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Autore: lagertha95    09/09/2017    1 recensioni
Sono passati 10 anni dalla fine della Seconda Guerra Magica.
Hermione e Draco hanno vissuto felici, in una Londra ormai in pace, ma adesso qualcosa è cambiato.
Cos'è successo di così grave da portare Draco ad allontanarsi?
Hermione riuscirà a mettere da parte tutto l'orgoglio grifondoro che la contraddistingue?
In un viaggio che la porterà a ripercorrere luoghi del passato, Hermione riscoprirà se stessa e in mezzo ai ricordi prenderà coscienza di cose che fino ad ora le erano risultate invisibili.
Dal testo:
“Dove andrai?” mi chiede.
Non lo so, non ancora. Forse dovrei iniziare da dove tutto è cominciato…
“Hogwarts”.
Genere: Erotico, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio, Draco Malfoy, Ginny Weasley, Harry Potter, Hermione Granger | Coppie: Draco/Hermione
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
Capitoli:
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Salve a tutti/e!
Ecco qui un nuovo capitolo, che spero tanto vi piaccia! :)
Come vi sembra la caratterizzazione dei vari personaggi? Ci può stare o pensate che sia troppo OOC? E il rapporto tra Hermione e Narcissa, vi sembra verosimile oppure no? 
Fatemi sapere che ne pensate, se vi va, che mi farebbe molto piacere ^-^
In ogni caso, vorrei ringraziare tutti voi che Preferite/seguite/ricordate la mia storia e anche tutti voi che leggete silenziosamente: siete fondamentali! *-*
Adesso vi lascio alla lettura, 
A presto, spero.
Baci, Lagherta :*

P.S: dal prossimo capitolo introdurrò il punto di vista di Draco. Vorrei che mi faceste sapere se vi piace questa idea, oppure no. E nell'eventualità che vi piacesse, vorrei mi faceste capire se sarà verosimile o meno, visto che non sono certa di saper descrivere le cose dal punto di vista di un maschio. T-T 
I capitoli dal punto di vista di Draco saranno contrassegnati da Draco's POV, mentre quelli dal punto di vista di Hermione non saranno contrassegnati da niente. In ogni caso penso proprio di alternare capitoli interi, quindi sarà abbastanza facile distinguere le due visioni ^-^

P.P.S: probabilmente tra un paio di capitoli, dovrò cambiare il rating da giallo ad arancione. tenterò di restare nei limiti che l'arancione prevede, ma se non ci riuscissi e fossi obbligata ad alzarlo ancora, vi prego, non cruciatemi. Prometto comunque di fare il possibile per permettere a chiunque stia leggendo la mia storia di continuare a farlo e di non essere obbligato/a ad abbandonarlo perchè non maggiorenne. :)

 
* * *


La McGranitt ha predisposto una passaporta che mi avrebbe portato a Barcellona senza che neanche glielo chiedessi.
Ho salutato i miei vecchi professori e Neville e sono partita, attaccata a quella spilla a forma di Mimbulus Mibletonia (offerta gentilmente da Neville). 
Sono atterrata in un angolo un po' riservato del Parco di Montjuic, uno dei luoghi che a Barcellona ho preferito. È un parco sopraelevato, dove al tempo di Franco il Castello era stato adibito a carcere.

Fin dalla prima volta che ci sono stata, Barcellona mi ha subito conquistata. È una città caotica, rumorosa e piena di odori (alcuni piacevoli, altri molto molto meno) e ho riso come una matta alla vista del mio perfetto principino serpeverde che storgeva il naso di fronte a tutto quel casino. Io avevo cercato di convincere Draco ad alloggiare nel Barrìo Gotico, la parte antica della città, ma non c'era stato verso: lui aveva voluto in tutti i modi affittare un enorme (e stra-lussuoso) appartamento nel Quartiere del Porto Olimpico. Io avevo sbuffato contrariata, ma visto che avevo già vinto la battaglia sulla meta (lui avrebbe preferito un resort all-inclusive e ultra-lusso in qualche isola caraibica), mi ero adeguata al suo modo di viaggiare. Non avevo però resistito a trascinarlo in giro per la città, facendolo arrancare per le ripide salite che portano a Montjuic e a Parc Guell, macinando kilometri su kilometri lungo le Ramblas, la Avinguda Diagonal o la Barceloneta. Lo avevo portato alla Bouqueria, dove mi ero divertita a vederlo evitare mercanti babbani un po' invadenti, e nel Raval, dove era uscito il suo lato protettivo visto che è un quartiere un po' degradato (che però mantiene decisamente il suo fascino). Era stato un viaggio che ci aveva toccato, ecco.

Scendo a piedi da Montjuic, godendomi il sole spagnolo che mi brucia la faccia e quando arrivo ai piedi della collina, mi dirigo alla prima fermata della metro. Compro il biglietto e monto sulla metro. Linea verde fino a Plaza Catalunya dopodichè esco dalla metropolitana (che paradossalmente, pur essendo londinese, odio con tutta me stessa) e a piedi percorro tutte le Ramblas e un pezzo di Barceloneta, fino a raggiungere il Porto Olimpico. Con il naso per aria, osservo i palazzi e trovo quello dove abbiamo alloggiato io e Draco, 6 anni fa.

È bello ricordare come eravamo giovani ed entusiasti, a quell'epoca. Pronti a metterci in gioco, contro tutti e tutto, avevamo annunciato di stare insieme circa un anno prima. Avevamo iniziato a frequentarci più o meno all'inizio dell'ultimo anno e avevamo continuato a frequentarci fuori, una volta terminata la scuola. Avevamo mantenuto il tutto segreto, non pronti ad esporci alle malelingue del mondo, dato che ci eravamo da poco ripresi da tutti gli eventi della guerra. Per due anni, fuori da Hogwarts, avevamo mantenuto il massimo riserbo sulla nostra relazione: nessuno dei nostri amici, né dei familiari sapeva niente. Eravamo andati insieme in Australia, a cercare i miei genitori per restituire loro la memoria, ma avevo fallito ed eravamo tornati a Londra. Poco tempo prima Draco mi aveva presentata a sua madre, che (inaspettatamente) mi aveva accolta come una figlia. Due anni di relazione segreta erano passati, tra il cercare un lavoro e altre faccende e alla fine avevamo deciso di averne abbastanza.
Era ottobre, quando Barcellona è meno turistica e più catalana. Faceva ancora caldo, ma non era soffocante come agosto ed avevamo deciso che un po' di mare e di sole, che a Londra sono un miraggio anche nei mesi estivi, ci avrebbe fatto bene. Con uno zaino in spalla io e una valigia di pelle lui (sia mai che i suoi regali abiti fossero stipati in un bagaglio plebeo) avevamo adibito una passaporta e ci eravamo ritrovati in meno di un attimo nell'appartamento che avevamo affittato.

Suono al portone, dove ovviamente c'è un portiere che molto gentilmente mi apre e mi chiede (in un inglese perfetto) se cerco qualcuno in particolare. Gli dico di sì e gli descrivo Draco.
Dispiaciuto mi dice che il signore in questione se n'è andato qualche giorno prima. 

Lo ringrazio e decido che ormai che sono qua, approfitterò della camera che ho prenotato (e pagato) per ripercorrere una specie di viale dei ricordi e per ripassare quel poco di spagnolo che ho imparato 6 anni fa.
Questa volta, essendo da sola, ho prenotato una camera in un hotel sulla Barceloneta, poco costoso e decisamente più adatto a me. Poso le valigie e esco per fare un giro per questa città così tanto importante per noi. 

Senza quasi accorgermene, mi dirigo verso il Palau de la Mùsica Catalana. 
Mi ricordo che era stato l'unico posto che Draco aveva insistito per visitare. Il resto gli era più o meno indifferente, cioè non gli importava più di tanto di cosa avremmo visto: l'importante era stare insieme. Ma il Palau era stato definito una “tappa imprescindibile”. Io avevo sorriso e lo avevo accontentato. Avevo imparato quanto Draco fosse legato alla musica, in particolare all'opera¹ e ai concerti di pianoforte, nell'anno di frequentazione in cui ci eravamo imposti di condividere le proprie passioni con l'altro. Ci eravamo scoperti, non senza esserne sorpresi, perfettamente compatibili. 

Lui andava matto per l'opera e adorava portarmi a teatro ogni volta che poteva, nel palco privato dei Malfoy alla Royal Opera House. Mi aveva insegnato ad apprezzarla, nonostante le prime volte per me fosse difficile capire cosa cantassero gli attori, e alla fine mi aveva trasformata in un'esperta. 
Io, dal canto mio, gli avevo trasmesso l'amore per il cinema². Avevo sempre adorato i film, soprattutto quelli d'autore. Per intenderci, registi come Scorsese, Loach, Tarantino, Coppola, Kurosawa, Hitchcock, Kubrick e altri che non sto ad elencare, occupano un posto nel mio cuore.
Ovviamente, entrando a Hogwarts avevo dovuto mettere da parte questa mia passione, visto che la tecnologia e il mondo magico decisamente non vanno d'accordo. Quando però, completati gli studi, ero potuta tornare a vivere nella Londra babbana (pur non uscendo dal mondo magico) un televisore, un lettore DVD, un videoregistratore (che avevo scovato in un negozietto vintage in Portobello Road) e un impianto stereo dotato di giradischi erano stati i miei primi acquisti. D'altra parte, i soldi non mi mancavano, visto che il conto in banca che mi avevano intestato i miei genitori fruttava bene e che non avevo necessità di acquistare una casa: non essendo sicura di riuscire a rendere la memoria ai miei, avevo intestato la casa a mio nome, subito dopo averli obliviati e mandati in Australia.

Era stato esilarante vedere la faccia di Draco, la prima volta che era entrato in casa mia, nel notare tutto quell'armamentario babbano di cui non sospettava minimamente l'esistenza. Al primo film che avevamo visto insieme, seduti sul vecchio divano del salotto con una ciotola di pop corn e una pinta di birra ciascuno, lo avevo osservato rimanere incantato davanti a “I predatori dell'arca perduta”. Era stato come vedere un bambino che va alle giostre: la sua espressione era estasiata. E sì che i maghi avevano foto che si muovevano, quindi non capivo perché si fosse tanto stupito davanti ad un film.
Fatto sta che dopo essersi letteralmente divorato gran parte dei film iscritti nella “Lista dei 500 migliori film della storia secondo Empire”³, aveva fatto una questione d'onore accompagnarmi alle rassegne cinematografiche a cui partecipavo ogni 2 settimane. In poco tempo, lui aveva ottenuto una compagna con cui vedere l'opera, io un neocinefilo da trascinarmi dietro ogni volta che potevo.

Mi riscuoto ed entro nel palazzo.
Nel foyer la solita folla di babbani che osserva la meravigliosa e particolare architettura del palazzo. Io faccio un incantesimo di disillusione e vado, a passo sicuro, verso la sala dei concerti. Mi guardo intorno, sperando quasi inconsciamente di trovare un segno di lui, ma non lo trovo.

Esco, rattristata e continuo il mio tour. Torno, spossata, all'hotel quasi all'ora di cena. Ordino qualcosa in camera, visto che non ho voglia di uscire. Ho rivisto Casa Batllo e Casa Milà, ho fatto una passeggiata per l'Avinguda Diagonal e visitato la Sagrada Familia. Sono anche riuscita a tornare a Parc Guell e a godermi la vista della città che da lassù si vede tutta. 
Riempio la vasca da bagno e ci verso dei sali rilassanti, dopodichè mi immergo e ripenso al viaggio di sei anni fa.


“Merlino, che odore!” sbraita il biondo al mio fianco, mentre camminiamo per i vicoli tortuosi del Barrio Gotico.

“Dai Draco, smettila di lamentarti! È da quando siamo arrivati che non fai altro! Goditi questa meravigliosa città e basta!” rispondo, scuotendo la testa.

“Ma come fai a non renderti conto della puzza? È tremenda!”

“Lo so, ma non puoi dire che a Londra l'aria sia migliore. Adesso, ti prego, basta. Siamo qui, siamo insieme, in una nuova città da visitare, piena di meraviglie da scoprire. Lascia perdere l'odore che turba il tuo regale nasino e concentrati sull'architettura assurda che caratterizza questo posto!”

Mi guarda e scuote la testa. È vero, l'odore è penetrante, ma la città è così diversa da Londra e dallo stile che conosciamo, che la puzza è l'ultimo dei miei pensieri. Lo trascino per una via trasversale e ci ritroviamo sulle Ramblas. Le percorriamo tutte fino a Plaza Catalunya dove prendiamo il Passeig de Gracia per andare a visitare La Pedrera. 

La passione per l'architettura è un'altra delle cose che abbiamo scoperto di condividere: Gaudi è sicuramente un pilastro di quest'arte e quale città meglio di Barcellona per ammirare le opere del genio catalano?

L'edificio, tutto curve e onde, è incantevole. Il tetto poi, ci lascia sbalorditi: sembra di essere in una delle storie de “Le mille e una notte”.



Un picchiettio insistente alla finestra mi distoglie dai ricordi. La mia barbagianni, che ho comprato poco dopo aver iniziato a fequentare Draco e che ho chiamato Spica⁴, sta aspettando che le apra. Legato alla zampa sinistra porta un foglietto arrotolato. Non mi stupisco di vedere la mia adorata barbagianni: prima di partire avevo mandato un biglietto a Narcissa con scritto l'indirizzo dell'hotel, nel caso mi avesse voluto scrivere.
Esco dalla vasca e mi avvolgo in un accappatoio di spugna morbidissima.
Apro la finestra, lei zampetta dentro e mi porge il biglietto. Appello un paio di biscotti gufici e riempio una ciotolina con dell'acqua. Mentre Spica si riposa, io mi siedo sul bordo della vasca e leggo.
 
Malfoy Manor, 16 marzo 2008

Hermione cara, 
Spero che non sia troppo tardi e che tu non sia già partita da Barcellona, altrimenti non saprei come trovarti.
Ieri mi è arrivata una lettera di Draco, dove mi diceva che sarebbe partito da Barcellona per andare “Dove la vecchia Liffey scorre placida e dove si passano le sere davanti a un fuoco di torba, ascoltando un violino e bevendo una Guinness”. 
Fai presto e raggiungilo.
Con affetto, Narcissa.



Merlino, ti ringrazio per la dolce Narcissa. 
Mi asciugo in fretta corpo e capelli, mi vesto e scribacchio frettolosamente un biglietto a Narcissa.

 
Barcellona, 16 marzo 2008

Cara Narcissa, 
ti ringrazio moltissimo. Sono già in partenza. Se tu dovessi cercarmi, l'indirizzo è Fleet Street⁵ 19, Dublino.
Hermione.



Partita Spica, afferro le valigie e mi smaterializzo. 



Note:
1: credo che l'opera sia una passione adatta a uno come Draco, sofisticato e cresciuto nell'alta società, e penso che la famiglia Malfoy possa essere scesa, diciamo, a patti con il proprio razzismo: avrà considerato l'opera come una delle poche cose buone che ha creato una razza inferiore come quella babbana.

2: punto primo, il cinema è una delle MIE più grandi passioni. Punto secondo ho pensato che per qualcuno cresciuto nel mondo non magico come Hermione, il cinema potesse rappresentare davvero una passione che ha dovuto abbandonare con l'ingresso nel mondo magico.

3: lista realmente esistente e a cui io stessa, spesso, faccio riferimento per capire quanto difetti nella mia cultura cinematografica (purtroppo, certi mattoni degli anni 30-40-50 non riesco proprio a digerirli T.T).

4: da quanto si evince dai libri, Hermione non ha mai avuto un proprio gufo. Quindi mi è sembrato quanto meno dovuto che una volta uscita da Hogwarts (dove o usava Edvige oppure aveva a disposizione un'intera guferia) ne acquistasse uno. Siccome poi gliel'ho fatto comprare quando aveva già iniziato a frequentare Draco (che si era assolutamente rifiutato di comprare e imparare a usare un cellulare, ovviamente) ho scelto come nome Spica, seguendo la tradizione di dare nomi di stelle/costellazioni della famiglia di Draco, che è la stella più luminosa della costellazione della Vergine (segno zodiacale di Hermione, che è nata il 19 settembre 1979).

5: Fleet Street è un omaggio, anche se la mia Fleet Street è a Dublino e non a Londra, a uno dei miei film-musical preferiti cioè "Sweeny Todd - Il diabolico barbiere di Fleet Street", con tre dei miei attori preferiti: Johnny Depp, Alan Rickman (oh, mio amato Piton *-*) e Helena Bonham-Carter (nessuno meglio di lei, nei ruoli delle pazze). Ci sono anche l'attore di Codaliscia (Timothy Spall) e del giovane Grindelwald (Jaime Cambell-Bower).
   
 
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