Tashigi era davvero soffoccate quando ci si metteva, per questo il ragazzo spesso non rispondeva alle sue chiamate. Era andato via di casa da almeno due anni possibile che ancora soffisse per il distacco?
Sospirò infastidito.Oltretutto da quando era rientrato dal lavoro, e per tutta la durata della doccia e della telefonata, quell'insopportabile rumore lo aveva accompagnatoper tutta la sera, tanto che temette di sentirlo anche nei suoi incubi.
Il rumore era prodotto dai tacchi della sua vicina di casa, che abitava nell'appartamento proprio sopra il suo da un mesetto circa.
L'aveva incontrata solo un paio di volte in ascensore o menttre usciva per andare a fare la spesa. Era una ragazza con i capelli più arancioni che avesse mai visto e, in quel momento, l'avrebbe strozzata molto volentieri.
Era stanco per la faticosa giornata di lavoro in quel maledetto ufficio, gli pulsava maledettamente la testa e aveva un asoluto bisogno di dormire ma dubitava di riuscirci con tutto quel casino. Che poi perchè diavolo dovesse indossare i tacchi in casa propio lui non lo capiva. Oltretutto sembrava che lo facesse apposta a camminare su e giù per la casa. Che diavolo stava facendo alle nove di sera quella pazza?
Il verde esasperato da quel ticchettio, prese le chiavi di casa e uscì per andare a lamentarsi con la fonte dei suoi problemi. Salì la rampa di scale, facendo i gradini tre alla volta e, dopo essere inizialmente andato nella direzione opposta, trovandosi di fronte la vecchia signora Tsuru, alla fine trovò la porta giusta.
Bussò vigorosamente e già che c'era, per ripagarla di tutto il casino che lei stava facendo, suonò il campanello. La sentì avvicinarsi sospettosa e guardare dallo spioncino, prima di decidersi ad aprire.
-Si?-disse lei ma non era certo ciò che il ragazzo aveva immaginato. La ragazza aveva infatti il trucco sbavato quasi come se avesse pianto, la coda di cavallo che le ricaveda molle sulla schiena e l'espressione tra il deluso e l'arrabbiato.
Zoro smise di fissarla e si ricordò il motivo della sua visita . -I tuoi tacchi fanno troppo casino, sembra che a casa tua ci sia un madria di bufali impazziti. Io ho bisogno di dormire.- le disse.
La ragazza lo fissò per qualche secondo prima chiudergli la porta in faccia senza degnarlo nemmeno di una risposta. Zoro sentì nuovamente montargli la voglia di ucciderla e si mise a suonare insistentemente il campanello, deciso a farla pagare a quella mocciosa insolente.
Dopo un minuto circa la rossa si affacciò nuovamente. -Ma insomma si può sapere che diavolo vuoi? Ho già avuto una giornataccia ci manchi solo tu a darmi fastidio con questo accidenti di campanello.-
-Questo non ti autorizza a rompere le palle a me con i tuoi tacchi.- replicò lui irritato. Le sue narici si riempirono all'improvviso del profumo di lasagne appena cotte e di pollo al forno con salsa all'arancia. Ripensando alla sua misera cena il suo appettito si risvegliò e il suo stomaco rumoreggiò, informando anche la sua vicina della sua fame improvvisa.
Quella scoppiò a ridere e Zoro fu felice di essere in grado di dissimulare l'imbarazzo con una espressione impassibile anche se in realtà moriva di vergogna.
-Dai vieni, ti offro la cena per scusarmi.Quel bastardo del mio ragazzo mi ha dato buca di nuovo così prima me la sono presa con te.- disse aprendo di più la porta per invitarlo ad entrare. -Comunque io sono Nami. Spero ti piaccia il sakè, ne avevo giusto comprato un bottiglia per accompagnare la cena.-
Zoro ghignò davanti a quell'inaspettato colpo di fortuna. Era andato lì per attaccare briga e invece aveva ottenuto un invito a cena, alcol ed una bella ragazza a fargli compagnia in una sola sera.