppo onesti erano nascosti dalle lenti nere degli occhiali da sole. Nonostante questo e la lunga giacca di piume corvine, era ancora il più sobrio tra i convitati. Salutò Sanji e Zeff con un cenno del capo, ma dalla sua bocca non uscì una parola. Probabilmente non avrebbe parlato fino a quando il fratello non avesse lasciato la città.

A quel pensiero l’attenzione di Sanji si spostò sul leader indiscusso di quel gruppo di macchie colorate per daltonici: una pertica dai corti capelli biondi e dai ridicoli vestiti, che toccavano il picco del cattivo gusto nel cappotto di piume di fenicottero e negli strambi occhiali da sole fucsia. Il suo braccio era avvinghiato alle spalle di Trafalgar, che da parte sua stringeva spasmodicamente la mano di Kidd, forse per impedirsi di strangolare suo zio, a giudicare dallo sguardo assassino che gli scintillava nelle iridi grigio tempesta.

Doflamingo si sedette ovviamente a capotavola, insistendo per avere il nipote e il suo fidanzato al suo fianco. Da parte sua Eustass Kidd non sembrava turbato dal campionario di soggetti equivoci che lo circondavano; nel suo sguardo d’oro ribollente ardeva solo un malcelato disprezzo.

Un attimo prima che Zeff potesse ordinare a Sanji di servire gli antipasti, le porte del ristorante si aprirono di nuovo, e il biondo poté sentire il cuoco più vecchio sussurrare un’imprecazione da manuale. Non appena si voltò capì il perché; gestire i clienti abituali era una cosa che facevano con tanta naturalezza che non avevano tenuto in considerazione che la tradizionale cena di Natale dei dirigenti della Baroque Works si sarebbe tenuta proprio quella sera.

Immancabilmente come tutti gli anni, e impeccabilmente elegante come ogni giorno dell’anno, Mister Crocodile fece il suo ingresso seguito dal suo braccio destro Daz Bones e dal resto dell’eccentrico gruppo di esecutivi della sua azienda, la più grande e influente di East City, nonché dalla reputazione sospetta quanto quella dei ‘colleghi’ di North City.

Sanji si chiese se era il caso di correre nella chiesa più vicina ad accendere una dozzina di ceri e pregare perché il ristorante fosse ancora in piedi alla fine della serata.

Sperare che i due gruppi si ignorassero a vicenda fu un’illusione effimera come un fiocco di neve a luglio; Crocodile con espressione incredula si avvicinò alla testa del tavolo della Famiglia Donquixote e sbottò irato:

“Cosa diavolo ci fai TU qui?”

Doflamingo esibì tutta la sua smagliante dentatura in un ghigno perverso da far rabbrividire:

“Croco, così farai credere alla gente di non essere felice di rivedermi!”

“Sta’ zitto ammasso di piume rosa, non sto parlando con te. Allora, ragazzo: si può sapere perché frequenti certa gentaglia?”

Con enorme sconcerto di tutti, fu Kidd a rispondere in tono scazzato: “Si dà il caso che questa gentaglia sia la famiglia del mio fidanzato, volente o nolente. E poi senti da che pulpito viene la predica; da quando ti interessa cosa fa il figlio della tua diseredata sorella?”

I due boss collegarono tutti i tasselli e si fissarono negli occhi con uno sguardo che esprimeva in pari misura contrarietà e sgomento:

“TU sei lo ZIO del ragazzo di MIO NIPOTE?!?”

Law approfittò del fatto che l’attenzione di tutti era concentrata sul faccia a faccia tra i due adulti per sussurrare a Kidd: “Dunque è lui l’unico tuo parente che dicevi di conoscere.”

“Già; ora capisci perché non mi andava di parlarne? La famiglia di mia madre l’ha cacciata quando è rimasta incinta di me perché lei voleva crescere un figlio di nessuno. Così la baracca è passata a zio Crocodile, che però ogni tanto si tiene in contatto.”

“Ora capisco perché non sei rimasto impressionato quando ti ho parlato di Doflamingo.”

“Figurati se mi spaventa un mafioso qualsiasi quando il tizio che mi tiene il fiato sul collo è il boss che possiede tre quarti della fott*ta città!”

Il lungo duello di sguardi tra i due uomini più potenti della nazione fu interrotto da Zeff, che con un immenso coraggio e la consueta schiettezza ordinò:

“Se volete far scoppiare una guerra tra bande fatelo fuori dal mio ristorante, sono stato chiaro?”

I due recuperarono il contegno e Doflamingo propose, esibendo nuovamente il suo sorriso deviato: “Ben detto; allora Coccodrillo, che ne dici di andare a… discutere delle nostre faccende in un luogo più opportuno?”

“Chiudi il becco e seguimi, Fenicottero.” Ingiunse l’altro, lanciando dalle fredde iridi dorate da rettile un’occhiataccia di fuoco che non aveva nulla da invidiare a quelle del nipote.

Senza i due capi, tra le fazioni scese una tacita tregua; i due gruppi cenarono in silenzio lanciandosi ogni tanto degli ostili sguardi di sfida da un’estremità all’altra della sala, ma nessuno osò fare di più. La cena si concluse pacificamente e quando gli avventori se ne andarono il Baratie era rimasto illeso.

Sanji quasi non riusciva a credere a tanta fortuna.

Però il giovane cuoco non riusciva a non essere un po’ preoccupato per i suoi due compagni di scuola. Li trattenne all’uscita per chiedere:

“Come pensate che la risolveranno i vostri zii?”

Kidd sbuffò: “Conoscendo Crocodile, ora staranno cercando di uccidersi a vicenda nella suite presidenziale di un hotel a cinque stelle.”

“E conoscendo Doflamingo, dopo faranno sesso selvaggio fino a domattina.”

“LAW!” esclamò scandalizzato Sanji.

“Beh, è la verità.” Ghignò spudorato il moro. “L’unica cosa positiva di questa serata è che se mio zio tornerà in questa città sarà per molestare il suo amante e lascerà in pace tutti noi.”

Tutti e tre i ragazzi ringraziarono mentalmente Crocodile per il suo sacrificio.

 

 

 

Ancora un capitolo alla fine della raccolta! Complimenti ai coraggiosi che mi hanno seguito fino a qui e a presto con la conclusione!

  
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