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Autore: Ramo97    15/09/2017    4 recensioni
Seguito di "Ted Lupin e il Figlio dell'Assassino".
Harry, dopo i fatti dell'anno precedente, si ritrova momentaneamente sollevato dalla direzione degli Auror.
Teddy, Anne, Baston, Eva e Bartemius iniziano il loro secondo anno e si trovano ad avere problemi con il Potter Club, un club elitario di Grifondoro che si dichiarano gli eredi del Prescelto.
In tutto questo iniziano strane sparizioni nelle vicinanze di Hogwarts che, nel silenzio, portano la firma del Maestro.
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Genere: Azione, Sovrannaturale, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter, Nuovo personaggio, Ron Weasley, Teddy Lupin | Coppie: Draco/Astoria, Harry/Ginny, Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Nuova generazione
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Ted Lupin'
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Capitolo 4: casa Tonks

L'ufficio di Harry era sempre stato spoglio. Eppure, senza di lui, lo sembrava ancora di più.
Ron era seduto dietro la scrivania, tambureggiando con le mani sul bracciolo della sedia. Ora erano la sua sedia e la sua scrivania, ma questo non lo tranquillizzava. Dietro il vecchio tavolo di legno pregiato si erano sedute molti grandi maghi, come Scrimgeour e Harry, e ora c'era lui. "Inadeguato e raccomandato. Un Weasley a capo degli Auror" così titolava l'articolo di Rita Skeeter in prima pagina sulla Gazzetta del Profeta. Ron non si era ma sentito così tanto umiliato, neppure quando i Serpeverde avevano iniziato a intonare "Perché Weasley è il nostro re". Tutta la Gran Bretagna aveva letto quell'articolo, compresi i vari ambasciatori magici. Hermione aveva letto quell'articolo, Harry aveva letto quell'articolo, i suoi genitori avevano letto quell'articolo. Se Rose avesse letto quell'articolo... no, non ci voleva pensare.
- Sappiamo che è un'Animagus non registrata, la possiamo arrestare quando vogliamo. - disse Dean Thomas, in piedi di fianco alla porta dell'ufficio.
- Sì, così mi attaccheranno ancora di più. Non l'abbiamo arrestata per tutti questi anni, ora sarebbe solo una infantile ripicca.
- Mi sembrava molto il tuo stile.
- Sì, Dean, più volte nella mia vita mi sono comportato da perfetto idiota, ma credo di aver capito qualcosa.
Dean si lisciò la giacca con le mani.
- Scusami - gli disse.
- E di che, non ti ci sei ficcato tu in questa situazione...
- Non hai fatto niente di male, Ron. Non eri semplicemente abituato a parlare in pubblico e avevi dei dubbi sul tuo incarico. Io l'anno scorso volevo sbattere Malfoy ad Azkaban e risolvere lì la questione evasi. Credo che sia stato un errore ben più grosso del tuo.
Ron annuì - Per quanto questo sentimento di idiozia mi accompagnerà per i prossimi anni, cerchiamo di limitare i danni. Immagino che Harry avesse dato delle disposizioni sulle indagini. Non tutto può essere di dominio pubblico.
Dean estrasse la bacchetta e chiuse la porta a chiave, sussurrando - Muffliato.
Poi la mise via e si sedette dall'altra parte della scrivania.
- Abbiamo infiltrato uno dei nostri nell'Ufficio del Trasporto Magico. Si tratta di Pickering, un Metamorfmagus, che sta indagando sulla spia dentro quell'ufficio, quella che ha neutralizzato le limitazioni ad Azkaban prima dell'evasione.
- Okay e Keats?
Il capo dell'Ufficio Misteri non era mai piaciuto a Ron. Fino a qualche anno dopo la fine della guerra non l'aveva mai sentito nominare, ma a un certo punto era apparso. Era stato uno dei leader della ribellione contro Voldemort nel Galles e girava voce che nel suo ufficio, su uno scaffale, si trovassero delle boccette con dentro ciocche di capelli dei Mangiamorte che aveva ucciso dopo lunghe torture. A quanto si diceva, aveva combattuto nella Battaglia di Hogwarts, ma aveva tenuto un basso profilo. A un certo punto era improvvisamente diventato direttore dell'Ufficio Misteri, con il benestare di Kingsley, di cui era sempre stato un protetto. Quest'ultimo lo riteneva uno dei suoi migliori uomini, ma l'Ordine della Fenice era piuttosto scettico.
- Keats è il solito. Non ci sono porte, finestre o incantesimi che lo tengano lontano dall'informazioni.
- Harry mi aveva detto che stava cercando di arginarlo.
- Aveva convinto Kingsley a obbligare l'Ufficio Misteri a passare tutte le informazioni legali e illegali a noi ma, appena si è  fatto commissariare, Keats è riuscito a ottenere di nuovo la sua indipendenza. Inoltre, non credo proprio che ci passasse tutte le informazioni.
- Non mi fido di lui. Sa tutto. Dobbiamo capire chi è la sua spia o come fa a sapere tutto.
- Ci posso provare.
Ron annuì di nuovo - Altro?
- Harry.
- Cosa c'entra Harry?
Dean si strinse nelle spalle - Dobbiamo proteggerlo. Sai benissimo che non ci sta raccontando tutto. Non si è fatto commissariare solo per "curare gli affari dell'Ordine". Vuole fare l'eroe.
Ron annuì. Dopo tutti quegli anni Harry aveva ancora paura a coinvolgerli nelle cose. Aveva una specie di istinto paterno verso il mondo, cosa che infastidiva molto sia Ron che Hermione.
- Piazzagli un Auror come controllore e guardia del corpo.
- Ne ho pochi, posso alternare qualcuno per il turno di notte più Jim Irons di giorno.
- Jim Irons?
Dean annuì - E' un ragazzo che ha quasi terminato il suo addestramento. Era il Serpeverde che ha risposto ai Mangiamorte durante l'ultima scorreria a Hogwarts.
- Quindi stiamo mettendo a sorvegliare Harry uno che ha quasi finito l'addestramento?
- Purtroppo sì.
- Andiamo bene - disse Ron. Sapeva già che Harry gli avrebbe dato non pochi problemi.

*

Teddy non vedeva Victoire da molto tempo. Sapeva che avrebbe dovuto fare pace con lei già da prima, ma non ci era riuscito. Non è che non ne aveva voglia, ma era il suo orgoglio a impedirglielo. Eppure non era una persona orgogliosa, a parte che con Victoire. Era la cosa più vicina a una sorella che avesse, ma l'aveva spesso ritenuta pesante e appiccicosa. Quando l'anno scorso aveva creduto che la sua vita stesse finendo per mano di Lestrange, però, aveva pensato a lei e solo a lei. Non c'era orgoglio in quel desiderio, ma soltanto lei, il suo sorriso e la sua voglia di rivederla un'ultima volta. Non sapeva cosa questo significasse ma, alla notizia che lei sarebbe arrivata a breve per passare qualche settimana a casa sua, si era sentito stranamente euforico.
- Ti vedo particolarmente felice oggi - disse Eva, che si era nascosta in camera sua a leggere.
- Non più di altri giorni.
- Mah, a me sembri raggiante.
- Non sono raggiante.
- Ma se c'è più luce sulla tua faccia che nel sole là fuori.
- Non è tanto difficile, fuori è nuvoloso.
- Anche se ci fosse il sole di luglio sarebbe comunque meno radioso di te.
- Ma perché dovrei essere radioso?
- Non so, ma visto che sembri Bartemius quando vede Anne direi che è per una ragazza.
Teddy sbuffò. Non le piaceva Victoire, perché la gente non lo voleva capire?!
- Forse è perché a Bartemius non piace Anne.
Eva scoppiò in una fragorosa risata - Sì, e io sono una Caccabomba. O forse hai una cottarella per Anne pure tu?
Il ragazzino alzò un sopracciglio e guardò male l'amica. Certo Anne era una gran bella ragazza, con cui gli piaceva passare il tempo e a cui voleva molto bene, ma non sapeva dire se quella era una cotta. Forse davvero aveva una cotta per Anne.
- Ho fatto c'entro?
- Pensa a farli a Quidditch i centri.
- No, da quando siamo qui avrò fatto sì e no tre gol a Baston. E giochiamo pure cinque o sei ore al giorno. E' frustrante.
- Bruciagli la scopa.
- Pur di parare si arrampicherebbe sui pali come una scimmia.
Teddy sorrise. Quello era sicuramente vero.
- E' sempre bello sentirti dire queste cose, Eva - disse Baston che, evidentemente, era stato nascosto per tutto quel tempo dietro la porta. Aveva un grande sorriso beffardo sulla faccia e lui sì che guardava Eva con occhi sognanti. Teddy non era ferrato in questioni di cuore, ma era certo che Baston avesse perso la tesa per Eva, cosa che infastidiva sempre di più la ragazza. Non la lasciava sola per un secondo e, quando lei scappava da qualche parte, lui la trovava e continuava in quegli orribili tentativi di corteggiarla.
- Ted, è arrivata la biondina figlia della francese.
Eva si alzò di scatto, chiudendo il libro che stava leggendo e buttandolo sul letto di Teddy.
- Mistero risolto. Vediamo com'è questa biondina!
- Meno bella di te - disse Baston, con la voce di chi credeva di essere un gran seduttore.
Eva alzò gli occhi al cielo e borbottò - Allora deve essere proprio brutta!
Teddy cercò di ignorare quella scena a dir poco imbarazzante e scese le scale. Aveva pensato più volte a cosa avrebbe detto Victoire una vola vista, ma in quel momento non sapeva neanche se fosse riuscito ad aprire la bocca. Perché la sua solita calma lo abbandonava proprio in quel momento?
Scese le scale e se la trovò davanti.
- Teddy - disse lei gentilmente, incurvando le labbra in un sorriso che le illuminò il viso.
Era cresciuta dall'ultima volta, non era alta come lui, ma non sembrava nemmeno più uno scricciolo. Ma il cambiamento più importante era di qualche altro tipo. Non sembrava più la solita esagitata appiccicosa, anzi sembrava vittima di una graziosa calma. I suoi occhi blu scuro lo guardavano con interesse, ma lei non sembrava scomporsi. Sembrava passato un tempo enorme dal Natale precedente, quando erano andati a passare il Natale a Grimmauld Place e lei le era saltata addosso con un sorriso enorme in faccia. Non sembrava più lei.
- Victoire - rispose lui, simulando perfettamente la sua solita calma - ti vedo... diversa.
Lei fece di nuovo quel piccolo sorriso accennato che aveva fatto anche prima. Era molto aggraziato e non sembrava uscire da una bambina di dieci anni.
- Ed è una cosa positiva o negativa?
Teddy si strinse nelle spalle - Non so neanche bene cosa è cambiato, a dir la verità.
- Sto tenendo i capelli più lunghi e sono cresciuta di due pollici e mezzo, ma per il resto mi sembro uguale all'ultima volta che abbiamo... parlato.
Anche lei non sembrava voler parlare di quello che era accaduto. Una discussione imbarazzante in meno.
Eva scese dalle scale proprio in quel momento, con Baston al seguito.
- Ciao io sono Eva! - disse lei, porgendole la mano.
Teddy sperò quasi che facesse una scenata come aveva fatto per Anne, stupendosi di se stesso. Sperava che Victoire fosse gelosa. Ma lei non lo fu.
Un sorriso più grande di quello che aveva rivolto a lui si aprì sul suo volto e le si avvicinò a stringerle la mano.
- Victoire, è un vero piacere! Sei una sua compagna di casa?
Eva scosse la testa, sorridendo anch'ella - No, sono una Serpeverde. Lui è un Tassorosso - disse indicando Baston, che alzò una mano a mo' di saluto.
- Tu sei Harry, giusto?
Il ragazzino annuì - Sì, ma chiamami Baston, ci sono troppi Harry al mondo per i miei gusti.
Victoire scoppiò a ridere, come se avesse detto la cosa più divertente del mondo - Hai ragione, i miei genitori volevano chiamare il mio fratellino Harry, ma hanno desistito proprio per quello.
Teddy si morse il labbro. A lui dei mezzi sorrisi e ai suoi amici, completi estranei, sorrisoni. Di solito si sentiva grande nei confronti di Victoire, che aveva un carattere molto emotivo e irrompente, ma ora si sentiva piccolo.
Il baule di Victoire era in mezzo al corridoio.
- Ti aiuto a portare il baule in camera, se vuoi.
- C'è mio papà ad aiutarmi, appena finisce di bere il tè con tua nonna.
- Allora mi sa che sarà impegnato per un po'. Dai vieni qui che così mi dai una mano.
Dietro a quell'atto di generosità c'erano tre motivi. Il primo era un puro desiderio di aiutare, il secondo era quello di sentirsi meno fuori luogo e il terzo, e forse e il più importante, era che voleva fare in modo che Bill Weasley se ne andasse il prima possibile. A differenza di tutti i Weasley, Bill, per quanto gentile ed educato, non aveva mai legato con lui. A volte sembrava addirittura infastidito che lui e Victoire passassero molto tempo insieme, e Teddy non riusciva a spiegarsi perché.
Presero ognuno una maniglia del baule e salirono le scale, portandola nella camera degli ospiti di fianco a quella di Teddy. Anzi, ormai non era neanche più una camera degli ospiti, quella camera era da sempre riservata a Victoire e ci poteva stare solo lei.
- Hai bisogno che ti aiuti a metterlo a posto? - disse indicando il baule che avevano appena poggiato davanti al letto.
- No, tranquillo! Ce la faccio da solo - le rispose lei, con un sorriso più caloroso degli altri due.
Lui annuì e fece per andarsene, ma lei lo fermò - Aspetta!
Il ragazzo si girò con il suo solito sorriso calmo stampato sulla faccia.
- Come stai?
Teddy si strinse nelle spalle - Bene. Tra poco parto per Hogwarts, non vedo l'ora...
Victoire le fece un sorriso un po' più spento di quelli precedenti - Immagino. Non vedo l'ora che sia l'anno prossimo.
Victoire aveva due anni meno di Teddy, quindi aveva dieci anni. L'anno successivo avrebbe inziato anche lei la sua carriera scolastica.
- Sì, in effetti si sente la tua mancanza in quel posto.
- Per la mia bellezza? - disse lei con un altro sorriso.
- Macché. Perché ogni tanto c'è del silenzio.
Victoire fece una smorfia divertita - Simpatico!
- Sarai di sicuro una Grifondoro.
- Papà ne sarebbe felice.
- E tu?
- Indifferente.
Teddy ne fu stupito. Fin da piccola Victoire non aveva mai nascosto di voler essere una Grifondoro come tutta la sua famiglia. Spesso fantasticava di studiare con lui nella Sala Comune, dando per scontato che anche lui sarebbe stato un Grifondoro. Perché ora aveva cambiato idea ed era aperta anche ad altre case? Boh, quella ragazza era davvero un mistero per lui.
- Davvero non hai nessuna preferenza?
- Possibilmente non nella stessa di Fred.
Teddy scoppiò a ridere. Per quanto si continuassero a stuzzicare Victoire e Fred erano inseparabili, almeno finché Fred non le faceva uno scherzo e lei gli toglieva la parola per qualche mese.
- Comunque scusa... - disse lei, evitando per la prima volta di guardarlo negli occhi.
- Per cosa?
- L'anno scorso, quella scenata vergognosa.
Teddy arrossì. Sperava che si fossero lasciati alle spalle quel discorso, con un tacito accordo tra i due, ma a quanto pare lei voleva parlarne.
- Victoire, io...  
Lei lo interruppe - Non devi dirmi niente. Mi sono comportata da scema e non avevo il diritto di farlo. Lo so che il mio comportamento è stato intollerabile, ma aveva paura che mi sostituissi con qualche altra tua amica.
Teddy gli sorrise e disse - Tranquilla, è tutto a posto.
Detto questo aprì le braccia e Victoire si avvicinò, facendosi stringere e ricambiando l'abbraccio.
- Nessuno ti potrà mai sostituire - le sussurrò nell'orecchio.

*

- Che fai? - chiese Baston a Eva.
- Vado da Teddy a chiedergli una cosa.
- Ti accompagno!
Eva gli sorrise e disse - No, grazie.
Baston si fermò e la lasciò allontanarsi.
- Sei sicuro che funzioni così? - gli chiese una voce dietro di sé.
Teddy lo guardava con la sua solita aria calma, anche se lasciava trasparire una goccia di disappunto.
- Da quand'è che tu sei esperto di seduzione?
Teddy si accigliò - E da quando lo sei tu?
Baston stava per rispondergli che aveva una grande esperienza, ma poi si ricordò che non era vero.
- Sto sbagliando qualcosa?
- No, cioè, a parte il modo in cui le stai attaccato tutto il giorno.
Baston sapeva di esser un po' pesante, ma era parte del suo personaggio. Si comportava da buffone e immaginava che così l'avrebbe fatta divertire.
 - Eva ha alcuni punti in comune con Bartemius - disse Teddy - a volte vuole starsene semplicemente da sola. Non ama avere compagnia sempre e comunque.
Baston prese un attimo in considerazione di ascoltare Teddy, ma poi scostò quel pensiero. Lui la conosceva molto meglio del suo amico! Certo, forse le stava dando un po' fastidio, ma senza di lui si sarebbe sicuramente con qualcosa in meno. O almeno era quello che si ripeteva. La realtà è che a volte ci provava anche a starle alla larga, ma sentiva il bisogno di starle vicine, di parlarle. Era da tutta l'estate che non la vedeva e le era mancata fin troppo. Perché doveva starle alla larga?



Angolo dell'autore

Ciao a tutti! Stavolta sono stato abbastanza celere. Volevo cercare chiarire un paio di punti di questo capitolo che ho trovato necessario spiegare: le due "storie d'amore". Non è mio interesse sviluppare storie d'amore in questo momento, perché sono dei ragazzini ancora molto piccoli, ma ho deciso di rappresentare due cose: un sentimento tra Teddy e Victoire molto profondo che non è ancora amore maturo ma comunque un legame molto forte che si consoliderà nel tempo e, nel caso di Baston ed Eva, a una cottarella tra bambini, con tutta l'ossessione che si prova in questi primi sentimenti di attrazione (che non è detto possa svilupparsi anch'essa nel tempo). Non era invece mia intenzione mostrare sentimenti maturi tipici delle storie d'amore, ma piuttosto dei germogli che potranno o meno crescere in seguito. Quello che vorrei chiedervi è se ci sono riuscito. Mi fareste un grande favore a dirmelo!

Alla prossima,

Ramo97
  
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