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Autore: LaViaggiatrice    30/09/2017    3 recensioni
Dalla morte del padre, Bree ha capito che il vento gira contro di lei. Così ha fatto i bagagli e se ne è andata di casa, trovando rifugio a Dale, Canada, la città Natale di suo padre, dove ci sono tutti i suoi amici. Ma non sono tutte rose e fiori; non appena andrà nella nuova scuola dovrà confrontarsi con ragazzi spocchiosi, bulli di prima categoria e gente che non ha voglia di fare altro che non sia festeggiare. Fortuna che avrà dalla sua degli amici che le vogliono bene. Riuscirà a costruirsi una nuova vita? O i fantasmi del passato le si riproponeranno?
Spero di avervi incuriositi ;P
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!ATTENZIONE!
Sto riscrivendo questa storia, perché ci tengo molto anche se la trovo molto cringe. Cercherò di starci un po' più dietro ma non prometto nulla! Questa resterà, non la eliminerò, semplicemente ne farò un'altra con lo stesso titolo, quindi se siete ancora qui cercatela!
Baci
Genere: Commedia, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Compagnia di Thorin Scudodiquercia, Legolas, Nuovo personaggio, Tauriel, Thorin Scudodiquercia
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Quando tornò a casa, vide che non aveva ancora spento la televisione, perciò si annotò mentalmente l’episodio cui erano arrivate e mise via il DVD. Quindi si mise dei pantaloni della tuta e una maglia extra-large e si distese in divano ad osservare il soffitto. Non aveva alcuna voglia di preparare la cena, e si sentiva stranamente sola. Dopo pochi minuti si alzò e si andò a vestire, afferrò un ombrello e uscì. La città era deserta, e in poco tempo si ritrovò gli orli dei jeans zuppi di pioggia. Stava camminando assorta nei suoi pensieri, quando si accorse di qualcuno che stava venendo avanti - Ehilà! Ciao Bree.-.
La ragazza si ritrovò davanti Fili. Al guinzaglio teneva un cucciolo di husky bianco e arancio con gli occhi azzurri. Non appena la vide iniziò a scodinzolare.
Bree sorrise – Ciao! E ciao anche a te.- disse abbassandosi e porgendo una mano al cagnolino. Lui annusò ed emise un uggiolio felice, per poi iniziare a buttarsi per terra e farsi fare le coccole. Fili li guardò divertito, poi quando la ragazza si rialzò passò una mano tra i capelli – Io e Kili domani pomeriggio andiamo a fare un’escursione. Che ne dici di unirti a noi?-
Bree arrossì lievemente – Oh, davvero, non vorrei essere di troppo. E poi lavoro.-
- Ma figurati, non saresti affatto di troppo. E poi il lunedì pomeriggio non c’è nessuno, sono certo che Bofur se la caverà alla grande anche da solo.-
Lei sorrise – Allora va bene.-.
Il ragazzo le rivolse un sorriso – Perfetto. Allora diciamo che domani passiamo a prenderti per le 9.00?-
Bree annuì – D’accordo. Grazie dell’invito.-
Passeggiarono per un po’ stando in silenzio, poi si sedettero su di una panchina protetta da un albero. Fili sciolse il guinzaglio del cagnolino e si girò verso Bree - So che non sono affari miei ma… Perché sei scappata di casa?-
La rossa lo guardò con le sopracciglia aggrottate – Come fai a saperlo?-
Lui fece spallucce – Intuizione. Eri da sola e quando è arrivata tua madre sembravi… non so… nervosa. Allora?-
Lei sospirò e si appoggiò allo schienale della panchina
- Se non vuoi non importa…-
- Come sai, mio padre è morto un anno fa. Poco dopo la sua morte, mia madre ha conosciuto un uomo. All’inizio sembrava gentile, premuroso. Le stette vicino quando il dolore era ancora forte, e lei pensò di provare qualcosa per lui. Si fidanzarono. Poi scoprimmo che era interessato solo ai soldi di mia madre. Iniziò a trattarla male, arrivò perfino a picchiarla. Lei però non reagiva, e ciò mi mandava fuori dei gangheri. Lui dopo un po’ cominciò a prendersela con me per ogni singola cosa, e ci urlavamo sempre contro. Non voleva che usassi la mia moto, non voleva che uscissi con gli amici, dovevo sempre rientrare a casa presto, voleva tenermi sempre sotto controllo. Lo odiavo con tutta me stessa; non solo trattava male mia madre, ma si comportava come… come se…- non riuscì ad andare avanti.
- Come se volesse prendere il posto di tuo padre.- concluse lui.
La ragazza si voltò a guardarlo con aria smarrita, e lentamente annuì. Chiuse gli occhi per evitare che le lacrime le rigassero il volto, ma poi sentì una mano carezzarle il viso e senza alcun ritegno si mise a singhiozzare sulla spalla di Fili. Lui la abbracciò con un braccio, carezzandole una guancia con l’altra mano. Rimasero in quella posizione a lungo. Poco dopo lei smise, ma non si staccò dal rifugio sicuro che le offriva il ragazzo. Sentirono un guaito; il cagnolino doveva aver sentito il loro umore e si era avvicinato. Bree si staccò e si asciugò il viso - Grazie.- mormorò con un sorriso.
- Ma ti pare.- rispose lui ricambiando. Poi tirò fuori una penna e un foglio dal marsupio – Ti do il mio numero, così posso avvertirti se domani facciamo tardi. E conoscendo mio fratello probabilmente si.- disse con un mezzo sorriso. Lei ridacchiò – D’accordo.-. Dopo averlo memorizzato sul telefonino si alzò e si stiracchiò – Penso che per me sia ora di tornare a casa. Devo ancora cenare.-
- Se vuoi ti offro qualcosa a casa.- propose lui di slancio
Bree arrossì – Oh, no tranquillo, non serve non... non vorrei disturbarvi.-
- Beh, io sono solo stasera. Mio zio è tornato in città oggi pomeriggio e Kili è andato a dormire da Tauriel. Così magari ci facciamo compagnia a vicenda.-
- Oh, beh, se le cose stanno così…-.
Lui sorrise – Perfetto. Hey, Bren, vieni qui! Forza bello!- disse fischiando per richiamare il cucciolo.

La casa dei due Durin era bianca con una terrazza in legno scuro. Il salotto era grande e vi si affacciava una porta che Fili spiegò essere la camera degli ospiti. A fianco c’era l’angolo cottura e un piano bar con quattro sedie. Di fronte alla porta d’ingresso c’erano le scale che portavano al piano di sopra. Bren si diresse su di una cuccia con una coperta arancione e vi si accoccolò. Al suo fianco c’era un’altra cuccia, con una copertina viola, su cui era disteso a dormire un altro cucciolo di husky, bianco e nero. Quando l’altro si distese mosse impercettibilmente il musetto e starnutì.
Fili sorrise – Quello è il cane di Kili, Dusky. Lui e Bren sono fratelli, e quando li abbiamo visti ce ne siamo innamorati a prima vista.- disse togliendosi il cappotto
- Accomodati pure. Vediamo cosa posso preparare…- disse tra se e se cercando in dispensa e in frigo
- Non farti troppi problemi, mangio di tutto.- disse sorridendo lei. La tristezza le era passata, e quella casa aveva un che di rassicurante. Pensò che si, era bello stare da soli ed essere indipendenti, ma ogni tanto le piaceva avere qualcuno che pensasse a lei.
- Per fortuna! Una volta è venuta a mangiare qui Tauriel, e abbiamo scoperto che era vegetariana. Un incubo, davvero. Soprattutto visto che in famiglia siamo tutti amanti della carne.- disse lui dalla cucina ridacchiando.
- Che ne dici di una bistecca?-
Bree annuì – Ok! Basta tu non la faccia troppo asciutta.-.
Lui si sporse dalla cucina guardandola offeso – Ma senti questa! Come se io, Fili Durin, non sapessi cucinare una bistecca come si deve!-
La ragazza scoppiò a ridere – Come non detto.-
Non si smentiva; era davvero bravo a cucinare. Il profumo di carne si diffuse per tutta la sala. Passarono la serata a parlare del più e del meno. Scoprì che Fili aveva un’officina che riparava moto - Non hai idea di quanti motociclisti passino per queste stradine. Perfino Dwalin porta la sua moto da me!-
Alla fine della serata, la ragazza lo salutò quasi a malincuore – A domani. Ciao!-.

***

La mattina dopo, Fili si svegliò alle sette e mezza a causa della sveglia. Con passo da zombie si diresse nella camera di suo fratello e tirò le tende
- Forza, alzati, su! Il sole è alto, gli uccellini cinquettano e dobbiamo prepararci.-.
Il moro sbuffò, ma quando il fratello gli strappò via le coperte fece un verso indignato e si tirò a sedere, stiracchiandosi platealmente.
- Allora, come è andata stanotte?- chiese Fili con un sorrisino.
Kili gli fece l’occhiolino – Oh, bene!- disse compiaciuto lui. - Andiamo a fare colazione! Chi arriva ultimo è un troll!- urlò
Mentre Kili prendeva i suoi Corn Flakes, notò che nel lavello c’erano un piatto, delle posate e un bicchiere in più da lavare
- Hey Fee, hai invitato qualcuno ieri sera a mangiare qui?- chiese voltandosi verso il fratello. Lui arrossì lievemente – Oh, beh… Mentre portavo fuori Bren ho incontrato Bree. Abbiamo passeggiato e chiacchierato, poi l’ho invitata a mangiare qui perché... beh... era triste, e non volevo lasciarla da sola.- mormorò nascondendo la faccia nel suo cappuccino. - E inoltre… beh, l’ho invitata a venire con noi oggi a Mirkwood. È un problema?- chiese. Kili scosse la testa – Oh, no, figurati! Vedo che ti sta molto simpatica quella ragazza.- disse guardandolo sospettoso. Fili annuì - Sta ancora male per suo padre, e so cosa vuol dire.-. Kili distolse lo sguardo - Già.-.

Intanto, dall’altra parte della città, Bree stava facendo colazione con un cappuccino e una brioches al cioccolato. Una volta finito lavò rapidamente la tazza e il piattino e andò a lavarsi e vestirsi. Indossò un paio di pantaloni marroni, una maglia verde militare, una giacca color sabbia e scarpe da montagna. Si preparò lo zaino, quindi colta dal dubbio chiamò Fili
- Ciao Fili, sono Bree. Volevo chiederti se devo portare qualcosa io o…-
- No no, tranquilla, faccio io i panini. Però portati da bere e qualcos’altro se vuoi. Ah e…- non fece in tempo a finire la frase che Kili urlò un – Ciaooo!-
- Kili! Mi hai fatto diventare sordo! Forza, muoviti, corri a vestirti!-
- Si capo!- esclamò dall’altra parte del telefono il ragazzo.
– Comunque, penso che per le nove e un quarto siamo là.-
- Ok, ciao!- disse lei sorridendo.
Alle nove e venti, Fili le suonò il campanello. – Wow, avete fatto presto!- fece lei aprendogli con ancora la spazzola in mano
Il biondo fece una smorfia – Già. Strano, di solito Kili ci fa partire con almeno mezz’ora di ritardo.-
- Hey!- esclamò risentito il moro dietro di lui.
Bree ridacchiò, quindi dopo aver posato la spazzola e aver raccolto i capelli in uno chignon uscì. Durante il tragitto chiacchierarono del più e del meno. Fili la divertì raccontandole aneddoti di quando lui e il fratello erano piccoli, come quella volta in cui avevano annodato i capelli di Thorin mentre dormiva, oppure quando il giorno del compleanno di Kili avevano corso per la casa all’alba sbattendo pentole e urlando per svegliare tutti. Bree non si era mai divertita così tanto. Poco dopo arrivarono al margine di un bosco, che si inerpicava su per la montagna. Trovato un bastone abbastanza lungo per ciascuno si incamminarono. La salita non era molto ripida, e inoltre Bree e i suoi genitori erano andati spesso a camminare in montagna, per cui ormai non faceva neanche più fatica. A mezzogiorno e mezzo si sedettero su dei ceppi e mangiarono i loro panini, quindi Kili propose – Hey, che ne dite di andare da Beorn a mangiare?-. Fili annuì – D’accordo.-. Si rivolse a Bree – Beorn è un uomo che abita in una casa isolata da tutto e tutti poco distante dal bosco. Ha un sacco di animali, e ha di quei prosciutti buonissimi.-. Kili sospirò con espressione sognante sul viso – Eh, già.-. Il biondo continuò – Solitamente è molto ospitale. È una brava persona.-. Kili si intromise nella conversazione – Anche se piuttosto lunatico. Un giorno può essere il tuo migliore amico, altri giorni è inavvicinabile come una bestia selvaggia.-. Bree rabbrividì, ma si disse di non preoccuparsi, visto che loro due erano tranquilli. Stavano percorrendo il sentiero in silenzio quando sentirono dei passi. Davanti a loro comparve l’uomo più alto che Bree avesse mai visto. Doveva raggiungere i due metri abbondanti, ed aveva spalle larghe come un armadio a tre ante. I capelli scuri erano scompigliati e gli ricadevano sulle spalle. Gli occhi ambrati li stavano scrutando da sotto le irsute sopracciglia, e Bree si sentì piccolissima davanti allo sguardo indagatore dell’uomo. Indossava dei jeans e una camicia rossa scozzese con i primi bottoni aperti, che lasciavano intravedere la folta peluria sul petto. – Guarda guarda, i giovani Durin. Cosa ci fate qui?- chiese. La sua voce era profonda con una punta d’ironia. Kili gli rivolse un sorriso – Salve signor Beorn! Stavamo facendo una passeggiata nel bosco con la nostra amica.- disse cingendo le spalle di Bree con un braccio. Gli occhi dell’uomo tornarono a posarsi su di lei, ma non disse niente. Nel frattempo Kili continuò – Volevamo giusto fare un salto a trovarti e chiederti se potessi offrirci qualcosa vista la scarpinata.- disse facendo i suoi migliori occhi da cucciolo, quelli cui nemmeno suo zio Thorin sapeva resistere. L’uomo sospirò, poi rivolse loro un sorriso – Certo. Forza seguitemi.-. Ben presto li lasciò indietro, avendo le gambe lunghe quasi come Bree, che in ogni caso non era proprio altissima (per ora si era fermata al metro e sessantasei). Si fermò pazientemente ad aspettarli, per poi riprendere la salita. Poco dopo arrivarono in vista di una baita poco distante dal bosco su un altipiano che dava sulla valle dove si trovava, incastonata come un gioiello, Dale. Si fermarono un attimo ad osservare il panorama e a riprendere il fiato. La ragazza si appoggiò alla recinzione di legno con un sospiro e guardò rapita il panorama. I due ragazzi si misero al suo fianco, appoggiandosi alla staccionata. – È… è meravigliosa.- mormorò la rossa, incantata. Fili sorrise e si girò verso di lei – Già. È per questo, la pace che regna in questo posto, che io e Kili ci siamo trasferiti qui. Nostra madre vive a Boston, ma vorrebbe anche lei trasferirsi qui. L’unica cosa che glielo impedisce… è quello.- disse facendo un cenno verso una villa piuttosto fuori posto nella semplicità di quel paese. La ragazza capì subito di chi fosse. Strinse i pugni fino a farsi sbiancare le nocche – Spero che se ne vada prima o poi, perché non esiste che quel…- e aggiunse parecchi aggettivi ben poco lusinghieri -… viva nella stessa città in cui ho così tanti bei ricordi.- decise. Fili annuì cupo – Ce lo auguriamo tutti.-. Kili, che era rimasto in silenzio immerso nei suoi pensieri tutto il tempo, si riscosse – Andiamo a mangiare? Ho una fame da lupi!- esclamò cercando di fare un sorriso. Si mise in testa e si diresse verso la casa di legno. Nonostante fosse il più giovane, era quello che soffriva di più per le perdite subite dalla sua famiglia. Odiava il fatto di non aver mai conosciuto suo padre, odiava vedere sua madre sfiorire giorno dopo giorno, sebbene fosse nel fiore degli anni, odiava vedere suo zio soffrire ogni compleanno di qualcuno cui aveva voluto bene. Ed era solo una persona la colpevole, tuttavia non potevano fargli niente. Era giustizia quella?
Quasi non si accorse di essere arrivato davanti alla porta della casa. Entrò, e fu accolto da un ambiente interamente in legno. Non c’era corrente elettrica, e nemmeno i fornelli. Per mangiare, solitamente Beorn accendeva un falò all’aperto e cucinava lì sopra. Il loro anfitrione era nella cucina, intento a tagliare delle fette di prosciutto e di formaggio. Si sedettero tutti a tavola e mangiarono. – Allora, come va giù in paese?- chiese Beorn. I ragazzi fecero spallucce – Come sempre.- disse Kili con la bocca piena di formaggio. – Bree si è appena trasferita qui da New York. È la figlia di due amici di nostro zio e Dwalin.-. L’uomo annuì – Robin e Ingrid. Come stanno i tuoi genitori?- chiese. La ragazza si irrigidì - Mio padre è morto un anno fa. Mia madre… va avanti.- disse con voce tremante. Beorn rimase con il boccone a mezz’aria – Cosa? Ma Robin è robusto e sano come una quercia! Come è possibile?- chiese. Guardando le espressioni dei ragazzi capì – Azog. Quel fetido bastardo.- ringhiò. Sospirò – Lo conoscevo bene. Beh, tutti in realtà lo conoscevano. Andava d’accordo con tutti, perfino con Thranduil. Mi dispiace. So come ti senti.- mormorò. Lei gli rivolse un sorriso tirato – Grazie.-. Dopo aver mangiato ed essersi fatti dare del prosciutto e del formaggio da Beorn tornarono indietro.

Arrivarono in città alle otto. Si salutarono, quindi tornarono ognuno nelle rispettive case a farsi la doccia. Quando si fu asciugata, Bree si vestì e uscii, incamminandosi verso la piazza. Imboccò una via laterale, e si ritrovò davanti un insegna con dei libri. Entrò. Il negozio era piccolino, ed era tappezzato da scaffali stracolmi di libri. C’erano quattro poltrone, e su una di esse era seduto Gandalf. Stava leggendo un libro, con degli occhiali senza stanghette, e non si era nemmeno accorto dell’arrivo della ragazza. Dietro al bancone c’era una porta che sbucava su uno stanzino alla cui scrivania sedeva Bilbo. Era impegnato a scrivere qualcosa su un voluminoso libro rosso, ma quando si accorse della nuova arrivata posò la penna e le si avvicinò con un sorriso – Oh, buonasera Bree. Cosa ti porta qui?-.
Lei ricambiò – Avevo voglia di cambiare mondo.- rispose.
Lui annuì – Allora sei nel posto giusto. Genere?-.
– Fantasy.-.
Bilbo la condusse davanti ad uno scaffale – Ecco qua. Cerca pure con calma, e se vuoi prendere qualcosa basta che me lo dici.-. Lei annuì e fece scorrere le dita tra le copertine dei libri. Ne prese uno e lesse la trama. Soddisfatta, si sedette in una poltrona, attirando l’attenzione di Gandalf – Oh, guarda qua. Chi l’avrebbe mai detto, la nostra Bree un topo da biblioteca.- osservò con un sorriso che lo faceva sembrare molto nonnesco. La ragazza annuì – Oh, si, sono una lettrice accanita. Vivrei di romanzi.-. L’uomo sospirò – Già. A chi lo dici. Oh cielo, guarda che ore sono! Devo proprio scappare! Ciao Bree, cia Bilbo.-. Dal retrobottega giunse un “Ciao” distratto, al che Gandalf sorrise e uscì. La rossa invece restò lì per un altro po’, quindi chiamò Bilbo per dirgli che prendeva il libro. Lui scrisse il suo nome e il titolo del libro su un taccuino e la salutò. Arrivata a casa, Bree cenò con una pizza surgelata e andò a dormire, ripensando alle parole di Beorn “Andava d’accordo con tutti, perfino con Thranduil”. Cosa aveva fatto per attirarsi la sete vendicativa di Azog?

*Angolo Atrice* Ciao! Sono tornata! Scusate l'assenza, ma ho cominciato una nuova scuola e ho dovuto ambientarmi. E visto che nessun autore di cui seguo storie aggiorna *occhiata omicida a un po' di ignare autrici EFPiane* ho deciso di farlo io. Allora che ne dite del capitolo? La frase di Beorn del "robusto e sano come una quercia" usato in una situazione come questa (morto qualcuno che non si sarebbe mai sospettato) l'ho preso dalla trilogia delle gemme (Red, Blue e Green), perché mi piaceva molto come espressione :)
Allora, cosa sarà successo a 'sto povero Robin? Lo sapremo mai? Ma soprattutto la scrittrice lo sa? Boh!
Scherzo
Vorrei ringraziare tutte coloro che recensiscono, cioè Tita_Weasley, ThorinOakenshield e Lola1991. Un grazie speciale anche a chi ha inserito la mia storia tra le preferite/seguite e che esorto a recensire se non l'hanno ancora fatto. E grazie anche ai lettori silenziosi, non meno importanti.
Un bacio a tutti!
LaViaggiatrice
   
 
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