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Autore: Nini1996    29/07/2017    0 recensioni
"Il pomeriggio del 30 ottobre 1895 Londra era immersa in una nebbia più fitta del solito.
Le carrozze e gli omnibus attraversavano le strade della città con molta fatica.
Anche i treni viaggiavano a una velocità sostenuta per evitare incidenti.
Inoltre in giro c'era molta meno gente del solito a causa del freddo pungente degli ultimi giorni.
I londinesi preferivano stare al calduccio nelle loro case ed evitare di uscire, se non strettamente necessario.
Ad ogni modo la stazione dei treni era gremita lo stesso a causa di diversi convogli che per colpa della nebbia erano arrivati insieme.
Da uno di questi, proveniente dalla città portuale di Southampton, scese una giovane donna assieme a una bambina che doveva avere al massimo quattro anni..."
Genere: Azione, Mistero, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: John Watson, Lestrade, Nuovo personaggio, Sherlock Holmes
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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La luce illuminava la stanza 201, segno che il sole era sorto già da un pezzo.
Queenie era sveglia e giocava con la sua bambola di pezza, mentre Catherine ronfava ancora.
La bambina lanciò il giocattolo in faccia a Catherine.
La ragazza si svegliò di soprassalto e per poco non cadde dal letto.
< Che c'è? > domandò poi appena notò l'espressione divertita della bambina.
< Ho fame. E mi annoio. Andiamo a fare colazione? >
< Queenie ti sembra il caso? Potevi semplicemente scuotermi. >
< Scusa. Non lo farò più. Ma adesso possiamo mangiare? >
Catherine diede un occhiata all'orologio e sobbalzò.
< È tardissimo! Non c'è tempo per la colazione, abbiamo appuntamento fra mezz'ora. Preparati, dobbiamo andare. > fece lei scendendo dal letto.
Queenie poco convinta saltò giù dal letto e prese dalla valigia un vestito rosso coi ricami bianchi.
< Posso mettermi questo vestito? > chiese la bambina.
< Sì, ma sbrigati. > replicò Catherine indossando un vestito bianco, semplice ma elegante.
La bambina annuì.
Quando entrambe furono pronte chiusero le valigie e scesero in strada.
< Perché devo venire anch'io? > domandò Queenie stringendosi nel cappottino.

La giornata, nonostante fosse assolata, era comunque fredda e l'umido entrava nelle ossa.
< Vuoi per caso restare da sola? Non ho nessuno che si possa occupare di te a Londra! >
< La signora vecchia della reception ha detto che per qualsiasi cosa dovevamo rivolgerci a lei. Puoi lasciarmi con lei. >
< Vuoi seriamente restare con quella megera? > domandò Catherine ridendo.
La bambina disse di no.
Finalmente una carrozza si fermò e le due salirono.
Catherine diede l'indirizzo e la carrozza si mise in movimento.
< Io ho fame. Non abbiamo fatto colazione. > si lamentò Queenie.
< Tieni. Ieri ho comprato dei biscotti. > fece la giovane porgendo alla bambina una scatola di latta.
Queenie non se lo fece ripetere due volte e la aprì.
< Mi dispiace, avremmo dovuto fare una vera colazione. Sono settimane che non facciamo un pasto decente. > sbuffò Catherine:< Mi hai lasciato almeno un biscotto? >
Queenie, con la bocca ancora piena, scosse la testa.
La giovane si mise a ridacchiare: < Sei incorreggibile. Proprio come tuo padre. >
< Ho ancora fame. > commentò pulendosi le labbra piene di briciole.
< Ancora?! >
< Sulla nave il cibo era cattivo. Ma questi biscotti sono buoni, mi piacciono tanto. Ce ne sono altri? >
< No, erano gli unici che avevo e adesso sono finiti. Sei davvero un ingorda. E come al solito hai sbriciolato i dolci per tutta la vettura, ma imparerai mai? >
Queenie incrociò le braccia, offesa e mise il broncio.
Il mezzo frenò.
< Siamo arrivati? > chiese Queenie.
< Questa è Baker Street madame. E proprio dall'altro lato della strada c'è l'appartamento che cerca, il 221B. > annunciò l'uomo, aprendo la porta della carrozza a Catherine.
< Molte grazie. > fece la giovane aiutando Queenie a scendere.
La ragazza pagò il cocchiere e guardò verso l'abitazione davanti a lei.
Si fece forza e bussò alla porta.

 

La signora Hudson aprì la porta dell'appartamento per portare la colazione.
Al tavolo stavano Sherlock Holmes, intento nella lettura del giornale, e il suo fidato amico John Watson.
< È arrivata la colazione. > constatò Watson.
< Ma che spirito di osservazione Watson. > replicò Sherlock senza smettere di leggere il quotidiano.
< Cosa dice di nuovo il Times? Nuovi casi di cronaca? > domandò il dottore mentre la signora Hudson posava il vassoio sul tavolo.
< Scotland Yard risolve un nuovo caso. > fece Holmes mostrando l'articolo a Watson.
< Ah già. L'omicidio O'Connor. Un caso piuttosto semplice. > replicò l'amico addentando un biscotto con la marmellata.
< Già. Tuttavia Lestrade e Scotland Yard brancolavano nel buio. Come al solito. >

< Per fortuna siamo intervenuti noi o li avremmo trovati ancora a cercare nei bassifondi di Londra! > commentò ridacchiando Watson.
Qualcuno bussò alla porta, la signora Hudson andò ad aprire.
< Un cliente? >
< Probabile .>
< Donna o uomo? >
< Credo che si tratti dell'agente Andrews, un detective della Pinkerton. Ha risolto brillantemente diversi casi negli Stati Uniti. Un ragazzo brillante, se non ricordo male ha appena 27 anni. > ricordò Sherlock.
< E ti ha richiesto una consulenza? >
< Sì. Credo che sospetti l'esistenza di un associazione che agisce sia in Inghilterra che in America. >
< Mafia? >
< Questo è tutto da verificare mio caro Watson. >
La porta si aprì.
Sherlock e Watson si alzarono in piedi per accogliere l'ospite.
Catherine entrò e sorrise.
< Salve signor Holmes. Sono l'agente Andrews. Le ho mandato una lettera per avvisarla del mio arrivo. >
John e Sherlock si scambiarono un occhiata d'intesa.

Holmes la scrutò per qualche istante. Catherine apparve agli occhi di Sherlock come una donna alta, quasi un metro e settanta, capelli castani scuri, due occhi blu intensi che scrutavano con vivo interesse l'appartamento.

Da com'era vestita era chiara che fosse una persona determinata, poco incline ai fronzoli e ai merletti.

Si tolse i guanti di pelle e li mise in borsa.

< Lei è... >
< Come può vedere signor Holmes. > sorrise Catherine:< E buongiorno anche a lei dottor Watson. > fece salutando il dottore.

Holmes sospirò e chiuse la porta che Catherine aveva lasciato aperta entrando.
< Qualcosa non va signor Holmes? > chiese la ragazza notando che lui non smetteva di guardarla.
< Sono solo un po' sorpreso signorina. >
< Perché? Perché sono una donna? La Pinkerton assume agenti donne dal lontano 1859. >
< Lo so, conosco la Pinkerton. Vuole sedersi? > chiese Holmes mostrandole il divano.
Catherine accettò l'invito.
Queenie la seguì e si sedette vicino alla giovane.
Sherlock prese posto davanti a lei. Watson invece rimase in piedi vicino alla finestra.
< Avete fatto un lungo viaggio per arrivare fino a qui. Cosa vi ha spinto a venire fino a Londra? >
< Lo sgominare un associazione che da anni ormai miete vittime a New York come a Londra. Come vi ho scritto nella lettera. Per risolvere un caso del genere si ha la necessità di collaborare con i migliori. >
Sherlock Holmes si accese una sigaretta.
< Ditemi tutto. > fece poi.
Catherine prese un respiro profondo.

   
 
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