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Autore: Ginevra1988    04/08/2017    6 recensioni
All'alba del tre maggio Harry, Ginny e gli altri reduci della Seconda Guerra Magica si ritrovano a fare i conti con... il ritorno alla normalità. Le ferite sono fresche, gli incubi li perseguiteranno ancora per anni e poco sembra essere come prima, ma la voglia di ricominciare è tanta. A passi lenti e incerti dovranno trovare la loro strada verso un futuro nel quale non potevano nemmeno sperare fino a qualche giorno prima.
Genere: Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: George Weasley, Ginny Weasley, Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley | Coppie: Harry/Ginny, Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
Capitoli:
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E’ sorprendente come ciò che siamo possa dipendere
dal letto in cui ci risvegliamo al mattino,
ed è sorprendente quanto tutto ciò possa rivelarsi fragile.
 
Coraline – Neil Gaiman

 
 
19 giugno 1998 – San Mungo
 
   Harry aprì gli occhi e li sbatté più volte, infastidito dalla luce. Si riparò con una mano e si sforzò di mettere a fuoco qualcosa.
   “Harry!”
   La voce di una ragazza alla sua destra era appena un sussurro. Provò a rispondere, ma tutto quello che uscì dalla bocca impastata fu un mugolio indistinto.
   “Ecco, metti gli occhiali.”
   Due mani gentili gli misero le lenti sul naso; Harry provò ad afferrare gli occhiali per sistemarseli e in quel momento si accorse che non riusciva a muovere il braccio sinistro.
   “Ma che diavolo…” biascicò tastandosi l’arto con la mano destra: la sua pelle era incredibilmente fredda, come… morta. Un moto di panico lo fece scattare in avanti.
   “Calmo, Harry, stai calmo.”
   Le mani della ragazza lo presero dolcemente per le spalle e lo riaccompagnarono sul cuscino. Era sdraiato su un letto. Si impose di mettere a fuoco la persona che aveva accanto.
   “Hermione!” esclamò con tutta la poca voce che riuscì a mettere insieme.
   “Shhh! Fai piano, la sveglierai” sussurrò l’amica, indicando la parete alle sue spalle. Raggomitolata su una poltrona scura c’era Ginny, la testa appoggiata su un braccio ripiegato, addormentata; indossava una felpa a righe rosse e nere troppo grande per lei. Harry la riconobbe come una delle sue.
   “Erano più di ventiquattr’ore che non dormiva” spiegò Hermione. “Sono riuscita a convincerla a riposare un po’ solo promettendole che non ti avrei staccato gli occhi di dosso.”
   Harry si sentiva più che mai confuso. Si guardò intorno in cerca di qualcosa che gli schiarisse le idee, ma la luce fioca che entrava da un’unica finestra illuminava solo pareti bianche.
   “Ventiquattr’ore? Ma che giorno è oggi?”
   “Il diciannove giugno. Almeno, da qualche ora. E’ l’alba.”
   Diciannove? E dove diavolo era finito il diciotto? Il ragazzo si passò la mano destra sul volto, incredulo. Cercò di richiamare alla memoria l’ultimo ricordo lucido: il dolore al collo. Istintivamente portò la mano in quel punto e vi trovò una grossa medicazione.
   “Hermione… cosa cavolo è successo?”
   L’amica lo guardò stringendo le labbra e prese un respiro prima di rispondere.
   “Hugo Ziemsenn, il Guaritore che vi doveva visitare, è un Vampiro.”
   Harry aggrottò la fronte, era certo che Ron avesse accennato qualcosa del genere.
   “Tuttavia era talmente ben inserito nella società magica che non solo praticava al San Mungo, ma aveva addirittura la fiducia del signor Prewett per le visite agli Auror. Arthur lo conosce personalmente, figurati. Ma l’altro giorno, senza una ragione apparente, ti ha attaccato, stanno ancora cercando di capire il perché. Ieri gli Auror lo hanno interrogato, forse Arthur ci saprà dire qualcosa di più.”
   Harry fissava Hermione sbigottito, riusciva a mala pena a capire quello che gli stava dicendo.
   “Per fortuna Ron ti ha sentito urlare ed è entrato nella stanza; è riuscito a Schiantare Ziemsenn e a chiamare subito soccorsi. La tua fortuna è stata essere già al San Mungo, dicono… dicono che non saresti sopravvissuto a un trasporto.”
   Sfuggito alla morte, ancora una volta.
   “Ti stanno imbottendo di Pozione Rimpolpante e ti medicano tutti i giorni il… morso” spiegò Hermione, forse più per evitare il silenzio che per reale necessità. “E il Guaritore Smethwyck dice che il braccio dovrebbe tornarti normale tra un paio di settimane.”
   “Come sta Ron?” chiese Harry.
   “Ha passato una notte qui anche lui, era sotto shock. Ma sta bene. E’ tornato a casa e riposa.”
   “Dovresti essere con lui.”
   “Qualcuno doveva pur far dormire Ginny.”
   Harry accennò un mezzo sorriso; quella era decisamente la più cocciuta delle ragazze sulla faccia della Terra.
   “Andromeda si è ripresa?”
   Hermione abbassò lo sguardo e si morse un labbro: cattive notizie in arrivo.
   “La signora Tonks… quando ha saputo che ti avevano attaccato… Harry, non c’è un modo semplice per dirlo. Ha dato completamente di matto. Ha cercato… ha cercato di uccidere Teddy.”
   Il sangue si gelò nelle vene di Harry. Non poteva essere vero, la sua mente si rifiutava di accettare un pensiero tanto assurdo. Hermione proseguì il racconto senza guardare l’amico, la voce rotta.
   “Diceva che sarebbe stata solo questione di tempo, sarebbero venuti a cercare anche lui, e che quindi era meglio che lo uccidesse lei stessa.”
   La ragazza si portò una mano alla bocca.
   “Oh Harry, è stato orribile. Ginny è riuscita a prendere Teddy, mentre Molly… lei ha dovuto immobilizzare Andromeda. Adesso è qui al San Mungo, al Janus Thickey.”
   Il reparto chiuso, pensò Harry, insieme ai Paciock. E forse non ne sarebbe più uscita. Chiuse gli occhi e abbandonò la testa sul cuscino; come aveva potuto permettere una cosa del genere? Aveva promesso ad Andromeda che ci sarebbe stato per Teddy, che lo avrebbe protetto.
   “Harry, non è colpa tua” disse Hermione come se gli avesse letto nel pensiero. “Non…”
   “Lascia perdere, Hermione” Ginny aveva alzato la testa e fissava Harry con occhi stanchi. “Non è colpa tua non è nel vocabolario di Potter!”
   Il cuore di Harry accelerò, in un misto di emozione e senso di colpa, mentre la ragazza si alzava e si avvicinava al suo letto.
   “Vado a mandare un Patronus alla Tana” disse Hermione scattando in piedi e filando fuori dalla stanza. Ginny si sedette di fianco a Harry e lo fissò per un lungo momento, le labbra strette e gli occhi che riflettevano un dolore forse inconsolabile. Lei si appoggiò sul suo petto e lui la circondò con l’unico braccio che era in grado di controllare, stringendola a sé come se non ci fosse nulla di più importante al mondo. In effetti per lui non esisteva nulla di più importante.
   Ginny tremava come una foglia e Harry sapeva esattamente il perché: aveva quasi rotto la sua promessa, aveva rischiato di lasciarla di nuovo.
   “Mi dispiace” mormorò. “Gin, mi dispiace. Ti prego, perdonami.”
 
   Arthur arrivò poco prima di mezzogiorno, trafelato, stanco e con un pacchetto di dolcetti da parte di Molly.
   “Non fa altro che cucinare, quando è stressata” disse appoggiando i dolci sul comodino di Harry. “Quindi per favore fai la tua parte e mangiali.”
   Ginny allungò la mano dalla sedia sulla quale era appollaiata e ne prese subito uno, per la gioia di Harry che non l’aveva vista mangiare in tutta la mattina.
   “Sono molto contento di vederti finalmente sveglio” esclamò Arthur. “Eravamo… beh, sì, ci siamo preoccupati.”
   Harry avrebbe voluto chiedere come stava la famiglia Weasley, ma ebbe il buon senso di autocensurarsi una domanda così stupida. Dopo un breve momento di silenzio fu Arthur a parlare.
   “Ho novità, non buone temo.”
   “Hanno interrogato Ziemsenn?” chiese Harry.
   “Ci hanno provato” rispose il signor Weasley. “Frankie e uno dei suoi migliori uomini, Socrates Spade, sono stati Schiantati e Confusi pochi minuti dopo aver cominciato l’interrogatorio.”
   “Ziemsenn è riuscito a sopraffare due Auror?”
   “No, Hugo è… morto. Lo hanno trovato nella sala interrogatori con un paletto di frassino nel petto. Né Frankie né Socrates sono stati in grado di dire chi sia stato, l’ultimo ricordo che hanno è di essere entrati nella stanza.”
   Arthur si passò una mano sugli occhi con un gesto stanco.
   “Le cose certe a questo punto sono due. Uno, c’è ancora una talpa all’interno del Ministero, nessuno entra nella sala interrogatori degli Auror se non è autorizzato e passato al setaccio con un Sensore Segreto.”
   Quel pensiero era sufficiente a far rabbrividire Harry; ma temeva che la seconda cosa certa fosse ancor più terrificante della prima.
   “Due” proseguì Arthur. “Qualcuno sta cercando davvero di vendicare Voldemort. Qualcuno sta cercando di ucciderti, Harry.”
 
   Ginny non aveva aperto bocca per ore. Non aveva voluto andare via con il padre, ma si rifiutava categoricamente di parlare. Non che Harry avesse chissà quali argomenti di conversazione da offrirle, si sentiva talmente esausto che il solo atto di respirare risultava faticoso. Verso le tre si addormentò, incapace di tenere ancora gli occhi aperti.
   Quando il ragazzo si svegliò la luce rossa del tramonto inondava la stanza; Ginny era ancora appollaiata sulla stessa sedia, le braccia strette attorno alle ginocchia e lo sguardo perso sul profilo grigio di Londra, fuori dalla finestra.
   “Gin?” la chiamò piano. Lei sobbalzò e con un gesto velocissimo si asciugò una guancia. Stava piangendo.
   “Harry, io non so se ce la faccio.”
   Non lo guardava, forse non ci riusciva, ma lui avrebbe tanto voluto che lei lo facesse.
   “Io… non so se riesco a sopportare tutto questo. E non migliorerà. Tu sei Harry Potter, qualunque Mangiamorte potrebbe svegliarsi un giorno e decidere che vuole la tua testa. Come faccio a vivere con questo… peso?”
   Harry non aveva una risposta. Ginny aveva ragione e lui lo sapeva. Una mano invisibile sembrò stringere la gola del ragazzo, che non riusciva a dire una sola parola, inchiodato dall’orribile realtà di quello che stava succedendo.
   “Tu mi hai fatto una promessa” riprese la ragazza; finalmente guardò Harry negli occhi, e questo sembrò infondere un po’ di coraggio nel ragazzo.
   “E farò del mio meglio per mantenerla” riuscì a dire.
   “Non so se il tuo meglio mi basta.”
   Harry chiuse gli occhi e deglutì le lacrime.
   “Gin, ti prego…”
   “Devo pensare. Ho bisogno di un po’ di tempo per riflettere.”
   Ginny uscì in fretta dalla stanza senza guardarlo una seconda volta.
   “Gin, io ho bisogno di te” disse Harry alla sedia ormai vuota.
 
 
 
 
 
 
 

 
Angolo di Gin
E direi che tra il capitolo precedente e questo mi sono guadagnata diverse ingiurie…!
Ebbene sì, lo aveva annunciato già dai primi aggiornamenti, il rapporto tra Harry e Ginny non è tutto rose e fiori. Manco per niente. Perché sì, lui è Harry Potter, potrebbe esserci sempre qualcuno che si sveglia e decide di vendicare il Signore Oscuro. Harry sa perfettamente che la sua non potrà mai essere una vita normale, come tutte le altre – qualcuno forse ricorderà una conclusione di capitolo (il quarto, se vogliamo fare i pignoli): Harry la voleva, la voleva tutta per sé. Ma qual era il prezzo che Ginny avrebbe dovuto pagare?
Ci siamo. Ginny si è resa conto di cosa vuol dire davvero stare con lui – per la serie, finché non ci sbatti contro non te ne accorgi. E’ vero amore, su questo non ci piove, una cosa rara che trovi forse solo una volta nella vita, e lei, come abbiamo letto, ha sempre saputo di essere destinata a Harry. Ma è anche un peso, e mica piccolo. L’ansia costante di vivere sul filo del rasoio. Ginny, da brava sedicenne ottimista, si aspettava il lieto fine con tanto di cavallo bianco, ma la vita reale è… un po’ diversa.
E poi ci sono ancora tutte le cose non dette in sospeso, quelle paure e quegli incubi che lei si è tenuta per sé e che si sono concretizzati in un giorno solo.
Questi ragazzi devono crescere a ferro e fuoco. Non bastava tutto quello che ha fatto passare loro la Rowling, adesso mi ci metto anch’io.
Diamine.
Grazie a chi ha letto e leggerà, chi segue e chi mi lascia un suo pensiero! Siete linfa per la mia autostima.
 
Special thanks to
Miione, di cui mi impegno a leggere la one shot più lunga che mi sia capitata tra le mani per ora, ma che mi ispira parecchio – solo avrò bisogno di un po’ di tempo :)
Mary Evans, la prima a recensire lo scorso aggiornamento con il panico nella voce XD grazie di cuore!
 
Smack
Gin
   
 
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