Libri > Percy Jackson
Segui la storia  |       
Autore: cereal_killeeeeer    09/09/2017    0 recensioni
Percy era un ragazzo come tutti gli altri: mangiava, dormiva, giocava con gli amici, e usciva di casa per andare a combattere i mostri tornati dal Tartaro per uccidere i semidei. Quel giorno pensava sarebbe stato come quelli passati, ma non sapeva invece che il Fato gli riservava delle sorprese, e che avrebbe incontrato persone cui non si era nemmeno mai sognato l'esistenza, insieme ai suoi due migliori amici e la solita maglietta viola del campo.
Genere: Avventura, Fantasy, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Altro personaggio, Nuova generazione di Semidei, Nuovo personaggio, Percy Jackson, Quasi tutti
Note: Otherverse, Raccolta | Avvertimenti: Incompiuta
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

3. ACCETTIAMO UN PASSAGGIO DA UNA SCONOSCIUTA

    La voce di una ragazza che ordinava di andare più in fretta mi fece risvegliare dal mio sonno. Tentai di alzarmi «Dove…?»

    Se non fosse stato per il mio amico che mi rimise subito giù probabilmente sarei svenuto di nuovo. «Shh, siamo al sicuro per adesso…» mi consolò lui.

    Gli chiesi di passarmi la borraccia che tenevo nella mia borsa e lo fece. Poi mi versai dell’acqua sul viso prima di bere e subito venni pervaso dalla freschezza e dalla soddisfazione, come se in un bagno pubblico fosse appena stata aperta la finestra. 

    Massaggiandomi le tempie gli chiesi dove fossimo, e come risposta ricevetti «C’è questa ragazza, mi ha aiutato a medicarvi, e adesso ci sta portando al campo»

    «E Hazel? Che è successo prima? Perché ero svenuto? Dove siamo ora? Dove- dove stiamo andando? Perché-»

    «Amico, datti una calmata» mi zittì con un mezzo sorriso sul viso «Hazel non è nelle migliori condizioni, è stata morsa sulla gamba ed è piuttosto grave. È collassata subito dopo di te, e ancora non si è risvegliata. Perde molto sangue. Entrambi avete perso i sensi per un po’, a causa del veleno di quella dannata empusa che avevate sul corpo»

    «Ah…» diedi come risposta. Fissai il cielo davanti a me, di una sfumatura che andava dal porpora all’arancione, mentre mi veniva la pelle d’oca per il freddo. «Scusa amico. Non sono riuscita a salvare Hazel in tempo… È tutta colpa mia…»

    Lui si porse in avanti per dar da bere alla sua ragazza «Non importa, davvero. Sono io in principio che vi ho lasciati»

    «No Frank-»

    «In ogni caso» aveva una faccia distrutta. Per cosa? Il rimorso? Per non essere stato con noi mentre combattevamo? No, io ero presente, e io ero l’unico colpevole «sono grato agli dei che anche tu sia vivo. Davvero» Mi sorrise, tentando di metterci un po’ di entusiasmo, e lo ringraziai ricambiando lo stesso sguardo. 

    «Hai trovato altri semidei in giro?» chiesi per cambiare argomento «Torniamo indietro e abbandoniamo la missione segreta?»

    Frank fissò il nulla sotto di lui, e dopo alcuni istanti i suoi occhi lucidi incontrarono i miei «Sai, non ne ero tanto convinto all’inizio. Era una missione suicida questa. Hazel potrebbe anche non farcela, ed è per questo che dobbiamo tornare» si rivolse a me con voce tremante  «Ma sono contento di essere riuscito a trovare la forza di cambiare anche solo di un minimo queste nostre vite. Non facciamo altro che prendere ordini ovunque andiamo… I- Insomma sì… sono contento di quel che abbiamo fatto…»

    Dal tono in cui lo disse era veramente sincero, talmente tanto da vergognarsene. Ma lo capivo, e concordavo con lui.

    Restammo in silenzio per un po’, finché Frank non realizzò che gli avevo fatto una domanda «Oh, sì scusa. No, non c’era nessun semidio…»

    Non ne ero convintissimo, la sua voce tremava in un modo insolito e sudava, ma alla fine li presi come segni di shock per Hazel «Quindi quei mostri stavano lì per caso?»

    La stessa voce di una ragazza si levò dalle spalle del mio amico «No, li stavo attirando io. Grazie per averli affrontati al posto mio, anche se sarei riuscita a batterli da sola»

    ‘’Già, lo vedo quanto sei grata…’’ Mi alzai faticosamente su un gomito per guardarla meglio «Mi hanno insegnato a non salire sulle macchine degli sconosciuti. Fortunatamente non vale per i carri»

    Stavo per ringraziarla comunque quando lei si girò. Era la stessa ragazza che mi aveva salvato prima, i capelli biondi legati in una coda fatta in fretta, indossava una maglietta arancione con scritto CHB, dei semplici jeans e gli occhi grigi che presero totalmente tutta la mia attenzione «Puoi sempre farti buttare giù con un calcio, farai un bel viaggetto, poco divertente e sicuramente l’ultimo»

    «No, grazie rifiuto l’offerta» dissi in fretta «Direi che l’idea è allettante, ma sai, mi piace anche stare qui bello sdraiato»

    Lei sbuffò e si rigirò «Io sto tornando al campo. Non vi ho mai visti là, ma sembra ci siate già stati. Devo lasciarvi in un posto preciso o venite con me?»

    Io e il mio amico ci fissammo, senza staccarci gli occhi di dosso nemmeno un istante, e all’unisono sussurrammo «Per Hazel»

    Poi mi rivolsi nuovamente alla ragazza bionda, e con un groppo alla gola le dissi «Veniamo con te…»

    Lei si limitò ad annuire, poi la sentii di nuovo ordinare ai pegasi che trainavano la biga di fare più in fretta. «Stiamo facendo il possibile, ragazza!» udii come risposta.

    Rivolsi un’ultimo sguardo alla mia amica che a malapena viveva ancora. Mi maledissi per tutto ciò che era successo. Era tutta colpa mia se eravamo ridotti in quello stato, non avremmo rischiato più di così tanto se non avessi mandato me e i miei amici in quella stupida ‘missione’. Infondo, forse quelli di Nuova Roma avevano proprio ragione… Io ero solo un bastone fra le ruote. Non facevo niente di buono e mettevo in pericolo tutti.

    Ripetei a me stesso «Torniamo al campo…» deglutendo difficilmente. Sospirando, pensai a quanto fossi dispiaciuto: non per la ‘missione’ interrotta in quel modo e finita male, bensì per quanto fosse complicato per i miei amici sopportare uno come me. Anzi, meritavo davvero di chiamarli amici? Non che il problema fosse la loro lealtà nei miei confronti, anzi, erano perfetti così come erano. Un idiota come me meritava davvero qualcuno da chiamare amico?

    Vidi Frank appoggiarsi sulla sua borsa, con gli occhi chiusi e il viso stanco e triste, pronto a riposarsi.

    ‘’Scusami amico…’’

    Forse non era il massimo lasciare che una sconosciuta ci portasse chissà dove, ma preferii fare come Frank e chiudere gli occhi, perché con il morale così basso non sarei riuscito a fare niente, nemmeno se la ragazza mi avesse portato in una prigione in mezzo al nulla. Presi una boccata d’aria e mi preparai ad addormentarmi, con la voce della ragazza bionda che mi accompagnava verso il sonno mentre sussurrava «Blackjack, al Campo Mezzosangue…»

   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Percy Jackson / Vai alla pagina dell'autore: cereal_killeeeeer