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Autore: Carrie_Whithouse    19/08/2017    2 recensioni
Una caccia alle streghe che va a finire male e un fratello molto protettivo che farà tutto pur di salvaguardare la sicurezza del suo fratellino.
Cosa farà Dean capendo che Sam ha in realtà molto più bisogno di protezione di quanto ne aveva una volta?
A de-aged Sam Story
Genere: Fluff, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Bobby, Castiel, Dean Winchester, Sam Winchester
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Settima stagione, Contesto generale/vago
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CAPITOLO SEI


 

Durante il viaggio in macchina, Sam, non smise di muoversi nemmeno per un secondo, Dean lo attribuì al fatto che il bambino era stanco e frustato da stare seduto troppo a lungo nel sedile e che voleva muoversi un po', mentre era proprio tutto il contrario. Sam non si sentiva affatto bene e cercava in ogni modo di raggiungere il sedile avanti per suo fratello, mentre quest'ultimo, ad ogni suo tentativo, alzava di una tacca il volume della musica e guardava fisso avanti a se.

 

“Deeeeeeaannnn” provò di nuovo a chiamare suo fratello.

 

“Al prossimo bar che vedo ci fermiamo, va bene Sam?” finalmente Dean rispose spegnendo la musica.

 

A Sam in realtà non andava bene, non aveva per niente fame e Dean non lo era stato nemmeno ad ascoltare.

 

“Gghnn” iniziò a piagnucolare il piccolo.

 

“Sam? Sam! Cosa c'è che non va, Sammy?” disse urgentemente Dean una volta accortosi che il suo fratellino aveva iniziato a piangere.

 

In risposta, Sam, iniziò a piangere più forte alzando le braccia in alto e ricercando il suo fratellone che, con fiducia infantile, sapeva avrebbe potuto risolvere tutto il male che lo affliggeva.

Dean mise in sosta l'auto in un piccolo parcheggio vuoto davanti ad una tavola calda e andò ad aprire la portiera posteriore a vedere cosa stava succedendo al suo fratellino ringiovanito.

 

“Hei Sammy” disse il più tranquillamente possibile, “cosa c'è?” chiese spostandogli una ciocca di capelli dalla fronte.

 

Come risposta, Sam continuò solo a muoversi convulsamente nella sua sede e cercare di raggiungere Dean con mani che si aprivano e chiudevano a scatti.

 

“Okay piccolo, vieni qui” disse sganciandolo dal seggiolino e prendendolo in braccio.

 

Tenendolo tra le sue braccia si diresse verso la tavola calda sperando che, forse, un po' di cibo caldo potesse far stare meglio il suo fratellino.

Il posto era a conduzione familiare e, in un piccolo paesino come quello in cui si trovavano, tutti conoscevano tutti, perciò fu felice che il posto era quasi vuoto ed avrebbero avuto meno possibilità di avere problemi.

Si sedettero ad un tavolo di fronte alla cassa, ma abbastanza lontano da sguardi indiscreti che avrebbero potuto importunarli.

 

“Salve, sono Cindy ed oggi sarò la vostra cameriera. Cosa volete ordinare?” chiese guardando Dean e sapendo che lui avrebbe scelto le pietanze per entrambi.

 

“Ciao Cindy, per me una Coca-cola e-” si fermò guardando il menù “ un doppio cheesburgher con bacon” le sorrise sinceramente. Cullando poi un Sam nell'atto di succhiarsi il pollice aggiunse: “Per Sammy invece del latte al cioccolato e i bocconcini di pollo con contorno di patate, grazie”

 

“Okay” disse distrattamente mentre scriveva le loro ordinazioni “Arriveranno tra poco” e detto questo se ne andò.

 

Dean sistemò meglio il suo fratellino tra le braccia, tenendolo in modo che avrebbe potuto guardarlo negli occhi.

 

“Hey Sammy-boy” disse Dean non accorgendosi che il soprannome appena datogli lo avesse sconvolto ancora di più di quanto già era.

 

In risposta il bambino si accoccolò ancora più vicino al suo petto, infreddolito. Capendo la situazione, Dean decise che non appena avessero finito di mangiare sarebbero passati per la farmacia più vicina a prendere alcune medicine; di certo non era il momento di ammalarsi quando alle loro calcagne si trovava un esercito di mostri mangia facce che avrebbero fatto di tutto pur di ucciderli.*

Il loro piatto non arrivò dopo molto tempo e Dean quasi ringraziò Dio per la velocità della cameriera prima di ricordarsi che con il Dio attuale era meglio non avere nulla a che fare e che il vero Dio non li aveva mai aiutati nonostante tutto ciò che avessero fatto.

 

“Posso portare un seggiolino?” chiese cortesemente la cameriera.

 

“No, no, grazie mille. Penso che preferisca stare qui” sorrise gentile alla cameriera, evitando di guardare il suo seno prosperoso e le sue labbra carnose; non poteva permettersi di distrarsi proprio ora, aveva un fratello di cui prendersi cura.

La cameriera, sentendosi ignorata, andò via con uno sbuffo infastidito da altri clienti che sembravano più attraenti (anche se in realtà non così tanto) e ubriachi di Dean.

 

“Okay Sammy, ora della pappa” disse Dean aspettandosi una risposta impertinente dal fratellino, ma non ottenendone alcuna.

 

“Va bene allora, facciamo questa cosa” si rispose da solo Dean, non vedendo l'ora di andarsene da quel posto.

 

Dean riuscì ad alimentare se e suo fratello contemporaneamente, nonostante il fatto che dopo pochi bocconcini Sam girò la testa nel petto di suo fratello e da quel momento rifiutò di mangiare oltre. Chiedendo alla cameriera un involucro per prendere il cibo avanzato (non si poteva sapere se più tardi il bambino avrebbe avuto fame, i bambini di solito non hanno sempre fame e energia?) e si preparò a lasciare il locale, proprio in quel momento però, Sammy si fece sentire iniziando a piangere e muoversi convulsivamente nelle braccia del fratello maggiore.

Dean abbassò lo sguardo al suo fratellino confuso dal suo recente comportamento.

 

“Tutto okay, sasquatch?” chiese spaventato dal fatto che Sam sembrava sempre più giovane di quanto avrebbe dovuto essere.

 

Non ricevendo alcuna risposta dal suo fratellino iniziò a spostarlo lentamente verso il suo petto, poggiando la testa sulla sua spalla e controllando con la mano il suo pannolino nel caso fosse sporco e fosse questo a causare la tensione e l'agitazione che provava.

Corrugò la fronte quando si accorse che il pannolino era zuppo e gonfio ed emanava un odore a dir poco sgradevole, mentre la pelle di Sam era ancora molto calda e sudata, con leggeri arrossamenti sulle sue guance paffute. Si alzò dirigendosi verso il bagno e continuando ad accarezzare i capelli di Sammy cantandogli dolcemente “Hey Jude” a bassa voce, sperando così di riuscire a calmarlo.

Abbassò lo sguardo quando si accorse che Sam aveva iniziato a tremare incontrollato e stava ancora piangendo sommessamente.

 

“Cazzo!” imprecò Dean camminando più veloce verso il bagno.

 

Entrato nei servizi, pose subito il suo fratellino tremante sul fasciatoio e mise le mani attorno al suo viso, accarezzandogli dolcemente le guance cercando di incrociare il suo sguardo.

 

“Sammy?” gli chiese quando non riuscì ad incrociare gli occhi del bambino che continuavano a vagare in giro per la stanza e stavano lentamente chiudendosi.

 

“Hey, piccolo” disse colpendogli la faccia delicatamente, “non addormentarti, okay?”

 

“D-De?” si sentì una vocina flebile chiedere a bassa voce.

 

“Sono qui, Sammy” rispose il fratello maggiore.

 

“C-cosa-” iniziò Sam, interropendosi subito quando un attacco di tosse lo prese in pieno.

 

Faceva fatica a respirare e poteva sentire le mani gelide del diavolo avvolgersi intorno alla sua gola lentamente. Oh, così lentamente intorno al collo, come solo a lui piaceva fare.

 

“N-Noo. Deeeaa!” urlò, agitandosi nella presa ferrea di suo fratello.

 

“Sshhh, va tutto bene Sammy, sono qui, non ti lascio andare. Cazzo che faccio-shh Sammy, stai bene” disse Dean andando in panico quando si accorse che Sam aveva iniziato a fare respiri brevi e veloci, i suoi occhi girati all'indietro sotto le palpebre che tremavano assieme al resto del corpo colto da improvvise convulsioni.

 

“Merda-merda-merda. Cosa cazzo faccio adesso?”

 

Dean posò il fratellino sul fianco sinistro, rivolto verso di lui in modo che potesse continuare a guardarlo mentre si allontanava a prendere degli asciugamani e a bagnarli per poi ritornare dal piccolo e poggiarli sulla fronte, sui polsi e sulla gola dove adesso aveva iniziato a formarsi un piccolo sfogo formato da macchie rosse.

Sperando di riuscire almeno a migliorare un po' la situazione, Dean cambiò velocemente Sam cercando di farlo più confortevole e se ne andò così velocemente che non si accorse nemmeno della cameriera che li seguiva con gli avanzi del pranzo che Dean aveva deciso di portarsi via in precedenza.

Non dovette nemmeno salire in macchina poiché vide proprio dall'altra parte della strada una farmacia che era quasi prossima all'orario di chiusura. Cercando di fare il più veloce possibile, entrò e andò diretto al banco dove, seduta a sistemarsi le unghie era una donna di mezz'età dall'aria molto annoiata.

Dean non si fermò nemmeno a salutare la donna, iniziò subito a dire cosa aveva suo “figlio” - perchè di certo non poteva spiegare perchè suo fratello e lui avessero una tale distanza di età tra loro – e quando la farmacista gli chiese di poter vedere il bambino, solo a quel punto Sam sembrò destarsi dal suo torpore e iniziare a combattere contro le braccia non familiari che cercavano di portarlo via da quelle di suo fratello.

 

“Sssh, Sammy. Va tutto bene, deve solo controllarti per un minuto” cercò di tranquillizzarlo Dean, passandolo dolcemente nella braccia grasse della donna.

Sam cercò di rilassarsi, ma non poteva smettere di tremare di freddo e piangere di paura per tutto ciò che gli stava succedendo.

Un momento prima la farmacista sembrava trattarlo in modo molto clinico, cercando di capire cosa potesse avere, ma non appena sentito il calore del piccolo si agitò leggermente e porse la mano sulla sua fronte sobbalzando al calore che poteva sentire.

 

“Non sono sicura di cosa potrebbe avere esattamente, le macchie sul petto potrebbero essere causate dalla febbre alta ma le consiglio di farlo vedere dal suo pediatra per escludere il morbillo oppure una polmonite” disse la donna guardando direttamente il ragazzo dagli occhi verdi.

 

Dean solo annuì in risposta e se ne andò dalla farmacia tenendo tra le braccia il suo fratellino malato.

Un miliardo di pensieri vorticavano nella testa del fratello maggiore, ma la cosa più importante era che si era dimenticato di chiedere dove lo studio del pediatra si trovava. Il problema è che se fosse tornato dentro alla farmacia avrebbe dovuto spiegare anche perchè non avevano un pediatra e di certo con i suo fratellino in queste condizioni non aveva il tempo ne la voglia di inventarsi una storia.

Vedendo una donna con un passeggino aspettare il semaforo verde per attraversare la strada, non potè fare altro che correre da lei cercando di non spaventarla troppo con il suo tono urgente e chiederle informazioni riguardo lo studio medico a cui doveva recarsi.

 

“Hey, ciao. Ehm, per caso sai dove si trova lo studio pediatrico? Mio figlio sta male e non ci siamo trasferiti qui da tanto... e-ssh, Sammy, va tutto bene- e devo davvero trovarlo” Dean sperava di non sembrare troppo strano oppure disperato mentre le parlava, ma visto lo sguardo della donna e quanto velocemente gli diede una risposta, probabilmente rispecchiava tutto questo.

 

“Si, certo. Si trova vicino al supermercato alla fine del paese, è un po' piccolo come studio, ma ci dovrebbero essere dei cartelli per strada quindi non farai fatica a trovarlo” lo guardò dall'alto in basso prima di aggiungere: “Buona fortuna” sorrise e se ne andò.

 

Dean era abbastanza confuso dall'ultimo commento della donna quindi decise che, prima di entrare nell' Impala, avrebbe preso delle armi dal bagagliaio per non farsi trovare impreparato in caso in cui ci fossero stati Leviatani o altri tipi di mostri dove doveva andare.

La cosa che non seppe mai il maggiore dei Winchester è che non appena ebbe voltato le spalle alla donna per dirigersi alla sua auto, ella sorrise maniacale, scoprendo dalla coperta il bambino che teneva nel passeggino o meglio, ciò che ne restava del bambino, quindi solo sangue e qualche pezzo di carne che le era avanzata.

I Winchester finiranno allo stesso modo, pensò eccitata.

Il leviatano prese in mano il suo cellulare e digitò poche, ma significative parole:

 

Li ho trovati, saranno presto da te.

 

SPN

 

Nel frattempo, a tre stati di distanza, Castiel ed il leviatano stavano combattendo ferocemente, ma purtroppo, per quanto fosse forte l'angelo, il leviatano ebbe la meglio e riuscì a strappargli la lama angelica e a ferirlo gravemente al collo.

Non sapendo più cosa fare ed essendo ormai allo stremo delle forze fece l'unica cosa che riuscì a venirgli in mente: chiedere aiuto ai cacciatori che erano diventati per lui come fratelli, alla sua famiglia che aveva tradito per scopi quasi egoistici.

Si vergognava moltissimo di quello che aveva fatto e sperava che la sua improvvisa comparsa non gli creasse disturbi o, nel caso di Sam, ricordi spiacevoli.

 

         * * *

 

Bobby Singer stava facendo delle ricerche per il 'problema' di Sam quando sentì un battito d'ali familiare. Scattando immediatamente in piedi, prese il pugnale dal quale ormai non si separava mai e lo puntò all'angelo che sperava di non dover mai più rivedere.

 

“Cosa vuoi, Castiel?” chiese Bobby, non abbassando il pugnale ed usando il suo nome completo per far vedere che faceva sul serio.

 

“A-aiutami” riuscì a sussurrare l'angelo del signore prima di cadere a terra svenuto.

 

Bobby sbuffò: “Che palle!”

 

 

 

 

 

 

*In questo caso ho messo l'asterisco per spiegare perchè li ho chiamati mangia facce XD Ho pensato che visto che mangiano persone e ne assumono anche il corpo in certe circostanze, questo fosse un nome azzeccato per loro. Se per voi è troppo strano o qualcos'altro fatemelo sapere e modificherò appena posso.

 

N.A. Non sono un medico quindi tutto ciò che ho scritto a proposito della malattia di Sam potrebbe essere errato, ma se fate finta sia giusto andrà tutto bene XD

Non so se vi piaccia una fine come questa oppure no, fatemelo sapere pure nei commenti :)

Sinceramente a me è piaciuto finirla così, con un botto e poi adoro le imprecazioni di Bobby XD

Grazie mille per tutti i commenti e mi dispiace se non sono riuscita a rispondervi o ad aggiornare presto, ma ho avuto dei problemi personali e la voglia di scrivere si era impiccata, letteralmente, e quindi vi prego di perdonarmi sia per questo ritardo, sia per quello che verrà quasi sicuramente. Ho già un'idea di cosa mettere nel prossimo capitolo (anche quello che avete messo nei commenti, non vi preoccupate, non vi sto ignorando <3) però non so quanto ci metterò per scriverlo.

PS. Nessuno a controllato il mio scritto quindi tutti gli errori che troverete sono miei, segnalateli pure se vi creano fastidio :)

Qualsiasi insulto o commento amorevole saranno accettati, vi voglio bene,

Carrie<3<3<3

   
 
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