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Autore: RigelWhite    18/09/2017    1 recensioni
Una misteriosa ragazza irrompe nell’apparente tranquillità di Camp Legacy. Sono passati 20 anni dalla guerra contro Gea: quello delle armi e del sangue è solo un ricordo lontano, o almeno così pensano i giovani legati, separati dal resto dei semidei in un campo tutto loro. Bianca Di Angelo ha una missione da compiere, un padre scomparso da ritrovare, un passato nascosto da conoscere. Gli astri tramano all’orizzonte, le Parche intessono i fili di quelle vite in bilico. La Terza Grande Profezia non è che appena iniziata. Un cerchio sta per essere chiuso.
Dal testo:
- Ti fidi di me?
Le chiesi improvvisamente, vedendola per la prima volta smarrita.
Ormai niente avrebbe potuto impedire alla buca di crollarci addosso.
Bianca mi guardò, uno dei suoi sguardi indecifrabili, di quelli che riescono a vedere l'anima nuda nascosta dentro di te.
Mi vidi riflesso in quegli occhi neri, scuri, profondi come un abisso. Due buchi neri senza via di uscita: ti risucchiavano dentro di loro per portarti verso rotte misteriose e ignote, che dovevano ancora essere scoperte.
Bianca aveva un mondo dentro di sé, un mondo inesplorato, che aspettava solamente qualcuno che ci mettesse piede.
Non mi rispose mai.
Genere: Avventura, Sentimentale, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuova generazione di Semidei, Quasi tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Bianca

 

Correvo. 

 

Correvo senza una meta, senza un perché, senza guardarmi alle spalle.

 

I profili dei campi di fragole e dei legati, sfumavano nel vento al mio passaggio. Riuscivo a vedere chiaramente solo nell'ignota direzione verso cui scappavo. Non mi importava più niente, mi ero spinta ormai fin ai confini di Camp Legacy, dove crollai a terra, esausta e con il fiato corto.

 

Dovevo andarmene da lì, da quel posto, da quel dannato campo, da quelle persone false, che non avevano fatto altro che mentirmi, come tutti, sul fatto di volermi aiutare. Dovevo portare a termine la mia missione, dovevo salvare mio padre, prima che fosse troppo tardi. Ci sarei riuscita, con o senza l'aiuto di quei semidei della profezia dei Sette.

 

Ero disposta ad andare contro ogni pericolo, ogni mostro o chiunque mi si fosse parato davanti. Ero disposta a tutto pur di trovare la mia famiglia.

 

La mia mente venne invasa nuovamente dal pensiero di quegli occhi, ben impressi nella mia mente nonostante li avessi osservati solo per poco tempo: dorati, mutevoli e dalle mille sfumature lucenti.

 

Quel ragazzo, Hunter... Sentivo di avere un legame con lui, un legame di sangue. Non capivo come, lo sentivo e basta.

 

Mi ricordai dell'abbraccio di quella donna, Hazel, così pieno di affetto, così caldo, così dolce...nessuno aveva mai dimostrato di tenere a me, quella era stata la prima volta da quanto ricordassi che qualcuno mi aveva abbracciato.

 

"Non è a te che vuole bene, lei vede in te il ricordo di tuo padre"

 

Scossi la testa, sospirando, cercando di scacciare sempre la solita e fastidiosa voce del mio subconscio, ormai diventata un flagello costante.

 

Quella donna aveva gli occhi identici ad Hunter, gli stessi tratti, la stessa espressione, le stesse movenze...dovevano essere per forza imparentati fra loro.

 

Zio Frank, zia Hazel e cugino Hunter... sorrisi amaramente al pensiero, non mi sarei mai immaginata che un giorno avrei mai potuto pronunciare quei nomi. 

 

Ma d'altronde non avrei mai avuto idea di tutto quello che era successo nelle ultime settimane. Ero stata scaraventata all'improvviso in un nuovo mondo totalmente estraneo, ma allo stesso tempo profondamente legato a me, che ha trasformato tutto ciò che conoscevo prima in una grande e immensa bugia. Per la prima volta, avevo incontrato delle persone a cui sembrava importare veramente qualcosa di me.

 

E allora perché ero scappata? Perché avevo sentito quel impulso di fuggire, di lasciarmi tutto alle spalle, un'altra volta, come se nulla fosse mai accaduto?

 

Avevo finalmente trovato, almeno in parte, la famiglia che avevo sempre desiderato.

 

Perché? Perché allora mi tiravo indietro?

 

"Hai paura"

 

"Hai paura che ti abbandonino come hanno fatto tutti quanti, hai paura che tu non sia abbastanza per loro, hai paura di soffrire ancora. Hai paura che la tua vera famiglia non esista"

 

Seduta, mi rannicchiai su me stessa, nascondendo la testa fra le gambe. Gli occhi mi bruciavano tremendamente, era come se mi stessero infilzando con mille aghi pungenti. 

 

Avrei voluto solamente piangere e urlare, fino a che il mio dolore non sarebbe volato via, come una foglia autunnale nel cielo plumbeo.

 

Ma non volevo, non potevo. Dovevo essere forte, o almeno lo dovevo dimostrare. 

 

Disperarsi non sarebbe servito a nulla, non era mai servito a nulla.

 

-Bianca

 

Disse una voce dietro di me. Sapevo bene chi fosse, non avevo bisogno neanche di girarmi per esserne sicura. 

 

Mi alzai di scatto, cercando di andarmene, di fuggire, perché alla fine questo era sempre stato il mio rimedio: scappare era l'unica cosa che sapevo fare.

 

Ma questa volta una mano ben salda mi bloccò, tenendomi un braccio e impedendomi di compiere qualsiasi altro passo. 

 

Mi girai, trovando la forza di guardare il ragazzo in faccia.

 

Le iridi nere come il Tartaro incontrarono due occhi tempestati d'oro.

 

-Aspetta, non voglio farti niente

 

Disse Hunter Zhang, avvolto nella sua splendente armatura di bronzo, ricoperta da un pesante mantello bordò, nonostante facesse caldo.

 

-Voglio solamente parlarti

 

Non risposi, non ci riuscii, rimasi semplicemente ferma sulle mie gambe, paralizzata, non sapendo cosa fare.

 

Riuscii solamente a sussurrare un debole vattene.

 

Hunter sospirò, sedendosi a terra silenziosamente, all'ombra di una quercia, e invitandomi a fare altrettanto.

 

-Sai, mia madre Hazel mi parla spesso di tuo padre

 

Disse il legato di Marte, aprendosi in un debole sorriso.

 

Strinsi ancor di più a me la spada nera, simile alla notte, accarezzandola dolcemente, come se fosse il più prezioso dei tesori. 

 

Era una cosa che ero solita fare quando mi sentiva sola o triste, cioè la maggior parte del tempo. Mi rassicurava, era come se i fantasmi dei miei genitori fossero ancora qui, insieme a me.

 

Guardai Hunter, chiedendogli, implorandogli, silenziosamente di continuare. 

 

Io non sapevo assolutamente niente di mio padre, se non il suo nome, e in quel momento l'unica ragione per cui non ero ancora scappata via come al mio solito, era la voglia, il bisogno di conoscere, almeno tramite racconti, la persona che mi aveva messo al mondo.

 

-Quando ero piccolo, ogni sera mi parlava di lui, mi raccontava delle sue imprese, dei suoi viaggi e soprattutto del suo grande coraggio

 

Il ragazzo aveva gli occhi chiusi mentre parlava, come se stesse volando tra i suoi ricordi più profondi, più lontani. 

Mentre la brezza tentava invano di scompigliargli i ritti capelli corvini.

 

-...Era, ed è tuttora, il mio eroe, il mio mito. Porto un grandissimo rispetto per Nico Di Angelo, soprattutto sapendo tutto ciò che ha dovuto passare

 

Non facevo altro che fissarlo, ormai rapita, concentrandomi sulle parole che Hunter stava pronunciando, cogliendo ogni dettaglio, ogni sfumatura della storia, cercando di immedesimarmi in essa.

 

-Nico Di Angelo, il Re degli Spettri, per me uno dei più grandi semidei che siano mai esistiti, per molti era invece un mostro, un errore, un fantasma che non sarebbe mai dovuto esistere. Le persone lo giudicavano cattivo, un ragazzo di cui non ci si sarebbe dovuto fidare. Questo è uno dei motivi per qui si chiuse in sé stesso, costruendo intorno a sé uno scudo freddo e impenetrabile, per non permettere al mondo di ferirlo ancor di più di quanto non avesse già fatto. Perché nonostante per molti fosse difficile da credere, Nico Di Angelo aveva un cuore, nascosto nelle profondità del suo animo oscuro, e quel cuore soffriva, piangeva e sfidava da solo il destino che aveva davanti. Aveva perso tutto, non aveva nessuno, si era isolato dal resto del mondo, ma aveva sempre avuto la forza e il coraggio di lottare per le poche persone che gli volevano bene. Nico era semplicemente questo, il miglior errore a cui gli Dei avessero dato vita

 

Mi si spezzò il fiato sentendo quelle parole. Hunter aveva descritto mio padre come un animo solo, triste, infelice, turbolento e oscuro; non accettato da nessuno e senza un posto da chiamare casa: Nico Di Angelo era esattamente uguale a me.

 

Da lì, un fiume di parole e di racconti in piena mi sommersero, e io annegai insieme agli aneddoti del padre che non avevo mai conosciuto.

 

La morte della nonna e della zia Bianca, il Casinò Lotus, il Labirinto, le battaglie e le imprese, il Regno Dei Morti, Ade, le torture nella Giara Di Bronzo a Roma, l'incontro con Hazel, il complicato rapporto con Percy Jackson, il viaggio per mezzo globo con una ragazza di nome Reyna, trasportando l'Athena Parthenos, la sconfitta di Gea....

 

Mi ero persa nei racconti della vita di mio padre, scoprendo passo dopo passo tutte le sue sventure, scontri e sofferenze. In confronto, tutto ciò che avevo passato, dopo l'abbandono, l'orfanotrofio e la famiglia adottiva, non erano nulla se messi vicino a tutto il dolore che aveva passato Nico nella sua vita.

 

Scoprii molte cose anche su me stessa e sui miei poteri: il motivo per cui mi chiamassi Bianca per esempio. Mio padre voleva davvero bene a sua sorella, era la sua unica famiglia, l'unico raggio di sole nel suo immenso buio. Ma quel sole era stato oscurato da una nuvola di tempesta, a Nico era stata strappata brutalmente la persona a cui voleva più bene al mondo.

 

Non superò mai la sua mancanza.

 

Ora capivo perché Hunter stimava così tanto mio padre, e, nonostante io non lo avessi mai conosciuto, sentivo un forte e indistruttibile legame con lui, non avrei potuto spiegare a parole tutto il bene che gli volevo.

 

Avrei voluto che mio padre fosse lì, con me, ad abbracciarmi e dirmi che non mi avrebbe abbandonata mai più. Ma era impossibile, un'illusione, mio padre non sarebbe mai tornato da me. La tristezza, la solitudine, la nostalgia presero nuovamente il mio possesso. 

 

Mi strinsi sempre di più la spada contro il petto.

 

Una piccola apertura di luce, di speranza illuminò di colpo l'abisso oscuro in cui stavo precipitando per l'ennesima volta: dovevo trovare mio padre, dovevo riuscirci, lo avrei riabbracciato ad ogni costo. Toccava a me andare a salvarlo, perché ora ero sicura che gli fosse successo qualcosa, qualcosa che me lo aveva portato via, che non gli aveva permesso di stare con me, un qualcosa che già odiavo con tutte le mie forze.

 

-...Cos'è successo dopo? Quand'è stata l'ultima volta che...che lo avete visto?

 

Io, che fino a quel momento non avevo ancora emesso un fiato, parlai lentamente, quasi pregando Hunter di dirmi, raccontarmi sempre di più, quasi come se fosse una droga.

 

Il viso del legato di Plutone si oscurò.

 

-Nonostante tutti i pregiudizi delle persone, Nico Di Angelo era uno tra i semidei più forti e potenti, essendo un figlio di Ade, uno dei Tre Pezzi Grossi. Per questo motivo anche dopo la Guerra ha partecipato e guidato molte imprese, la maggior parte delle quali estremamente pericolose. Fu proprio in una di queste che si persero le sue tracce. Ero molto piccolo, avrò avuto sì e no due anni, a Nico era stata affidata una missione molto importante e segreta. Era il solo a prenderne parte, ancora oggi solo Chirone e i Sette sanno in che cosa consistesse

 

Hunter si fermò un attimo, prendendo un respiro profondo.

 

-Dalla sua partenza passarono giorni, mesi, anni...Nico non tornò più, nessuno ricevette più notizie. I Sette lo cercarono per tutti gli Stati Uniti e perfino oltre, senza mai trovare nulla...fino ad oggi. Bianca, forse tu non te ne rendi conto, ma tu sei l'unica speranza, l'unico indizio che abbiamo per ritrovarlo, avresti dovuto vedere la faccia di mia madre. Ormai si era arresa all'idea che non lo avrebbe rivisto mai più, ma tu le hai donato un motivo per alzarsi in piedi e andare avanti, continuare a sorridere. È per questo che ti devo ringraziare di cuore

 

Abbassai lo sguardo sul terreno, continuando ad accarezzare la spada affilata. Quando avevo visto per la prima volta i Sette non sapevo fino a che punto credere alle loro parole.  Nessuno nella mia vita mi aveva mai voluta aiutare, ero sempre stata sola.

Ma dopo aver ascoltato tutta la storia di mio padre...avevo capito che potevo fidarmi di loro, che mi dovevo buttare. 

 

Perché anche i Sette, come me avrebbero fatto di tutto per riportare Nico Di Angelo al Campo. Erano stati gli unici amici di suo padre, e sapevo che mi avrebbero aiutata nella mia missione.

 

Hunter mise la mano dentro la sua bisaccia di cuoio, tirandone poi fuori una foto piuttosto vecchia e rovinata, che il giovane Generale maneggiava con estrema cura. 

 

Mi tremarono le mani quando me la porse.

 

Vi era raffigurato un ragazzo, circa della mia stessa età, dai capelli ribelli, scuri come la pece, completamente vestito di nero, in contrasto con sua la pelle pallida e chiara, portava la spada nel fodero dietro la spalla.

 

Quel ragazzo era mio padre.

 

Con un solo sguardo, riuscii a vedere dentro di lui. Dolore, frustrazione, oscurità, demoni...sparivano tutti in quel affettuoso bacio sulla guancia della sorella. 

 

E nonostante il suo aspetto poteva sembrare agli occhi degli altri, poco raccomandabile, io vidi solamente il più maestoso degli angeli, un angelo caduto. 

 

Nico Di Angelo doveva essere davvero molto legato a Hazel.

 

Non riuscii più a trattenere le lacrime, che scesero prepotenti dai miei occhi già da tempo adornati di rosso.

 

Guardai Hunter, quasi come a ringraziarlo per tutto ciò che stava facendo per me, e che nessuno aveva mai fatto.

 

Il legato di Plutone mi sorrise, dandomi forza, speranza che un giorno avrei finalmente incontrato mio padre. E sarebbe successo, non importava quanti ostacoli avessi avuto davanti, io lo avrei riportato a casa.

 

-Qualunque problema tu abbia, ricordati che io, che noi siamo e saremo sempre qui per te

 

Angolo autrice 

Bianca.

La mia amata discendente di Ade, figlia di Nico Di Angelo e il motore che ha dato inizio alla storia. 

Non c'è nemmeno bisogno di spiegare il perché del suo nome.

All'apparenza, Bianca potrebbe sembrare una ricalcatura del personaggio del padre: non è così. Ovviamente tra i due vi sono delle similitudini, ma anche differenze molto profonde. 

Innanzitutto, Bianca è molto più irascibile, impaziente, testarda, impulsiva....(possiamo continuare per un capitolo intero) di Nico, che tende invece a nascondere TUTTE le sue emozioni. La figlia sì, porta in volto una costante maschera di indifferenza, ma non si trattiene nel mostrare il suo carattere focoso. 

Bianca tiene ben nascosti i suoi lati più "deboli", quali l' insicurezza nei confronti di sé stessa e la sua paura per il mondo esterno. Il suo più grande terrore è la solitudine. Non vuole mostrarsi al mondo, è stata rifiutata troppe volte.

Odia il suo carattere, perché crede che sia stata abbandonata da tutte le persone della sua vita per colpa di esso. Ha sempre cercato di migliorare questa sua falsa freddezza, tuttavia non ci è mai riuscita, ormai non ha più la forza di continuare, si è arresa. 

C'è una parte del suo backstory ancora tutta da svelare.

Bianca è armata di coraggio e di determinazione, nonostante tutti i suoi dubbi e le sue incertezze non si mostra mai priva di volontà. La sua forza deriva dal suo dolore.

Potrebbe non sembrare, ma la nostra legata tiene già molto alle persone che incontrato al Campo (soprattutto dopo questo capitolo): si aggrappa ad ogni minimo spiraglio di amore che lei ha sempre voluto ricevere. 

Infondo è una persona molto altruista, sa essere anche dolce e premurosa quando vuole (autrice muore strozzata dal suo personaggio che ha preso vita). 

Ha un'indole sfrontata, prova anche invidia nei confronti degli altri (Logan cof...cof) 

E nulla, spero che questa parentesi vi abbia aiutato a comprendere di più la mia visione del personaggio. Al prossimo capitolo

 

   
 
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