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Autore: Ginevra1988    22/08/2017    8 recensioni
All'alba del tre maggio Harry, Ginny e gli altri reduci della Seconda Guerra Magica si ritrovano a fare i conti con... il ritorno alla normalità. Le ferite sono fresche, gli incubi li perseguiteranno ancora per anni e poco sembra essere come prima, ma la voglia di ricominciare è tanta. A passi lenti e incerti dovranno trovare la loro strada verso un futuro nel quale non potevano nemmeno sperare fino a qualche giorno prima.
Genere: Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: George Weasley, Ginny Weasley, Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley | Coppie: Harry/Ginny, Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
Capitoli:
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Ma ci sono cose che non si possono capire con la riflessione, bisogna viverle.
 
La storia infinita – Micheal Ende
 

 
 
 
7 luglio 1998 – La Tana
 

 
   Nella penombra della camera dei signori Weasley, Teddy diede un lamento. Era flebile, quasi poco convinto, come se il bambino non fosse sicuro che qualcuno fosse in ascolto. Ma per sua fortuna, qualcuno in ascolto c’era eccome.
   Arthur sentì la moglie muoversi accanto a lui, scostare il lenzuolo ed alzarsi.
   “Buongiorno, cucciolo” sussurrò Molly. Arthur riconobbe la frase che per anni e anni le aveva sentito dire ad ognuno dei loro figli, quando li prendeva in braccio per la prima poppata della giornata, indipendentemente dall’ora del mattino o della notte in cui il bambino di turno avesse deciso di svegliarsi. Molly uscì in punta di piedi, chiudendosi la porta alle spalle cercando di non fare rumore, ma Arthur era già sveglio e si girò su un fianco per sbirciare l’orologio sul comodino: le sei e trenta.
   Neanche male, pensò l’uomo, è praticamente ora di alzarsi.
   Stirò braccia e gambe, poi si mise lentamente a sedere sul letto; fu solo il pensiero di preparare del caffè caldo per Molly a spingerlo lungo il corridoio, giù per le scale e fino in cucina. Sua moglie era seduta vicino alla porta, aveva gli occhi chiusi e la testa appoggiata allo stipite; fra le sue braccia Teddy succhiava placidamente da una tettarella piena di latte tiepido, che Molly reggeva in un gesto automatico.
   “Buongiorno a tutti e due” disse Arthur con un sorriso. La donna sobbalzò, la mano scattò in avanti e parte del latte finì sulla tutina di Teddy, che cominciò a brontolare contrariato.
   “Su, su, non piangere tesoro” bisbigliò Molly rimettendo la tettarella in bocca al bambino, poi salutò il marito con un veloce bacio sulle labbra. Arthur preparò la colazione per sé e la moglie in silenzio mentre Teddy terminava la propria.
   Fu con un sospiro di sollievo che Molly mise con delicatezza il bambino, di nuovo addormentato, nella culla che tenevano in cucina e si sedette di fronte al caffè bollente e al bacon croccante.
   “Grazie Arthur, sei una benedizione” disse assaporando una lunga sorsata dalla propria tazza. Il marito le sorrise stancamente, sedendosi di fronte a lei; l’uomo cercò di concentrarsi sul bacon, ma era difficile scacciare i pensieri e ben presto si trovò a fissare inebetito il piatto davanti a lui.
   “Sei preoccupato?” chiese Molly, che lo conosceva meglio di quanto lui non conoscesse sé stesso.
   “Oggi accompagno Harry da Andromeda” rispose Arthur stringendosi nelle spalle. Molly annuì seria.
   Da quando il ragazzo era tornato abbastanza in forze da stare in piedi senza aiuti, non aveva fatto altro che chiedere di andare a trovare la signora Tonks; voleva vedere personalmente come stava e non c’era stato verso di convincerlo che sarebbe stato meglio lasciar perdere. Arthur sapeva che cosa avrebbe visto Harry nel reparto Janus Thickey e avrebbe tanto voluto risparmiargli almeno quello spettacolo; non ne aveva già viste abbastanza?
   Molly prese la mano del marito e la strinse con dolcezza.
   “Non possiamo proteggerli da tutto, Arthur. A volte i ragazzi fanno le loro scelte e noi possiamo solo star loro accanto… finché possiamo.”
   Era inutile aggiungere che Harry fosse per loro come un figlio. E che il riferimento implicito nell’ultima frase di Molly fosse a Fred. Arthur non aveva bisogno di guardare sua moglie negli occhi per sapere che erano umidi come i suoi. Marito e moglie si concessero qualche momento di silenzio.
   “Sai” disse l’uomo alzando appena lo sguardo su Molly. “Qualche settimana fa Harry mi ha detto che in casa abbiamo più figli degli altri che nostri.”
   “E’ proprio vero!”
   Il viso di sua moglie si aprì in un sorriso sincero, mentre lei si asciugava con gesti lenti le guance umide.
   “Ma sai una cosa, Arthur? Quando guardo questo piccolo” disse accennando a Teddy. “Penso che questo sia il nostro posto nel mondo. Io e te siamo riusciti a costruire un luogo luminoso. La nostra Tana è la tana di qualunque cucciolo abbia bisogno di aiuto: Harry, Hermione e Teddy sarebbero stati soli, ma ci siamo noi. E questo mi ripaga di tutta la fatica, le lacrime e il sonno arretrato. Anche se per Fred non possiamo più fare nulla, per loro e per il resto dei nostri figli possiamo fare tutto, tutto. Possiamo fare la differenza tra…”
   Molly si guardò intorno con gli occhi di nuovo lucidi, come se cercasse le parole giuste sugli scaffali della cucina.
   “Tra un posto dove si abita e una casa; tra una convivenza e una famiglia. Capisci quello che voglio dire, Arthur?”
   L’uomo annuì.
   “Perfettamente, tesoro.”
   Ed era proprio quello che aveva bisogno di sentirsi dire.
 
   “Buongiorno, Greg.”
   Arthur si fermò davanti alla porta della stanza di Harry e lasciò che il giovane Auror lanciasse come di consueto lo Specialis Revelio. L’uomo si concesse poi un altro profondo respiro prima di girare il pomello della porta ed entrare.
   Harry era in compagnia del Guaritore Smethwyck, che stava ispezionando ancora una volta il morso, ridotto ormai a una semplice cicatrice sottile e biancastra. Melany, un’altra giovane Auror assegnata alla sorveglianza della camera, era seduta sul letto, il capo leggermente inclinato mentre studiava la scena.
   “Buongiorno, signor Weasley” lo salutò il Guaritore senza distogliere l’attenzione dal suo lavoro. “Stavo giusto dicendo ad Harry che il braccio è ormai in piena forma; quando non lo usa è meglio che lo tenga ancora nel fazzolettone, diciamo per le prossime due o tre settimane. Quindi direi proprio che per me è dimissibile.”
   Smethwyck passò un’ultima volta il pollice sulla cicatrice, poi si voltò verso Arthur rivolgendogli uno dei suoi rari sorrisi professionali e composti.
   “Davvero? E’ una notizia fantastica!” esclamò il signor Weasley passandosi una mano tra i capelli radi. “Quando può tornare a casa?”
   “Domani le carte saranno pronte. Diciamo nelle undici?”
   “Prenderò un permesso anche per domani” disse con sicurezza Arhtur; Harry gli sorrideva incerto oltre la spalla del Guaritore. Smethwyck aiutò il ragazzo a sistemare il braccio nel fazzolettone poi si congedò con un gesto brusco del capo, mentre Melany uscì per mandare un Patronus al suo Capo; il signor Weasley si avvicinò al ragazzo, che si alzò lentamente dalla poltrona scura. La maglietta e i jeans gli stavano un po’ larghi, era evidentemente dimagrito di qualche chilo durante il ricovero.
   “Quando lo dirò a casa impazziranno di gioia!” Arthur era entusiasta, non riusciva a smettere di sorridere. “Dirò a Molly di prepararti una montagna di costolette e…”
   “La torta ai mirtilli?” chiese quasi sottovoce Harry.
   “Ci sarà tutta la torta ai mirtilli che riuscirai a mangiare!”
   Il ragazzo allargò un po’ di più il sorriso stentato. Melany infilò la testa bionda nella camera.
   “Siete pronti?” chiese con una certa impazienza. “Il corridoio di Materializzazione con il quarto piano ha una durata limitata.”
   Come nella maggior parte degli edifici magici, anche al San Mungo erano attivi incantesimi Anti Materializzazione, per cui era necessario spostarsi a piedi al suo interno. Tuttavia, per evitare di far attraversare a Harry metà dell’ospedale esponendosi a rischi inutili, la Squadra Speciale Magica e l’Ufficio Trasporti Magici avevano creato un vero e proprio canale di Materializzazione univoca tra il secondo e il quarto piano, più precisamente tra la camera di Harry e quella di Andromeda, dove era stato messo di guardia Jake Spinner finché il corridoio fosse stato attivo.
   Alla domanda di Melany, il sorriso di Arthur svanì; l’uomo guardò Harry, sperando per l’ultima volta che avesse cambiato idea, ma lui annuì. L’Auror si avvicinò a loro.
   A volte i ragazzi fanno le loro scelte e noi possiamo solo star loro accanto.
   Le parole di Molly rimbalzarono nella mente di Arthur; l’uomo prese la spalla destra di Harry e la strinse con delicatezza.
   “Harry, quello che vedrai…”
   “Lo so” lo interruppe il ragazzo. “Me lo hai detto. Mi hai preparato. Voglio vederla, Arthur.”
   L’uomo annuì; strinse più forte la spalla di Harry e si concentrò sulla stanza di Andromeda Tonks, girando su sé stesso.
 
   La camera singola nel reparto Janus Thickey era piccola, ma le pareti chiare e le tendine colorate che qualche anima buona aveva messo all’unica finestra rendevano l’ambiente arioso e vagamente accogliente. A sinistra della porta si trovava un letto, mentre sul lato opposto erano stati sistemati una cassettiera e un piccolo tavolo, sul quale erano sparsi diversi completini da bambino dai colori vivaci. Andromeda era in piedi, i capelli scuri di nuovo raccolti in una crocchia ordinata, e canticchiava sommessamente mentre piegava con cura una tutina azzurra a pois bianchi.
   A braccia conserte e appoggiato allo stipite, Spinner fissava la donna masticando lentamente una corta radice di liquerizia; fece appena un cenno di saluto ad Arthur ed Harry quando si Materializzarono nella stanza, come se per nessuna ragione al mondo dovesse perdere di vista la signora Tonks. Lei per contro non sembrava nemmeno essersi accorta dei nuovi arrivati.
   Arthur si voltò verso Harry e si accorse che anche lui fissava Andromeda.
   “Non sembra stare male” sussurrò il ragazzo speranzoso. Lo stomaco del signor Weasley si contrasse, colpito dall’innocente speranza in quella frase; l’uomo avrebbe tanto voluto avere la risposta giusta, e invece chiamò la signora Tonks.
   “Buongiorno, Andromeda.”
   Lei si voltò, lo sguardo limpido.
   “Oh ciao Arthur! Hai portato con te Harry, hai fatto bene! Venite, venite avanti, non state sulla porta!”
   La signora Tonks lisciò con un ultimo, amorevole tocco la tutina, la ripose in un cassetto e si avvicinò ai due ospiti.
   “Come stai, Harry caro? E’ un piacere rivederti!”
   “B-bene” balbettò il ragazzo, un po’ confuso.
   “Gli hai già detto la bella notizia, Arthur?” chiese la donna con un sorriso smagliante; lo stomaco dell’uomo si contrasse ancora di più e lui allungò una mano sulla spalla di Harry: se le cose si fossero messe male lo avrebbe Smaterializzato all’istante nella sua camera al secondo piano.
   “Quale notizia?” chiese Harry prima che Arthur potesse aprire bocca.
   “Dora aspetta un bambino!” esclamò Andromeda estasiata; il signor Weasley vide il ragazzo sbiancare visibilmente.
   “Oh” mormorò Harry. “Una bella notizia davvero, congratulazioni.”
   Arthur strinse la presa sulla spalla del ragazzo, che però si ritrasse, come se avesse capito le sue intenzioni.
   “Sai, quella matta di mia figlia si è sposata in segreto, senza dire nulla a nessuno!” sbuffò Andromeda tornando verso i vestitini sul tavolo. “E’ proprio tipico di lei, mi farà impazzire. Non sono stata molto contenta, conosco a malapena questo… Remus.” La donna dedicò qualche momento di silenzio a piegare una minuscola maglietta gialla, poi riprese: “Dora mi ha detto che ha insegnato a Hogwarts. Hai seguito qualcuna delle sue lezioni per caso?”
   “Oh sì, signora” rispose il ragazzo, sempre più pallido. “E’ stato mio insegnante di Difesa contro le Arti Oscure al terzo anno.”
   “E come ti è parso? E’ un brav’uomo?” chiese Andromeda in tono pratico. Harry deglutì.
   “Sì” la voce del ragazzo era ridotta ad un sussurro. “E’… una persona meravigliosa.”
   Harry barcollò impercettibilmente, ma Arthur lo notò e gli passò un braccio attorno alle spalle; questa volta il ragazzo non si sottrasse al contatto fisico.
   “Avete visto Ted entrando?” la signora Tonks proseguì con il filo dei suoi pensieri, completamente persa nel suo mondo inesistente. “Ormai è ora di preparare la cena, Dora mangia come un lupo e io non so davvero stare dietro al suo appetito!”
   La risata cristallina della donna risuonò macabra sulle pareti chiare di quella finta casa. Harry si appoggiò completamente ad Arthur, che capì che il ragazzo aveva raggiunto il limite di sopportazione.
   Possiamo solo star loro accanto.
   “Dobbiamo andare, Andromeda” disse con il sorriso migliore che riuscì a trovare.
   “Che peccato” la donna li guardò con uno sguardo sinceramente dispiaciuto. “Tornerete presto?”
   Gli occhi di lei si riempierono improvvisamente di una strana consapevolezza, come se un angolo di quella mente sconvolta percepisse in pieno la solitudine e il dolore.
   “Certo, tornerò presto” rispose Arthur; poi strinse a sé Harry, salutò con un cenno del capo Spinner e si Smaterializzò.
   Ad aspettarli nella camera al secondo piano c’era ancora Melany, che notò subito il colorito cereo del ragazzo.
   “Vuoi che chiami il Guaritore?” chiese brusca guardando Arthur da sotto in su. L’uomo scosse la testa.
   “Ci puoi lasciare soli un attimo?”
   L’Auror scrutò con attenzione sia lui che Harry, poi annuì ed uscì dalla stanza. Il ragazzo si sedette sul letto e si tolse gli occhiali, appoggiandoli di fianco a sé, poi si pizzicò la radice del naso con una smorfia.
   Arthur sapeva che sarebbe successo. E sapeva anche, da padre di sette figli, di che cosa aveva bisogno Harry. Si sedette di fianco a lui e lo circondò nuovamente con un braccio, in silenzio; il ragazzo non solo lo lasciò fare, ma appoggiò la testa alla sua spalla. Arthur lo strinse di più e gli mise la mano sinistra sulla nuca, mentre Harry si aggrappava con tutte le forze alla sua veste.
   Possiamo fare la differenza tra un posto dove si abita e una casa; tra una convivenza e una famiglia.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Angolo di Gin
Eccoci qua! Come promesso, abbiamo fatto una capatina nel reparto chiuso del San Mungo, non proprio piacevole, ma ci tenevo a fare un salutino ad Andromeda.
E alzi la mano chi non si è innamorato di Arthur dopo questo capitolo! Harry di fatto ha perso per strada tutti coloro che potevano rappresentare per lui una figura paterna e il signor Weasley sembra del tutto intenzionato a candidarsi come degno sostituto.
La buona notizia è che nel prossimo capitolo si torna alla Tana! Sarà un aggiornamento bello denso, quindi via quei fazzoletti e preparate una bella ciotola di pop corn.
 
E già che ci siete, mentre aspettate il prossimo capitolo, passate dalla pagina di Daeny394 (sì, sono ancora inchiodata al divano).
 
Detto ciò, grazie come sempre a chi ha letto e a chi leggerà, a chi segue la storia e soprattutto a chi recensisce!
 
Special thaks to:
Circe e Gulminar, grazie davvero delle vostre recensioni, ho apprezzato davvero molto le vostre parole!
 
Smack
Gin
 

 
   
 
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