Capitolo 4
Udì intorno a sé delle voci, ma non
riusciva a identificarne i proprietari. Provò ad aprire gli occhi, ma li
sentiva pesanti e dovette fare non poco sforzo per riuscire ad alzare le
palpebre. Inizialmente la luce della stanza le diede fastidio, tanto che
dovette nuovamente chiudere gli occhi, dandosi il tempo di abituarsi. Solo
quando la visione fu chiara si accorse di essere in un letto di ospedale.
Aveva la mente annebbiata e non
riusciva a ricordarsi cosa fosse successo, ma ad un tratto tutto tornò alla
memoria e spaventata dagli avvenimenti
accaduti, si mise di scatto a sedere, facendo notare ai presenti nella stanza
che era sveglia.
Gemette e si piegò in avanti non
attenta alla flebo al braccio, quando sentì tutto il suo corpo indolenzito.
Quell’essere l’aveva conciata proprio per le feste, ma aveva la netta
sensazione, che il colpo preso, avrebbe dovuto recarle più danni di quelli che
sentiva.
“Ehi, ehi, calma love. Hai preso una
bella botta!” disse Killian avvicinandosi a lei e
aiutandola con gentilezza a sdraiarsi nuovamente.
“Oh Emma, eravamo così preoccupati!”
disse Neve raggiungendola dall’altra parte del letto rispetto a Killian e afferrandole la mano chiese “Come ti senti?”
“Come vuoi che si senta? Come una che
è stata appena scaraventata su una macchina!” disse Regina nervosa.
Emma cercò di mettersi un po’ dritta
“Dove è finito quell’essere!”
“Vedo che te lo ricordi!” disse
Regina.
“Come si fa a dimenticarsi di
qualcuno che ti ha appena schiacciato come una formica?” disse Emma, con un
tono stanco. Qualunque cosa ci fosse nella flebo, la faceva sentire sonnolenta,
come se non bastasse la stanchezza che sentiva lei di suo.
“Se n’è andato subito dopo aver usato
i suoi poteri su di te!” disse Henry, che preoccupato guardava la madre
biologica.
“ed è stato un bene. Ci avrebbe
annientato tutti. Se ha sconfitto te Emma, io non so quante chance in più avrei
avuto!” disse Regina sincera.
“Giuro che la prossima volta che quel
verme si rifà vivo, lo uccido!” disse Killian
arrabbiato. Nessuno doveva osare toccare la sua amata.
“Avete idea di chi possa essere?”
chiese David.
Tutti scossero la testa, quando Henry
chiese “Mamma, tu mi hai chiesto se riuscivo a vedere quell’essere. Lo avevi
già visto prima?”
Emma si ritrovò gli occhi di tutti
puntati contro e sospirò “Si, due volte e per pochi secondi, pensavo fosse uno scherzo
della mia immaginazione!”
“Bhe
purtroppo non è così. È qualcuno di estremamente potente che sembra avercela
soprattutto con te!” disse Regina.
“Dobbiamo assolutamente scoprire chi
sia e prepararci ad affrontarlo” disse Killian.
“Io credo…” cominciò Emma “Io credo a
questo punto che sia lui la vera figura incappucciata della mia visione! Spiegherebbe
perché continuano ad ossessionarmi!”
Henry sussultò “Come è possibile. Hai
visto chiaramente Gideon usare quella spada contro di
te!”
Emma scosse la testa “Io non ho mai
visto il volto della figura incappucciata. Ho dato per scontato fosse Gideon perché era vestito con una mantella nera e perché a
causa delle mie visioni mi sono messa alla ricerca di quella spada, facendo si
che poi fosse proprio lui ad impossessarsene e ad usarla contro di me!”
“Quello che è successo quindi è stata
una sorte di causa, effetto, che ha reso la tua visione quasi vera prima del
tempo e con il nemico sbagliato!” disse David cercando di fare il punto della
situazione.
Emma annuì.
“Ma se quella spada è andata
distrutta dovresti essere al sicuro no?” chiese Henry speranzoso.
“Non lo so ragazzino, ma l’oracolo ha
detto che le dinamiche della mia visione possono cambiare, ma non il fatto
principale!” disse Emma per poi sbadigliare.
“La tua morte!” disse Regina.
Neve guardò preoccupata la figlia e
vedendola che faceva fatica a tenere gli occhi aperti disse “Credo che ora Emma
abbia bisogno di riposare! Ci vediamo domani tesoro!” Neve strinse la mano
della figlia e la salutò con un bacio, gesto che fecero anche David ed Henry.
Quando tutti furono andati, ad
eccezione di Killian intenzionato a stare con la sua amta, Emma gli disse “Per quanto tempo dovrò rimanere qui?”
Killian sorrise al volto seccato della
moglie. Nessuno amava gli ospedali “Whale ti vuole
tenere sotto controllo per qualche giorno, per controllare che le contusioni
interne che la magia di Regina non è riuscita
a guarire con la magia, guariscano correttamente. Direi che è andata
bene, visto che se Regina non fosse stata lì per curarti immediatamente, le tue
condizioni sarebbero state peggiori. Ho visto come è ridotta la macchina Swan!” disse non nascondendo la sua preoccupazione.
Emma si passò una mano sul viso e poi
chiudendo gli occhi disse “Ricordami di ringraziarla una volta fuori di qui!”
“Lo farò love. Ora riposa!” disse killian baciandole la mano “Io sarò qui accanto a te!”
Emma riuscì a dormire solo per poche
ore, prima di essere svegliata dalla sua solita visione. Si mise di scatto a
sedere spaventata e ci mise qualche secondo a realizzare dove fosse. Si voltò
verso la sua destra dove vide Killian, dormire
profondamente con la testa sul materasso, illuminato dalla luce che entrava dal
corridoio dell’ospedale. Sorrise e gli
accarezzò i capelli dolcemente, per evitare che si svegliasse.
“Sono felice di vedere che non sei
morta. A volte tendo un po’ a esagerare!” disse, una voce dura che congelò Emma
all’istante. Si girò verso l’angolo buio della stanza dalla quale proveniva la
voce e la figura incappucciata uscì mostrandosi a lei.
Il respiro di Emma morì in gola.
“Oh non aver paura salvatrice. Non
sono qui per farti del male…” disse per poi alzare una mano per strangolare
Emma da lontano “…o almeno non in modo definitivo!”
La donna cominciò ad agitarsi nel
letto, portandosi le mani al collo, cercando di allentare la mano invisibile
che le toglieva il respiro “K-Kil-lian!”
provò a chiamare il marito, che stranamente non si era svegliato, ma
sinceramente non sapeva quanto potesse aiutarla e si ritrovò a pensare che
fosse meglio così, piuttosto che rischiare la vita per salvarla.
“Non si sveglierà salvatrice. Non
volevo che interrompesse il nostro piacevole incontro!”
“Che…che c-cosa…” cercò di dire tra i
respiri che tentava di fare.
“Che cosa voglio? Non è ancora
chiaro? Ucciderti!” disse l’uomo, ma appena terminata la frase, egli volò
contro la parete dell’ospedale, mollando la presa su Emma, la quale annaspò per
un po’ d’aria.
“Ti consiglio di andare via da qui,
se non vuoi vedertela con me!” disse una voce a Emma famigliare.
L’essere incappucciato dopo che si fu
rialzato guardò il nuovo arrivato e disse “Oh il signore oscuro, qualcuno che
forse può tenermi testa, vero salvatrice? Ci rivedremo presto!” disse per poi
sparire in una nuvola di fumo nera.
“Emma stai bene?” chiese Gold
avvicinandosi alla donna e nel medesimo istante, le luci della stanza si
accesero, svegliando Killian, non più sotto l’incantesimo
di quell’essere. Si allarmò quando vide Whale,
allarmato dal rumore, entrare e avvicinarsi a Emma e controllare le sue
condizioni.
Emma era girata su un fianco in
posizione quasi fetale, che si stringeva il collo dolorante e cercava di
riprendere a respirare normalmente.
“cosa diavolo sta succedendo?” chiese
Killian, alzandosi in piedi di fretta e spaventatp nel vedere la sua amata in quelle condizioni.
“Quell’essere l’ha attaccata mentre
tu dormivi!” disse Gold.
Killian spalancò gli occhi e disse “Io…io
non mi sono accorto di niente, come è possibile?”
“Voleva Emma e non seccatori in mezzo
ai piedi. Ti ha fatto un incantesimo che si è interrotto con la sua sparizione.
È una fortuna che io sia arrivato giusto in tempo pirata!” affermò Gold.
Whale fece stendere nuovamente Emma in una
posizione più consona e le rimise la flebo nel braccio che nel trambusto le si
era staccata e che aveva preso a sanguinare “Credo che farai un po’ fatica a
parlare e avrai dei dolori al collo per qualche giorno, ma per fortuna non ci
sono stati danni alle vie respiratorie!”
“Non è il caso di aspettare così a
lungo. Permetti?” disse Gold, facendo spostare Whale
e curando Emma con la sua magia.
Emma sospirò sollevata, quando non
sentì più niente alla gola.
“Con te e Regina intorno, io posso
pure cercarmi un altro lavoro!” disse Whale scuotendo
la testa “Sei fortunata salvatrice, non tutti hanno amici che li guariscono con
un tocco di magia!”
“Ma non tutti hanno alle calcagna
pazzi che vogliono ucciderli!” disse Emma in risposta.
“Anche questo è vero. A parte la gola
senti qualche altro dolore o fastidio?” chiese Whale.
“Ho dei crampi alla pancia, ma non
sono molto forti, forse è dovuto al fatto che non ho cenato questa sera!” disse
Emma.
Whale la guardò un po’ incerto e poi disse
“Si può darsi, ma temo dovrai aspettare l’ora di colazione per mangiare! Ora
scusate, ma devo terminare il mio giro!”
Quando Whale
chiuse la porta della stanza, Emma domandò a Gold “Non che non sia felice di
vederti Gold, perché credimi, lo sono, ma…”
“Cosa ci faccio qui?” chiese
l’interpellato “Regina mi ha informato di quanto successo e sono venuto a
controllare la situazione. Non è da tutti riuscire a sconfiggerti come se fossi
un essere privo di difese salvatrice!”
Emma abbassò il volto e Killian prese la parola “Tu sai qualcosa su quell’essere
coccodrillo?”
Gold scosse la testa “Non so chi
possa essere pirata!”
“Questo è assurdo, nella tua lunga
esistenza avrai pure incontrato qualcuno come quello!” disse Killian agitato. Il fatto che nemmeno Gold sapesse chi
fosse, non era una cosa positiva.
“Dici un essere in grado di rialzarsi
subito dopo un mio attacco? Non ci ho messo molta potenza, ma avrebbe almeno
essere un po’ stordito. Quindi no. Un essere in grado di stendere un salvatore
e resistere al signore oscuro, non l’ho mai incontrato! Ma farò delle
ricerche!”
“Ha detto che non mi vuole morta, non
ancora. Ma già due volte avrebbe potuto uccidermi come niente, perché non
farlo?” chiese Emma confusa.
“Probabilmente perché gli servi viva
per qualcosa!” disse Gold.
“Ma cosa potrebbe mai volere da lei?
Questo puoi ipotizzarlo?” chiese Killian.
“Gli esseri magici solo una cosa
possono volere da altri esseri magici. Il loro aiuto o i loro poteri!” disse
Gold.
“I miei poteri? Cosa gli possono
servire se possiede poteri più forti dei miei?” chiese Emma.
“Emma, se io ho potuto atterrarlo,
avresti potuto anche tu. Abbiamo imparato che la tua magia è inutile se sei
spaventata e mi sembra che questi continui attacchi servono proprio a incuterti
paura. Per come la vedo io è una cosa positiva, vuol dire che ti teme. Inoltre
hai detto che non ti vuole uccidere per ora, perché se lo facesse la tua magia
andrebbe perduta. Gli serve uno strumento per raccogliere la tua magia e poi
renderla sua. Prendi la spada che mi hai rubato dal negozio qualche mese fa e
che hai distrutto. Quella era una spada in grado di sottrarre i poteri alle
vittime che hanno la sfortuna di incontrarsi con la sua lama!”
Emma sussultò, così come Killian.
“Ma quella spada è distrutta quindi
dovrebbe trovare qualcos’altro per ottenere i suoi poteri!” disse Killian.
“Ma per quanto ne so io strumenti del
genere sono davvero rari, non mi risulta ce ne siano altri. Ci vuole un
incantesimo molto potente e antico per creare oggetti con tali poteri. Nemmeno
io lo conosco. Il mio pugnale fa parte di quegli oggetti, ma funziona solo sul signore
oscuro!” disse Gold.
“Ma queste ipotesi sono in base alle
tue conoscenze, quindi potrebbe anche esserci qualche altra arma che
quell’essere potrebbe usare contro di me!” disse Emma preoccupata.
“Tutto può essere mia cara!” disse
Gold infine.