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Autore: LazySoul    01/10/2017    1 recensioni
La storia è ambiantata al sesto anno.
I protagonisti indiscussi sono i pensieri e le emozioni provate da Draco Malfoy ed Hermione Granger.
Pensieri che forse li porteranno ad avvicinarsi l'uno all'altra, oppure ad allontanarsi irrimediabilmente...
Estratto:
«Cosa vuoi ancora da me?», gli chiese: «L'umiliazione dell'ultima volta non è bastata?»
Ripensò a quello che gli aveva confessato sotto l'effetto del Veritaserum e le sue guance diventarono subito incandescenti per la rabbia e l'imbarazzo.
«Oh, Mezzosangue, pensi davvero che io mi possa accontentare di così poco?», mormorò lui, ora talmente vicino da farle percepire il suo odore.
E Hermione lo vide. Era lì, proprio davanti ai suoi occhi: il desiderio.
Malfoy la voleva.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter, Hermione Granger, Pansy Parkinson, Ron Weasley | Coppie: Blaise/Pansy, Draco/Hermione
Note: Lemon, Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VI libro alternativo
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Gioco di Sguardi'
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2. Litigi interrotti


Hermione Granger dopo la stressante ora di Difesa contro le Arti Oscure si stava dirigendo verso la Sala Grande, per potersi gustare in santa pace il pranzo, quando notò due ragazzini del primo anno Serpeverde che stavano litigando.
Non li degnò di molta attenzione all'inizio, convinta che fosse una semplice disputa tra bambini, ma cambiò subito idea quando si rese conto che avevano entrambi estratto le bacchette dalle loro divise e stavano per iniziare un vero e proprio duello.
«Voi due, cosa pensate di fare?!», li richiamò, avvicinandosi con passo spedito, mentre si sistemava per bene la divisa, in modo da mettere in mostra la sua spilla da Prefetto.
Uno dei due, scocciato, abbassò subito la bacchetta, lanciando all'intrusa un'occhiata di puro odio.
«Non è permesso agli studenti di duellare per i corridoi. E se vi foste fatti male?», chiese, mettendo le mani sui fianchi e guardando i due ragazzini dall'alto del suo metro e sessantacinque.
«Lo scopo era quello», disse il ragazzino che puntava ancora il suo legno contro l'altro.
«Fingerò di non aver sentito. Abbassa la bacchetta e non rispondere ad un Prefetto con quel tono di voce», disse Hermione, puntando un dito accusatorio contro il bambino che, indifferente di ciò che gli era appena stato detto, continuava a tenere alta la guardia.
«Non prendo ordini da nessuno, soprattutto dai Sanguesporco».
Quelle parole colpirono la ragazza profondamente, anche se riuscì a non cambiare minimamente espressione al suono di quell'insulto. 
Avrebbe voluto essere forte abbastanza da non rimanerci male ogni volta che qualcuno la apostrofava in quel modo, ma il suo orgoglio ne rimaneva immancabilmente ferito.
Draco Malfoy con Tiger e Goyle stava uscendo proprio in quell'istante dall'aula di Difesa contro le Arti Oscure, dopo aver impiegato dieci minuti buoni a svegliare entrambi i suoi amici. Il ragazzo rimase sorpreso nel vedere la Granger che importunava con il suo solito fare saccente e petulante due poveri primini di Serpeverde, così - dopo aver detto a Tiger e Goyle di avviarsi verso la Sala Grande senza di lui - si avvicinò al trio, giusto in tempo per sentire le parole piene di odio e ribrezzo che uno dei due ragazzini aveva diretto ad Hermione.
Gli fece uno strano effetto quella scena.
Il ricordo del secondo anno e di come aveva ugualmente insultato per la prima volta quella stessa ragazza che nuovamente era stata derisa, gli fece sentire una strana sensazione al petto.
Gli dava fastidio che quei due mostriciattoli di undici anni insultassero la Mezzosangue; era stato lui ad insultarla la prima volta, lui a vedere lacrime di odio comparire sui suoi occhi scuri e lui che avrebbe continuato ad insultarla ad oltranza per il resto dei suoi giorni. 
Lui, non loro.
«Bene, bene, cosa sta succedendo qui?», chiese Malfoy, con un tono di voce cantilenante, mentre si avvicinava ulteriormente, così da vedere bene l'espressione impassibile della Granger.
«Li ho fermati prima che iniziassero un duello in mezzo ai corridoi», disse la Grifondoro, lanciando al nuovo arrivato uno sguardo indifferente, come se stesse parlando con un essere che non meritava ulteriori attenzioni.
Malfoy, scocciato dal comportamento della Granger, si accorse solo in quel momento che uno dei due marmocchi stava ancora puntando la bacchetta contro l'altro. 
«Smettetela di fare i bambini», disse Malfoy, incrociando le braccia al petto: «Non voglio che si ripetano situazioni simili, sono stato chiaro?»
Entrambi i bambini annuirono e, quello ancora armato, posò la bacchetta nella tasca del mantello.
«Andate», li congedò Malfoy, facendo un annoiato gesto della mano verso le scale che portavano in Sala Grande.
Hermione Granger rimase ferma per qualche istante a fissare il vuoto poi, con rabbia, si voltò verso Malfoy.
«Me la stavo cavando benissimo anche da sola, Malfoy, non avevo bisogno del tuo intervento. Inoltre quei due si meritavano una punizione. Come ben sai è vietato...»
«Perché parli sempre così tanto, Granger? È una malattia? Soffri di "Parlantinite Acuta"?», chiese con tono annoiato il biondo, mentre si avviava a sua volta verso la Sala Grande.
Hermione rimase sconvolta e ferita da quelle parole per solo un secondo, troppo poco perché una persona normale ci potesse fare caso, ma abbastanza affinché Malfoy lo notasse.
«Pretendo che tu vada a metterli in punizione! Si sarebbero potuti fare male o avrebbero potuto farne ad altre persone. Inoltre quel ragazzino è maleducato e...»
Ma venne interrotta ancora una volta da Malfoy: «Troverò una cura per questo tuo disturbo, Granger, smettila di affliggerti. Ora se non ti dispiace ho fame e non ho voglia di ascoltare i tuoi sproloqui».
«Stupido furetto che non sei altro! Ma mi stai almeno ascoltando? Quei due...»
Malfoy si voltò di colpo verso di lei, tutto accadde talmente in fretta che Hermione registrò troppo tardi il movimento del giovane e, dato che lo stava inseguendo, gli finì disastrosamente contro, facendo barcollare entrambi per qualche secondo, prima di ritrovare il perduto equilibrio.
Malfoy aveva le guance arrossate e gli occhi pieno di orrore: «Non toccarmi, Sanguesporco!», esclamò, per nascondere il profondo turbamento che toccare per sbaglio il seno destro della Granger gli aveva causato.
«Sei tu che ti sei voltato all'improvviso, furetto!», disse lei, mentre cercava in tutti i modi di non lasciar trapelare lo smarrimento provato quando si erano trovati così vicini l'uno all'altra.
Rimasero in quella posizione a fissarsi per secondi infiniti, gli occhi di lui persi negli occhi di lei, le labbra di entrambi socchiuse alla ricerca di aria per paura che sentire l'odore dell'altro potesse provocare qualcosa che nessuno dei due era pronto ad accettare. 
La prima a riprendersi fu Hermione che, posate nuovamente le mani sui fianchi con fare combattivo, tornò al discorso precedente: «Quei due meritano una punizione, Malfoy», disse, col tono più controllato e fermo che riuscì a trovare nel suo repertorio in quel momento.
Malfoy, che sentiva ancora la mano bruciare al ricordo della forma del seno della Granger, si limitò a stringere con forza i pugni e fulminare con lo sguardo la Grifondoro.
«No, Mezzosangue, sono mocciosi devono ancora imparare che fare certe cose alla luce del sole può essere controproducente, impareranno, come tutti noi già abbiamo fatto, che i duelli si fanno di notte, in stanze in disuso e non per i corridoi poco prima di pranzo».
Detto ciò Malfoy fece dietrofront e riprese la sua marcia verso la Sala Grande. 
Vi fu silenzio per due secondi, prima che la Granger, ripresasi dallo stupore, tornasse all'attacco: «È questo che vuoi? Che si ammazzino di notte? Ma che razza di Prefetto sei, Malfoy? Hai segatura al posto del cervello se pensi che non andrò a parlarne con...»
Malfoy si fermò di nuovo e questa volta, per miracolo, la Granger riuscì a fermarsi prima di finirgli nuovamente addosso.
«Sentiamo, Granger, con chi è che vorresti parlarne? Con Piton? Di sicuro ti darà retta... O no, aspetta: intendevi forse il pazzo che si spaccia per Preside di questa scuola? E cosa dirai? Un moccioso mi ha dato della Sanguesporco? È così che risolvi i problemi, Granger? Andando a piangere dalla McGranitt o da Silente?»
Malfoy non voleva essere tanto duro e antipatico, ma aveva bisogno di ricordare a se stesso qual era il suo ruolo in tutta quella storia, per dimenticare il modo accattivante con cui il seno della ragazza era messo in evidenza durante la lezione di Difesa contro le Arti Oscure e di quanto era stato destabilizzante toccarla.
Hermione era forte, ma non così tanto forte, soprattutto dopo ciò che era successo poco prima, aveva già usato gran parte del suo autocontrollo e quel poco che le rimaneva lo sfruttò per non permettere alle lacrime dell'umiliazione di rigarle il viso, mentre una smorfia le irrigidiva i lineamenti.
«L'unico qui che risolve i problemi nascondendosi dietro il mantello di papà non sono io, Malfoy», contrattaccò la ragazza, stringendo forte le mani a pugno.
Il Serpeverde la fulminò con lo sguardo, ma non ebbe in tempo di rispondere, dato che proprio in quell'istante uscì dall'aula di Difesa contro le Arti Oscure il professor Piton che, con sguardo annoiato, intimò ad entrambi di smetterla di punzecchiarsi come dei bambini e di andare a pranzare una volta per tutte.
«Non è finita qui, Mezzosangue», disse Malfoy, prima di dare le spalle alla ragazza ed allontanarsi.
«Ci puoi contare, furetto!», rispose la Granger, dirigendosi verso la parte opposta, così da non rischiare di incrociarlo nuovamente.


*****
Ciao a tutti!
Ovviamente appena finisco una dramione non posso fare a meno di iniziarne subito un'altra, penso sia una malattia :/
Spero che la storia vi stia piacendo e che abbiate voglia di lasciarmi una recensione per farmi sapere la vostra opinione!
Un bacio,
LazySoul

  
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