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Autore: Signorina Granger    11/09/2017    7 recensioni
INTERATTIVA || Conclusa
[Sequel di "History" e di "Magisterium"]
Siamo appena prima dell’arrivo dei Malandrini ad Hogwarts, alla fine degli anni ’60.
Tutti parlano del decennio successivo, ma chi dice che anche prima non sia successo qualcosa di interessante dentro le mura di Hogwarts?
Sono passati più di vent’anni dalle vicissitudini dei protagonisti di History e di Magisterium… ma forse ci penseranno i loro figli a tenere vivo il loro ricordo.
[Per leggere e/o partecipare non è necessario aver letto le due storie sopracitate]
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Maghi fanfiction interattive, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dai Fondatori alla I guerra
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Magisterium '
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Capitolo 24: Grifondoro – Tassorosso 

 
Sabato 18 Maggio


“Se non ti farai sentire ogni due giorni ti verrò a cercare, lo sai vero?” 
“Naturale.” 


Altair Black sorrise appena mentre, in piedi davanti alla moglie nel piazzale davanti alla casa, la stava salutando, cingendole la vita con le braccia. 

“Cerca di non fare cretinate, ok?” 
“Io non faccio mai cretinate, dovresti saperlo, uso sempre la testa… rilassati, andrà tutto benissimo e tra quattro settimane sarò di nuovo qui. Tornerò in tempo anche per il Diploma di El.” 

“Lo spero. Mi mancherai.” 
“Anche tu. E prendi tutte le medicine mentre non ci sono, chiaro?” 
“Va bene, va bene, le prenderò dalla prima all’ultima.” 

Lizzy roteò gli occhi, ignorando l’occhiata di rimprovero che il marito le rivolse prima di baciarla, mentre a pochi metri di distanza Electra ed Elnath seguivano la scena:

“Sono quattro giorni che sono insolitamente tranquilli, la mamma è incredibilmente premurosa nei suoi confronti.” 
“È sempre così quando deve prendere parte ad una qualche missione, si fanno gli occhi dolci prima che papà parta e poi la mamma passa tutto il tempo quasi perennemente di pessimo umore.” 


“Avete finito di borbottare, voi due? Coraggio, salutate vostro padre.” 

Lizzy si voltò verso i figli, rivolgendo un cenno ai due ragazzi prima di fare qualche passo indietro, allontanandosi leggermente dal marito dopo avergli rivolto un ultimo, lieve sorriso. 

“Ciao papà.” 
Electra sorrise prima di abbracciare il padre, che ricambiò per poi dire qualcosa a bassa voce ai due figli:

“Tenetela d’occhio mentre non ci sono… Credo che sarà già abbastanza tesa di suo, non fatela innervosire.” 
“Tranquillo papà, saremo due perfetti angioletti mentre non ci sarai, quando tornerai troverai la mamma ad accoglierti a braccia aperte, sarcastica, testarda e a modo suo amorevole come sempre.” 

“Lo spero. Non fate danni all’Accademia, ne va della mia reputazione.” 

Altair diede una leggera pacca sulla spalla di Elnath prima di rivolgere un’occhiata eloquente ai figli, che invece si limitarono a sorridergli, quasi come se non sapessero di che cosa stesse parlando. 


*


“Lucas, non ti ho mai visto ripassare come stai facendo adesso, se mettessi nello studio anche solo la metà dell’impegno che riversi nel Quidditch saresti quasi più bravo di me!”

Lucas non accennò ad aver ascoltato le parole dell’amica, continuando a tenere gli occhi incollati al foglio che aveva davanti, ripassando con ostinazione gli schemi invece di fare colazione. 
“Luke? Coraggio, mangia, non voglio vederti svenire e cadere dalla scopa!” 

“Non ci penso nemmeno a cadere, sei già bastata tu l’altra volta.”
“Non rinfacciarmelo, non è stata affatto colpa mia! E questo mi ricorda che devo ancora vendicarmi di Sam, mi inventerò qualcosa quando gli esami inizieranno…” 

“Potrai meditare vendetta più tardi Kris, ora pensa alla partita, dobbiamo vincere. Non ho nessuna intenzione di finire ultimi in classifica, se invece vinciamo saremo terzi, o anche secondi se otteniamo un punteggio decente. Quindi, sei incaricata di prendere il Boccino solo quando avremo accumulato almeno 120 punti, non prima! Stando ai miei calcoli, in questo modo arriveremo secondi dopo Corvonero, meglio di niente.” 

Lucas sfoggiò un sorriso quasi soddisfatto, mentre invece Kristal lo guardò di rimando con gli occhi fuori dalle orbite: 

“Luke, calcoli? Tu non fai mai dei calcoli, a parte quando conti i giorni che mancano alla fine della scuola!” 

“Beh, ogni tanto mi cimento anche io con i numeri… ma ricorda quello che ti ho detto.” 
“Va bene, ho capito, 120 punti.” 

La ragazza annuì, sperando che il discorso fosse finalmente finito: da due settimane non sentiva parlare d’altro che dell’ultima partita, praticamente, ed essendo la Cercatrice doveva seguire alla lettera le istruzioni dell’amico, o probabilmente glie l’avrebbe rinfacciato per molto tempo a venire. 


*


“Perché voi non avete niente di Tassorosso addosso?” 

Alla domanda di Eltanin Jonathan, Sam, Berenike e Daniel le rivolsero quattro occhiate cupe pressoché identiche, come a volerle suggerire di non fare domande sull’argomento:

“Ovviamente vogliamo tutti che Tassorosso vinca, così ci assicureremo la Coppa, ma se Markus mi vede tifare per la sua squadra avversaria mi colpirà in testa con la Pluffa!” 
“Stessa cosa, se Astrea sa che tifo per gli avversari si infurierà, e penso di parlare anche a nome di Daniel.” 

Sam si strinse nelle spalle mentre Veronica si voltava verso Jonathan, guardandolo con aria interrogativa prima che il biondo sbuffasse, accennando al tavolo dei Grifondoro con il capo:

“James e Kath. Si coalizzerebbero per farmi chissà qualche scherzo, preferisco evitare.” 

Veronica annuì, sorridendo leggermente come a dire che lo capiva mentre invece Eltanin scosse leggermente il capo, guardando i compagni con disapprovazione mentre parlava:

“Che branco di smidollati. Vi fate infinocchiare da, rispettivamente, le vostre dolci metà, vostra sorella e i vostri migliori amici! I miei fratelli sono Grifondoro, come anche il mio migliore amico, e non ho nessun problema a tifare per Tassorosso… Specialmente perché Grifondoro NON PUÒ assolutamente fregarci la Coppa. La mia vita sarebbe finita, non potrei più tornare a casa per la vergogna.” 


Eltanin piegò le labbra in una smorfia, immaginando chiaramente le prese in giro che sicuramente avrebbe subito un mese dopo, quando sarebbe tornata a casa e i suoi fratelli le avrebbero ricordato in eterno di essersi fatta fregare da sotto al naso la Coppa proprio dalla loro Casa. 

“El, credimi, voglio che Tassorosso vinca almeno quanto te… ma prova a dirlo a Kathleen Shacklebolt in faccia, poi ne riparliamo.” 


*


“Non pensavo che avrei mai detto una cosa simile, ma spero davvero che Tassorosso vinca… meglio loro che Grifondoro, dopotutto.” 

Alle parole di Aiden Delilah annuì, stampandosi un piccolo sorrisetto sulle labbra mente si rivolgeva ad Andromeda, seduta di fronte a lei al tavolo dei Serpeverde:

“Per una volta sono d’accordo con Burke… anche tu tifi per Tassorosso, vero Andromeda?” 

La ragazza inarcò leggermente un sopracciglio, cercando di non ridere di fronte all’occhiata che le rivolse all’amica, suggerendole silenziosamente di stare zitta e di chiudere l’argomento. 
Cosa che lei, ovviamente, non accennò a voler fare. 

“Già… mi chiedo come mai. È per qualcuno in particolare, per caso?” 
“Delilah, smettila, c’è mia sorella a due metri di distanza!” 

La Black si sporse leggermente sul tavolo per avvicinarsi all’amica, parlando con un filo di voce per non farsi sentire da Narcissa, seduta ad un paio di posti di distanza accanto a Cara. Entrambe però si erano già voltate verso le due, osservandole:

“Di cosa sta parlando?” 
“Di niente, Cissy. A Delilah piace scherzare.” 

Andromeda fulminò l’amica con lo sguardo mentre si rimetteva seduta dritta, ignorando il sorriso che stava ancora increspando il volto di Delilah, che annuì leggermente:

“Vero, mi piace prendere in giro tua sorella.” 
“Sì, lo so.” 

Andromeda roteò gli occhi, notando con sollievo che la sorella minore aveva perso interesse alla conversazione, dentro alla quale si inserì invece qualcun altro: 

“Beh, che abbia un senso dell’umorismo quasi macabro è risaputo.” 
“Travers, sai qual è la differenza tra la tua opinione sul mio senso dell’umorismo e la risposta di Andromeda alla mia domanda di poco fa?” 

Delilah si voltò verso il ragazzo, parlando con tono neutro e guardandolo in attesa di una sua risposta, mentre il compagno di Casa aggrottava leggermente la fronte, certo che fosse in arrivo l’ennesima battutina:

“No…”
“La seconda l’ho chiesta.” 

Delilah si limitò a rivolgergli una rapida occhiata prima di allungare una mano e prendere la sua tazza di caffè, ignorando l’occhiataccia di Nathaniel mentre invece Aiden sorrise, lasciandosi sfuggire una breve risata che tramutò in un colpo di tosse non appena l’amico si voltò verso di lui. 


*


James Julius stava uscendo dalla Sala Grande insieme alla sorella Cecily, discutendo a proposito della partita imminente, quando trovandosi davanti Phoebe, Jake e Grace si fermò, sorridendo:

“Ragazzi! Siete venuti a salutarci?” 
“Siamo venuto a farvi gli auguri, probabilmente sono l’unica Serpeverde che tifa per voi… ma non posso fare altrimenti, temo.” 

Phoebe roteò gli occhi, ignorando il sorriso che le rivolse la gemella come a conferma delle sue parole: no, non poteva fare altrimenti. 

“Che carini, so che l’anno prossimo vi mancherò tantissimo dopotutto…” 
“No, per niente.” 
“Sono d’accordo con Jake.” 
“Anche io.” 

“A me mancherai, Jimmy.” 
Grace sorrise al fratello maggiore, che ricambiò prima di afferrarla e stritolarla in un abbraccio, un po’ come il padre aveva fatto per anni con la madre. 

“Per questo sei la mia preferita, Gracie… Inutile che voi tre dissimuliate, so che mi adorate!” 

Jake e le gemelle si scambiarono un’occhiata scettica prima che il fratello maggiore coinvolgesse anche loro nel suo abbraccio, ignorando le loro sonore proteste. 

Senza sapere che molti anni prima, proprio nell’Ingresso, suo padre aveva fatto esattamente lo stesso con i suoi due fratelli minori. 


*


“Mi raccomando, cerca di non farti disarcionare questa volta!” 
“Mi fa commuovere sapere che tieni tanto alla mia salute Luke, ma davvero, rilassati, andrà tutto bene… Non so se sei più agitato tu per la partita o Kyle, che da quando gli hai detto del mio “incidente” quasi non voleva che io giocassi ancora.” 

Kristal alzò gli occhi al cielo mentre, con la divisa addosso e la sua scopa sottobraccio, usciva dagli spogliatoi accanto al suo migliore amico, visibilmente più teso rispetto a lei. 

“Beh, per fortuna non gli hai dato retta, abbiamo bisogno della nostra Cercatrice. Ma ricordati i 120 punti!” 
“Luke, dillo un’altra volta e giocherai imbavagliato!” 


Lucas si affrettò a zittirsi all’avvertimento dell’amica, limitandosi a sorriderle mentre Kristal gli faceva cenno di andare al suo posto in mezzo al prato per disporsi in un semicerchio come i Grifondoro. 

Mentre James camminava sull’erba per stringere la mano al Capitano Lucas intercettò il suo sguardo, rivolgendogli un piccolo sorriso che venne ricambiato senza esitazioni. 
Dopotutto sapevano entrambi che, per quanto fosse sempre molto amichevole con chiunque, Lucas Kroll tendeva a mettere da parte tutte le sue amicizie al di fuori della sua Casa quando era sul campo. 


*


“Tu non tifi per Grifondoro?” 
“Neanche per idea, voglio vincerla, la Coppa!” 

“Beh, quest’anno per noi non è stato granché, sarei felice se foste voi a vincerla.” 
“Chi pensi di prendere in giro, vuoi solo che non la vinca Grifondoro.” 

Eltanin parlò senza nemmeno staccare lo sguardo dal campo, seguendo la partita con attenzione mentre accanto a lei Aiden sorrideva, non riuscendo a replicare:

“Forse, o magari vorrei solo che a vincere sia la mia ragazza.” 
“Opto per la prima…” 
“E dimmi, il tuo amichetto come la pensa, sul tuo tifare per Tassorosso?” 

“Jas se ne farà una ragione. In caso contrario avrei tifato per lui, naturalmente, ma oggi è diverso.” 

La ragazza si strinse leggermente nelle spalle e Aiden sfoggiò un piccolo sorriso, quasi soddisfatto di sentire quelle parole prima di soffermarsi sulla seconda parte della frase, corrugando leggermente la fronte:

“In caso contrario avresti tifato per lui? Quindi dimmi, quando Serpeverde ha giocato contro Grifondoro per CHI hai tifato, esattamente?” 

Eltanin si voltò finalmente verso il ragazzo, piegando le labbra in un piccolo sorriso innocente:

“Andiamo… Non mi puoi chiedere per chi tifavo tra il mio storico migliore amico e te… non si può scegliere!” 
“IO saprei chi scegliere.” 
“È diverso, tu non hai amiche che conosci dall’infanzia!” 

Aiden sbuffò leggermente, borbottando qualcosa di incomprensibile mentre appoggiava le braccia sulla ringhiera degli spalti, sporgendosi e incurvando leggermente la schiena.

“Aiden, credo che dovresti cercare di smettere di essere geloso, quanto meno di Jasper. Ti fa male, non vorrei che ti venissero le rughe troppo presto e ti rovinassi il bel facciamo che ti ritrovi!” 

Eltanin gli si avvicinò, prendendogli delicatamente il mento con una mano per costringerlo a guardarla, sorridendogli con noncuranza.
Di fronte a quello sguardo il ragazzo sospirò, guardandola quasi con arrendevolezza:

“Me ne dovrò fare una ragione, suppongo.” 
“Supponi bene. Jasper per me è molto importante, e non ho nessuna intenzione di allontanarlo… Perciò smettila di fare il musone ogni volta in cui mi vedi con lui, forse lo troveresti anche simpatico.” 

Aiden sbuffò alle parole della ragazza, mettendole un braccio intorno alle spalle per attirarla a sé e abbracciarla, borbottando qualcosa a mezza voce:

“Ne dubito. Ma se piace così tanto a te, vedrò di accettarlo.”  
“Mi fa piacere sentirlo… convincerò anche lui a smetterla di provocarti, così FORSE potreste anche piacervi a vicenda.” 
“Se proprio ci tieni… quindi io posso avere amiche femmine?” 

“… Va bene, se proprio devi, basta che non siano alte e bionde.” 
“Cos’hai contro le alte e bionde?” 

“Ma mi hai vista per caso?” 


*


“Vedo che alla fine hai deciso di venire alla partita… non avevi detto di volerti prendere avanti con il ripasso?” 

“Beh, come vedi ho cambiato idea… dopotutto c’è ancora tempo, no?” 

Veronica sorrise, stringendosi nelle spalle mentre parlava senza guardare direttamente l’amica, continuando a tenere gli occhi fissi davanti a sé, seguendo la partita. 

“Certo… Chissà cosa ti ha fatto cambiare idea, visto che non sei mai stata una fanatica di Quidditch, da quel che mi risulta.” 

Berenike sorrise, osservano l’amica che le stava accanto mentre la bionda si ostinava a non guardarla. In effetti più che i movimenti della Pluffa Veronica si stava concentrando più che altro sugli anelli, davanti ai quali c’era un ragazzo piuttosto alto e dai capelli scuri. 

“Suppongo che il fatto che l’altro ieri James ti abbia chiesto se saresti venuta non ti abbia assolutamente indotta ad essere qui oggi.” 
“Oh no, per niente, ho solo pensato che fosse l’occasione giusta per prendere una boccata d’aria e un po’ di sole prima di chiudermi in Biblioteca per le prossime settimane.” 


La bionda non accennò a far sparire il suo sorriso, stringendosi nelle spalle con noncuranza mentre invece Berenike roteava gli occhi, decidendo di lasciar perdere. 

“Sei quasi peggio di Eltanin un anno e mezzo fa. Ti ricordi quando lei e Aiden non stavano ancora insieme?” 
“Già… si sono messi insieme verso Marzo, vero?” 
“Sì, poco dopo il suo compleanno. E ricordo benissimo la nostra El che diceva cose come “ma cosa dite, io non interesso affatto ad Aiden!” Non so ancora dire se fosse falsamente modesta o proprio cieca come una talpa… In ogni caso, guardali adesso.” 

“Già, che carini. Ma forse tu non dovresti parlare Berenike, io e El ti abbiamo ripetuto per quasi due anni che a Markus piacevi e tu continuavi a sostenere che foste solo amici…” 
“Ok, forse sono stata un filino ottusa… perciò vedi di non fare come la sottoscritta e di darti una mossa con James, così saremo finalmente tutte e tre sistemate per la prima volta.” 


Berenike sorrise ma Veronica non la imitò, restando in silenzio mentre tornava a concentrarsi sulla partita in corso, o forse su un giocatore in particolare, che vedeva Grifondoro in vantaggio di venti punti, 90 a 70. 


*


“Scusa Astrea…” 

Lucas Kroll rivolse un piccolo sorriso di scuse alla Cercatrice di Grifondoro, che invece lo fulminò con lo sguardo mentre volava qualche metro più in basso dopo aver evitato per un soffio il Bolide che lui le aveva scagliato contro. 
Era abbastanza sicuro che dagli spalti Sam Cloverfield lo stesse maledicendo, ma a quello ci avrebbe pensato dopo… Poteva sempre usare come scusa la carta del Bolide con cui LUI aveva colpito Kristal meno di due mesi prima. 


Gli occhi verdi del Battitore si soffermarono sulla sua amica, che stava perlustrando il campo per cercare di individuare il Boccino, o forse di tenerlo semplicemente alla larga dall’avversaria… Erano solo a 90 punti e Grifondoro a 100, per poter vincere la partita arrivando in seconda posizione dopo Corvonero mancavano ancora tre reti da segnare.


Il Tassorosso si affrettò a raggiungere l’amica, volando qualche metro più indietro rispetto a lei per assicurarsi che a nessuno venisse la brillante idea di colpirla: era del parere che un soggiorno in Infermeria a causa del Quidditch fosse abbastanza per un anno. Senza contare che Kyle in caso contrario lo avrebbe massacrato, anche se era sicuro di stargli piuttosto simpatico… solo dopo aver superato il suo interrogatorio due anni prima, certo. 


Virò il Bolide che Jasper Nott aveva indirizzato contro la Cercatrice appena in tempo, rispedendolo indietro con un gesto secco e lanciando un’occhiata torva all’avversario, che invece gli sorrise quasi a mo’ di scuse. 

“Kris, siamo a 100, tra due reti mettiti sotto con le ricerche!” 
“Luke, piantala una buona volta, non ho alcuna lesione cerebrale che mi impedisce di comprendere il linguaggio umano!” 


La Cercatrice sospirò, trattenendosi dall’inchiodare, fermarsi e colpire personalmente l’amico con la sua stessa mazza. Cosa che ovviamente non fece, anche se l’aveva immaginato moltissime volte non aveva mai effettivamente picchiato Lucas Kroll… 

Disperatamente, sembrava che gli volesse davvero troppo bene.


*


“Non capisco niente, hanno visto il Boccino o non l’hanno visto? Forse è solo una tattica per depistare l’altra…” 

Sam, continuando a tenere gli occhi fissi su Astrea e Kristal, parlò con leggera irritazione nel tono di voce mentre accanto a lui Jonathan seguiva l’incontro senza parlare granché e Daniel faceva altrettanto. 

“Chi lo sa… io spero che finisca in fretta, ho una montagna di roba da studiare…” 
“Già, anche io.” 

“Guardare la partita con voi è proprio una gran soddisfazione, penso che tra poco andrò da Berenike e Veronica. In realtà spero davvero che Astrea NON prenda il Boccino, ma evitate di dirglielo.” 

“Tutti noi lo speriamo, Sam, non ho mai tifato Tassorosso come oggi.” 

Jonathan si strinse nelle spalle, pensando al padre e alla profonda soddisfazione che avrebbe sicuramente privato nel vincere la Coppa a discapito della sua Casa, nonché quella dei suoi due migliori amici… finalmente avrebbe avuto anche lui qualcosa per cui deriderli un po’ e divertirsi alle loro spalle. 
C’era solo da sperare che Kristal Jackson riuscisse a prendere il Boccino prima di Astrea Carsen. 


*


“Porca Morgana… lo ha preso? Lo ha preso sul serio?” 

Eltanin sgranò gli occhi, sporgendosi considerevolmente oltre la ringhiera per cercare di vedere chiaramente in mezzo alle macchie gialle e rosse rappresentate dai giocatori, che si stavano ammassando sul prato visto che la partita era giunta al termine.
Aiden la prese provvidenzialmente per un braccio, spingendola leggermente più indietro di qualche centimetro prima di annuire, parlando con un lieve sorrisetto ad increspargli il volto:

“Sì El, lo ha preso la Jackson… congratulazioni.” 
“Quindi abbiamo vinto noi… Non ci credo! BERENIKE!” 

Eltanin sorrise prima di raggiungere la cugina quasi di corsa e stritolarla in un abbraccio, ringraziando mentalmente Kristal Jackson che, sul campo, si stava facendo abbracciare a sua volta da un Lucas molto entusiasta:

“Questa volta non ti sei fatta centrare in pieno, Kris… sono fiero di te!” 
“Parli come se mi facessi colpire sempre, piano con le parole!” 

Kristal rise, guardando l’amico con affetto mentre stringeva ancora la piccola palla dorata nella mano guantata, decisamente soddisfatta di aver assicurato non solo la vittoria alla sua squadra ma anche la seconda posizione nella classifica alla sua Casa. 

“Abbiamo battuto Grifondoro e Serpeverde, direi che non ci possiamo lamentare… Forse potremmo vincere la Coppa delle Case?” 
“Luke, sappiamo tutti e due che potrebbe succedere solo se tu e i tuoi fratelli doveste passare le prossime settimane rinchiusi nelle vostre camere a studiare e basta, cosa che ritengo alquanto improbabile.” 

La ragazza gli rivolse un’occhiata scettica che venne accolta con un sorriso, mentre praticamente la Casa di Corvonero al completo scendeva in campo per ricevere la tanto agognata Coppa da Silente. 

Jonathan la prese dalle mani del Preside con un enorme sorriso stampato sul volto, mentre intorno a lui i compagni di squadra e di Casa ridevano e applaudivano e qualche metro di distanza due certi Grifondoro seguivano la scena con leggero disappunto. 

“Ce lo rinfaccerà a vita, non è così?” 
“Ci puoi giurare, Kathy. E ora chi glielo dice a mio padre…” 
“TUO padre? Scusa, vogliamo parlare del MIO? Il suo cuore avrà un collasso.” 

Kathleen sfoggiò una smorfia solo immaginando la reazione del padre alla notizia, sommata alle eterne prese in giro da parte di suo fratello e di Jonathan. 
Probabilmente sarebbe scesa dal treno con un sacco calato sulla testa per non farsi riconoscere, il mese successivo.

Quando però la ragazza scorse una compagna minuta e bionda avvicinarsi nella loro direzione sorrise, dileguandosi alla velocità della luce per “andare a salutare qualcuno” e lasciando così l’amico solo con il sorriso consolatorio di Veronica Zabini davanti:

“Ciao Veronica… dovrei farti i complimenti, immagino.” 
“Beh, sono felice per la mia Casa, ma io non amo particolarmente il Quidditch, se devo essere onesta. Mi dispiace per voi, in realtà.” 

“Fa’ niente, è andata così… l’importante dopotutto è divertirsi.” 
“Se ti può consolare voi eravate in vantaggio quando Kristal ha preso il Boccino, quindi ti sei fatto passare meno reti rispetto a Tassorosso, è già qualcosa.” 

Veronica gli rivolse un lieve sorriso che lo fece stringersi nelle spalle, lanciando un’occhiata quasi divertita al suo migliore amico mentre parlava:

“Immagino di sì… grazie per le parole. Ora credo che andrò a complimentarmi con il mio migliore amico/rivale preferito, cercando di sopportare l’umiliazione. Mi consolo pensando che Markus non se la passa meglio visto che è stato battuto dalla sua ragazza.” 




“Andiamo, non fare quel muso lungo! Sei stato bravo lo stesso…” 
“Grazie.” 
“Coraggio Mark, non si può vincere sempre, dopotutto.”

Berenike sorrise mentre prendeva il fidanzato sottobraccio, parlando con un tono piuttosto allegro mentre il ragazzo invece sbuffava, senza accennare a volersi togliere quell’espressione tetra dal viso mentre camminava sul prato accanto a lei:

“Prometti che non mi rinfaccerai questa storia a vita?” 
“Lo prometto. Non dico che non lo farò per i prossimi dieci anni però, questo no. Mark, dove vai? Che permaloso, stavo scherzando, in un certo senso… che ne dici di cinque anni?” 



Intanto anche Eltanin si era avvicinata, sorridendo, ad un Grifondoro visibilmente deluso, guardandolo con aria divertita mentre gli metteva un braccio intorno alla vita:

“Povero piccolo Jas, le cose non sono andate come sperava! Suvvia, non fare quel muso lungo, penso che potrei chiedere a Jonathan di prestarmi brevemente la Coppa per fartela almeno vedere da vicino.” 

“Come sei magnanima, sono commosso.” 
“Lo so, lo so… La cosa migliore è che lo zio Ian sarà a dir poco felicissimo della cosa, dopotutto anche lui è un Corvonero… Penso che anche la mamma ne sarà felice, Tassorosso ha comunque vinto la partita… Potrai condividere la delusione con i miei fratelli, però.” 

Eltanin sorrise all’amico, che roteò gli occhi mentre le sistemava un braccio sulle spalle, camminando accanto a lei:

“Magra consolazione. Un vero peccato Black, speravo tanto di batterti… degli altri non mi importava granché, il mio obbiettivo eri tu.” 
“Lo stesso. Ah, sai che forse sto vagamente convincendo Aiden che siamo solo grandi amici da tantissimo tempo e che deve smetterla di fare il geloso, quantomeno nei tuoi confronti? Magari prima o poi smetterà anche di guardarti male, chissà!” 

“Oh, sul serio? Immagino sia un buon risultato.” 
“Lo è eccome, temevo che prima o poi avreste iniziato a colpirvi a vicenda usando le mazze. In effetti vi ci vedo proprio in modalità uomini delle caverne con le clave…” 

Eltanin rise ma l’amico non la imitò, colpendola invece leggermente su una spalla mentre borbottava quanto fosse stupida, chiedendosi perché fosse ancora suo amico e cosa mai ci trovasse in lei Aiden Burke. 

“Che domande Jas, sarà la mia sfolgorante bellezza, o la mia incredibile simpatia, nonché irresistibile autoironia e senso dell’umorismo…” 
“Il tuo essere logorroica, imbranata e testarda dove lo metti invece?” 


*


Astrea Carsen si era praticamente nascosta in Biblioteca dopo la fine della partita, cercando di evitare Sam in tutti i modi anche se il rosso le aveva promesso che non l’avrebbe presa in giro, non troppo almeno. 
Anche se forse, riflettendoci, il Corvonero da cui si stava nascondendo era un altro, che conosceva da molto più tempo e fornito di una lingua molto più tagliente. 

Un Corvonero che, naturalmente, non poteva perdere un’occasione per divertirsi alle sue spalle e che finì col trovarla, avvicinandolesi con un sorriso:

“Oh, ma tu guarda, eccoti qui… La Cercatrice che si lasciò sfuggire il Boccino e con lui la vittoria, nonché la Coppa… Ciao, sorellina.” 
“Stammi lontano.” 
“Ma come, io vengo a salutarti e tu mi mandi via? Sei scortese Astrea!” 
“Gira al largo Dan, non sono dell’umore.” 

“Ho forse detto qualcosa di sbagliato?” 
“Ti odio.” 
“Anche io ti voglio bene.” 
“No, io ti odio proprio! E spostati, non riesco a leggere se fai ombra al caminetto!” 

Astrea sbuffò, fulminando il gemello con lo sguardo mentre invece Daniel sorrise, ignorando le sue proteste mentre le spettinava energicamente i capelli castano-ramato con una mano, come aveva sempre fatto da quando aveva iniziato ad essere ben più alto di lei. 

“Daniel, non toccarmi i capelli! Ma perché non sono stata concepita solo io, quella dannata volta?” 


*


“Olly!” 
“Che c’è?” 

“Mi ha scritto Jonny… Corvonero ha vinto la Coppa, Tassorosso oggi ha battuto Grifondoro!” 

Ingrid guardò il marito con aria quasi trionfante mentre invece l’ex Grifondoro – nonché Capitano dell’allora squadra – si rabbuiava improvvisamente, non sapendo se essere orgoglioso del figlio o deluso per la sua Casa. 

“Grandioso…” 
“Oh, smettila, non potete vincere sempre! Questa volta mio caro è toccato a noi, alla faccia tua, di Dante e di Maxi! Vado a dirlo a Jane!” 

La bionda uscì dallo studio del marito con un sorriso carico di soddisfazione, ascoltando solo di sfuggita il borbottio sommesso dell’ex giocatore:

“Mi chiedo perché non ti sia mai importato granché di Quidditch prima di questo momento cara, quando proprio la TUA ex Casa ha vinto.” 
“Casualità, Miller!” 







   
 
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