Serie TV > Il Trono di Spade/Game of Thrones
Segui la storia  |       
Autore: Vanessa1995    07/09/2017    0 recensioni
Subito dopo essere scappato con Lyanna, Rhaegar scopre che Elia aspetta un bambino, e decide di tornare dalla moglie. Lyanna allora sposa Robert come previsto. Vent'anni , Rhaegar, nel tentativo di riconciliarsi con Robert, decide di organizzare un fidanzamento tra Jon, il primogenito di Lyanna e Robert, e sua figlia la principessa Visenya.
Quello che nessuno può immaginare è che due grossi segreti sono stati celati.
Genere: Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Elia Martell, Jon Snow, Lyanna Stark, Rhaegar Targaryen, Un po' tutti
Note: Movieverse, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Alla principessa Rhaenys piaceva la corte reale, però non poteva negare di preferirle la tranquillità di Capo Tempesta. Senza contare che, per i suoi gusti, il castello dov'era cresciuta appariva troppo sfarzoso e amava decisamente di più la semplicità della casa del marito.

La principessa stava seduta su un divanetto di colore rosso rubino, che si trovava accanto ad un tavolino di legno, e teneva tra le braccia il figlio Daemon. Il neonato succhiava avidamente dal suo seno, tenendo gli occhi azzurri puntati sulla pelle olivastra della madre. Questa sorrise dolcemente al piccolo e gli accarezzò il capo celato dalla copertina gialla con cui la creatura era avvolta.

«Hai fame, vero?» doveva aver quasi finito di mangiare e a lei l'idea dispiaceva un po'. 

In quel momento si sentì bussare alla porta e la bruna si voltò perplessa.

«Chi è?» chiese staccando il figlio dal seno e sistemando il corpetto sotto al vestito, coprendosi.

«Sono Renly» si drizzò in piedi e aprì la porta, maledicendosi per non averci pensato prima che potesse trattarsi di suo marito.

Davanti a lei apparve un uomo affascinante dai capelli corti di colore nero e gli occhi azzurri tipici dei Baratheon. Ricordava che la prima volta che vide Renly rimase colpita dalla sua bellezza e pensò che sarebbe stata felice con lui, ma ben presto scoprì che non l'avrebbe mai amata: il suo cuore apparteneva già a Loras Tyrell. Non a una donna, che magari sarebbe riuscita alla fine fargli dimenticare, ma bensì ad un uomo. Naturalmente aveva sentito le voci sulla presunta omosessualità del futuro marito, eppure non aveva voluto crederci, illudendosi che fossero solo maldicenze.

«C'è qualcosa che non va?»

L’uomo non veniva mai da lei la sera, e sospettava che la passasse in compagnia del suo amante. Le aveva detto che, se voleva, poteva farsi pure lei un amante, ma Rhaenys non intendeva farlo. In ogni caso non aveva ancora trovato una persona d'amare e che fosse adatta a lei. Senza contare che, se fosse saltata fuori l’esistenza di un suo amante, rischiava di aumentare le voci sull’omosessualità del marito e incoraggiare quelle che volevano che il figlio non fosse davvero suo.

«Robert» le rispose mestamente.

La donna tirò un sospiro. Tra Renly e suo fratello non correva proprio buon sangue per colpa dei pettegolezzi, suo cognato sembrava proprio non tollerare in anzi tutto che suo fratello non fosse amante delle donne e del vino quanto lui.

«Cos'è successo stavolta?» domandò preoccupata, spostandosi per lasciarlo entrare in camera.

Suo marito varcò la soglia e, una volta dentro, la bruna chiuse la porta.

«Vuole organizzare un fidanzamento tra Cassana e Loras» spiegò sedendosi sul letto e nascondendo il volto tra le mani. Prima o poi, Loras avrebbe dovuto sposarsi in ogni caso, ma l'idea che fosse proprio con sua nipote faceva particolarmente male a Renly.

Sua moglie adagiò il figlio, che nel frattempo si era addormentato, nella sua culla. Questa aveva delle tende di colore giallo zaffiro e le coperte con cui coprì il neonato erano color grigio ferro.

«Mi dispiace» non sapeva bene cosa dire e temeva che qualunque parola che avrebbe pronunciato sarebbe risultata sbagliata.

Si avvicinò al letto e, con cautela, si sedette accanto al coniuge che non aveva alzato il viso dalle mani.

«Non avrei mai pensato che avrebbe scelto di fargli sposare proprio mia nipote» disse voltandosi verso di lei. Si sorprese nel vedere che i suoi occhi erano normali e non rossi e umidi per il pianto come invece si aspettava.

«Magari i Tyrell non accetteranno» suppose titubante. Robert poteva aver promesso loro una bella dote e, se Jon avesse sposato sua sorella, quell'unione ai loro occhi poteva apparire ancora più conveniente.

«So che stavano organizzando un'unione tra Willas è Sansa Stark, ma per quanto ne so non avevano alcun progetto per Loras» disse passandosi una mano tra i capelli con aria rassegnata.

L'altra gli posò una mano sulla spalla, in un gesto che avrebbe voluto essere consolatore, e sul suo volto apparve un sorriso forzato.

«Vedrai che si risolverà tutto» commentò dolcemente. 

Rimase quasi a bocca aperta quando l’abbracciò con trasporto e, dopo un attimo di esitazione, gli accarezzò la schiena, seppure piano e con aria incerta dipinta sul viso. Lo amava da cinque anni, però confessarglielo non avrebbe mutato la loro esitazione.

«Posso dormire con te?» aveva la voce supplichevole di un bambino.

Lei si intenerì dinanzi ai suoi occhi da cucciolo bastonato e annuì piano.

Dormirono abbracciati: Renly tenne tutta la notte la testa poggiata sul suo petto e Rhaenys tenne un braccio avvolto attorno al suo corpo e gli diede pure un bacio sul capo. Il suo gesto poteva apparire semplicemente materno, eppure in realtà era un bacio che esprimeva tutto il suo amore represso e che il coniuge non avrebbe mai ricambiato.

 

 

Il giorno dopo

 

Come ogni mattina, la famiglia reale si sedette a tavola per consumare la colazione.

Quel giorno c’erano anche Rhaenys, seduta vicino alla madre Elia, e suo marito, che aveva preso posto dinanzi a lei, accanto al principe Aemon. La principessa non poté fare a meno di notare l'espressione triste sul volto della sorella minore.

«Cos'è successo, Visenya? Hai una faccia terribile» notò preoccupata, non riuscendo a trattenersi.

Invece di risponderle, l'altra si drizzò in piedi e corse fuori dalla stanza.

«Visenya! Visenya, torna subito qui!» sua madre, che tendeva sempre a giustificarla, questa volta appariva proprio arrabbiata.

La ventenne non l’ascoltò e uscì fuori dalla stanza sbattendo la porta dietro di sé, sotto lo sguardo stupefatto della sorella maggiore che si voltò confusa verso sua madre.

«Si può sapere cos'è successo?» chiese. Elia sembrava decisamente provata e si mosse a disagio sulla sedia. Non le rispose e si girò verso il re seduto a capotavola.

«Visto cos'hai ottenuto? Si può sapere cosa ti è preso?» domandò la Martell fulminando con lo sguardo il Targaryen, che la fissò con un'espressione impassibile sul volto. Il resto dei presenti taceva e avevano smesso tutti di mangiare.

«Prima vuoi che sposi Jon e poi senza una valida spiegazione annulli le nozze» aggiunse e Rhaenys intuì che fosse proprio quello il motivo per cui Visenya doveva essere tanto giù di morale e un po' arrabbiata.

«Ho i miei buoni motivi, e poi sarà felice al Nord» esclamò. «Un giorno diventerà anche regina» continuò con tono fiero.

«Credi davvero che la corona del Nord compenserà la perdita dell’uomo che ama?» il tono di Elia era freddo quanto il ghiaccio e, se gli sguardi potessero uccidere, Rhaenys sospettava che suo padre sarebbe morto.

Dopo quanto accaduto tra i Targaryen e gli Stark, suo padre, per cercare di sistemare le cose del tutto con quella casata a cui aveva "rapito" e forse disonorato una figlia, aveva concesso l'indipendenza al Nord nominando Eddard Stark re. Il lupo, che aveva da poco perso il fratello maggiore, non si sarebbe mai aspettato una cosa del genere e, dopo un’iniziale titubanza, spinto anche dai lord del Nord, accettò il titolo.

La mente della giovane tornò indietro nel tempo, a quando sua sorella ricevette una magnifica bambola in regalo da ser Arthur Dayne e sua madre non la prese proprio bene, stranamente. 

 

Diciassette anni prima

 

Quel giorno cadeva il terzo compleanno della secondogenita femmina di Rhaegar Targaryen e sua moglie Elia Martell.

Per l'occasione Rhaegar e la sua consorte avevano organizzato un piccolo tavolo imbandito in un punto del giardino del castello, e solo loro e gli altri due figli avevano preso parte ai festeggiamenti.

La loro figlia maggiore aveva solo sette anni, però aveva già capito una cosa importante: Visenya era la preferita e non lei.

La piccola, a cui gli Dei avevano fatto dono dell'aspetto tipico dei Martell e degli occhi viola dei Targaryen, secondo lo zio Doran assomigliava tanto ad Elia da bambina e zio Oberyn concordava con lui. Rhaenys si chiedeva se fosse solo la gelosia, come le aveva detto la sua septa, a farle pensare che tutti le preferivano la sorellina.

Dopo il banchetto il padre dovette andarsene suo malgrado per presenziare a qualche riunione al posto di suo nonno, il re, che non stava bene. Allora loro lasciarono il tavolino di legno per sedersi su una grande coperta di colore rosso rubino con ricamato sopra il drago a tre teste della loro casata, in mezzo ai fiori colorati e profumati che si trovavano tra l'erba verde.

Sua madre sistemò Visenya tra le sue gambe lasciando che la piccola si poggiasse contro il suo petto e la sua pancia con la schiena. Gli altri due principi si accomodarono alla destra e sinistra di Elia. 

Aiutarono la bimba ad aprire i suoi regali e Aegon storceva il naso ogni volta che il regalo si rivelava essere una bambola o un vestito.

Qualche minuto dopo aprirono l'ultimo dono, quello da parte zio Doran e zio Oberyn, ovvero una collanina d'argento con un ciondolo d'oro a forma di sole, simbolo della casa Martell. Pensarono che fosse finita, tuttavia, quando la Martell fece per alzarsi in piedi stringendo a sé la figlia più piccola, ser Arthur si avvicinò a loro con in mano una scatola di legno dalla forma rettangolare. Elia lo fissò sorpresa e si drizzò in piedi. Il cavaliere allungò la scatola, che era tenuta chiusa da un fiocco di colore rosso, e la principessina la prese in mano e tirò un pezzo del drappo di seta sotto lo sguardo indecifrabile della madre, che continuava a guardare l'uomo con aria quasi infastidita. Il dono si rivelò essere una bambola: indossava un vestitino di colore azzurro e aveva degli insoliti occhi viola. Appariva graziosa, con la testa proporzionata al resto del lungo corpo sottile come anche le braccia e le gambe.

«Bambola» la dolce voce della bimba parve riportare Elia alla realtà. Sbatté le palpebre come se si fosse svegliata da un sogno ad occhi aperti e il suo sguardo cadde sulla bambola. La prese in mano e iniziò a rigirarsela tra le mani,fissandola attentamente.

«Grazie, ma sarebbe meglio che voi evitaste in futuro » il suo tono freddo sorprese la figlia maggiore e sul volto del cavaliere apparve un’espressione stupita e ferita allo stesso tempo. Senza dire una parola se ne andò lasciandoli lì da soli.

 

Oggi

 

Persa nel suo ricordo di infanzia, Rhaenys non si era nemmeno accorta che sua madre avesse lasciato velocemente la stanza sbattendosi la porta alle spalle scocciata.

"Come mai aveva reagito in quel modo?" Se lo chiedeva da diciassette anni e ancora non aveva trovato una risposta a quella domanda. Però c'era una persona che magari poteva spiegarglielo, quindi si alzò in piedi con l'intenzione di andarla a cercare.

«Mi è venuta in mente una cosa, scusate» senza ulteriori spiegazioni abbandonò la sala sotto gli sguardi confusi dei presenti, soprattutto quello di suo marito

 

Trovò la persona che stava cercando nel campo di allenamento nel giardino del castello.

Arthur Dayne era invecchiato e trai suoi capelli era presente qualche ciocca bianca mentre sul suo viso poteva vedere qualche ruga. Si trovava in piedi accanto allo steccato del recinto rettangolare che circondava il campo e si stava asciugando il sudore della fronte e del viso. Altri uomini erano intendi ad allenarsi con l'arco o dei fantocci.

«Ser Arthur» una voce femminile, che la principessa conosceva bene, chiamò il membro della Guardia Reale.

L’uomo si voltò verso Visenya: la giovane aveva ancora gli occhi rossi però aveva già smesso di piangere e si trovava dall'altra parte del campo in piedi dietro alla staccionata.

"Non mi ha visto" constatò mentalmente Rhaenys mentre vedeva Arthur raggiungere la sorella.

I due si misero a parlare, ma la Baratheon era troppo lontana per capire di cosa. Aveva sentito delle voci secondo le quali la sua sorellina fosse un po' troppo intima con il cavaliere e alcuni parlavano addirittura di una lezione... Eppure la possibilità che la Targaryen non fosse più vergine non pareva scoraggiare possibili pretendenti. Da parte sua, la donna e i suoi genitori non ci credevano, sebbene le voci fossero insistenti.

"Devo ammettere che paiono proprio amichevoli" commentò guardando contrariata Dayne accarezzare una guancia alla bruna che gli sorrise di rimando. Decise di andarsene, intuendo che fosse meglio rimandare a dopo la sua chiacchierata con Arthur. "Ho aspettato diciassette anni e penso di poter aspettare ancora un po'." Se ne andò lasciando i due da soli, credendo che Visenya avesse bisogno di affetto in quel momento.

 

   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Il Trono di Spade/Game of Thrones / Vai alla pagina dell'autore: Vanessa1995