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Autore: Nikilu    11/09/2017    1 recensioni
Questa storia porta semplicemente un po' di novità al romanzo che già conosciamo. Le scuole sfidanti che gareggiano per il Torneo Tremaghi portano una ventata di freschezza e novità a Hogwarts. Nuovi personaggi sono inseriti in un contesto a noi tanto familiare e ci saranno cambiamenti, amicizie, amori... ma soprattutto il Torneo Tremaghi.
Genere: Fantasy, Generale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Altro personaggio, Il trio protagonista, Nuovo personaggio | Coppie: Ron/Hermione
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
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Il banchetto del Ballo del Ceppo era delizioso tanto quanto - o forse anche di più - dei banchetti che offriva solitamente Hogwarts. Venne servita ogni sorta di pietanza: dal pasticcio di rognone, alla escudella i carn d’olla, per passare al tacchino ripieno servito con salsa di mirtilli - secondo la tradizione inglese e canadese - e a quello con frutta glassata - tipicamente ispanico; cascate di jamon serrano, contorni di pastinaca e piselli, porridge e panini ai semi di papavero levitavano da un tavolo all’altro; per non parlare dei dolci: polvorones, Christmas pudding, brownies e fruitcake. Di tanto in tanto si sentivano dei rumorosi pop che scaturivano dai crackers e una miriade di cappellini e coroncine di carta cominciarono ad adornare le teste degli studenti.
La cena sembrò infinita e Nora si sentiva letteralmente scoppiare; era seduta al tavolo con George, Esteban e Logan, Jeremy ed Hermione, Alicia e – da non credere – Neville Paciock, e Selina con McLaggen. Quest’ultimo parlava incessantemente di Quidditch, cosa che per cinque minuti andava pure bene - anche perché la maggior parte delle persone al tavolo praticava quello sport - ma la sua lingua lunga rischiava di non rotolare più nella bocca.
“Dacci un taglio Cormac” lo zittì ad un tratto George, esasperato. Il suo compagno di Grifondoro lo guardò offeso ma, per la gioia di tutti, smise di parlare. Finalmente gli argomenti di discussione variarono e sembrò essere passato un solo minuto quando Silente prese la parola.
“Cari studenti, adesso che ci siamo abboffati è il momento di aprire di nuovo le danze!” uno scroscio di applausi invase la Sala Grande e si sentirono Lee e Fred fischiare sonoramente dall’altro lato della stanza. “Accogliamo con calore le Sorelle Stravagarie!” il preside di Hogwarts presentò il gruppo e tre streghe con capelli colorati e vestiti da fare invidia a dei circensi salirono sul palco.
“Buonasera Hogwarts!” disse la cantante, e un’altra orda di applausi e fischi si levò verso l’alto. “E’ il momento di divertirci!” issò le mani e partì la musica: note rock e strimpelli di chitarra riempirono l’aria e tutti gli studenti si accalcarono sulla pista.
“Non ti va di ballare?” chiese Este a Logan quando vide che non si mosse di un centimetro.
“Ehm” disse il canadese grattandosi la testa “non mi piace ballare” disse scusandosi.
“Ah beh, tranquillo, nemmeno io impazzisco per il ballo. Se vuoi possiamo restare qui a chiaccherare” Logan acconsentì e cominciarono a passeggiare in tondo per la sala.
“Alla fine Nora ha il suo accompagnatore” disse Logan divertito mentre guardava la campionessa in pista col gemello. Esteban ridacchiò ed esclamò “Beato chi li capisce quei due!” e gli raccontò un po’ tutta la tiritera che c’era stata. Il ragazzo canadese scrutava il viso liscio di Esteban mentre parlava: aveva un sorriso accattivante e le palpebre un po’ calanti che però non stonavano affatto con l’allegria che trasmetteva. Senza occhiali sembrava più grande e meno intellettuale e il completo che indossava gli calzava a pennello; ad un tratto Logan sentì una strana sensazione nella pancia, come se ci fosse qualcosa in movimento.
“Sono due idioti” concluse alla fine il ragazzo spagnolo e il canadese fu d’accordo.
“Non esistono regole in amore” mormorò quest’ultimo.
“E questa chi l’ha detta?” chiese Este pensando si trattasse di una citazione.
“Io!”
Entrambi scoppiarono a ridere e decisero, poi, di recarsi al bancone del bar per prendere da bere. Mentre si districavano tra la folla di studenti, incrociarono Harry e Ron seduti ad un tavolo con le gemelle Patil al loro fianco. Ron sembrava stesse per esplodere mentre Harry aveva l’aria di non sapere perché si trovasse lì.
“Hei ragazzi” li salutò ilare Esteban; Harry ricambiò cordiale mentre Ron fece un cenno col mento. Il ragazzo di Gibralfaro presentò loro Logan ma nessuno dei due si prese la briga di presentare a loro volta Padma e Calì.
“Hai intenzione di ballare?” chiese infastidita Calì a Harry. Lui scosse la testa e lei si alzò per raggiungere la pista. Padma, invece, non rivolse nemmeno la parola a Ron e seguì la sorella. Esteban e Logan si scambiarono uno sguardo divertito; il ragazzo spagnolo chiese ai due Grifondoro come mai fossero così corrucciati e Harry riassunse il tutto con un semplice “Non ci piace ballare”. Era una balla, si vedeva da un chilometro. Mentre Logan ed Este intrattenevano una stupida conversazione con Harry – cosa che fu impossibile con Ron perché guardava la pista da ballo come se fosse in attesa di vederla crollare – arrivarono Nora e George, accaldati e col fiatone.
Chicos!” gridò la ragazza per sovrastare la musica. Ricambiarono tutti il saluto. “Perché quei musi lunghi?” chiese subito dopo ai due Grifondoro ed Harry le rifilò la stessa bugia usata poco prima. Lei si sedette accanto a Ron e si tolse le scarpe esclamando "Por Dìos!”. Si massaggiò i piedi e cercò di insistere sul vero motivo delle loro facce funeree ma con scarsi risultati. Dopo poco, George, Esteban e Logan andarono verso il bar a prendere una bibita per tutti.
“Davvero non volete dirmi perché state così?” insistè ancora la campionessa.
“Davvero Nora, è tutto okay” rispose Harry con un sorriso tiratissimo.
“Va bene” lasciò perdere la bionda alzando le mani in segno di resa “Allora per sollevarvi il morale vi racconto cosa ha combinato quell’idiota di George” e spiegò loro tutta la vicenda delle Pasticche Vomitose. Quando il gemello tornò, con un vassoio su cui c’erano i drink, Harry e Ron sembravano più sollevati.
“Dove sono Este e Logan?” domandò Nora al suo accompagnatore mentre prendeva l’Acquaviola.
“Sono andati nel giardino d’inverno” rispose George passando le Burrobirre al fratello e ad Harry; poi poggiò il vassoio vuoto sul tavolo, prese posto accanto a Nora e fece un lungo sorso di Burrobirra che gli lasciò i baffi. Nora lo guardò rallegrata e gli passò due dita sulle labbra per pulirlo; lui le sorrise e si guardarono intensamente negli occhi ma solo per pochi istanti giacché - in quel momento - si unì a loro Hermione, con uno splendido abito color pervinca e i capelli liscissimi.
“Ciao ragazzi” salutò tutti sorridendo “Fa caldo, vero?” e così dicendo si sedette accanto ad Harry e si sventolò con la mano.
“Puoi dirlo forte” rispose Nora con un sorriso. “Ti stai divertendo?”
“Sì, molto! E’ tutto fantastico, non trovate?”
“Assolutamente sì” confermò il gemello e guardò velecomente la campionessa di Gibralfaro.
“E voi due non ballate?” chiese la Grifondoro ai due amici. Ecco che Harry sfoggiò la sua balla per terza volta. Da quando era arrivata Hermione, Ron aveva distolto lo sguardo dalla pista e continuava a guardarla in cagnesco come se lei gli avesse fatto il peggior torto della sua vita.
“Jeremy è andato a prendere da bere. Voi siete a posto?” chiese gentilmente la Grifondoro. Nora, George ed Harry la ringraziarono e dissero di sì, Ron invece le scoccò un’occhiata fulminante.
Jeremy?” esclamò “Ancora non ti ha chiesto di chiamarlo Jerry?”.
Hermione lo guardò sorpresa.
“Che cos’hai?” chiese.
“Se non lo sai tu” rispose Ron sprezzante “non ho intenzione di spiegartelo”.
Hermione lo fissò, poi guardò Harry in cerca di una spiegazione ma l’amico si strinse nelle spalle. La tensione tra i due era palese e Nora sibilò nell’orecchio di George che era arrivato il momento di smammare; salutarono i tre amici e si diressero verso l’uscita della Sala Grande.
“Perchè siamo andati via?” domandò George perplesso.
“Dici sul serio?!” si stupì Nora e notò che il gemello davvero non aveva capito.
“No, ma dico, hai dell’jamon serrano sugli occhi? Non hai notato nada?!”
George continuava ad avere un punto interrogativo in mezzo agli occhi.
Por Dìos, George! E’ palese che a tuo fratello piaccia Hermione!”
“Chi? A Ron?! Ma che dici” smentì il ragazzo confuso. Nora alzò gli occhi al cielo e gli spiegò il perché di tutto l’astio che Ron aveva mostrato nei confronti di Hermione.
“Ma se gli piace Hermione, perché non l’ha invitata lui al ballo?” chiese lecito.
“Perchè è idiota come te!” rimbeccò Nora dandogli una pacca sulla fronte.
“Ahia!” esclamò il gemello massaggiandosi il punto in cui era stato colpito.
“Ben ti sta!” esclamò soddisfatta la ragazza. George sbuffò e poi le chiese di fare un giro nel giardino di inverno. Quando superarono il portone del Salone d’Ingresso, entrarono in una specie di serra tutta in vetro: camminarono lungo un sentiero di ciottoli che aveva ai lati cespugli di rose bianche e mughetto; decine di lanterne argentate fluttuavano nell’aria; il soffitto del giardino rifletteva un cielo trapunto di stelle in cui svolazzavano miriadi di lucciole che rendevano l’atmosfera calda e romantica. Alla fine del vialetto si entrava in una piccola piazza con al centro una fontana il cui getto d’acqua cambiava continuamente colore; spuntavano panchine di marmo bianco qua e là e un via vai di studenti si aggirava in ogni angolo. Dalla piazzetta si poteva accedere ad altri piccoli sentieri e mentre Nora e George ammiravano ciò che li circondava, sentirono la voce melliflua di Piton sibilare “Dieci punti in meno a Tassorosso, Jones”. Un ragazzo con i capelli castani e gli occhiali sgattaiolò da dietro un cespuglio, la cravatta sciolta e la camicia un po’ aperta. “E dieci punti in meno anche a Corvonero, signorina Ryan” una ragazza bionda uscì dallo stesso cespuglio, rossa in volto, e con la spallina del vestito abbassata.
“No vabbè, non ci si può nemmeno appartare? Che ballo è?!” chiese George a bassissima voce, trascinando Nora verso una panchina in bella vista, sia mai che Piton togliesse punti a Grifondoro.
“Perché volevi appartarti?” domandò lei accigliata.
“No... cioè... era per dire” disse il gemello imbarazzato. Nora scrollò la testa e fece planare il discorso su altro.



 
Lungo uno dei vialetti che i professori di Hogwarts avevano creato in onore del Ballo del Ceppo, Esteban e Logan stavano passeggiando mentre chiaccheravano tranquillamente. Il ragazzo spagnolo si ricredette sul fatto di aver accettato l’invito del canadese: stavano trascorrendo una bella serata. Si stava divertendo con Logan ed era felice per Nora; si chiese perché Alicia fosse andata al ballo con Paciock e perché non l’aveva vista da dopo la cena.
“Esteban” fece ad un tratto Logan, distraendo l’altro dai suoi pensieri, dopo che si furono seduti su una panchina “devo confessarti una cosa” il suo tono era serio. Esteban aprì bene le orecchie e fece cenno col capo.
“Ho litigato con Selina per via di questa cosa...” cominciò “e non volevo buttarti in mezzo, e mi vergogno anche solo a parlarne, ma io non riesco a capire se... insomma... se mi piacciono i ragazzi” lo disse tutto d’un fiato, forse per paura di non riuscire a completare il discorso. Non sapeva nemmeno perché glielo avesse detto. Stava già per pentirsene quando Este gli raccontò di come l’aveva capito lui: le sue parole furono dolci e comprensive, amare e tristi; nel 1994 l’omosessualità era ancora un tabù, figuriamoci nel mondo dei maghi che erano indietro anni luce rispetto ai babbani! Ma Esteban l’aveva superato, aveva superato l’enorme scoglio emotivo che si stagliava contro il mare delle sue emozioni e tutto era andato liscio come l’olio.
“Non posso dirti come e quando lo capirai davvero, ma stai sicuro che ci riuscirai” concluse con un sorriso. In quell’istante, sopra le loro teste si materializzò un rametto di vischio: i due ragazzi alzarono lo sguardo verso l’alto e, imbarazzati, tornarono a guardarsi. Poi fu un attimo. Logan si slanciò verso Esteban e le loro bocche si unirono dolcemente.



 
Era mezzanotte, la musica era cessata e tutti gli studenti di Gibralfaro, Whitehorse e Hogwarts si riversarono nel salone d’ingresso per raggiungere i propri dormitori. Le loro voci echeggiavano ancora per tutto il castello: risolini divertiti, saluti agli amici, chiacchiericcio incessante ricco di dettagli sulla serata, baci rubati dietro le statue; il ballo era stato un successo strepitoso per tutti, o quasi. Ron – uscendo dalla Sala Grande – stava camminando a passo spedito per raggiungere Hermione, e i due parlavano così ad alta voce da far girare i presenti:
“Ancora con questa storia del nemico?!” trillò Hermione rossa in volto “Tu sei fuori di testa!”
“Ah, adesso sarei pazzo?! Sei tu che sei così ingenua Hermione!” ribattè il rosso. Harry era dietro di loro, combattuto se intervenire o meno.
“Solo perché tu ti sei accorto che sono una ragazza dopo quattro anni, non è detto che tutti debbano fare come te!” la ragazza era quasi in lacrime. Si fermarono di botto ai piedi delle scale, Ron la prese per il polso e disse a denti stretti: “Lo vuoi capire che ti sta usando?!”
“Sei...sei...” la Grifondoro inspirò profondamente, chiuse gli occhi per un istante e quando li riaprì gridò “Sai qual è la soluzione??!”
“Sentiamo!!”
“La prossima volta che c’è un ballo invitami prima che lo faccia qualcun’altro!!! E non come ultima risorsa!!!” e così dicendo, il viso in lacrime, si tolse le scarpe e salì le scale repentinamente.
“Tu...tu... Non hai capito niente!” urlò Ron alle sue spalle, ma Hermione si era già dileguata oltre la piccola calca in cima alle scale.
La scena non passò inosservata: alcuni Tassorosso del terzo anno cominciarono a bisbigliare tra di loro; due ragazze di Whitehorse rimasero scandalizzate dai toni usati; un gruppetto di Gibralfaro ridacchiava di gusto; Alicia e Neville rimasero interdetti e la ragazza cercò Nora con lo sguardo – che aveva assistito alla scena da lontano – per ‘capirci qualcosa’ ma la campionessa fece spallucce. Harry si avvicinò al suo migliore amico ma non gli disse nulla; Ron lo guardò ed esclamò “Donne!” con tono piccato e al contempo scioccato. I due amici si avviarono verso la Torre di Grifondoro senza scambiarsi una parola e ignorarono dei Serpeverde che, al loro passaggio, ghignarono “Weasley e Granger? Bleah!”.
Nemmeno quando arrivarono ai dormitori, infilarono il pigiama e si diedero la buonanotte, Harry proferì parola sull’accaduto ma pensò, in cuor suo, che Hermione aveva capito decisamente più di Ron.
 
 


“Avevi ragione” sbottò George fintamente deluso quando lui e Nora arrivarono nei sotterranei.
“Lo so che avevo ragione su Ron ed Hermione” si vantò lei “Non capisco cosa aspettino sinceramente. Che si piacciono se ne sono accorti tutti”
“Dopo lo spettacolo che hanno dato...” mormorò il gemello accigliato.
Nora si fermò non appena arrivarono all’inizio della rampa di scale che portava al dormitorio dei Serpeverde e disse: “Allora... buonanotte”
“Ti accompagno fin fuori l’entrata della sala comune” le disse George continuando a scendere le scale.
“Scherzi?!” fece Nora sopresa e lo seguì.
“Devo farmi perdonare, no? Beh, sappi che è una cosa che non farei per nessun’altro. Ho l’orticaria al solo pensiero di trovarmi lì fuori”. Nora pensò che la sua reazione fosse esagerata ma non disse nulla. Dopotutto era un piccolo sacrificio che stava facendo per lei. Si fermarono poco distanti dall’ingresso del dormitorio dato che lì davanti c’era un gruppetto di Serpeverde che guardava George di sottecchi.
“Non me ne frega niente della vostra parola d’ordine!” li tranquillizzò con ironia il gemello. Loro lo guardarono quasi schifati e mormorarono la parola di accesso ai gargoyle; tempo pochi secondi e sparirono alla vista.
“Comunque è Vischio” confessò Nora con la linguaccia. George si mise a ridere e la minacciò scherzosamente “Attenta che vengo a rapirti stanotte”
“Non potresti” rispose lei saccente, sentendosi molto Alicia. Anche nella sala comune di Serpeverde le camere delle ragazze non potevano essere raggiunte dai ragazzi: il corridoio si restringeva così tanto da spappolare chiunque ci fosse all’interno.
“Ti sei divertita?” domandò all’improvviso George.
Nora fece finta di pensarci su e poi rispose di sì. “Allora merito un premio, non credi?” ammiccò il ragazzo.
“Non lo credo affatto” ribattè lei smorfiosa. “Troppo comodo per te, Weasley”. George la guardò interdetto, evidentemente non si aspettava un rifiuto.
“Domattina verrai con me in infermeria a scusarti con Miles” ordinò la campionessa incrociando le braccia al petto, il suo sguardo non ammettava un no come risposta; il gemello si morse il labbro e acconsentì seccato.
“Buonanotte George” disse Nora con un sorrisino; si alzò sulla punta dei piedi, gli stampò un piccolissimo bacio sulla guancia e diretta verso i gargoyle disse Vischio. Il suo chignon spettinato sparì oltre il muro di pietra e George rimase impalato con la mano sinistra a toccarsi la guancia nel punto preciso in cui Nora lo aveva baciato.
 

 
 
  
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