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Autore: xxlili_luna    15/07/2017    1 recensioni
Lord Voldemort non è mai esistito, i genitori di Harry sono ancora vivi. Hermione e Draco si sono sempre odiati e insultati. Ma se sotto quegli insulti e quelle occhiataccie si fosse per tutto il tempo nascosto qualcosa di più? Durante l'estate, in cui saranno costretti a passare insieme si renderanno conto di provare qualcosa l'uno per l'altro. I due si sforzano di mantenere la loro relazione segreta ma qualcuno li scoprirà. Malfoy riuscirà a confessare veramente cosa prova per lei e cambierà, oppure rimarrà il solito?
Dal testo:
- Cosa vuoi, Malfoy?
- Rilassati Granger, voglio solo prendere un bicchiere d'acqua, come te. - rispose sorpassandomi e prendendo effettivamente un bicchiere. Mi voltai feci per andarmene quando sentì la voce di Malfoy dietro di me. - Comunque bel pigiama. - disse mi voltai e lo vidi appoggiato al bancone che mi squadrava. Arrossí violentemente [..] e me ne tornai in camera mia.
Genere: Comico, Erotico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Draco Malfoy, Famiglia Malfoy, Hermione Granger, Un po' tutti | Coppie: Draco/Hermione, Harry/Pansy, Ron/Hermione
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VII libro alternativo
Capitoli:
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Pov Hermione
Quella notte, contrariamente alle altre, non ebbi incubi e per la prima volta dopo giorni non mi addormentai in lacrime. Appena aprì gli occhi li abbassai e puntai lo sguardo sul petto che si alzava ed abbassava sotto di me. Sorrisi e mi tirai su con un gomito per poter osservare il suo volto. Il volto di Draco. Dio quanto mi era mancato svegliarmi con lui al fianco. Continuando a sorridere feci scivolare la mano dal suo petto nudo al viso e cominciai ad accarezzargli la guancia prima di salire a spostare una ciocca di capelli biondi dalla fronte. Era così bello ed era quasi impossibile pensare che lui era veramente mio. Dopo un infinità di tempo lo vidi muoversi lievemente mentre un piccolo sorriso gli si apriva a sua volta sulle labbra. 
- Buongiorno amore. - sussurrai mentre lentamente apriva gli occhi. 
- Buongiorno principessa. - rispose avvicinandosi per darmi un bacio a fior di labbra. - Non hai idea di quanto mi sia mancato svegliarmi così, con te tra le mie braccia. - disse abbracciandomi. Gli strinsi le braccia al collo e avvicinai il mio corpo al suo. 
- Anche a me. - sussurrai con un sorriso. Poi il mio sguardo fu catturato da qualcosa oltre le sua spalle. C'era un biglietto sopra il suo comodino. - Che cos'è? - chiesi curiosa. Lui seguì il mio sguardo e lo puntò su fi esso. Lo prese e lo aprì mettendolo in modo tale che lo potessimo leggere entrambi. 
[ Caro Signor Malfoy e Signorina Granger, 
abbiamo bisogno di voi due. Raggiungerci appena possibile nello studio di Silente. 
Il Capitano Watherlook* ] 
- Bene... dobbiamo andare. - dissi con una sbuffo. Lui sbuffó a sua volta ed uscimmo dal letto. Andai all'armadio e tirai fuori i vari vestiti per quel giorno e me li portai in bagno. Mi feci una doccia veloce e mi infilai la biancheria e successivamente i vestiti che avevo portato. Ossia un paio di jeans ed un maglioncino verde scuro che mi lasciava una spalla scoperta.  Esco dal bagno e lo trovo ancora nudo che aspetta il suo turno. Appena esco mi da un bacio veloce sulle labbra ed entra portandosi dietro i vestiti. Appena sento l'acqua scorrere mi siedo ai piedi del letto ed osservo tutta quella camera. La camera che prima era stata il nostro nido d'amore; il luogo in cui, anche se lui non c'era, mi sentivo al sicuro; la mia seconda casa, seconda perché la mia vera casa erano le braccia di Draco. 
Successivamente era diventata il mio rifugio ma anche il luogo che mi infliggeva più dolore. 
Mi voltai verso la finestra e mi alzai raggiungendola per guardare fuori. Il cielo era coperto dalle nuvole ed il luogo era illuminato da una luce fredda. Lì, in quel punto, avevo osservato lo stesso paesaggio seduta allo stesso modo e per lo stesso tempo per giorni. 
Adesso? Adesso era ritornato il nostro nido d'amore. 
Ero talmente immersa nei miei pensieri che non mi accorsi che l'acqua si era spenta e che qualcuno era uscito dal bagno e si stava avvicinando a me finché non sentì le sue braccia avvolgermi la vita. 
- Sai, in questi giorni io sono stata qui. - dissi appoggiando la testa sulla sua spalla e continuando a guardare il paesaggio. - Seduta immobile che fissano questo paesaggio. Non so perché lo facevo, forse speravo che ti apparissi da un momento all'altro. - 
- Mi dispiace amore. - sussurrò lui dandomi un bacio sul collo. - Non volevo farti soffrire così tanto, non era assolutamente mia intenzione. In quel momento credevo fosse la cosa giusta da fare. - durante il suo piccolo discorso mi ero voltata tra le sue braccia e gli avevo circondato il collo con le mie. Lo zittì con un bacio che pian piano si fece più passionale utilizzando anche lingue finché la mancanza di ossigeno ci costrinse a separarci. 
- Lo so ed io non ti sto dando alcuna colpa. - sussurrai poggiando la mia fronte contro la sua. 
- Ma... - 
- Niente ma. Hai fatto la cosa giusta, anche se dolorosa per entrambi. Se non l'avessi seguita mi avrebbe ucciso. - dissi io sicura e quando fece per dire qualcos'altro io lo zittì con un ennesimo bacio dolce. - Andiamo amore? - 
- Certo, principessa. - rispose lasciandomi andare. Mi prese per mano ed intrecciai le dita mentre uscivamo dalla nostra stanza. Attraversammo la Sala Comune ed i corridoi dei sotterranei, ovviamente deserti, e vi dirigemmo verso l'ufficio del preside. Anche quel giorno avevano saltato le lezioni ma cazzo, quello era molto più importante. 
Entrammo nel suo ufficio e dentro trovammo il Capitano e Silente che stavano discutendo sonoramente ma appena entrammo si arrestarono di colpo. 
- Ragazzi. Sono felice di vedervi. - disse Silente con sorriso che ricambiai un po' a disagio. La tensione si poteva quasi toccare. - Accomodatevi. - 
Lo facemmo ed immediatamente il preside venne affiancato dal Capitano. Il vecchio si sedette mentre l'Auror rimase in piedi. 
- Allora, signorino Malfoy, ieri sera non ha voluto rispondere alle domande che uno dei miei Auror gli ha posto ma oggi dovrà rispondere a tutte. Chiaro? - chiese e quando il mio ragazzo annuì, lui continuò. - Allora, cosa le hanno fatto fare di preciso? - 
- L'ho già detto. Mi hanno fatto esercitare moltissimo con la magia oscura, tutti i giorni ma non so perché. - 
- E cosa le facevano se disubbidiva? - 
- Mi cruciavano. - a quelle parole mi irrigidì e lui sentendolo mi prese una mano, dato che ci eravamo lasciati per sederci, e la strinse forte. Gli lanciai uno sguardo di ringraziamento e lui me ne lanciò uno pieno di amore. Dio, quanto lo amavo. - Quello non solo però quando disubbidivo, anche quando dopo aver fallito un incantesimo e cadevo a terra stremato senza riuscire ad alzarmi lo facevano. - 
- Va bene. - disse e spostò lo sguardo severo su di me. - Signorina Granger, durante la guerra ha visto qualcosa di strano? - 
- Bè... sì. Ho notato che nel primo anrco di tempo nessuno ha provato ad attaccarmi. - dissi ricordando bene quel particolare. 
- Nel senso che era come se non la vedessero? - 
- No, nel senso che loro, intendo gli scagnozzi di loro due, mi vedevano, anzi alcune volte mi lanciavano anche degli sguardi veri e propri ma non mi attaccavano. - 
- Curioso... - fece Silente accarezzandosi la lunga barba. 
- Qualcos'altro? - chiese una voce alle mie spalle. Mi voltai ed incrociai lo sguardo con quello freddo e calcolatore del Tenente. Ma quando era entrato? 
Immediatamente l'immagine di quel finto Draco mi tornò in mente ma qualcosa in lui mi spinse a tacere. 
- No. - sussurrai con la voce sicura. Il mio istinto non si sbagliò, infatti vidi una specie di ombra passare per gli occhi del Tenente che però fu subito mascherata. 
- Allora, se non avete altro da dirci, io ed il Tenente dobbiamo andare. - disse il Capitano allontanandosi dalla scrivania ed andando verso l' uomo. Prima però di uscire si bloccò e puntò lo sguardo su di me. - Sognorina Granger, potrebbe venire un attimo con me? Devo parlarle. - 
- Certo. - sussurrai lasciando la mano di Draco e seguendo il Capitano ed il Tenente fuori da quella stanza. 
- Rimanga qui. - disse Watherlook all'uomo che annuì freddamente. Mi portò in un luogo, lì vicino, un po' più appartato. 
- Di cosa voleva parlarmi? - chiesi educatamente ma avevo già il vago sospetto a proposito dell'argomento della conversazione. 
- Le volevo parlare a proposito del suo comportamento ieri sera nella battaglia. Il piano era molto semplice e lei non lo ha rispettato minimamente. - 
- Lo avrei rispettato se avessi visto anche solo uno dei suoi uomini cercare Draco. - 
- Questo comunque non le dava il diritto di prendersi così gioco di me. - 
- Io ho fatto solo la cosa giusta. Se non fossi intervenuta ora Draco sarebbe ancora con loro. - 
- Poteva morire. - 
- Avrei potuto morire anche combattendo senza andare a cercare lui. - replicai incrociando le braccia sul petto. 
- È lei che ha insistito tanto per venire. - 
- Ed ho fatto bene. Da quello che ho visto lei non aveva la minima intenzione di dare ordine ai suoi uomini di andare a cercarlo. - 
- Mi sta accusando di aver voluto sabotare la missione? - 
- Io mi attengo solo a quello che ho visto. Non ho mai detto che lei volesse sabotare la missione. Quello lo ha detto lei. - dissi con tono arrogante. Stavamo sussurrando per non farvi sentire da orecchie indiscrete. 
- Con questo cosa intende dire? - 
- Me lo dica lei. - feci io. 
- Io credo che lei, Signorina Granger, mi stia accusando di essere una spia per conto di Bellatrix e Rodolphus. - disse e sembrava parecchio arrabbiato. - Ed io le voglio dire che se continua con questo atteggiamento e con queste accuse infondate... - 
- Mi dispiace contraddirla - lo interruppi subito. - ma non sono del tutto infondate. - 
- Ah no? - 
- Come ho già detto io mi riferisco solo a quello che ho visto in battaglia. Ma forse mi sto solo sbagliando ed è lei a non essere bravo nel suo lavoro. - dissi e feci per andarmene ma lui mi bloccò prendendomi per il braccio. 
- Si ricordi con chi sta parlando. - disse lui. 
- Mi lasci, immediatamente. - dissi strattonando il braccio e liberandomi dalla sua presa. - Piccolo consiglio che le potrebbe servire, nelle missioni di salvataggio si presume che una parte della squadra combatta ma l'altra parte aiuti la persona che deve essere salvata. - detto questo mi allontanai e tornai nell'ufficio, dopo aver scoccato un'occhiata al Tenente. 
- Tutto bene? - chiese Draco guardando la mia espressione adirata. Come sempre, appena guardai i suoi occhi, mi calmai. Annuì lievemente e mi sedetti di nuovo sulla poltroncina. 
- Allora, c'è qualcos'altro che mi devi dire? - disse Silente con tono pacato. Io lo guardai negli occhi ed immediatamente capí che di lui potevo fidarmi. 
- Sì, c'è. Quando mi sono allontanata per cercare Draco sono entrata in una stanza completamente vuota. Dentro c'era solo Draco, o meglio una specie di... ehm... gemello? 
Comunque ha cominciato a dirmi delle cose bruttissime a proposito della nostra relazione. Tutto il contrario di quello che pensava veramente Draco. Quando me ne sono accorta l'ho allontanato e schiantato. Immediatamente si è trasformato in cenere. Era la sua copia perfetta. - raccontai io e nel perlarne mi venne in mente cosa potesse essere. L'avevo letto un po' di tempo fa in biblioteca ma non credevo assolutamente potesse esistere. Lì, avevo letto che era una potente magia oscura che solo grandissimi maghi oscuri potevano evocare e non credevo che Bellatrix e Rodolphus fossero così forti. 
- Sono sicuro che lei sa già di cosa si tratta. - disse vedendo il mio sguardo pensieroso che avevo rivolto al pavimento. 
- Sì, ma... non può essere. - dissi riportando lo sguardo su di me. 
- Invece ho paura che sia proprio quello dalla descrizione che mi ha fatto. - 
- Si può sapere di cosa state parlando? - chiese Draco spazientendosi di essere ignorato. 
- Avevo letto di questo tipo di magia un mese fa più o meno. - spiegai a Draco che puntò lo sguardo su di me mentre io facevo lo stesso, guardando lui. - È una magia molto potente ed oscura. Consiste nel creare la copia perfetta della persona che vogliamo, uguale in ogni minimo dettaglio. L'unica cosa per cui differiscono è il pensiero. Ossia l'originale ama una persona, la copia la detesta. Ed hanno anche caratteri completamente diversi. È il tuo alterego. - 
- Ma se è la copia perfetta, allora come hai fatto ad accorgerti che non ero io? - 
- Semplice. Quell'alterego è come un manichino. Non può provare nulla di concreto. Quando ti ho fatto quell'esmpio non intendevo che la odia veramente, più che altro è fatto per quel preciso scopo... è molto difficile da spiegare ed io stessa ho dovuto rileggere quella pagina più volte per capirla a fondo. Comunque sia, non ho letto niente nei tuoi occhi, erano come morti. Inoltre, quella copia aveva un dettaglio fuori posto ossia il tuo anello. L'anello ce l'avevo io quindi era impossibile che tu l'avessi. Sicuramente Bellatrix, quando lo aveva creato, non aveva notato che non lo avevi così lo ha creato pensando appunto che lo portassi al dito. - finì di spiegare. 
- Capito... e perché si è disintegrato così facilmente? - chiese molto interessato all'argomento. 
- Come ho già detto è una magia estremamente difficile da fare e per riuscire ad ottenere una copia "solida" come una persona vera c'è bisogno di molto allenamento e parecchie prove. Sicuramente, quando lo hanno fatto, non sospettavano di doverlo utilizzare ma si sono ritrovati costretti. Era molto debole per questo si è disintegrato subito. - 
- E quando diventerà più solido? - 
- Serviranno incantesimi molto più potenti. Sicuramente uno Stupeficium non basterà, avrà l'effetto di lanciarlo lontano ma ovviamente non lo farà svenire come succede a noi. Potrebbe funzionare un Sectumsempra o magie del genere. - 
- E come si chiama questa magia? - 
- Si chiama Mordum. - rispose al posto mio Silente. Vi voltammo entrambi verso di lui e mi resi conto in quel momento che lo avevamo completamente ignorato e quasi mi ero dimenticata che ci fosse anche lui. - Come ha già spiegato brillantemente Hermione è una magia difficilissima e molto pericolosa. - 
- Perché? - 
- Perché essendo così difficile è anche molto faticoso e se eseguito più volte nell'arco di poco tempo può portare alla morte. - risposi io al posto di Silente. Rimanemmo tutti in silenzio per diversi minuti, ognuno perso nei propri pensieri. - Quanto ci vuole per riuscire a creare un Mordum così perfetto? - 
- Tre settimane è il minimo. - rispose il preside guardando la sua scrivania. 
- Non è incoraggiante. - sussurrò Draco con la fronte corrugata. 
- No, infatti. Crearne uno in così poco tempo richiede un potere enorme. - dissi scuotendo la testa. 
- Avete altro da dirmi, ragazzi? - chiese il preside sospirando. 
- No. - rispondemmo all'unisono io e Draco. 
- Bene, allora potete andare. Riposatevi. Appena avremo delle notizie sarete i primi a cui lo dirò. - disse lui ed insieme vi alzammo. Il biondo mi prese per mano e ci avviammo verso l'uscita. Proprio sulla porta, però, mi bloccai e guardai il preside. 
- Preside? - lo chiamai con voce un po' incerta. Lui si voltò verso di me. - Il Mordum ha parlato di una guerra. Ci sarà davvero? - 
Lui mi guardò per un po' senza dire niente. Aveva uno sguardo strano, addolorato. - Hermione, sono molto vecchio e con gli anni ho imparato a non fidarmi di tutto quello che mi dicevano e soprattutto a vivere il presente così com'è. Ti consiglio di fare lo stesso, per ora. Non preoccuparti del futuro, pensa ad adesso ed a quello che hai. - 
Annuì lievemente ed uscì. Rimanemmo fermi lì per un po' prima che io alzassi lo sguardo su di lui ed incontrai i suoi occhi grigi. Mi tuffai tra le sue braccia e lo abbracciai forte mentre lui faceva lo stesso, stringendomi a sé. 
- Andrà tutto bene. - sussurrò lui accarezzandomi lentamente la testa. 
- Ti amo. - sussurrai sul suo petto. 
- Ti amo anch'io. - sussurrò a sua volta. Rimanemmo così ancora per qualche minuto prima di sciogliere l'abbraccio ed avviarci verso la sua Sala Comune. 
Ciao a tutti! Che ne pensate? Non vedevo l'ora di scrivere questo capitolo e finalmente introdurre l'incantesimo Mordum. Non son sicura se è simile, per il nome, a quello usato da Voldemort per metter il marchio nero ma se lo fosse ( dato che in questo momento non me lo ricordo ) il riferimento è del tutto casuale. 
Spero che il capitolo vi sia piaciuto e tranquilli perché tra poco arriverà anche la spiegazione ad una frase particolare detta da Bellatrix a Draco quando lui era ancora con loro. Qualcuno ha un'idea? Ciao e ci vediamo al prossimo capitolo. 
PS. StoM cercando delle nuove storie da leggere sulla Dramione quindi se, oltre a lettori ( si dice così? Bò, Okay ) siete anche autori e volete che legga qualcosa basta dirmelo ed a me mi farebbe molto piacere. 





Pov Hermione


Quella notte, contrariamente alle altre, non ebbi incubi e per la prima volta dopo giorni non mi addormentai in lacrime. Appena aprì gli occhi li abbassai e puntai lo sguardo sul petto che si alzava ed abbassava sotto di me. Sorrisi e mi tirai su con un gomito per poter osservare il suo volto. Il volto di Draco. Dio quanto mi era mancato svegliarmi con lui al fianco. Continuando a sorridere feci scivolare la mano dal suo petto nudo al viso e cominciai ad accarezzargli la guancia prima di salire a spostare una ciocca di capelli biondi dalla fronte. Era così bello ed era quasi impossibile pensare che lui era veramente mio. Dopo un infinità di tempo lo vidi muoversi lievemente mentre un piccolo sorriso gli si apriva a sua volta sulle labbra. 
- Buongiorno amore. - sussurrai mentre lentamente apriva gli occhi. 
- Buongiorno principessa. - rispose avvicinandosi per darmi un bacio a fior di labbra. - Non hai idea di quanto mi sia mancato svegliarmi così, con te tra le mie braccia. - disse abbracciandomi. Gli strinsi le braccia al collo e avvicinai il mio corpo al suo. 
- Anche a me. - sussurrai con un sorriso. Poi il mio sguardo fu catturato da qualcosa oltre le sua spalle. C'era un biglietto sopra il suo comodino. - Che cos'è? - chiesi curiosa. Lui seguì il mio sguardo e lo puntò su fi esso. Lo prese e lo aprì mettendolo in modo tale che lo potessimo leggere entrambi. 


[ Caro Signor Malfoy e Signorina Granger, 
abbiamo bisogno di voi due. Raggiungerci appena possibile nello studio di Silente. 
Il Capitano Watherlook* ] 


- Bene... dobbiamo andare. - dissi con una sbuffo. Lui sbuffó a sua volta ed uscimmo dal letto. Andai all'armadio e tirai fuori i vari vestiti per quel giorno e me li portai in bagno. Mi feci una doccia veloce e mi infilai la biancheria e successivamente i vestiti che avevo portato. Ossia un paio di jeans ed un maglioncino verde scuro che mi lasciava una spalla scoperta.  Esco dal bagno e lo trovo ancora nudo che aspetta il suo turno. Appena esco mi da un bacio veloce sulle labbra ed entra portandosi dietro i vestiti. Appena sento l'acqua scorrere mi siedo ai piedi del letto ed osservo tutta quella camera. La camera che prima era stata il nostro nido d'amore; il luogo in cui, anche se lui non c'era, mi sentivo al sicuro; la mia seconda casa, seconda perché la mia vera casa erano le braccia di Draco. 
Successivamente era diventata il mio rifugio ma anche il luogo che mi infliggeva più dolore. 
Mi voltai verso la finestra e mi alzai raggiungendola per guardare fuori. Il cielo era coperto dalle nuvole ed il luogo era illuminato da una luce fredda. Lì, in quel punto, avevo osservato lo stesso paesaggio seduta allo stesso modo e per lo stesso tempo per giorni. 
Adesso? Adesso era ritornato il nostro nido d'amore. 
Ero talmente immersa nei miei pensieri che non mi accorsi che l'acqua si era spenta e che qualcuno era uscito dal bagno e si stava avvicinando a me finché non sentì le sue braccia avvolgermi la vita. 
- Sai, in questi giorni io sono stata qui. - dissi appoggiando la testa sulla sua spalla e continuando a guardare il paesaggio. - Seduta immobile che fissano questo paesaggio. Non so perché lo facevo, forse speravo che ti apparissi da un momento all'altro. - 
- Mi dispiace amore. - sussurrò lui dandomi un bacio sul collo. - Non volevo farti soffrire così tanto, non era assolutamente mia intenzione. In quel momento credevo fosse la cosa giusta da fare. - durante il suo piccolo discorso mi ero voltata tra le sue braccia e gli avevo circondato il collo con le mie. Lo zittì con un bacio che pian piano si fece più passionale utilizzando anche lingue finché la mancanza di ossigeno ci costrinse a separarci. 
- Lo so ed io non ti sto dando alcuna colpa. - sussurrai poggiando la mia fronte contro la sua. 
- Ma... - 
- Niente ma. Hai fatto la cosa giusta, anche se dolorosa per entrambi. Se non l'avessi seguita mi avrebbe ucciso. - dissi io sicura e quando fece per dire qualcos'altro io lo zittì con un ennesimo bacio dolce. - Andiamo amore? - 
- Certo, principessa. - rispose lasciandomi andare. Mi prese per mano ed intrecciai le dita mentre uscivamo dalla nostra stanza. Attraversammo la Sala Comune ed i corridoi dei sotterranei, ovviamente deserti, e vi dirigemmo verso l'ufficio del preside. Anche quel giorno avevano saltato le lezioni ma cazzo, quello era molto più importante. 
Entrammo nel suo ufficio e dentro trovammo il Capitano e Silente che stavano discutendo sonoramente ma appena entrammo si arrestarono di colpo. 
- Ragazzi. Sono felice di vedervi. - disse Silente con sorriso che ricambiai un po' a disagio. La tensione si poteva quasi toccare. - Accomodatevi. - 
Lo facemmo ed immediatamente il preside venne affiancato dal Capitano. Il vecchio si sedette mentre l'Auror rimase in piedi. 
- Allora, signorino Malfoy, ieri sera non ha voluto rispondere alle domande che uno dei miei Auror gli ha posto ma oggi dovrà rispondere a tutte. Chiaro? - chiese e quando il mio ragazzo annuì, lui continuò. - Allora, cosa le hanno fatto fare di preciso? - 
- L'ho già detto. Mi hanno fatto esercitare moltissimo con la magia oscura, tutti i giorni ma non so perché. - 
- E cosa le facevano se disubbidiva? - 
- Mi cruciavano. - a quelle parole mi irrigidì e lui sentendolo mi prese una mano, dato che ci eravamo lasciati per sederci, e la strinse forte. Gli lanciai uno sguardo di ringraziamento e lui me ne lanciò uno pieno di amore. Dio, quanto lo amavo. - Quello non solo però quando disubbidivo, anche quando dopo aver fallito un incantesimo e cadevo a terra stremato senza riuscire ad alzarmi lo facevano. - 
- Va bene. - disse e spostò lo sguardo severo su di me. - Signorina Granger, durante la guerra ha visto qualcosa di strano? - 
- Bè... sì. Ho notato che nel primo anrco di tempo nessuno ha provato ad attaccarmi. - dissi ricordando bene quel particolare. 
- Nel senso che era come se non la vedessero? - 
- No, nel senso che loro, intendo gli scagnozzi di loro due, mi vedevano, anzi alcune volte mi lanciavano anche degli sguardi veri e propri ma non mi attaccavano. - 
- Curioso... - fece Silente accarezzandosi la lunga barba. 
- Qualcos'altro? - chiese una voce alle mie spalle. Mi voltai ed incrociai lo sguardo con quello freddo e calcolatore del Tenente. Ma quando era entrato? 
Immediatamente l'immagine di quel finto Draco mi tornò in mente ma qualcosa in lui mi spinse a tacere. 
- No. - sussurrai con la voce sicura. Il mio istinto non si sbagliò, infatti vidi una specie di ombra passare per gli occhi del Tenente che però fu subito mascherata. 
- Allora, se non avete altro da dirci, io ed il Tenente dobbiamo andare. - disse il Capitano allontanandosi dalla scrivania ed andando verso l' uomo. Prima però di uscire si bloccò e puntò lo sguardo su di me. - Sognorina Granger, potrebbe venire un attimo con me? Devo parlarle. - 
- Certo. - sussurrai lasciando la mano di Draco e seguendo il Capitano ed il Tenente fuori da quella stanza. 
- Rimanga qui. - disse Watherlook all'uomo che annuì freddamente. Mi portò in un luogo, lì vicino, un po' più appartato. 
- Di cosa voleva parlarmi? - chiesi educatamente ma avevo già il vago sospetto a proposito dell'argomento della conversazione. 
- Le volevo parlare a proposito del suo comportamento ieri sera nella battaglia. Il piano era molto semplice e lei non lo ha rispettato minimamente. - 
- Lo avrei rispettato se avessi visto anche solo uno dei suoi uomini cercare Draco. - 
- Questo comunque non le dava il diritto di prendersi così gioco di me. - 
- Io ho fatto solo la cosa giusta. Se non fossi intervenuta ora Draco sarebbe ancora con loro. - 
- Poteva morire. - 
- Avrei potuto morire anche combattendo senza andare a cercare lui. - replicai incrociando le braccia sul petto. 
- È lei che ha insistito tanto per venire. - 
- Ed ho fatto bene. Da quello che ho visto lei non aveva la minima intenzione di dare ordine ai suoi uomini di andare a cercarlo. - 
- Mi sta accusando di aver voluto sabotare la missione? - 
- Io mi attengo solo a quello che ho visto. Non ho mai detto che lei volesse sabotare la missione. Quello lo ha detto lei. - dissi con tono arrogante. Stavamo sussurrando per non farvi sentire da orecchie indiscrete. 
- Con questo cosa intende dire? - 
- Me lo dica lei. - feci io. 
- Io credo che lei, Signorina Granger, mi stia accusando di essere una spia per conto di Bellatrix e Rodolphus. - disse e sembrava parecchio arrabbiato. - Ed io le voglio dire che se continua con questo atteggiamento e con queste accuse infondate... - 
- Mi dispiace contraddirla - lo interruppi subito. - ma non sono del tutto infondate. - 
- Ah no? - 
- Come ho già detto io mi riferisco solo a quello che ho visto in battaglia. Ma forse mi sto solo sbagliando ed è lei a non essere bravo nel suo lavoro. - dissi e feci per andarmene ma lui mi bloccò prendendomi per il braccio. 
- Si ricordi con chi sta parlando. - disse lui. 
- Mi lasci, immediatamente. - dissi strattonando il braccio e liberandomi dalla sua presa. - Piccolo consiglio che le potrebbe servire, nelle missioni di salvataggio si presume che una parte della squadra combatta ma l'altra parte aiuti la persona che deve essere salvata. - detto questo mi allontanai e tornai nell'ufficio, dopo aver scoccato un'occhiata al Tenente. 
- Tutto bene? - chiese Draco guardando la mia espressione adirata. Come sempre, appena guardai i suoi occhi, mi calmai. Annuì lievemente e mi sedetti di nuovo sulla poltroncina. 
- Allora, c'è qualcos'altro che mi devi dire? - disse Silente con tono pacato. Io lo guardai negli occhi ed immediatamente capí che di lui potevo fidarmi. 
- Sì, c'è. Quando mi sono allontanata per cercare Draco sono entrata in una stanza completamente vuota. Dentro c'era solo Draco, o meglio una specie di... ehm... gemello? 
Comunque ha cominciato a dirmi delle cose bruttissime a proposito della nostra relazione. Tutto il contrario di quello che pensava veramente Draco. Quando me ne sono accorta l'ho allontanato e schiantato. Immediatamente si è trasformato in cenere. Era la sua copia perfetta. - raccontai io e nel perlarne mi venne in mente cosa potesse essere. L'avevo letto un po' di tempo fa in biblioteca ma non credevo assolutamente potesse esistere. Lì, avevo letto che era una potente magia oscura che solo grandissimi maghi oscuri potevano evocare e non credevo che Bellatrix e Rodolphus fossero così forti. 
- Sono sicuro che lei sa già di cosa si tratta. - disse vedendo il mio sguardo pensieroso che avevo rivolto al pavimento. 
- Sì, ma... non può essere. - dissi riportando lo sguardo su di me. 
- Invece ho paura che sia proprio quello dalla descrizione che mi ha fatto. - 
- Si può sapere di cosa state parlando? - chiese Draco spazientendosi di essere ignorato. 
- Avevo letto di questo tipo di magia un mese fa più o meno. - spiegai a Draco che puntò lo sguardo su di me mentre io facevo lo stesso, guardando lui. - È una magia molto potente ed oscura. Consiste nel creare la copia perfetta della persona che vogliamo, uguale in ogni minimo dettaglio. L'unica cosa per cui differiscono è il pensiero. Ossia l'originale ama una persona, la copia la detesta. Ed hanno anche caratteri completamente diversi. È il tuo alterego. - 
- Ma se è la copia perfetta, allora come hai fatto ad accorgerti che non ero io? - 
- Semplice. Quell'alterego è come un manichino. Non può provare nulla di concreto. Quando ti ho fatto quell'esmpio non intendevo che la odia veramente, più che altro è fatto per quel preciso scopo... è molto difficile da spiegare ed io stessa ho dovuto rileggere quella pagina più volte per capirla a fondo. Comunque sia, non ho letto niente nei tuoi occhi, erano come morti. Inoltre, quella copia aveva un dettaglio fuori posto ossia il tuo anello. L'anello ce l'avevo io quindi era impossibile che tu l'avessi. Sicuramente Bellatrix, quando lo aveva creato, non aveva notato che non lo avevi così lo ha creato pensando appunto che lo portassi al dito. - finì di spiegare. 
- Capito... e perché si è disintegrato così facilmente? - chiese molto interessato all'argomento. 
- Come ho già detto è una magia estremamente difficile da fare e per riuscire ad ottenere una copia "solida" come una persona vera c'è bisogno di molto allenamento e parecchie prove. Sicuramente, quando lo hanno fatto, non sospettavano di doverlo utilizzare ma si sono ritrovati costretti. Era molto debole per questo si è disintegrato subito. - 
- E quando diventerà più solido? - 
- Serviranno incantesimi molto più potenti. Sicuramente uno Stupeficium non basterà, avrà l'effetto di lanciarlo lontano ma ovviamente non lo farà svenire come succede a noi. Potrebbe funzionare un Sectumsempra o magie del genere. - 
- E come si chiama questa magia? - 
- Si chiama Mordum. - rispose al posto mio Silente. Vi voltammo entrambi verso di lui e mi resi conto in quel momento che lo avevamo completamente ignorato e quasi mi ero dimenticata che ci fosse anche lui. - Come ha già spiegato brillantemente Hermione è una magia difficilissima e molto pericolosa. - 
- Perché? - 
- Perché essendo così difficile è anche molto faticoso e se eseguito più volte nell'arco di poco tempo può portare alla morte. - risposi io al posto di Silente. Rimanemmo tutti in silenzio per diversi minuti, ognuno perso nei propri pensieri. - Quanto ci vuole per riuscire a creare un Mordum così perfetto? - 
- Tre settimane è il minimo. - rispose il preside guardando la sua scrivania. 
- Non è incoraggiante. - sussurrò Draco con la fronte corrugata. 
- No, infatti. Crearne uno in così poco tempo richiede un potere enorme. - dissi scuotendo la testa. 
- Avete altro da dirmi, ragazzi? - chiese il preside sospirando. 
- No. - rispondemmo all'unisono io e Draco. 
- Bene, allora potete andare. Riposatevi. Appena avremo delle notizie sarete i primi a cui lo dirò. - disse lui ed insieme vi alzammo. Il biondo mi prese per mano e ci avviammo verso l'uscita. Proprio sulla porta, però, mi bloccai e guardai il preside. 
- Preside? - lo chiamai con voce un po' incerta. Lui si voltò verso di me. - Il Mordum ha parlato di una guerra. Ci sarà davvero? - 
Lui mi guardò per un po' senza dire niente. Aveva uno sguardo strano, addolorato. - Hermione, sono molto vecchio e con gli anni ho imparato a non fidarmi di tutto quello che mi dicevano e soprattutto a vivere il presente così com'è. Ti consiglio di fare lo stesso, per ora. Non preoccuparti del futuro, pensa ad adesso ed a quello che hai. - 
Annuì lievemente ed uscì. Rimanemmo fermi lì per un po' prima che io alzassi lo sguardo su di lui ed incontrai i suoi occhi grigi. Mi tuffai tra le sue braccia e lo abbracciai forte mentre lui faceva lo stesso, stringendomi a sé. 
- Andrà tutto bene. - sussurrò lui accarezzandomi lentamente la testa. 
- Ti amo. - sussurrai sul suo petto. 
- Ti amo anch'io. - sussurrò a sua volta. Rimanemmo così ancora per qualche minuto prima di sciogliere l'abbraccio ed avviarci verso la sua Sala Comune. 


Ciao a tutti! Che ne pensate? Non vedevo l'ora di scrivere questo capitolo e finalmente introdurre l'incantesimo Mordum. Non son sicura se è simile, per il nome, a quello usato da Voldemort per metter il marchio nero ma se lo fosse ( dato che in questo momento non me lo ricordo ) il riferimento è del tutto casuale. 
Spero che il capitolo vi sia piaciuto e tranquilli perché tra poco arriverà anche la spiegazione ad una frase particolare detta da Bellatrix a Draco quando lui era ancora con loro. Qualcuno ha un'idea? Ciao e ci vediamo al prossimo capitolo. 


PS. Sto cercando delle nuove storie da leggere sulla Dramione quindi se, oltre a lettori ( si dice così? Bò, Okay ) siete anche autori e volete che legga qualcosa basta dirmelo ed a me mi farebbe molto piacere. 

   
 
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