Anime & Manga > Pokemon
Segui la storia  |       
Autore: KomadoriZ71    23/07/2017    3 recensioni
[ Fan Fiction ~ Giovanni, Ivan, Max, Cyrus, Ghecis & Acromio ]
"Sono passati anni da quando i Leader dei vari Team hanno provato a mettere in ginocchio le regioni dei Pokémon ma, a causa di ragazzini spuntati fuori da chissà dove, ognuno di loro ha visto ogni progetto andare in fumo.
Ma che fine hanno fatto, ora che la pace sembra essere tornata?
Semplice: sono stati arrestati e ora si ritrovano limitati dentro un carcere di altissima sicurezza, il quale è stato costruito sopra a un isolotto posto in punto sperduto del mare.
Cosa mai succederà all'interno delle minuscole celle?"
Genere: Angst, Avventura, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi, Crack Pairing | Personaggi: Altri, Cyrus, Ghecis, Giovanni
Note: What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Non-con, Tematiche delicate | Contesto: Videogioco
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
13. Il diversivo
13. Il diversivo
By Lily

ff

Le giornate scorrono lente da quando Ghecis mi ha informato del suo piano di fuga, è cominciato un conto alla rovescia che rende l'atmosfera molto più ansiosa e tetra del previsto. Mi sono preso la libertà di informare Alan e Gerardo a riguardo, anche loro fanno parte della squadra e io necessito del loro contributo per portare a termine l'unico incarico che mi è stato assegnato. Devo creare il diversivo perfetto per mettere in difficoltà le guardie durante la fuga, ma è un'impresa da eroi attirare l'attenzione di ogni sentinella che lavora dentro al carcere.
La mia sola speranza è quella di chiedere consiglio a Max e di sfruttare la sua mentalità da scienziato, nell'ultimo periodo non si separa mai da Giovanni e sarà difficoltoso avvicinarlo senza attirare l'attenzione. Altra impresa eroica che non entra in sintonia con la mia personalità impulsiva da pirata, stavolta non voglio collezionare fallimenti e dovrò arricciarmi le maniche per raggiungere il risultato desiderato.
Stamani i lavori forzati si sono prolungati più del dovuto, sono giorni che il direttore si presenta nel cortile per selezionare i carcerati che dovranno essere trasferiti a Unima, io faccio del mio meglio per continuare a spaccare pietre come se niente fosse, ma dentro di me comincio a temere il peggio. Alan è un uomo abbastanza robusto e con la forza fisica di uno Swampert Megaevoluto, questa caratteristica può farlo finire nel centro del mirino e la sua partenza provocherà dei dolori che voglio evitare a ogni costo. Non mi sono dimostrato come il Leader migliore del mondo durante il periodo di prigionia, devo impedire di farlo partire per una regione lontana e sconosciuta o, almeno, confessargli l'errore che ho commesso per chiedere il suo perdono e scrollarmi di dosso il senso di colpa.
«Io e te dovremo parlare uno di questi giorni».
Gerardo riesce a prendermi alla sprovvista ogni volta che apre bocca, mi giro di scatto per guardarlo con un'espressione confusa e, senza rendermene conto, lascio andare il manico del piccone che si schianta contro al suolo sabbioso del cortile. «Come, scusa?!»
«Dovresti aver capito da solo, sono giorni che assomigli a un'anima in pena» mormora con un sogghigno sfuggente, grattandosi con calma la barbetta scura che gli ricopre gran parte del mento. «Anche Ghecis si è accorto che c'è qualcosa che non va, forse non è stata una buona idea affidarti un incarico al di fuori della tua portata»
«Ma cosa dici?!» esclamo senza alzare troppo il tono della voce, attorno a noi ci sono troppe orecchie indiscrete e non è il caso di correre dei rischi. «Non dovresti mettere in discussione le mie capacità, ti ricordo che l'ultima volta che l'hai fatto ho sorpreso l'intero Rifugio dei Rocket con il mio discorso di benvenuto!»
«Hehe...» Gerardo sospira con aria sognante. «Quelli sì che sono stati dei bei momenti, ma stavolta non stiamo parlando di due parole messe in croce. Ivan non puoi continuare a negare l'evidenza, sono giorni che tenti di avvicinare il Growlithe che custodisce le chiavi delle celle con un osso di pollo!»
«Ehi, è un piano astuto e ben architettato! Ieri sera quel cagnaccio si è avvicinato di qualche centimetro!»
«E poi? Cosa hai intenzione di fare quando aprirai la porta della cella?»
«Improvviserò».
Gerardo scrolla le spalle davanti alla mia uscita e si dilegua con il resto dei carcerati, il segnale acustico ci avvisa che i lavori forzati sono appena giunti al termine, recupero il piccone da terra e mi incammino con il gruppo. Avrò l'intera giornata per riflettere su una strategia eccezionale e che servirà a impressionare i miei nuovi colleghi, ma tra il dire e il fare c'è di mezzo il mare. Sospiro e appoggio il piccone nell'apposito contenitore, ne approfitto per accendermi una sigaretta visto che tutto questo pensare mi ha appena chiuso lo stomaco, confesso che in questi casi vorrei una mente brillante e geniale come quella di Max.
Già, Max. Quel rosso è sempre nel mezzo.
Mentre procedo urto qualcosa con la spalla, sono costretto a interrompere i miei passi per voltarmi. Mi paralizzo all'istante appena intravedo Max chino sul suolo sabbioso a cercare gli occhiali, il silenzio mi permette di percepire le imprecazioni che sussurra sottovoce. Nemmeno lui è messo bene dal giorno della nostra separazione, noto con molto dispiacere che ha perso peso e mi commuove l'idea di vederlo in quello stato a causa del mio ennesimo capriccio. Lui e la sua intelligenza non si meritano di essere in mezzo a un branco di balordi, è colpa della mia testardaggine se la polizia è riuscita a mettergli le manette ai polsi.
Scrollo le spalle e mi abbasso per rimediare, prendo con delicatezza la montatura squadrata per posarla tra le sue mani. Lo vedo sussultare, a quanto pare non si aspettava un aiuto esterno.
«Dovresti prestare più attenzione, di questo passo finirai per romperli»
«...Ivan?!» la sua voce è più squillante e sorpresa del solito, è passato molto dall'ultima conversazione e nessuno dei due sembra preparato a un incontro simile.
«Sì...» mi mordo il labbro inferiore e sospiro per recuperare un po' di coraggio, mi attacco al filtro della sigaretta e sbuffo una nuvola di fumo per alleviare la tensione. Sono sicuro che questa conversazione non è casuale, forse qualcuno dei piani alti ha deciso di darmi l'ultima opportunità per riuscire a rimettermi in carreggiata, tra poco non sarò più un carcerato e devo recuperare la fiducia di Max per portarlo via con me. Ghecis non è stato molto chiaro ma, se la Fregata Plasma è in arrivo, significa che solo i suoi sottoposti hanno il privilegio di darsi alla fuga e sarebbe sleale lasciarlo indietro perché ha preferito fare il bravo ragazzo e sostenere il volere di Giovanni.
Non importa se non siamo più una coppia di amanti, o se il destino ha voluto dividerci per un motivo che non ci è chiaro, ma so che in questi casi bisogna mettere da parte l'orgoglio e fare la cosa giusta senza pensare alle conseguenze. Ghecis capirà le mie motivazioni, mi conosce e sa di che pasta sono fatto, sono sicuro che si dimostrerà molto comprensivo a riguardo e che accetterà l'idea di far salire Max sulla sua nave volante.
«Vorrei chiederti come stai» blatero dopo un minuto di pausa, credo di essere arrossito.
«Mi dispiace Ivan, preferisco non approfondire la faccenda».
Mi rendo conto della sua innaturale pazienza nel momento in cui inforca gli occhiali, non mi convince il tono freddo e distaccato che utilizza per mandare avanti la conversazione. Conosco il suo modo di fare e il suo atteggiamento parla chiaro, vuole allontanarmi per impedire di scatenare l'ennesima lite che ci metterà l'uno contro l'altro e, a giudicare dall'espressione del suo viso, ne ha abbastanza di soffrire per delle sciocchezze prive di significato.
«Scusa se ti ho fatto cadere gli occhiali, non era mia intenzione e...»
«Non preoccuparti Ivan, lo so che hai sempre la testa tra le nuvole».
Mi da sui nervi il fatto che tronca i miei discorsi con una facilità impressionante, per lui sono come un libro aperto e capisce in anticipo ogni mia mossa. In questo caso non so come comportarmi, mi sembra di tornare ai periodi in cui mi spronava a imparare il gioco degli scacchi, ma ogni partita finiva con il mio Re che veniva messo alle strette dalla sua Regina.
Una Regina molto agguerrita oserei dire.
«Già...Hai perfettamente ragione, hehe, lo sai che sono un disastro»
«Dove vuoi andare a parare, Ivan?»
«Come...?!»
«Dopo tutti questi anni ho capito che non ti tradisci mai, appena finisci di nutrire il tuo ego personale torni da me strisciando come un verme» resto immobile per colpa della sorpresa e getto la sigaretta, devo lasciarlo parlare se il mio intento è quello di portarlo via con me, è lui quello che ha il coltello dalla parte del manico e non posso fare niente per difendermi. «Sono lieto di sapere che la tua vita fa schifo senza di me, che l'aiuto dei tuoi nuovi amici non basta, ma hai oltrepassato ogni limite e non credo che ti darò il permesso di trattarmi come un ripiego»
«Stavolta è diverso Maxie...Io...»
«Non chiamarmi così!»
Credo di averlo fatto arrabbiare sul serio, con una forza impressionante mi afferra per le spalle e mi inchioda al muro dietro di me. Trattengo un gemito di dolore e sento il fiato mancare a causa dell'impatto, se guardo i suoi occhi...Posso...
Posso vedere il mare.
Perché sì, è lui il mio mare, lo è sempre stato. È grazie a lui se sono riuscito a sopravvivere dentro a una cella, ma allora ero troppo interessato a soddisfare la mia personalità per rendermene conto.
«Max...Lasciami spiegare...È importante».
«Ivan...non ho alcuna intenzione di sentire le tue chiacchiere, ne ho abbastanza di essere trattato come una seconda scelta».






«Non poteva andare peggio di così!»
Alan e Gerardo sono seduti al tavolo per ascoltare le mie lamentele mentre giocano a carte, di recente hanno la brutta abitudine di invadere la cella che condivido insieme a Ghecis, io ne approfitto per unirmi ai loro giochi. Il mio reale compagno di “stanza” non ha niente da dire in merito, non sembra turbato dalla presenza dei miei amici e non è la prima volta che Alan e Gerardo lo paragonano a un fantasma. Ma come dargli torto? Trascorre la maggior parte del tempo a dormire, quando è sveglio resta seduto sul letto per osservare il panorama fuori dalla finestra senza spiccicare una parola.
«Non so Ivan...» mormora Gerardo con aria dubbiosa mentre mischia le carte, le sue mani sono talmente svelte che è impossibile intercettare il singolo movimento, potrebbe barare in mille modi diversi grazie alla sua innaturale agilità. «Tutto il carcere ha sentito la vostra lite, come ti è saltato in mente di parlarci come se niente fosse?! Devo ammettere che per certe cose resti il capoccione di sempre»
Roteo lo sguardo, scocciato.
«Capo...» ora è Alan a parlare. «Questo qui ha assolutamente ragione, lo sai che non brillo di intelligenza e che non ho mai avuto relazioni più lunghe di una settimana, ma è risaputo che con...Insomma...Ci vuole delicatezza con il gentil Sesso o roba simile...»
«Alan! Max non è una femmina!».
«Lo so...hehe...» Alan mi tira una gomitata con fare complice, grazie al cielo afferro il tavolo o rischio di cadere per terra come una pera cotta. Sono stufo di essere sballottato da una parte all'altra. «Ada diventerebbe bianca come un cencio se lo venisse a sapere... Il grande Capo del Team Idro che inciucia con il suo acerrimo rivale! Sarebbe lo scoop più incredibile degli ultimi tempi, lasceresti di stucco tutte le nostre Reclute! HAHA!»
Sospiro e divento rosso come un pomodoro, vorrei replicare per metterlo a tacere una volta per tutte, ma il discorso viene interrotto dal notiziario trasmesso dalla cella di Giovanni. Anche Ghecis esce dal suo stato di trance per voltarsi, tutti noi siamo increduli della notizia appena comunicata.


Il Team Flare è di nuovo in agguato!
Sono passati giorni dall'ultima volta in cui i membri del Team Flare sono stati avvistati nei pressi di Romantopoli, ma la loro sconfitta non è servita ad allontanarli. Stamani le autorità hanno ricevuto diverse segnalazioni dai cittadini di Luminpoli, i quali attestavano di aver intravisto gruppi di uomini dalle bizzarre acconciature e vestiti di rosso aggirarsi tra i vicoli bui.
Stanno tramando qualcosa nell'ombra?
I cittadini di Kalos non vivono più sonni tranquilli a causa della nuova organizzazione criminale, invitiamo le autorità del luogo a prendere seri provvedimenti, consigliamo ai giovani allenatori di Pokémon di viaggiare in gruppo e di prestare attenzione durante le ore notturne.
E questo è tutto, linea allo studio


«Team Flare? Non è la prima volta che lo sento nominare» il mio sguardo finisce direttamente sulla figura di Gerardo, che si è fatto molto più serio da quando ha appreso la notizia. Vorrei scoprire il motivo di così tanto turbamento, è mio il compito di tranquillizzare l'animo del mio migliore amico, ma oggi ho rischiato grosso e non sono dell'umore adatto per toccare certi tasti dolenti.
«La scorsa settimana sono finiti su tutti i giornali, hanno preso il controllo della fabbrica di Pokéball di Romantopoli e questo gesto li farà entrare nella storia» esclama Gerardo per interrompere il silenzio, poi scrolla le spalle e posa il mazzo di carte prima di alzarsi dalla sedia. «A breve avremo dei nuovi amici con cui dividere le nostre celle».
Io non ho aggiunto altro.


Quando scatta l'ora d'aria io e Alan ci precipitiamo nel cortile, queste sono le uniche occasioni in cui possiamo sfruttare il nostro animo infantile e divertirci come ai bei vecchi tempi, non perdiamo tempo e andiamo a nasconderci dietro al nostro “rifugio segreto” per conversare su tutti gli argomenti che ci balenano in testa. In realtà non è niente di speciale, il nostro angolo di paradiso è composto da un cumulo disordinato di tubi e di rottami vari, ma cerchiamo di indorare la pillola come possiamo portandoci dietro una buona scorta di sigarette e bevande alcooliche scroccate dagli altri carcerati.
«Capo...»
«Sì? Dimmi»
«È vero che Ghecis ci aiuterà a fuggire da qui? Sei sicuro di fidarti di un simile personaggio? Non sono molto informato sul suo conto, ma so che è diventato famoso per essere un paroliere, molti si sono uniti alla sua causa dopo aver sentito i suoi discorsi di amore nei confronti dei Pokémon e...Guarda com'è andata a finire».
Mi fermo per un attimo e osservo il fumo che esce dalla sigaretta, accompagno il filtro alle labbra per concedermi un unico e profondo tiro.
Confesso che non ho mai pensato a una conseguenza del genere, ero talmente accecato dall'idea di sconfiggere Acromio che mi sono fidato subito del Leader del Team Plasma, non ho mai avuto l'occasione per riflettere sulle conseguenze delle mie azioni. Alan mi ha appena aperto un mondo, una possibilità che non posso escludere, anche se non è una buona idea piantare il seme del dubbio in un momento così delicato.
«Non lo so, ma vedi soluzioni migliori?»
«Non molte in realtà...»
«Ecco, allora non preoccuparti e fidati delle mie scelte. So che ti ho fatto finire qui dentro, ma prometto che ti tirerò fuori alla velocità della luce»
«...Come?...Cosa vorresti dire?!».
Caspita. Sono nei guai adesso.
«Non te l'ho mai detto ma...» mi mordo il labbro inferiore. «Sei stato arrestato per colpa mia, ho fatto il canarino per riuscire a entrare nelle grazie di uno scienziato» sospiro, sprofondando nella più totale vergogna. «So di aver fatto schifo di recente e...Che ho deluso diverse persone a causa delle mie decisioni, ma sono cambiato da allora e...Credimi, se potessi tornare indietro giuro che non lo rifarei.
Tu sei troppo importante per me Alan, non ti meriti un torto simile. Ti sei ritrovato sotto al comando del Capo più imbranato della storia, anche quel vegetale di Cyrus è mille volte meglio del sottoscritto e...»
«Ivan»
«Cosa?»
«Finiscila di commiserarti e di comportarti come una vittima» mi rimprovera lui. «Ho capito che sei cambiato da quando sei finito qui dentro, ma non mi aspettavo di ritrovarti in queste condizioni. Ti sei rammollito, mi manca la spavalderia che un tempo ti ha reso così famoso.
Sei o non sei un pirata? Non dovresti preoccuparti di come stanno gli altri, so che hai commesso un errore ma sono felice di essere vicino a te, per questo ti perdono e vado avanti per la mia strada»
Sorrido. Non riesco a non farlo.
Non capisco come mai Alan continua a seguirmi nonostante i mille errori e le incertezze, mi aiuta a far tornare il sorriso quando sono giù di morale, arriverebbe a piangere insieme a me se fosse necessario. È l'unico che non dubita mai di me, accetta le mie decisioni senza fiatare.
Per questo gli voglio bene e lo tratto con un minimo di riguardo, è il fratello che ho sempre desiderato.
«Ti voglio bene, fratello»
Mormoro poco prima di trovare rifugio tra le sue braccia.
«Ti voglio bene anche io Ivan, ma devi essere forte. Il direttore mi ha detto che sono stato scelto per andare a Unima, per questo non devi permettere agli altri di schiacciarti».




Non riesco a credere che la situazione sia degenerata così tanto, quando ho visto Ghecis e Acromio per la prima volta non mi sarei mai immaginato di arrivare fino a questo punto. Prima la lite che mi ha separato da Max, poi l'alleanza, l'arrivo e la partenza dell'unica persona che riesce a farmi tornare il pirata spavaldo di un tempo. Non c'è tempo da perdere e devo affrettarmi, posso solo seguire la decisione di Ghecis e creare il diversivo perfetto, ciò che permetterà a molti di scappare da questo schifo di posto e correre verso la libertà.
Sogghigno quando penso che riuscirò a rivedere il mare per una seconda volta, ancora non posso immaginare come sarà la mia vita quando oltrepasserò le mura del carcere, ma sono sicuro che recupererò ciò che resta del mio Team per partire verso la regione più remota che conosco. Voglio ricominciare a vivere senza dover scappare dalle autorità, rimediare ai miei errori tramite un'esistenza modesta e pacifica anche se non ci sarà Max. Non sono molto pratico dei mari esterni alla mia adorata Hoenn, ma l'unico posto che si adatta alle mie esigenze è Alola, la regione di cui si sente parlare nelle pubblicità che trasmettono alla televisione.
Sembra così esotica e bella, un vero paradiso per ogni pirata che si rispetti. Ciò di cui ho bisogno per allontanarmi dalla vita da criminale e tornare la persona spensierata di un tempo, quella che si alza la mattina presto per andare a lavorare e senza troppi problemi nella testa. Forse dovrei smetterla di farmi questi film mentali, grazie al mio passato non potrò mai godere di un simile trattamento, ma in questi casi la speranza è l'ultima a morire e ne vale la pena combattere per una giusta causa. Ognuno di noi deve avere una seconda possibilità, no? In fin dei conti sono stato arrestato per aver risvegliato un Pokémon troppo cresciuto, non mi sono macchiato le mani con del sangue innocente e le mie gesta non sono state distruttive come sembravano. Un po' grazie all'intervento di due marmocchi, ma questo è uno dei tanti discorsi a cui non voglio pensare, si tratta del passato perciò deve rimanere come tale.
Entro dentro alla cella e sospiro, non è stato bello dover salutare Alan per l'ultima volta, ma cerco di essere sereno perché andrò a salvarlo quando evaderò del carcere. Mi guardo intorno e noto la figura di Ghecis rannicchiata sul materasso, a quanto pare ha rinunciato alla cena per andare a dormire. Divoro le due razioni di cibo con una foga incredibile, il cibo non deve essere sprecato, poi mi arrampico in silenzio per raggiungere il letto appeso alla parete grazie a delle catene dall'aspetto discutibile.
«Hai pensato al diversivo?»
Domanda lui.
«Non ancora, ma sono a un buon punto»
«Ivan...La Fregata Plasma sarà qui a breve, sei sicuro di avere il piano perfetto per un momento così delicato? Sarà difficile fuggire dalle guardie, bisogna distrarle per arrivare indisturbati fino al cortile. È questo il piano»
«Lo so» mormoro e mi stendo su un fianco. «Ma l'hai visto anche tu, la situazione si è sviluppata sotto una luce che non mi aspettavo e non è facile inventarsi qualcosa»
«Oggi volevi chiedere a Max ti venire insieme a te, non è forse così?»
«Ehm...» sospiro. «Sì, ci avevo pensato. So che il nostro rapporto non è uno dei migliori, ma abbiamo passato così tanto tempo insieme che mi dispiace l'idea di doverlo abbandonare qui...Non è...Giusto».
«Ti capisco» sussurra lui. «Ma non dovresti far entrare qualcuno nei piani solo perché ti è amico, non sappiamo cosa frulla nella testa di quel rosso e potrebbe rivelarsi un traditore»
«Ti sbagli!» urlo, quasi. «Conosco bene Maxie e so che è un tipo leale e sincero, non farebbe mai una cosa del genere»
«Oh Ivan, sei grande e grosso ma ancora vivi nel mondo dei sogni».

   
 
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Pokemon / Vai alla pagina dell'autore: KomadoriZ71