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Autore: Ms Mary Santiago    24/08/2017    7 recensioni
[STORIA A OC – Conclusa]
Hogwarts 1944
L’ultimo anno di Tom O. Riddle è destinato a cambiare per sempre la realtà del mondo magico.
L’anno in cui i futuri Mangiamorte cominciarono ad associarsi.
L’anno in cui gli studenti di Hogwarts protestarono contro il terrore Grindelwaldiano.
L’anno in cui bene e male finirono quasi con il combaciare.
Genere: Azione, Dark | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Maghi fanfiction interattive, Mangiamorte, Minerva McGranitt, Nuovo personaggio, Tom Riddle/Voldermort
Note: What if? | Avvertimenti: Violenza | Contesto: Dai Fondatori alla I guerra
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- Questa storia fa parte della serie 'XO XO, Hogwarts with love'
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Capitolo 21

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

11 Febbraio 1945

 

 

 

 

 

 

- La prossima volta che mi viene in mente di accettare di partecipare a qualche assurdo Club incatenami da qualche parte e impediscimi di commettere altri errori madornali – bofonchiò Sophie mentre camminava verso i sotterranei in compagnia di Tobias e Fleamont.

Il fidanzato sorrise, scompigliandole affettuosamente i capelli.

- Ti lamenti sempre, ma alla fine della serata ti ritrovi a ridere come una matta – le fece notare.

- Certo, perché Lumacorno è sempre il solito. –

- A me non dispiace poi così tanto, l’unico problema è che Kara non ne fa parte. –

I due ragazzi si scambiarono un’occhiata eloquente.

Da qualche tempo a quella parte Fleamont era diventato decisamente più sentimentalmente estroverso e non dubitavano che la cosa dipendesse in massima parte dal comportamento espansivo e schietto di Kara.

Un bel miglioramento, non c’era che dire.

- A te non dispiace perché Lumacorno ti adora – considerò Tobias.

- Questo non è affatto vero. Lo sanno tutti che il suo preferito è Riddle. –

- E la cosa ti fa rodere il fegato – ridacchiò Sophie.

Fleamont si strinse nelle spalle.

Aveva messo in conto da tempo la netta preferenza della maggior parte dei professori per Riddle e se n’era fatto una ragione.

Non condivideva e non comprendeva il motivo, ma le cose stavano così e non c’era nulla che potesse fare a riguardo.

Non che non ci avesse provato, ma sembrava che tutto il corpo insegnanti fosse completamente incapace di vedere la vera natura di Riddle, quella che talvolta trapelava per brevi istanti sul volto da bravo ragazzo ligio alle regole.

O meglio, si corresse, tutti tranne Silente.

Sembrava che il professore di Trasfigurazione fosse l’unico immune al suo fascino.

Dopotutto era il mago più brillante del secolo, nessun dubbio che non si lasciasse imbrogliare da parole sussurrate con sussiego e smodata accondiscendenza.

Arrivati alla porta dello studio di Lumacorno, Fleamont si fece da parte e invitò Sophie a precederli.

- Prima le signore. –

 

 

 

 

 

 

*

 

 

Lumacorno li aveva rimbambiti di chiacchiere fin dal primo istante in cui avevano messo piede lì dentro, ma fu la domanda che le rivolse a coglierla di sorpresa.

- Mi scusi professore, potrebbe ripetere? –

L’uomo annuì con un sorrisone solare sotto i grandi baffi da tricheco.

- Naturalmente. Stavo considerando che fosse felice della grande retata messa a segno negli Stati Uniti. Buona parte dello stato maggiore di Grindelwald nel Nuovo Mondo è stato arrestato. –

Già.

La notizia era su tutti i giornali quella mattina e leggendola non aveva potuto fare a meno di sentirsi più leggera e spensierata.

Per la prima volta dalla morte di suo padre, con il mondo magico che finalmente si decideva a prendere in mano in modo deciso la questione Grindelwald e la sua neonata relazione con Devon, sembrava che le cose avessero improvvisamente cominciato a girare per il verso giusto.

- Naturalmente, signore. È un primo importante segno del cambiamento in atto. –

- Assolutamente sì, mi sento molto propositivo e fiducioso per il futuro. Quest’era così buia finirà presto, miei cari ragazzi, fidatevi di me … ma, accidenti come si è fatto tardi – esclamò guardando l’orologio a pendolo che indicava pochi minuti allo scoccare della mezzanotte, - Forza, tornate ai vostri dormitori, è quasi passato il coprifuoco. –

Laura e la maggior parte dei presenti obbedirono, recuperando i loro mantelli e avvicinandosi all’uscita, ma con la coda dell’occhio notò che la Nott e Riddle erano rimasti leggermente in disparte.

- Tu vai, ci vediamo in Sala Comune – sentì sussurrare dal Serpeverde.

Vide Katherine annuire, agrgegandosi ad Abraxas, Renford e Alphard nel lasciare la stanza.

Li seguì a ruota.

Qualunque cosa fosse di sicuro Riddle e Lumacorno non ne avrebbero parlato in sua presenza.

 

 

 

 

 

 

 

*

 

 

 

 

Tom entrò in Sala Comune mezz’ora più tardi, trovando Katherine seduta sul divano davanti al caminetto ardente.

Le fiamme guizzanti venivano riflesse nelle iridi castano scuro.

- Allora? Ha parlato? –

Le sedette accanto, lasciando al sorriso che aveva trattenuto fino a quel momento la possibilità di trapelare sul volto solitamente serio e composto.

- Ovviamente. Quel vecchio sprovveduto mi ha raccontato tutto quello di cui avevo bisogno. –

Accigliandosi, si voltò verso di lui.

- E si è bevuto la scusa della teoria accademica? –

Annuì.

Katherine emise un sibilo sprezzante.

Certe volte dubitava seriamente della saggezza di Lumacorno; o forse aveva compreso alla perfezione ma aveva preferito far finta di non vedere … di non comprendere.

- Dunque è il momento di parlarne agli altri? –

- Sì, lo è -, confermò, - ma solo ad alcuni del nostro gruppo. –

- Che nomi avevi in mente? –

- Sicuramente Abraxas e Renford, forse Avery e la Carrow, e bisognerebbe provare ad avvicinare Wilkes. –

- E Alphard? –

Tom osservò il caminetto, prendendo tempo prima di dare la sua risposta.

Era una bella domanda.

I Black erano una famiglia molto attaccata alla purezza del sangue e a tutto ciò che ne derivava, disprezzando Babbani e Mezzosangue almeno quanto tutti loro.

Il problema era solo uno: Alphard era un Black molto diverso dal resto dei componenti della sua famiglia.

- Non credo che sia pronto alla nostra idea di ordine mondiale. Forse in futuro. –

- D’accordo -, convenne, - ma che sia chiaro che con Avery e la Carrow parli tu; uno è un viscido idiota mentre l’altra mi fa venire voglia di tirarle il collo ogni volta che apre bocca. –

Con un sorrisetto vagamente divertito, Tom annuì.

 

 

 

 

 

 

 

*

 

 

 

 

 

 

13 Febbraio 1945

 

 

 

 

 

Kara venne accolta al tavolo di Grifondoro per la cena da una Minerva dal sorriso smagliante e l’espressione luccicante di soddisfazione.

- Come mai sorridi come un gatto del Cheshire? –

- Un gatto di che? – le fece eco Ethan, accigliandosi.

- Il gatto del Cheshire è il famoso Stregatto del romanzo “Alice nel Paese delle meraviglie” -, spiegò Minerva, - ed è un libro Babbano, ecco perché non lo conosci. –

Kara scosse la testa.

- No, Minnie, ti sbagli. Non lo conosci perché Ethan non sa leggere quindi non lo conoscerebbe neppure se fosse un libro di favole per pargoli Purosangue. –

Davanti all’ironia dell’amica Ethan le rivolse un’espressione buffa che avrebbe dovuto farlo sembrare profondamente indignato, ma che ottenne solo di farle ridere come matte.

- Ad ogni modo, sono contenta perché ce l’ho fatta, finalmente oggi ci sono riuscita – annunciò Minerva, orgogliosa.

Kara mandò un piccolo strillo, sporgendosi ad abbracciare l’amica.

Era dall’inizio dell’anno che Minerva lavorava incessantemente per diventare un’Animagus e finalmente era giunta al suo traguardo.

Si sentiva tremendamente orgogliosa di lei.

- Non tenermi sulle spine … che animale sei? –

Ethan, che aveva continuato a guardare prima una e poi l’altra, le interruppe.

- Ehm ... a una di voi due dispiacerebbe molto spiegarmi di che accidenti state parlando? –

- Minerva è diventata un’Animagus. –

- Ah, forte. –

Kara gli assestò una pacca sul collo, facendolo sussultare.

- E questa per cos’era? –

- Per non esserti dimostrato sufficientemente emozionato dalla cosa. È un grande traguardo. –

Minerva scosse la testa, ridendo davanti al battibecco degli amici.

- Comunque, divento un gatto. Precisamente un soriano. –

- Lo sapevo -, esclamò Kara attirando l’attenzione generale, - lo sapevo che saresti diventata un gatto, ho sempre detto che me lo ricordi tantissimo – concluse, abbassando un po’ la voce per non far sapere i fatti loro a metà della scuola.

- Già, l’avevi detto –, riconobbe, - ma quello non è Stephen King? –

Kara seguì il suo sguardo, vedendo il suddetto Tassorosso entrare in Sala Grande con una scatola di cartone contenente decine di prodotti a base di cioccolato e dirigersi verso Drusilla.

- Sembra che la nostra Dru stia per avere una sorpresa. –

 

 

 

 

 

 

*

 

 

 

 

Alya si sforzò di non scoppiare a ridere davanti alla scena che una delle sue migliori amiche si trovava a dover affrontare.

Il loro compagno di Casa sembrava aver svaligiato l’intera Mielandia e deciso di racchiudere tutto in quello scatolone.

- Dru, credo che quella roba sia per te. –

Drusilla si voltò verso il ragazzo, sgranando le iridi castane.

Stephen aveva deposto lo scatolone ai suoi piedi e le si era inginocchiato davanti.

Riusciva chiaramente a sentire le ragazze sospirare e i ragazzi ridacchiare.

- King, si può sapere cosa stai facendo? –

- Cerco di attirare la tua attenzione – replicò, imperturbabile.

- La mia e quella dell’intera scuola, ci guardano tutti. Alzati in piedi. –

- Non finchè non avrai risposto alla mia domanda. –

- Che domanda? –

- Vuoi trascorrere il San Valentino con me? –

Da qualche parte doveva essere gelato l’Inferno perché la risposta che le salì alla bocca era quella che fin dal primo anno aveva sempre giurato di non rivolgere mai a una domanda di quel genere da parte del loro biondo dongiovanni.

Ma, al diavolo, avrebbe sempre potuto giustificare il suo improvviso cambio d’opinione con quella caterva di dolci.

- D’accordo, King, ci vengo ma adesso alzati in piedi – rise.

- Fantastico -, l’assecondò sedendole accanto, - e pensi che possa prendere una parte dei dolci? –

- Adesso non esagerare. –

- Puoi avere lei ma non i dolci, questo sì che è avere chiare le priorità – ridacchiò Alya.

Drusilla le fece l’occhiolino.

- Diciamo solo che potrebbe anche non dispiacermi più di tanto. –

Stephen sgranò gli occhi, preso in contropiede.

A quanto pareva la resistenza della sua nanerottola era in gran parte per partito preso. Si ritrovò a sorridere.

Forse era quello sguardo nei suoi occhi quando lo punzecchiava oppure il sorriso che gli rivolgeva.

A chi importava.

Prima o poi avrebbe sposato Drusilla Selwyn, di questo era più che certo.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Spazio autrice:

Salve!

A tempo di record, ma ero troppo ispirata per lasciar perdere e ho deciso di pubblicare anche questo capitolo.

Avrei una piccola domanda per voi visto che nel prossimo ci sarà San Valentino con annessa uscita a Hogsmeade:

- Avete richieste particolari per il vostro OC?

Per ora è tutto.

Ci sentiamo presto, o almeno spero xD … dipende da quando arriveranno le vostre risposte Al prossimo aggiornamento.

Stay tuned.

XO XO,

Mary

 

 

 

 

   
 
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