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Autore: Jist    09/09/2017    3 recensioni
Dal capitolo uno:
"Ma quello scenario non avrà facile continuazione, poiché la fine è solo un’illusione, un miraggio che cela un infinito susseguirsi di eventi altrettanto oscuri."
Si lo so, è una vita che non mi faccio viva, ma dopo la delusione della terza serie, ho "abbandonato" temporaneamente il mondo di Huntik. Circa un mese fa mi è capitato di rivederlo tutto e la mia passione è tornata in auge. Ho dunque deciso di proporvi una mia visione sul futuro che attende i cercatori, inoltre ho notato che questo fandom si sta un po' spegnendo purtroppo. Non nascondo che mi piacerebbe ricevere vostri pareri, perciò fatevi sentire! Buona lettura.
Genere: Avventura, Introspettivo, Poesia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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"Avvertenza: Ho nuovamente problemi con il codice html, spero di rimediare al più presto. Scusate per il disagio." Camminavano in silenzio, distanti l’uno dall’altra, proprio come nei primi tempi, quando erano ancora solo estranei. Zhalia odiava il fatto di amarlo, perché l’Amore per lui l’aveva portata a far scelte non previste, improvvise ed inaspettate. E cosa ancor più brutta era la distanza, quel vuoto che si creava ogni volta che lui scappava via, quella ferita mai sanata che l’Amore inconfessato le aveva inflitto. Il rosso si fermò nel mezzo del corridoio, pestando pesantemente il pavimento di marmo sotto i suoi piedi, come cercando di attirare l’attenzione della donna. Anche Zhalia si bloccò, tuttavia non capì il perché. Insomma aveva tentato di allontanarlo ignorandolo e ora lui era pericolosamente più vicino. Evidentemente entrambi erano ancora molto inesperti riguardo all’Amore. Parola davvero astrusa, che il pensiero comune porta a banalizzare riducendola ad un sentimento, ma che in realtà ha un significato molto più complesso ed antico, quasi preistorico, istintivo. - Perché mi pedini?- Inaspettatamente Zhalia battè il rosso sul tempo e parlò per prima. - Voglio solo assicurarmi che tu stia bene e che non corra rischi.- Ribattè con tono premuroso, allo stesso tempo mischiato con una punta di severità. - Te l’ho già detto, so badare a me stessa.- L’orgoglio di lei ebbe nuovamente la meglio. - Forse che non credi nelle mie capacità?- Aggiunse con voce provocatoria. Dante scosse la testa e sospirò irritato. - Lo sai che mi fido di te, non far finta di non saperlo. Sono stato il primo a farlo e sicuramente continuerò a crederti.- Zhalia deglutì con molta amarezza: quelle parole erano trappole per lei. Ci era già finita dentro in passato e adesso di nuovo. La verità è che lei amava sentirsi protetta, e soprattutto amava che a proteggerla fosse lui. - Permettimi di accompagnarti.- Aggiunse fiducioso il rosso in seguito ai silenzi della donna. - Tu hai da fare qui, il Consiglio ha bisogno di te.- Avrebbe voluto aggiungere il fatto che anche lei aveva bisogno di lui. - Il Consiglio è andato avanti anni senza il mio ausilio, sicuramente sopravviverà un paio di settimane.- La mora era nuovamente intrappolata in una decisione ardua: dare retta alle direttive che le imponevano di andare da sola, oppure accettare il suo aiuto, sostegno fondamentale per la sua fragilità. - Prima di recarmi in quell’isola dovrò passare a Londra per prendere alcuni libri e fascicoli informativi sulla mitologia norrena. Accompagnami là, però poi dovrai tornare indietro.- Ecco fatto, aveva ceduto di nuovo. - D’accordo Zhalia, rispetto la tua decisione.- I due salirono sul jet senza più parlarsi, nell’aria regnava un’atmosfera tesa. Circa dopo due ore di volo, il rosso lesse sul viso della donna i tratti della stanchezza. - Inseriamo il pilota automatico? È meglio che riposi un po’.- La mora si risvegliò come da uno stato di paralisi: non aveva aperto bocca nonostante le domande di Dante, aveva sempre guardato il cielo davanti a sé, incurante di tutto. Si era pentita di averlo portato con lei e mentalmente si malediceva poiché compiva sempre gli stessi sbagli. - Si certo, proverò a dormire.- Disse con tono distaccato, estraneo. Armeggiando con i comandi davanti a loro, i due cercarono di sistemarsi il più comodamente possibile sui sedili, che per quanto larghi, erano davvero poco confortevoli. - Hai freddo?- Chiese dolcemente il rosso dopo aver notato che la mora aveva accennato una stretta alle sue spalle. - Quassù fa sempre freddo.- Commentò l’altra girando la testa verso il finestrino. - Già.- Rispose allora l’altro deluso dalla sua reazione. Lei stava cercando di mascherare il suo dolore nel respingerlo, ma come in passato questo non le riusciva bene. Spostò lo sguardo verso di lui, che stava con il capo appoggiato al poggiatesta. Si girò anch’egli sentendosi osservato. Lui le sorrise e lei, beh lei ovviamente ricambiò. Dante allora si alzò e sfilandosi l’impermeabile giallo, lo adagiò con delicatezza su di Zhalia, che contraccambiò con un riso riconoscente. - Grazie Dante.- Disse con tono gentile e sincero. Egli annuì sereno. - Buona notte.- Aggiunse. - Notte- Disse lei esultando internamente, felice che non fossero più solo estranei.
   
 
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