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Autore: piccolo_uragano_    20/07/2017    6 recensioni
“Perché ogni volta che c’è in giro Lord Voldemort facciamo figli io e te, Martha?”
Martha accennò un sorriso. “Perché ogni volta che io e te facciamo figli c’è in giro Lord Voldemort, Sirius?”
Remus trattenne una risata. “Ed è per questo che sono vent’anni che ti ripeto che è quella giusta.”
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Non è una di quelle storie tutte miele e amore in cui Sirius trova la sua perfetta metà e vissero tutti felici e contenti. Martha darà a Padfoot del filo da torcere, insegnandogli ad amare e a restare.
(Si parte dal 1976 fino a poco dopo la battaglia di Hogwarts; in teoria è finita, dopo anni, ma in pratica.....)
Genere: Avventura, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Potter, I Malandrini, Lily Evans, Nuovo personaggio | Coppie: James/Lily, Remus/Ninfadora
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica, Più contesti
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Ti amo più di ieri e meno di domani.'
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Sarà difficile 
lasciarti al mondo 
e tenere un pezzetto per me, 
e nel bel mezzo del tuo girotondo 
non poterti proteggere. 

(A modo tuo - Luciano Ligabue) 


Robert tendeva a dormire se era di cattivo umore.
Era una cosa che aveva sempre fatto, fin da quando era piccolo.
All’inizio era una cosa data dal caso: si arrabbiava talmente tanto con Martha o con la piccola Kayla che si chiudeva in camera, con la faccia affondata nel cuscino, che si addormentava, un po’ per noia, un po’ perché i maschi non sono fatti per pensare troppo; si stancava, e quindi, si addormentava.
Quando gli mancava suo padre dormiva, per poterlo sognare e immaginare, anche se adesso, anni dopo, era arrivato a pensare che, anche se Sirius era lontanissimo da ogni suo sogno, era comunque fantastico.
Quando era arrabbiato con Hermione tendeva a bere, e il miglior modo per nascondere un post sbronza era dormirci sopra. Moltissimo.
Ora, però, ora era diverso.
Martha sapeva che, se si fosse chiuso in camera a dormire come ogni altra volta, nulla sarebbe stata più la stessa. Se fosse stato per lei, lui sarebbe stato sempre il bambino che le si appisolava addosso e si addormentava ascoltando il battito del suo cuore.
Davanti a lei, però, c’era quasi un uomo. Quasi.
“Non voglio sentire una parola di più, Robert Black, non …”
“Perché dovrei tornare a scuola, mamma?”
“Perché è l’ultimo anno, Merlino, ti serve un diploma per vivere, sai?”
“Vado a lavorare al negozio di scherzi e mi unisco all’Ordine!”
Martha divenne come una statua di ghiaccio. “Non ti permetterò di …”
“Di dare il mio contributo per salvare questo mondo? Scusami tanto se voglio rendermi utile!”
Martha scosse la testa, con le braccia incrociate in piedi in mezzo alla Tana, mentre tutti gli altri abitanti del Quartier Generale stavano in religioso silenzio.
“Non metterla su questo piano, perché non …”
“Hai paura, vero?”
Non aveva paura per lei.
Per quanto riguardava lei, sarebbe potuto arrivare Voldemort in persona per rapirla e portarla in un posto buio a morire di fame o freddo fino alla fine dei suoi giorni. Aveva paura per lui. Aveva paura che sbagliasse mossa, per fare l’eroe. Aveva paura che facesse il passo più lungo della gamba. Aveva paura che si esponesse e che mettesse involontariamente in pericolo sé stesso e i suoi fratelli o suo padre.
Aveva paura che sfoderasse il suo animo da Grifondoro e saltasse per prendere un incantesimo fatale che non era destinato a lui.
“Ho già perso tua zia, Robert.” Disse, con un filo di voce. “Non permetterò che succeda lo stesso a te o ai tuoi fratelli.”
“Come se Harry non fosse già abbastanza in pericolo! E Kayla? Kayla è Serpeverde, cazzo, dorme nella tana del nemico! L’unica che …”
“Per questo ho bisogno che tu stia con loro al castello!”
“ … non corre alcun rischio è Anastasia, perché non ha la minima idea di cosa stia succedendo!”
“Come se i Mangiamorte fossero tutti a Serpeverde, poi!”
“Beh Draco Malfoy ha sempre avuto un debole per Kayla, vive nel suo stesso dormitorio ed è un dannatissimo Mangiamorte!”
Robert stava alzando il tono di voce, stava diventando rosso e la vena sulla fronte si stava gonfiando. Martha, invece, contrariamente ad ogni aspettativa, non sembrava nemmeno in procinto di alzare la voce. Solo a Sirius era permesso di vedere il panico e la rabbia nel suo sguardo.
“Non stiamo parlando di Kayla o di Draco Malfoy.” Contestò, fredda. “Stiamo parlando della tua assurda idea di non tornare a scuola.”
“Perché dovrei tornarci?”
“Perché non dovresti?”
“Stiamo scherzando, mamma?”
“Sei più al sicuro lì che qui.”
“Ma sono più utile qui che lì.”
“Non voglio che tu sia utile, voglio che tu sia al sicuro.”
“E io non voglio essere al sicuro, voglio essere utile!”
“Bene, vuoi essere utile? Tieni Harry lontano dai guai. Fai in modo che non parli con un Basilisco che vive nelle tubature, che non assuma Pollisucco, che non abbia a che fare con insegnanti che hanno Lord Voldemort nascosto dietro la nuca e che il suo nome non finisca nel Calice di Fuoco. Vuoi essere utile? Tieni Kayla al sicuro. Fai in modo che non incontri nessun essere strano nel parco – certo che lo so – e che il fatto che dorma a poche stanze di distanza da Draco Malfoy non sia un problema.”
“Kayla e Harry sono abbastanza grandi per badare a loro stessi.”
“Se lo fossero non avrei dovuto menzionare tutte queste cose.”
Kayla, seduta sul divano con Anya, prese la parola. “Allora, ci sarebbe da dire che …”
“Qualsiasi cosa, Kayla, non adesso.” Le disse sua madre.  “Tieni al sicuro i tuoi fratelli. Per favore. Vuoi fare la persona grande? Falla. Falla, cazzo Robert, per una volta fai quello che dici. Stai con Hermione, cazzo, baciale la fronte e proteggila quanto puoi. Questo, questo, è essere grandi, non fare l’eroe pieno di sé.”
“Farò quello che ho detto. Mollerò la scuola.”
“Ti serve un diploma.”
“No.”
“No?”
“Fred e George non ne hanno uno, eppure stanno …”
“Nonostante io li ami immensamente, Fred e George non sono figli miei. Hanno dei genitori più che eccellenti con cui discutere delle loro decisioni.”
“Sono maggiorenne!”
“Non mi interessa! Vivi ancora sotto il mio tetto, con i soldi miei e di tuo padre!”
“Sono in grado di decidere cosa sia meglio per me.”
Tu non sei in grado di decidere proprio un cazzo.”
Robert gonfiò il petto, come solo lui e Sirius facevano. Si guardò per un attimo intorno. C’erano quasi tutti. C’erano persino Aaron e Damian, gli ultimi arrivati. E c’era Gabriel, a cui Tonks aveva coperto le orecchie con le mani per evitare che sentisse la parolaccia. C’era Kayla, che abbracciata a Fred lo guardava senza capire. C’era Hermione, con cui aveva già ampiamente discusso della cosa: anche lei non approvava. In più, aveva ammesso che stare lontana da lui fino a Natale sarebbe stato estremamente difficile.
Poi, c’erano suo padre e Remus. Lo guardavano come se lo capissero. Lo guardavano come se sapessero.
“Robert, ragazzo, ascolta, non …”
“Non mi interessa quello che hai da dire, papà.” Lo bloccò lui.
“E invece sì.” Si impose. “Anche noi volevamo lasciare la scuola. Anche noi volevamo mollare tutto, darci alla macchia e aiutare i più bisognosi.  Non c’è nulla, ti dico, nulla, che prima di attraversare la tua mente non abbia attraversato la nostra. Abbiamo passato un’intera notte, con James  e gli altri, a parlare di come avremmo solo fatto finta di prendere l’Espresso, il primo settembre, per poi scappare.”
“Eppure non …”
“Non l’abbiamo fatto. No. Ho guardato tuo nonno negli occhi e ho capito che non potevo deluderlo. Saremmo stati più utili al castello, e con un diploma in mano. E sai perché? Perché passerà.”
“Che cosa?”
“Tutto questo, passerà. Questa merda, passerà. È vero, adesso non importa a nessuno se due ragazzi, neanche ventenni, aprono un negozio di scherzi, perché ci sono dei Mangiamorte assetati di sangue che regolarmente passeggiano fuori dalla loro vetrina. Ma un giorno a qualcuno importerà.”
Robert scosse la testa. “Avete preso quel treno?”
“Abbiamo preso quel treno.” Ammise Remus. “Eccome se l’abbiamo preso. È stato il nostro ultimo anno, e … diamine, Robert, ti giuro che non prendere quel treno sarebbe stato un errore madornale.”
“In più, come tua madre ti ha chiesto, dovrai avere un occhio di riguardo per quei due disgraziati.”
Robert guardò i suoi genitori e poi guardò Remus, Kayla e Harry.
“Voi non avete preso quel treno per Robert Redfort. Voi avete preso quel treno perché non avevate le palle.”
“Che cosa hai detto?” ringhiò Martha.  “Robert, non osare …”
“Tu non hai nemmeno le palle per accettare che Rose sia morta, figurati per-”
Fu un attimo.
Fu una cosa che Martha non aveva mai fatto, in diciotto anni.
Fu una sberla tanto rumorosa quanto rapida.
Robert voltò la faccia, trovandosi coperto dai suoi stessi capelli corvini. Rimase immobile qualche secondo, in attesa che qualcosa succedesse.
“Robert Sirius Black, assicurati di non entrare nel mio campo visivo o uditivo fino a quando non avrò l’obbligo di accompagnarvi a King’s Cross.”
Lo disse con un tono talmente basso che Kayla dovette sgranare gli occhi per assicurarsi che fosse lei a parlare.
“E nel caso non fosse chiaro, tu tornerai a scuola.”
Robert raggiunse King’s Cross dall’appartamento di Fred e George. Anche Kayla aveva dormito lì, per un paio di volte in quella settimana. Incrociarsi in cucina, di mattina, era strano ma gradevole. Per la prima volta, la vedeva come una ragazza e non come una bambina da proteggere. Sirius era passato più volte per assicurarsi che andasse tutto bene, e fortunatamente non aveva detto mezza parola su Martha. Nemmeno per sbaglio. Tonks lo aveva portato a bere, ma lui l’aveva trovata spenta e priva di energie, così erano finiti a parlare di come la morte di Rose avesse cambiato tante piccole cose. Ad esempio, nessuno avrebbe mai immaginato che Ninfadora Tonks si sarebbe scoperta materna nei confronti della piccola Nicole, eppure era successo. Ed era incantevole.
Era incantevole quasi quanto Fred che sussurrava a Kayla che si sarebbero visti presto, mentre lei aveva le lacrime agli occhi. Incantevole quasi quanto Anya, che avvolta nel suo impermeabile giallo stava seduta in braccio a Sirius mentre si guardava attorno mangiandosi le manine rosee.
Martha non lo guardò neanche. Baciò Harry sulla fronte, e Robert non ebbe bisogno di leggerle il  labiale per capire cosa stesse dicendo. Fai il bravo. Tieniti lontano dai guai. Non litigare con Robert. Scrivici appena puoi.
“Non la saluterai, vero?” disse Sirius, avvicinandosi al primogenito.
“Non è nei miei piani.” Rispose il ragazzo, facendo una smorfia alla bambina.
“Ascolta, figliolo, non …”
“Non osare farmi le raccomandazioni.”
“Volevo parlarti di Lumacorno, in realtà. È tutto fumo e niente arrosto. Cerca la gloria, la fama, riconoscimenti pubblici. Cerca qualcosa che possa far parlare la gente di lui.”
Robert lo guardò senza capire.
“Lui adorava tua madre, prima che lei rimanesse incinta. Quando hai iniziato a farti sentire e vedere tu, insomma … lui le ha voltato le spalle. Per questo, credo ti ignorerà.”
“Me ne farò una ragione.” Rispose Robert. “E non temere: terrò d’occhio Kayla e Harry. Solo che non voglio dare alla mamma questa soddisfazione.” Fece l’occhiolino al padre e baciò Anya sul nasino. “Ciao mostriciattolo. Ci vediamo a Natale, Padfoot!” disse, sorridendo e battendogli una pacca sulla spalla. Dopodiché, si allontanò senza voltarsi indietro.

Quello che successe dopo fu tanto veloce quanto nitido.
Lumacorno chiamò alcuni studenti nel suo scompartimento per una festa  privata, tra cui Neville, Ginny, Zabini, Harry e Kayla.
Quando l’imbarazzante riunione fu finita, Harry disse alla sorella che l’avrebbe raggiunta più tardi, e mentre lei tornava da Robert, lui si infilava il Mantello dell’Invisibiltà per spiare Malfoy. 
Nel momento in cui il treno si fermò, Robert e Kayla stavano discutendo talmente fittamente di una cosa che non si accorsero che Harry, in realtà, non li aveva mai raggiunti. Quando scesero dalla carrozza, cercarono Ron, convinti che fosse con lui, ma quando videro che Ron era con Neville e Ginny, iniziarono a preoccuparsi seriamente. Robert cercò di tornare indietro, sfidando la massa, ma i Thestral e le carrozze gli sbarravano la strada, e mentre Kayla, Ron e Hermione lo cercavano tra la folla, lui non era ancora riuscito a convincere un Thestral a riaccompagnarlo al treno.
“C’è qualce problema?” domandò una voce fredda e ben conosciuta alla spalle di Kayla.
“Professor Piton, noi … non troviamo più Harry.” Disse Kayla, tradendo nella voce una nota di panico.
“Potter è grande abbastanza per raggiungere il treno da solo, non credete? Black, Weasley, Granger: verso la Sala Grande.”
“Ma …”
Adesso.”
Kayla scosse la testa. “No.”
“Black, Potter vi raggiungerà al banchetto.”
“Non mi fido.”
Piton non esitò. “Hai la mia parola.”
Kayla lo fissò per qualche secondo. Poi si ricordò di una cosa: Martha si fidava di lui. Diceva che, in realtà, sotto sotto un cuore ce l’aveva. Allora si convinse, e, senza mai abbassare la testa, si diresse verso la Sala Grande.
Non dissero una parola fino a quando non si furono ricongiunti con il resto del gruppo; a quel punto, si trovarono tutti e quattro costretti a rispondere alle persone che li salutavano. Alcuni per il legame con Harry – che era ancora la celebrità più acclamata – altri per il legame con i gemelli, altri ancora per quello con Rose. Pochi, comunque, quelli che li salutarono con un interesse sincero.
Kayla si trovò costretta a sedersi con gli altri Serpeverde, e dopo aver salutato Astoria con un sorriso finto e rapido, si mise a guardare il suo piatto vuoto in cerca di capire dove fosse andato Harry.
“Allora, Kayla” l’appellò Draco “che ne è del tuo fratellino? Non mi pare di vederlo al solito tavolo.”
Kayla stava per rispondere, quando si mise a scrutarlo con disprezzo. “Tu sai qualcosa, non è vero?”
“Io so sempre qualcosa.”
“Permettimi di essere più specifica, allora, Draco: sai che cosa è successo a mio fratello Harry?” disse, quasi fuori dai denti.
“Perché, tu no?”
“Come fai a saperlo?”
“Beh, è come una vecchia favola: i suoi che vivevano nascosti, il Signore Oscuro che entra in casa la notte di Halloween, quella Sanguesporco di sua madre che implora pietà …”
Kayla sfoderò il più falso dei suoi sorrisi e tramutò il suo sguardo in un Anatema Che Uccide. In quei momenti, a nessuno era difficile credere che fosse una Black.  “Sei sempre il solito bastardo, Draco.”
“E ne vado anche piuttosto fiero.”
Kayla gonfiò il petto e tornò a guardare dritto davanti a lei, fingendo di intrattenersi con Astoria, ascoltando racconti della sua estate di cui, lo sapevano tutti, alla giovane Black non importava assolutamente nulla.
Quando, di punto in bianco, Harry fece il suo ingresso, con la maglia ed il naso sporchi di sangue, le fu estremamente facile distogliere l’attenzione dalle parole di Astoria. Fece per alzarsi, ma poi Robert le fece segno di restare lì: stava già dando troppo nell’occhio, quella scena, senza che lei si alzasse e corresse verso il tavolo Grifondoro.
Quando Harry si fu seduto, le lanciò uno sguardo e rispose alle sue preoccupazioni: sto bene, mimò con la bocca.
A quel punto, Silente iniziò il suo discorso di inizio anno, e prima della metà delle nuove regole, a tutti e tre i fratelli fu ben chiara una cosa: nulla era più come sembrava.




Se tutto va come previsto, questo sarà l'ultimo capitolo senza banner. Benny sarà nuovamente attiva a breve.
Detto ciò, io sto partendo e starò via un po': volevo però lasciarvi un capitolo per ringraziarvi delle recensioni e dell'affetto, nonostante tutto. Cuore. 
   
 
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