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Autore: cioshua    31/08/2017    0 recensioni
-Harry, guardami. – gli dico alzando un sopracciglio. Lui mi guarda. –Io sono italiana. Tu no. Io sono un’aspirante giornalista. Tu no. Io sono la Styles figa. Tu no. Io posso, tu….no. Mi dispiace, fratello. – concludo.
-Tu hai problemi, io no. – risponde mio fratello ridendo.
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“E fu così che finì. Nessun ultimo abbraccio, quello che dovrebbe consolarti e augurarti buona vita, senza bisogno di dar fiato alla bocca. Nessun tipico ultimo bacio che va a bagnarsi di lacrime. Nessun "comunque sei stato la cosa migliore che mi sia mai capitata.” Niente di niente. Finì lentamente e in modo strano, proprio come era iniziata qualche settimana prima. In realtà neppure io saprei dire com’è andata veramente. Era una faccenda confusa. So solo che alla fine ci ritrovammo a non aver più nulla da dirci alla sera, senza il benché minimo interesse su come era andata la nostra giornata. Probabilmente perchè tanto sapevamo che era sempre la stessa, o almeno questo è quel che volevamo credere. So anche che venne una sera in cui ci ritrovammo in uno sguardo, uno di quelli che da tempo ormai evitavamo, e capimmo che ci eravamo persi. Ma forse era troppo tardi per ritrovarsi di nuovo."
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La mia nuova stanza è poco più grande rispetto a quella che avevo alla Goldsmiths. L’unica pecca è che è situata al piano terra, mentre io adoro le stanze con i balconi, ma in compenso ha una porta che si apre sul cortile interno dell’abitazione: non tanto grande, è arredato con un tavolino bianco in ferro battuto come le sue tre sedie e abbellito da un vaso dove sbucano timidi dei fiori rossi sgargianti. Il giardinetto è separato dalle altre abitazioni e dal resto del campus da una bassa staccionata color mogano.
Ieri sera, quando mia madre e Harry mi hanno lasciata, ho conosciuto tutti i miei nuovi coinquilini: oltre Lola, ci sono Edward, Mandy e Robert. Lola è quella con cui sto stringendo di più, mi ha aiutato molto con il trasloco e anche a pulire e sistemare la mia stanza, è veramente una ragazza dolcissima! Con Edward ho avuto poco tempo per parlarci, dato che ieri sera è scappato per partecipare ad una partita di calcio clandestina nel campetto diroccato alla fine del campus. Mandy è la classica ragazzetta viziata che non appena vede mancarsi le attenzioni diventa verde dalla gelosia, proprio come ieri sera, non appena tutti i ragazzi si sono riuniti curiosi attorno a me. Infine, Robert è senza dubbio il più carismatico, che in qualche modo mi ricorda la figura di Louis, infatti abbiamo già stretto amicizia.
Quando la mia sveglia suona alle 8 del mattino, lo sguardo sonnolento si posa subito sulla cornice che ho sistemato sul mio comodino, una fotografia che ritrae la grande comitiva – Louis, Harry, Alice, Chiara, Niall, Liam e io – ammassati sul divano del soggiorno, tutti abbracciati e sorridenti. Ieri sera ho avuto poco tempo e poca testa per sistemare tutti gli scatoloni e le valigie che ho portato, ho uscito fuori solo l’essenziale… continuerò oggi pomeriggio.
Adesso devo pensare solo a svolgere al meglio il mio test: seleziono un outfit da tipica studentessa universitaria seria (pantaloni neri stretti, stivaletto alto dello stesso colore, camicetta bianca e giacchetta rossa), mi lavo, lo indosso e mi dirigo a passo spedito verso la cucina. Sono le 8:27, ma mi servirà del tempo per trovare il padiglione e l’aula e non posso rischiare di arrivare in ritardo… ho bisogno di fare una buona impressione. Dopo l’espulsione dalla Goldsmiths, non posso permettermi di combinare altri casini… ma di sicuro non cambierò il mio caratterino.
 
Corro per il secondo piano del padiglione B in cerca dell’aula A23, e quando finalmente la trovo sono già le 9 e la porta è chiusa. Busso vigorosamente e apro forte la porto.
-Buongiorno, scusate il ritardo. – esordisco, entrando col fiatone e chiudendomi la porta alle spalle. All’improvviso mi accorgo che dietro la cattedra ancora non c’è il professore, e tutti i ragazzi che prima stavano parlando tra di loro adesso si rimettono ai loro posti. Non ci posso credere che pensano che io sia la professoressa…
-Falso allarme giovani, devo farlo anch’io il test. – dico ridendo e provocando le risate di tutti gli altri studenti mentre prendo posto in un banco libero al centro della quarta fila. Poco dopo di me la porta dell’aula si spalanca e entra un vecchio professore grasso e baffuto, che in silenzio si fa strada verso la cattedra. Poggia la sua borsa sul piano, la apre e ne estrae una cartella. Da questa cartella tira fuori tutti i fascicoli del test che, lentamente, inizia a distribuire banco per banco.
Ci siamo. L’ansia inizia a crescere ma non si può più tornare indietro… adesso bisogna spaccare tutto!
 
                                                     ***
 
Quando, alle 11:40, esco da quell’aula tutta l’ansia e la pressione che avevo addosso automaticamente scivola via e non riesco a fermare il sorriso dipinto sul mio viso. Mi dirigo a passo svelto verso l’uscita del college e una volta fuori finalmente accendo una sigaretta che mi dà la stessa impressione di una boccata d’aria.
-Allora, novellina, com’è andata? – mi domanda una voce dietro di me che inizialmente non riconosco, e quando mi volto mi accorgo che è Robert, anche lui sorridente.
-Credo e spero bene! Parlando per Beni Culturali… per quanto riguarda Economia non credo lo stesso. – rispondo, porgendogli l’accendino quando mette tra le labbra una delle sue sigarette.
-Ottimo, allora bisogna festeggiare. Che ne dici se dopo pranzo ti porto a fare una visita guidata all’interno del campus? – propone ammiccando.
-Non male come idea, anche se in verità avrei dovuto sistemare le mie cose. Che ne dici se lo facciamo nel secondo pomeriggio? Non riesco a vedere tutto quel casino in giro! – ribatto ridendo, lui risponde alla mia risata e si passa le dita tra i capelli castani. Ora che lo guardo meglio, Robert è proprio un bel ragazzo.
-Nessun problema. Adesso vado a lezione, a dopo novellina. – si congeda, dandomi un pugnetto sulla spalla, mentre io gli strizzo l’occhio. Vediamo un po’ di stare al gioco.
Dato che non ho nulla da fare torno all’edificio numero 8 e inizio a sistemare la mia stanza, in modo da avere tutto il pomeriggio libero per girare con Robert. Sul pavimento, oltre le valigie, giacciono gli scatoloni cose da conservare e cose da vaffanculo, che non ho avuto ancora il coraggio di buttare via. Accendo il pc e metto in ripetizione la mia playlist senza fare caso alla prima canzone che parte: Sterling Knight – Hero. Una canzone del film Starstruck, il primo film che ho guardato insieme a Zayn alla Nona. Non intendo cambiarla, quindi proseguo la sistemazione di vestiti e oggetti vari, dato che bisogna andare avanti Simona sarà forte!
…Ma al ritornello ho già gli occhi pieni di lacrime, e sono costretta a cambiare canzone.
 
Passata quasi un’ora, nella stanza entra Lola sorridente. –Hey, ho preparato il cous cous. Ti va di assaggiarlo? – propone, non varcando la soglia della porta.
-Perché no! – rispondo, lasciando sul letto quei pochi vestiti rimasti da ordinare e facendomi strada verso la cucina.
Il resto dei miei coinquilini, ad eccezione di Mandy, sono seduti intorno al tavolo che parlano animatamente, e non appena entro mi fanno tutti una grande festa, interessati a sapere del test.
-Tanto chiasso per una femmina… sembra quasi che non ne abbiate mai vista una! – inizia Mandy quando entra nella stanza, sfoggiando la sua nuova pettinatura bionda ondulata appena sfornata dal parrucchiere.
-Eh già, Mandy, anche tu sembri non averne vista mai una. – rispondo roteando gli occhi e provocando le risate fragorose di Edward, Robert e Lola.
Lei diventa rossa in faccia e scappa via infastidita verso la sua stanza al primo piano. Adesso capirà di non essere una reginetta.
-Comunque, quello di Beni Culturali è andato molto bene. Per Economia non posso dire la stessa cosa ma poco importa… sinceramente preferisco la prima opzione. – continuo a raccontare ai miei coinquilini, prendendo una porzione del cous cous di verdure che ha preparato Lola.
Non appena finisco di mangiare, mi scambio uno sguardo di intesa con Robert e corro nella mia stanza a prepararmi; in verità non metto nulla di speciale, solo un jeans e un maglioncino bordeaux. Robert bussa alla mia porta e la apre leggermente.
-Pronta? – mi dice sorridendo dall’uscio.
-Certo, andiamo. – rispondo, afferro la borsa e il telefono e lo seguo fuori dalla casa.
-Il campus inizialmente sembra immenso. – inizia a parlare, le mani in tasca. -Ma dopo un po’ di tempo ci farai l’abitudine. Beh, certo, resta il fatto che di per sé è grande, ma ti posso dire che io alla fine del primo anno già lo conoscevo tutto. E poi ci sono molti posti tranquilli e carini, anche all’aperto, per studiare o rilassarsi. Ad esempio, a me piace molto il caffè dell’edificio di Scienze Politiche, proprio lì!
Indica un edificio dal lato opposto della stradina che stiamo percorrendo noi, dove al piano terra si fa spazio un piccolo e intimo caffè decorato sui toni del bordeaux e avorio, stile vintage.
-Perché non ci prendiamo qualcosa, allora? – gli propongo, camminando all’indietro verso il caffè. Lui mi sorride, grattandosi la nuca, e insieme ci sediamo in uno dei tavolinetti nel patio del piccolo bar.
Chiedo a Robert di raccontarmi un po’ della sua vita, e lui inizia a parlare dei suoi interessi, dei suoi hobby e delle sue passioni in modo coinvolgente. Oltre ad essere un ragazzo molto carismatico, è anche molto intelligente e impegnato.
-Raccontami qualcosa tu, dai. Come mai sei stata espulsa? – mi domanda, sorseggiando il suo caffè, mentre un poco di quello che stavo bevendo io mi va di traverso. Rifletto un po’ prima di rispondere: è il caso di parlarne con Robert? Alla fin fine sembra un bravo ragazzo…
-Beh, c’è da dire che negli ultimi anni ne ho combinate di tutti i colori alla Goldsmiths, insieme ai miei amici. Per fortuna tutto è sempre stato “dimenticato” grazie al rapporto confidenziale che avevamo instaurato con il rettore, ma… la goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata quando ha scoperto che io e un altro ragazzo siamo scappati di notte e tornati al campus dopo il coprifuoco. – gli racconto, girando il cucchiaino nella tazza per nascondere il nervosismo. –Ci ha detto che ormai non poteva più coprirci, e siamo stati espulsi. – concludo con una risatina amara.
-Wow, mi aspettavo di peggio, su! Non ti buttare giù così. Capita a tutti di sbagliare… l’importante è non farsi scoprire. – ribatte ridendo e confortandomi.
Non è stato uno sbaglio, almeno, la decisione di raccontargli la verità, adesso mi sento molto più a mio agio.
-Sì, effettivamente da questa esperienza ho imparato proprio questo… l’importante è non farsi scoprire!
Mentre continuiamo a chiacchierare e scherzare mi arriva un sms sul cellulare: è Chiara, ma le risponderò appena torno a casa.
-Guardando il lato positivo, qui non c’è coprifuoco. Si può entrare e uscire quando si vuole… quindi, se ti va, stasera potremmo andare tutti insieme a bere qualcosa. È da un po’ che io e Edward cerchiamo di convincere Lola, magari tu ci riesci. – propone in modo spontaneo, cercando la mia approvazione.
 
 
                                                ***
 
 
Sono gia le 22 e l’appuntamento con i ragazzi era alle 21:30.
Bussano fragorosamente alla porta della mia stanza. –Vi volete sbrigare?!
-Un attimo! – rispondo perdendo la pazienza. Certo che questi uomini proprio non sanno aspettare.
Sono riuscita a convincere Lola a uscire insieme a noi, preparandola per l’occasione come non si è mai preparata, tenendo sempre in considerazione che è una semplice uscita e nulla di ché. Indossa un vestitino in maglia grigio con le maniche lunghe e lo scollo a V, poco più alto del ginocchio, e giusto un filo di trucco sugli occhi. D’altro canto, io indosso un vestito in maglia rosso smaniato, più corto di quello di Lola, con le spalle coperte da un bomber nero, collant neri e parigine dello stesso colore.
-Guardaci, siamo due bambole! – le dico, facendole fare una piroetta davanti lo specchio.
-Senza dubbio, e menomale che era una semplice uscita e nulla di ché… - ribatte lei, con una nota sarcastica.
Quando finalmente usciamo dalla mia stanza, i ragazzi ci aspettano seduti sul divano del soggiorno e balzano in piedi non appena ci vedono.
-Incredibile. – sentenzia Edward, passando in rassegna prima Lola e dopo me, e poi ancora una volta me e poi Lola.
Io rispondo con una faccia altamente soddisfatta e finalmente ci incamminiamo fuori dal college verso un locale nei pressi di Bloomsbury dove i ragazzi sono soliti andare. A dire la verità, negli anni questo locale si è caratterizzato come prettamente universitario, il ché salta subito all’occhio non appena si entra dentro: più giovani e meno giovani, sì, ma sempre nostri coetanei; dall’intellettuale con il calice di vino rosso e il golfino verde della nonna, al rockettaro con il giubbotto di pelle, i jeans strappati e la birra da 66 cl in bottiglia. Noi ragazze prendiamo posto vicino al bancone, sedendoci sugli sgabelli in pelle rossa, mentre i ragazzi cercano di fare i fighi stando in piedi e facendo finta di corteggiarci.
-Oggi il professor Tall ha fatto un volo incredibile davanti tutta la classe di Chimica. Se ne parlerà fino al prossimo anno, come minimo. – racconta Lola, dopo aver ordinato la sua birra rossa alla spina.
Da qui inizia una discussione su quale fosse la scena più o meno memorabile che abbiamo vissuto durante i nostri anni di college, e chiaramente io non posso che tirare fuori il mio repertorio, perché penso che tutto quello che ho visto in tre anni alla Goldsmiths nessuno lo abbia mai visto. Mentre racconto con enfasi una delle mie storie, mi sento bussare su una spalla.
-Dunque esci in giro per la movida di Londra senza dire niente a tuo fratello? – dice Harry dietro di me, con Alice al suo fianco, entrambi che sorridono. Io per tutta risposta salto dallo sgabello e li abbraccio come se non li vedessi da una vita. Quando ci abiti insieme dopo un po’ diventano rompicoglioni, ma una cosa è certa: la loro mancanza si sente, anche se si tratta di un solo giorno.
-E voi invece che ci fate qui? – gli domando, staccandomi finalmente e tornando a sedere, poi li presento ai miei nuovi coinquilini.
-Ma mica siamo solo noi. – risponde Alice, facendo cenno verso l’entrata del locale. Da quella parte, che si fanno strada in mezzo ai tavolini, scorgo i visi di Niall, Louis e Chiara che ci raggiungono. Ognuno di loro prende uno sgabello, fino a formare un cerchio. Io mi allontano un attimo con Alice per andare verso il bagno, quando all’improvviso…
-Alice, c’è Zayn. – le dico, fermandoci di botto e afferrandole il braccio. Dritto davanti a me in un tavolo siede Zayn insieme ad altri ragazzi mai visti prima. Inizio ad avere la tachicardia e il respiro si fa affannato.
-Ma dove? Non lo vedo, dove?! – inizia Alice, socchiudendo gli occhi per scrutare meglio intorno a sé. Dimenticavo che lei è quella cieca del gruppo.
Anche Zayn si accorge di noi e ha la stessa reazione: entrambi ci guardiamo negli occhi, immobili, per un lunghissimo minuto.
-Andiamo, Simona. – mi riporta alla realtà la voce di Alice, che mi guida verso il bagno. –Non ne vale la pena.
 
 
 
                                                ***
 
 
 
S:“Però lo hai visto come mi guardava, era sconvolto, tipo colto in fragranza.”
A:“Si dice colto in flagrante…”
Una volta tornata a casa, inizia una conferenza telefonica tra me, Chiara e Alice, con la partecipazione di Lola che mi tiene la mano mentre siamo sedute sul mio letto.
C:”E ho capito, ma non significa nulla. Ti ha mentito, anzi ha mentito a tutti! È rimasto a Londra dei giorni in più e non ne sapevamo nulla. Per questo si sentiva colto in fragranza.”
A:”FLAGRANTE!”
L:”E perché mai avrebbe dovuto mentire?”
Piccolo inciso: ho raccontato a Lola tutta la vera storia per intero, in modo tale che potesse seguire la conversazione e capirne di più. E anche perché mi ha vista depressa e io non so mentire.
S:”Qui c’è qualcosa di strano sotto… ma il punto è: come facciamo a scoprirlo?”
A:”Vuoi veramente scoprirlo? Dopo la scommessa?”
C:”Sì in effetti è un tasto un po’ delicato, secondo me dovresti…”
S:”Chiara tu non parlare perché è tutta colpa tua!”
C:”Ecco, è sempre colpa mia! Ma che c’entro?”
A:”Non litigate! Non è il momento. Di sicuro dobbiamo dare la colpa dei nostri sbagli a qualcun altro, ma quel qualcun altro non è Chiara per stavolta.”
L:”Secondo me una di voi due dovrebbe parlare con… Uhm, come si chiama? Ah, Liam. Dato che dovrebbe essere il suo migliore amico, saprà qualcosa in più rispetto agli altri, o sbaglio?”
S:”Geniale.”
C:”Sì, concordo.”
A:”Mi piace come idea. La prescelta è Chiara.”
C:”Io? Ma perché sempre io?!”
S:”E’ stata tua l’idea della scommessa! Quindi ora aggiusti la situazione.”
A:”Ti ho detto di non scaricare la colpa su Chiara!”
C:”Se è per questo tu non hai fatto niente per aiutarmi con Niall!”
A:”SIETE PESANTI!”
 
 

To be continued…

  
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