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Autore: _Polx_    22/07/2017    3 recensioni
La vicenda prende ispirazione dall'ottava opera, non più narrativa bensì teatrale, che ha offerto al pubblico nuovi personaggi molto promettenti, ma al contempo uno sviluppo di trama, a mio parere, mediocre. Forse raccontare quanto venne dopo renderà tutto più chiaro.
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“Cos'ha a che vedere questo con Delphi? Lei è ad Azkaban, isolata dal mondo. Non può certo essere a capo di simili azioni criminali”.
“Ho la forte sensazione che in tutto questo Delphi sia sempre stata una semplice pedina. Un mezzo, inconsapevole d'essere tale, che infine è sfuggito dal controllo di chi cercava di governarlo”.
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna, Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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“Ho persino nominato mia madre, ma invece che essermi d'aiuto ha solo peggiorato le cose”.
“Pensavi che coinvolgere tua madre potesse rabbonire tuo padre? Persino io avrei capito che il tuo piano era fallimentare”.
Camminavano speditamente nella speranza di arrivare puntuali alla lezione di Difesa contro le Arti Oscure.
“Non era un piano” lo contraddisse Scorpius “e mio padre è una persona complicata, d'accordo? Si deve tentare di tutto: a volte va bene, a volte va male”.
“A me sembra che ti vada sempre male”.
“Almeno noi ci guardiamo in faccia quando parliamo”.
“Touché”.
“Oh” esclamò Scorpius, come ricordando improvvisamente un grande scoop “vuoi sapere una novità incredibile?”.
“Certo!” esclamò Albus fingendo entusiasmo e, sebbene l'altro ne fosse consapevole, proseguì ignorando il suo sarcasmo: “Linda Sneak mi ha invitato a bere qualcosa a I Tre Manici di Scopa, questo fine settimana... per chiacchierare un po', così ha detto”.
Per una volta, Albus non riuscì a nascondere il proprio sincero stupore: “quella Linda Sneak? La stupenda Serpeverde del quinto anno?”.
“Stupenda...” ripeté Scorpius con un accenno di sufficienza “graziosa” corresse allora.
“Graziosa? Graziosa?! Sei ridicolo”.
“È chiaramente rimasta impressionata dalle mie prodezze durante l'ultima partita di Quidditch” sospirò orgoglioso “cosa farebbe la mia squadra senza di me?”.
“Abbiamo comunque vinto la partita... cinquantaquattro minuti dopo l'ingresso del tuo sostituto”.
“Ma la partita era già vinta!” ribatté Scorpius punto nel vivo “il boccino era in mano mia e nessuno me ne ha dato credito”.
“Sarà come dici tu, ma ciò non toglie che non abbiamo vinto per merito tuo”.
“Sei il miglior amico più irritante che abbia mai camminato tra queste mura”.
“Ma tu sai quanto amore ho per te. Ora che ci penso, perché non vieni con me a I Tre Minaci di Scopa, questo fine settimana? Lascia perdere quella Sneak: nel tuo cuore non dovrebbe esserci spazio che per me” il suo intento era puramente scherzoso, pure Scorpius rispose con convinzione: “perché no? Prendiamoci mezzo pomeriggio lontano dai libri. Non può certo farci male”.
“Sei impazzito?” strillò allora Albus con tono particolarmente acuto “non puoi piantare in asso Linda Sneak!”.
“L'ho già fatto”.
“Come?” la sua voce stava raggiungendo vette notevoli.
“Non posso tradire Rose in questo modo”.
“Tradire?” ripeté “tradire? Scorpius, ti ha concesso una burrobirra al quarto anno per sbarazzarsi di te. Non ti sopporta e non posso neppure agire da intermediario perché mi sorbisce ancor meno di quanto non sorbisca te” prese un respiro profondo e scandì “devi. Lasciar. Perdere”.
“Solo quando mi sarò arreso all'idea di morire abbandonato e dimenticato, perché nessuna può prendere il posto di Rose”.
Il collo di Albus si afflosciò e i suoi occhi fissarono il soffitto con immensa demoralizzazione mentre i loro piedi continuavano a camminare speditamente.
Proprio questa sua momentanea distrazione gli impedì di notare l'immenso ostacolo che si frappose tra lui e la classe ormai vicina quando, svoltato l'angolo, ci si schiantò contro.
“Hagrid” esclamò riconoscendo il titano erto a pochi centimetri dalla sua faccia “perché fai il palo?”.
“Palo?” borbottò quello, vagamente a disagio “no, no, nessun palo. Io, ecco, cercavo te, in realtà”.
“Me?”.
“Eh, sì, te. So... so che brutte cose sono successe negli anni passati e te sei stato più sfortunato degli altri studenti della scuola... di tutti gli altri studenti della scuola, perché sembra che sei l'unico che può vedere i Thestral”.
“Thestral?”.
“Sì, erano in programma per oggi. Sai” sorrise fieramente “per i ragazzi del terzo anno”.
“Cosa ti è stato ordinato di fare con gli animali pericolosi nelle ore di lezione, Hagrid?”.
Quello lo squadrò oltraggiato: “pericolosi? Questa è bella. Non c'è creatura più dolce e innocua di loro” ma lo sguardo vagamente borioso di Albus lasciava a intendere che non fosse del medesimo parere.
“Anche io vedo i Thestral” si unì Scorpius, poi ridacchiò “ho assistito a più morti di lui” ma a quelle parole Hagrid s'irrigidì e cominciò a farfugliare.
“Se serve aiuto, in due lavoreremo meglio” insistette il ragazzo “sarebbe una buona scusa per saltare lezione”.
Albus fu sconvolto da quelle parole: “vuoi saltare lezione... tu?”.
“Andiamo, Al, quella professoressa è pessima. Posso benissimo studiare per conto mio sui libri e sono bravo con la pratica”.
“C'è qualcosa che abbia a che fare con questa scuola in cui non sei bravo?” sbuffò l'altro.
“Farmi degli amici all'infuori di te” rispose prontamente “avremo il permesso per assentarci, professor Hagrid?” deviò appena gli fu possibile.
“Be', sì, certo, ho già accennato la cosa alla preside”.
“Bene” lo interruppe con entusiasmo “filiamocela. Sa, professor Hagrid, ho chiesto di poter sostenere l'esame della sua materia pur senza frequentarne le lezioni. Pare che la preside sia propensa a darmi il suo consenso” e, volente o nolente, Hagrid dovette accettare la presenza di entrambi.
Raggiunsero il limitare settentrionale dalla Foresta Proibita e lì una ventina di ragazzi attendeva supervisionato da Ranaerta, custode di Hogwarts dai tempi dell'allontanamento, se così poteva definirsi, del guardiano Gazza e, nonostante questo, terribilmente simile al proprio predecessore, tanto nell'aspetto quanto nell'odiosità del carattere. Fu più che felice di piantare in asso la classe e tornare alle proprie questioni, quando li intravide in lontananza.
“Vedete” stava spiegando Hagrid ai due ragazzi “Agata non è mai stata molto forte fisicamente e ci siamo stupiti quando il piccolo Alastor è nato in salute. Sembrava andar tutto bene, ma stamattina, quando sono arrivato con gli studenti di terza, l'ho trovata a terra e il cucciolo affamato al suo fianco. Sapete, quella Thestral è di costituzione fragile e ha zampe deboli: non vorrei che quel piccolo diavolo l'abbia sfiancata”.
“Perché ti serviamo?” chiese Albus.
“Be', vorrei che mi aiuti con lei, spalmarle un po' di questa pomata di rucola arcigna preparata da Neville... voglio dire, dal professor Paciock, mentre io la sostengo per te. Su, giovanotti, via, via” esclamò poi facendosi largo tra gli studenti del terzo anno che attendevano accalcati nella piccola piana.
“E io?” si unì Scorpius.
Hagrid titubò: “ehm, aspetta lì, con loro”.
“Resto a guardare?”.
“Meglio non farti correre rischi”.
“Stiamo correndo rischi, Hagrid?” domandò Albus, titubante, ma l'altro aveva già sollevato la giumenta come fosse un fuscello e lo incitava a fare quanto chiestogli.
Il puledro Alastor non sembrava apprezzare il trattamento riservato alla madre, così continuava a punzecchiare le mano del ragazzo e a calciare le possenti gambe di Hagrid: “non capisce, il piccolo diavolo” rideva lui “non sa che lo facciamo per il loro bene” eppure Albus non si stava divertendo e, all'ennesima beccata, le sue dita cominciarono a sanguinare.
“Hai davvero intenzione di restare a guardare?” inveì contro Scorpius e quello si riscosse, circondato da ragazzini smarriti e perplessi che non avevano idea di cosa stesse accadendo. Finalmente si fece avanti e, senza esitazione, afferrò saldamente le ali del puledro, che interpretò il gesto come una proposta di gioco e si rivoltò contro lo sconosciuto che aveva osato indispettirlo.
Improvvisamente Hagrid impallidì e la sua stretta sulle spalle di Agata vacillò, tanto che la Thestral per poco non cadde su Albus.
“Attento!” gli urlò “sarà anche magra, ma mi schiaccerebbe ugualmente come un sandwich”.
“Sì, be', scusa, è che... hai finito?”.
“Sì” sbuffò il ragazzo spazientito e, posata la giumenta a terra con grande cautela, Hagrid si precipitò da Alastor, che aveva ormai atterrato Scorpius.
Il ragazzo combatteva fieramente per immobilizzargli zampe e ali. Restò deluso quando gli fu strappato di mano.
“È un cucciolo, è un cucciolo” farfugliava Hagrid “non sa quel che fa. Non avercela” probabilmente si riferiva alle mani sanguinanti di Scorpius e all'unico, lungo graffio che gli arrossava il mento.
“Stavamo giocando” replicò “perché è così in ansia? Porta malattie?” chiese, improvvisamente in allerta.
“Malattie? No, no” assicurò l'altro “è che è vivace, capisci? Non voleva farti male”.
“Che male, professor Hagrid?” rise “le testate che ci diamo io e Albus: quelle fanno male. Lui è un bambolotto al confronto”.
“Mio padre mi ha raccontato che il tuo ha quasi fatto decapitare l'ippogrifo di Hagrid, durante il loro terzo anno” spiegò Albus “e per molto meno di quanto Alastor non abbia fatto a te”.
“Hagrid” esclamò allora Scorpius balzando in piedi “mi sta paragonando a quella ragazzina petulante che era mio padre?” poi si rese conto di ciò che aveva detto di fronte all'intera classe che, quel pomeriggio, avrebbe avuto lezione di Pozioni con quella ragazzina petulante che era suo padre “non ditelo a lui” si sbrigò ad aggiungere e furono molti a ridacchiare del suo imbarazzo.
“Be', se è così” gongolò Hagrid “ho finalmente trovato qualcuno disposto ad aiutarmi. Siete bravi ragazzi” aggiunse con orgoglio.
“No, Hagrid, hai frainteso...” contestò Albus, ma Scorpius lo sovrastò: “certo che lo siamo”.
Prima che chiunque altro potesse replicare, l'attenzione di Hagrid fu catturata dal custode Ranaerte che, in lontananza, si sbracciava per ordinare agli studenti di tornare in classe. Sembrava esserci trambusto nei pressi della scuola.
“Che succede?” chiese Albus.
“Sembra che la visita del Ministero sia stata anticipata” borbottò Hagrid.
“Visita del Ministero?” ripeté Scorpius.
Hagrid si accorse in quel momento di aver parlato troppo.
  
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