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Autore: PrincessintheNorth    03/10/2017    3 recensioni
Prequel di "Family"!
Nel regno del Nord, una principessa e Cavaliere dei Draghi, Katherine, farà conoscenza di Murtagh, il Cavaliere Rosso che si è autoimposto l'esilio ...
In Family abbiamo visto il compimento della loro storia e il loro lieto fine: ma cos'è successo prima?
"-Principessa, per l’amor del cielo … - prese a implorarmi Grasvard. – Spostatevi da lì … non vi rendete conto di chi è?
-È Murtagh figlio di Morzan, ex Cavaliere del Re Nero, erede del ducato di Dras-Leona. – ringhiai. – So benissimo chi è. So anche che è un essere umano come me e come te, a meno che tu non sia un elfo sotto mentite spoglie. È un essere umano ed è vivo per miracolo. Quindi, dato che come me e come te è carne e sangue, gli presteremo le cure che necessita. Sono stata chiara abbastanza?"
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Castigo, Eragon, Murtagh, Nuovo Personaggio, Un po' tutti | Coppie: Selena/Morzan
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Si era proprio rimessa, la mamma.
Neanche tre giorni che aveva partorito e rischiato di morire, ed era in piedi, perfettamente pettinata, truccata, vestita e profumata. Indossava un abito rosso ornato da una cintura d’argento e portava i capelli raccolti in alto sulla testa. Dietro si sé lasciava una scia di profumo di caprifoglio.
- Alexander. – si rivolse ad Alec, che la fissava terrorizzato. Era furibonda. – Cosa significa che tua sorella è scomparsa?
- Ma niente, mamma …
- Sto bene! – protestai.
- È che Katherine aveva la missione del mattino, una cosa piccolissima, lo giuro, un paio d’ore, era una settimana che mi rompeva le scatole per uscire, così l’ho fatta uscire. Ha trovato Murtagh, il Cavaliere, era ferito e l’ha portato qui … sulla via del ritorno hanno trovato una bufera …
- Capisco. – fu l’unico commento della mamma, poi venne da me. – Tu stai bene, piccola?
- Sì …
- Ha la febbre. – fece lo zio.
- Beh, ma quello lo sospettavamo già da un po’. L’importante è che questa brutta storia si sia conclusa nel migliore dei modi, e che tu sia sana e salva. Come sta April?
- Molto bene! – assicurai. - L’ho tenuta io, figurati se non stava bene!
La mamma scoppiò a ridere e mi abbracciò. – Molto brava, tesoro. Audrey ha partorito, Alec?
- Mamma. – sospirò Alec. – è al sesto mese.
- Oh, giusto. – fece lei. – è che voglio vedere il piccoletto … non sto più nella pelle! Adesso andiamo, io e te. – mi disse aiutandomi ad alzarmi. – Devi andare a stenderti.
- Mmh …
Mi accompagnò in camera, dove c’era ancora la tata con April.
- Principessa Katherine! – esclamò mettendo la piccola nella culla. – Siete tornata!
- Sì …
- Vostra Maestà! – si rivolse alla mamma.
- Non è necessario il titolo. – rispose. – Posso vedere mia figlia?
- Ma non dovreste nemmeno chiedere, santi dei … eccola, la piccola April, eccola qua.
- Grazie … ciao, tesoro … - si asciugò una lacrima. – Sei bellissima … per favore, chieda ad una sua collega di vegliare su Katherine per questa notte, è malata.
- Non sono malata!
- Non la ascolti. – sospirò mamma.
- Sì, signora …
- Buonanotte, tesoro. – sorrise dandomi un bacio sui capelli.
- Notte …
Lei e la tata uscirono, e poco dopo entrò la mia vecchia balia, Josephine.
- Oh, Katherine. – sospirò. – Che devo fare con la malaticcia del castello?
- Non sono malata!
- Sì, e io sono tua madre la regina. Calmati e fila sotto le coperte, ragazzina sciagurata che non sei altro.
- Ma …
Lo sguardo che mi lanciò mi fece obbedire immediatamente.
-Va bene …
Presi il pigiama da sotto il cuscino, ovvero un paio di morbidi pantaloni e una maglietta rosso scuro, me lo misi e andai davanti allo specchio per sistemarmi per la notte.
Mentre toglievo il trucco leggero dal mio viso, Josephine mi scioglieva i capelli, lasciandoli ricadere in morbide onde castano chiaro.
- Eeecco qui. – disse mentre iniziava a spazzolarli energicamente. – Tra qualche giorno li spuntiamo, stanno iniziando ad uscire le doppie punte e ad aggrovigliarsi troppo.
-     Mmh …
Misi la crema idratante su tutto il viso, così magari il mattino dopo non mi sarei risvegliata incartapecorita, e poi andai sotto le coperte.
Josephine si mise sulla sedia a dondolo a sferruzzare, tutta concentrata, e in mezz’ora il ticchettio costante dei ferri da calza mi spinse nel sonno.
 
 
-     AMORE!
Sentii la voce di un uomo gridare.
-     KATIE, VIENI QUI!
-     MAMMA! MAMMA VIENI MAMMA! – gridarono delle voci di bambini.
Mi accorsi di tenere un neonato tra le braccia, che dormiva tranquillo.
Cercai con lo sguardo l’uomo che mi aveva chiamata, ma vidi correre verso di me una bellissima bambina dai capelli color caramello chiaro e gli occhi grigi.
- MAMMA!
Lentamente prese forma anche una figura maschile, ma era troppo sfocata e indefinita perché capissi chi fosse.
- Vieni, amore! – mi disse. – è quasi ora!
 
 
 
Il mattino dopo mi sentivo già un po’ meglio, così mi alzai. Per fortuna non entrò nessuno, solo Sheryl, così potei fare le mie cose in pace. Non mi piaceva quando troppa gente entrava e si metteva a fare i suoi comodi.
Per fortuna, accadeva solo una volta a settimana.
- Buongiorno, Sheryl …
- Buongiorno, Katherine. Ti senti meglio?
- Mmh …
- Il Principe Jasper ha chiesto di te. Lo devi raggiungere nel suo studio, dopo.
- Okay …
Mi diedi una sciacquata al viso, poi andai verso la toeletta.
Odiavo sembrare malata. In quei giorni, il trucco si rendeva veramente necessario.
Così, mentre Sheryl intrecciava un paio di ciocche per poi unirle dietro la testa, mi diedi un tono.
Molto meglio.
- C’è già qualcuno di sveglio?
- Tua madre, Alec e Audrey. Ti stanno aspettando per fare colazione.
- Bene …
Cinque minuti mi separavano dalla sala da pranzo, e lì ci trovai anche lo zio Jasper.
- Ciao. – mormorai sedendomi.
- Ciao Katherine. – risposero tutti.
- Come ti senti? – chiese Audrey preoccupata.
- Meglio … notizie di Murtagh?
- Dorme ancora, ma sta bene. Dovrebbe svegliarsi presto. – rispose Jasper.
Diedi un’occhiata al piatto e d’istinto mi leccai le labbra.
Piatto ricco. Bacon, uova, pane, fagioli in salsa di pomodoro. E tè!
Spazzolai via tutto in men che non si dica, e mi ripulii mani e bocca con il tovagliolo.
- Poca fame mi dicono. – commentò Alec e scoppiammo tutti a ridere.
- Considera che ieri non ho mangiato niente, eh!
Chiacchierammo ancora circa mezz’oretta, poi Jasper si alzò.
- Molto bene. Io devo andare giù allo studio in città. Katie, ti andrebbe di tenere d’occhio Murtagh per me?
Annuii rapidamente.
- Allora, alziamoci … che ti spiego cosa devi fare.
Raggiungemmo la porta del suo studio a palazzo, e intanto mi snocciolò una serie di informazioni.
- Se ti sembra abbia la febbre, tamponagli la fronte con un panno bagnato. Appoggiane anche sui polsi, così da aiutare a raffreddare il corpo. Se ha la nausea fagli mangiare del pane, non fargli bere niente, e quando si sveglia verifica se ha amnesie o meno. Tutto chiaro?
- Sì.
- Bene. Io vado, ti affido la vita di un Cavaliere dei Draghi. Se muore, avrai sulla coscienza la fine dell’Ordine, sappilo. – ridacchiò, per poi andarsene.
Io entrai nello studio e controllai se il ragazzo avesse la febbre.
Adesso era veramente solo addormentato, seppure con il naso storto.
Che poi, come diavolo fa un Cavaliere a cadere dal drago?
Cercai la mente di Castigo, e la trovai sveglia e cosciente.
Come ha fatto Murtagh a cadere?
Quell’idiota, fece Castigo esasperato. Ha visto la neve.
Mi mostrò un suo ricordo. Stavano volando, quando Murtagh tutt’a un tratto si era svegliato e aveva visto la neve. Neve!, aveva esclamato. Fermati!
E perché?
Voglio buttarmici dentro!
Ma scemo ci sei nato o ti hanno fatto diventare?!
, aveva replicato Castigo.
Dai, smettila. Non mi succederà niente!
E si era buttato.
Per poi atterrare di faccia.
Fu difficile trattenere le risate.
Per ingannare l’attesa, mi misi a sfogliare un libro di anatomia.
Mezz’ora dopo, lo sentii mugugnare e iniziò a muoversi.
Sollevai lo sguardo dal tomo, e qualche attimo dopo aprì gli occhi, il respiro accelerato.
Fece per mettersi a sedere, ma da come si portò una mano alla testa capii che aveva avuto un capogiro.
- Ehi, tu! Sta giù! – gli dissi dietro.
Obbedì, e si sdraiò.
- Chi sei? – chiese. Aveva una voce profonda e tranquillizzante, molto sensuale. – Dove sono?
- Tu e il tuo drago siete entrati nel nostro regno. Tu hai pensato bene, vedendo la neve, di buttarti giu da dieci metri d’altezza. E ti abbiamo portato qui, per curarti. – gli spiegai.
- Non importa, posso fare da solo.
Bel ringraziamento!
- Ti ho detto di stare giù!
A quel punto mi alzai e lo raggiunsi.
Qualcosa si accese nei suoi occhi non appena mi vide. Uno sguardo più o meno simile a quello di Alec la sera prima, quando l’aveva visto.
- Chi … chi sei?
- Katherine. – risposi seccamente. Quel simpaticone, lo aiutavamo e poi “non importa, posso fare da solo” come se gli avessimo bendato le ferite con foglie velenose. – Figlia di Re Derek, del Regno del Nord e Comandante della Marina. Tu sei il famigerato Cavaliere Rosso, vero?
Il suo sguardo si velò non appena dissi quella frase, e me ne pentii subito.
Non ero forse stata io la prima a dire “è una persona come noi”? A chiedere agli altri di non giudicarlo?
-  Sì … - rispose con un sospiro.
A quel punto, cercai di porre rimedio sedendomi accanto a lui e iniziando a tamponargli un panno inumidito sulla fronte, dato che sembrava gli stesse salendo la febbre.
- Che ci facevi nelle terre di mio padre?
- Sono affari miei. – rispose laconicamente.
- Non direi. – risposi. – Dato che ti sei buttato giù da Castigo allegramente, per poi finire nella neve con un atterraggio ben poco morbido e rompendoti il naso.
Uno sguardo allarmato attraversò i suoi occhi, grigi e brillanti. – Mi sono rotto il naso?!
Fu buffa quella reazione. – Mmh. E non hai ancora risposto alla mia domanda. – aggiunsi.
Mi squadrò con quegli occhi, che potevano passare, notai, dall’essere un limpido lago di montagna ad una tempesta con i fiocchi. – Forse non voglio farlo. – commentò.
Era piacevole parlare con lui, in fin dei conti. – Va bene, allora non ti aggiusterò il naso. È un vero peccato, saresti stato un bell’uomo con un naso a posto. – lo presi in giro, e per irritarlo feci per uscire.
- KATHERINE!
Sorprendentemente, mi chiamò per nome.
Niente Vostra Altezza, Principessa Katherine, niente.
Solo Katherine.
Mi voltai verso di lui, divertita e soddisfatta.
- Ho davvero il naso rotto? – chiese sconsolato.
- Mmh- mmh. – feci. – Non senti come parli?
Alzò gli occhi al cielo. – Va bene. – sbuffò. – Curami.
Continuammo a parlare un po’, finché non gli chiesi perché se ne fosse andato da Uru’Baen.
Disse che solo in parte c’entrava una donna. Voleva rifarsi una vita. Voleva allontanarsi dai nomi di figlio di Morzan e Cavaliere Rosso. Voleva trovare un posto dove sarebbe stato solamente Murtagh.
Mi dispiacque molto per lui. Non volevo nemmeno immaginare che vita avesse avuto.
Perciò cercai di distrarlo.
- Si può sapere chi è questa ragazza?
- No. – brontolò.
- Però la ami.
- Non lo so.
Notai che anche quello era un tasto dolente: perciò preferii non insistere.
Quindi cercai di spostare la conversazione su Castigo.
Quando apprese che il suo drago mi aveva parlato, e che poche ore prima mi aveva detto che gli stavo simpatica e mi aveva chiesto i grattini, rimase a bocca aperta.
Tutto andò via liscio, finché non appresi che la ragazza di cui Murtagh era invaghito era la regina. Nasuada.
- Sei fidanzato con la regina? – chiesi sconvolta.
Ma io sapevo che la regina amava un altro. Si chiamava Klaus. Stavano organizzando il matrimonio.
Murtagh lo sapeva, questo?
Che lei non lo avrebbe aspettato?
 - Non è la tua regina, no? – disse per stemperare la tensione.
- No. Ma lo saprai …
Katie!, mi chiamò Alec con la mente. Papà è arrivato, vuole vederti con urgenza!
Arrivo, risposi.
- Cosa dovrei sapere? – mi chiese Murtagh.
- Devo andare. – risposi in fretta alzandomi.
- No, ehi, Katherine! KATHERINE!
 
 
 
 
   
 
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